La situazione non era delle migliori. Entrambe le parti erano state danneggiate e alcuni strani avvenimenti erano iniziati a farsi troppo frequenti. Erano passati solo due giorni dall'ultima aggressione da parte del Concilio e con le scarse risorse a disposizione sul momento, gli studenti erano riusciti a ritirarsi in Giappone.
Parlando in maniera teorica, vennero stimati altri cinque o sei membri principali del Concilio guidati forse da un capo, quale forse poteva essere considerato come il numero 1?
Non era effettivamente chiaro. Nessuno poteva dedurre che ci fossero solo questi membri, oppure anche degli alleati minori.
Gli studenti e i loro responsabili intanto erano tornati alla UA.
Avevano fatto la scelta più intelligente però in ritirata. Si, se non fosse che qualcuno aveva, già da tempo, previsto tutto.
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Cinque uomini si erano presentati di fronte ad un tavolo.
"Non mi sarei mai aspettato il tradimento di quei due." Fece uno di loro poggiando violentemente un braccio sul tavolo. Il tono era visibilmente arrabbiato.
"Non ne sarei così sicuro."
Rispose un altro, una voce più giovane.
"Il loro comportamento era già sospetto fin da prima... Mah. Tanto ora non importa. A quanto pare ci ha già pensato Atsushi. Si sono suicidati tra le fiamme prima che potessimo interrogarli."
Subito il ragazzo di prima gli puntò il dito contro.
"Ok, ma non ti fa rabbia? Numero 6 non c'è! E ora anche Smaug è stato ucciso! Chi mi accompagnerà nelle bevute settimanali?"
Battè il pugno sul tavolo.
Gli altri tre uomini se ne stavano seduti in silenzio e quando l'uomo si accorse del loro silenzio si quietò un po imbarazzato.
"Perfetto. Ora che avete dinito di bisticciare possiamo parlare di cose serie."
Il silenzio era calato nella stanza.
"Siamo rimasti in pochi, non ha più senso decimare le nostre forze costantemente. Dobbiamo schiacciarli completamente."
Disse uno di loro.
"Metterli alle strette con qualsiasi mezzo possibile..."
"Ci penso io. Vado matto per i trucchi biechi. Mi voglio riscattare dopo il fallimento dello scorso scontro." Disse l'uomo che aveva sbattuto la mano sul tavolo.
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