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20/07/20XX
Il leggero ma caldo vento estivo inondava la città di Demon Hunter. Nome ironico visto e considerato che quella tranquilla cittadina era abitata soltanto da creature quali demoni e lupi mannari, che costituivano la maggior parte della popolazione nel mondo degli ultimi trent'anni.
Nessuna anima, viva o morta, si vedeva per le strade. Solo lui era l'unico pazzo ad uscire di casa: Sinedrial, lo chiamavano. Un demone di alto rango dalla pelle diafana ed i capelli color dell'ebano lunghi leggermente fin sotto le orecchie, ed i suoi occhi... quante anime avevano visto bruciare quegli occhi color ghiaccio. Freddi ed insensibili alle più atroci sofferenze. Muscoloso ma non troppo, alto. Molto alto. Ma a lui stava bene così, in quel modo analizzare gli esseri che vi si posizionavano davanti era molto più semplice.
"Maria, vai più veloce."
Aveva ordinato alla serva che si occupava di guidare la carrozza trainata da cavalli neri. Conoscendo le abitudini di quel commerciante da due soldi avrebbe potuto chiudere e lasciarlo a bocca asciutta dopo aver fatto tutta quella strada dal palazzo fino a quella catapecchia. La carrozza si fermò di colpo, Sinedrial scese con eleganza dall'abitacolo e si sistemò con grazia i vestiti.
La vecchia baracca era chiusa, ma la vendita della merce si svolgeva fuori. Sotto il sole cocente. Vi erano altri demoni, ricchi e potenti in quel luogo decadente, che si facevano illustrare le qualità ed il prezzo di ogni singolo schiavo. Il moro fece una smorfia di disgusto, non gli piaceva affatto andare in luoghi simili ma doveva controllare se ci fossero esemplari quantomeno simili a quello che aveva preso in precedenza. Nessuno.
"Che stupida perdita di tempo"
Sussurrò. Fece per andare via ma la sua attenzione venne attirata da un ragazzino, o almeno il suo aspetto era tale. I capelli di un color biondo grano erano lunghi fino alle spalle, lisci ed un ciuffo copriva del tutto l'occhio destro. L'occhio visibile era di un acceso rosso carminio, ardente come fuoco. Le sua labbra erano piene e carnose ed il naso piccolo e a patata. Il piccoletto era basso, magro oltre l'inverosimile ed indossava una veste con cappuccio che arrivava circa al ginocchio. Le sue mani erano di grandi dimensioni e si vedevano tremare addirittura da una simile distanza. Si reggeva ad un bastone intagliato, sembrava quello messo peggio di tutti.
Il biondino venne afferrato bruscamente per un braccio dal commerciante: un demone minore basso e tarchiato, vecchio e con un occhio di vetro.
Sinedrial si avvicinò per prestare attenzione alla scena dalla distanza di un paio di metri.
"Lasciami..."
Disse in un sussurro tremolante il ragazzino, nonostante la sua voce fosse carica di paura dal suo sguardo si poteva percepire la furia omicida che gli scorreva in corpo. Se non fosse stato così debole, quel nanerottolo, sarebbe saltato addosso ad venditore di schiavi e gli avrebbe staccato la testa a morsi.
Nessuno diede corda ai lamenti del piccolo demone.
"Sembra un prodotto interessante"
Disse la voce calma di una donna dall'abito verde con il volto coperto da un velo nero.
"Lo è, mia cara. Lo è"
Aveva confermato il vecchio, poggió una mano sulla testa del giovane e tiró con forza i capelli all'indietro dando una visuale migliore del suo volto.
Quella cosa diede molto fastidio a Sinedrial, quest'ultimo si avvicinò. L'anziana creatura abbandonò i capelli del ragazzino, che abbassò lo sguardo sui suoi piedi e si resse con più forza al bastone.
"Sinedrial... da quanto tempo che non ci vediamo. Dieci anni?"
Il moro annuì lentamente mantenendo il suo sguardo gelido ed apatico. L'interlocutore rise rumorosamente, era una risata roca e cavernosa.
"Avevo ancora la mia gamba destra ai tempi!"
Disse ancora, agitando la protesi di ferro. Dopodiché si fece di nuovo serio, prese un sigaro dalla tasca della salopette strappata e lo accese portandoselo alle labbra.
"Come posso aiutarti?"
"Quanto costa il ragazzino?"
La donna in verde si rabbuiò e si diresse accanto ad un altro schiavo. Meglio così.
"Viene: 1.900 Fiesoles"
I Fiesoles erano pezzi d'oro grandi come denti. 1.900 di questi potevano far vivere una famiglia di quattro persone per quattro mesi circa.
Il biondino guardò Sinedrial, era una gara a chi fosse più apatico. Il giovane non sembrava mostrare nessuna emozione, come se fosse morto in quell'istante e non gli sarebbe importato nulla.
Quello sguardo colpì il demone come un treno in corsa, era uno sguardo così diverso dal... suo.
"Va bene."
Maria, la serva, diede due sacchetti ricolmi d'oro al commerciante che ridacchió fra se e se per poi togliere di mano il bastone al ragazzino per poi legargli le mani e porgerglielo.
"Questo lo vuoi?"
Chiese il vecchio allungando il bastone verso Sinedrial. Lui osservò il giovane biondo, l'apatia di prima era stata sostituita dal panico più totale.
"Sì"
Rispose semplicemente, prese l'oggetto in mano e per poco non lo lasciò cadere a terra. Nel preciso momento in cui aveva toccato la superficie in legno aveva avuto la sensazione che un pugnale gli attraversasse la mano.
Tutti e tre si diressero verso la carrozza, Maria aprì la portiera e Sinedrial ed il biondino vi entrarono. Il mezzo partì in men che non si dica lasciandosi una scia di polvere alle spalle. Il moro estrasse un coltello a serramanico dalla tasca della giacca e tagliò con un gesto le corde che legavano i polsi del nanerottollo.
"Presumo tu sia un demone"
Disse il maggiore accavallando le gambe scrutando per bene l'essere che aveva davanti.
"Credo di sì"
Aveva risposto l'altro prendendo il bastone e tenendolo stretto, come fosse un oggetto ti vitale importanza.
Credeva di essere un demone? Non capiva.
"Che vuol dire che credi di essere un demone?"
Aveva chiesto, cercando di sembrare più cortese possibile. Fallì nell'impresa. Il suo tono era sempre duro e distaccato.
"Non ricordo nulla prima di finire in quel posto."
Disse con un tono che voleva far intendere che la conversazione doveva interrompersi lì. Arrivarono al castello, una specie di villa di dimensioni epocali isolata da tutto il resto. Aveva un giardino, alcuni membri della servitù tagliavano le piante ornamentali intorno al perimetro della casa.
Si avviarono verso il portone principale.
"Basta così. Entrate e riposatevi"
Disse Sinedrial a quella dozzina di persone che erano fuori per occuparsi del giardino. Sorrisero, e si diressero sul retro della casa per entrare dall'entrata posteriore. Lui non aveva delle avversioni verso gli esseri umani come una gran parte dei demoni, tutta la servitù era composta da umani. Cercava di trattarli sempre bene.
Un demone che provava compassione verso un mucchio di sangue e carne come un essere umano, debole ed egoista... la vita era così ironica.
"Non so ancora il tuo nome"
Disse il moro prima di aprire il portone.
"Il mio nome è Crismal"
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