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Day I

Atsushi ~ Giorno I

In quel momento Atsushi riprese conoscenza. Avvertiva dolore in tutto il corpo, quasi come se fosse stato colpito da decine di lame... ah vero, era accaduto anche quello. Aprì gli occhi. Un soffitto chiaro apparve di fronte a lui. Dove si trovava. Era morto? Non pensava che l'inferno avesse tonalità così chiare.
Provò ad alzarsi, tuttavia non ne era in grado. Non riusciva a muovere un muscolo. Ancora, provò ad alzarsi.
Finalmente ci riuscì. Di colpo si piegò in due. Avvertiva un dolore lancinante al petto e allo stomaco. Notò che diverse bende lo ricoprivano come una mummia.
"Che fai idiota? Se ti muovi ti si riaprono le ferite. Stai tranquillo, anche il corvino e quella ragazza sono qui."
Atsushi girò il viso. Una figura longilinea era in piedi al suo fianco. La stessa voce. Lei era la stessa ragazza che aveva visto nel Quartier Generale.

Era confuso, tuttavia si sdraiò nuovamente. Si trovava in un futon.
La donna lo osservava con fare divertito. Era una strana sensazione.
Si sentiva di potersi fidare ciecamente di lei. Pareva quasi la conoscesse già, tuttavia forse era solo una sua impressione, dato che lei appariva molto simile a lui.
"Grazie per... questo, ma tu chi sei?" Chiese Atsushi. Lei si avvicinò alla porta della stanza chiudendola al suo passaggio.
"Per ora non ha importanza chi sia io. Ne riparleremo quando starai meglio."

Aria ~ Giorno I

Aria si risvegliò quasi sotto shock.
Non ricordava molto di ciò che era successo durante il combattimento contro Nikolai. Si sentiva però intorpidito.
Una figura vicino a lui era affacciata verso una finestra, osservando il mare infinito che si immedesimava di fronte a questa.
I capelli di lei erano bianchi come la neve e pareva che la freddezza di lei fosse come il ghiaccio.
"Finalmente ti sei ripreso vedo. Hai esagerato anche questa volta, come tuo solito."
Aria voleva parlare, ma non riusci ad emettere neanche un fiato. Era completamente immobilizzato. Un ammesso di bende. Lei si girò, mostrando due occhi cremisi. Si, ricordavano il sangue versato, ma ad Aria ora ricordavano suo fratello.
"Non ti serve parlare, moriresti altrimenti. Le fiamme di lui ti hanno consumato nell'anima. Sei sempre troppo testardo."
Il suo abito grigio sembrava talmente leggero da poter essere fatto volare via solo soffiandoci contro.
"Non ti preoccupare per lui. È quasi merito di Atsushi se sei ancora vivo e ti trovi qui. O perlomeno di chi veglia su di lui."
La donna si guardò intorno osservando la stanza bianca per poi, con la mano, portare una ciocca bianca di capelli dietro il suo orecchio sinistro.
"Questo spazio mi aggrada alquanto. Tu che te pensi Aria?"

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