Capitolo 8
Eli's POV.
Nian ha avuto un crollo emotivo, non so quanti killer possano provare così tanto senso di colpa da uccidersi, questo mi fa pensare che lui fosse davvero una brava persona, non gli ho mai chiesto chi fossero le sue vittime e non penso sia il caso di chiederglielo, soprattutto dopo quello che è successo oggi. Per calmarlo ci siamo messi sul divano e gli ho accarezzato un po' i capelli finché non si è addormentato, ed è così carino quando dorme, sembra un bambino, anche il suo viso sembra più giovane di quello che non sia in realtà.
Guardo l'orologio e mi sale il panico, sono già le sette, sarei dovuto partire almeno trenta minuti fa, cazzo.
"Nian sveglia, devo andare al lavoro." Gli dico toccandogli la guancia.
"Mh... non andare, sto bene in questa posizione." Mugula sfregandomi la testa contro le gambe.
"Dai alzati dormiglione, non posso fare più tardi di così." Dico sollevandogli la testa, sbuffa e si tira sù sfregandosi gli occhi.
"Ci vediamo domani?" Mi chiede fissandomi mentre mi sistemo i capelli con le mani.
"Va bene."
"Vengo a prenderti io, a che ora finisci il turno?" Ci penso un attimo prima di rispondere.
"Finisco a mezzanotte circa, all'una ci sono di sicuro." Annuisce e si riaddormenta sul divano quasi all'istante, gli do un bacio sulla fronte ed esco di corsa saltando le rampe di scale come fossi un coniglio. All'ingresso è rimasto solo il ragazzo dai capelli rasati, lo saluto con la mano e corro verso il locale come fosse la cosa più importante della mia... morte?
"Ehy Eli!" Mi saluta Ginger appena entro nel locale, non l'avevo mai vista nel turno di notte.
"Ehy, che ci fai qui?"
"Io faccio solo la cameriera, non sono carina come te." Risponde con un sorriso, ha i capelli rossi. la pelle chiara e le lentiggini oltre un sacco di piercing, due sul lato destro del naso uno sul sopracciglio e non so quanti sulle orecchie.
"Verrà anche il tuo amico? Il Cold- Nian?" Mi chiede lei camminando con me verso il retro del bar dove mi andrò a cambiare.
"No, mi viene solo a recuperare sta sera, non frequenta questo tipo di posti lui." Dico io appoggiandomi alla porta.
"A che ora stacchi?"
"All'una al massimo"
"Perfetto, anch'io, mi presenterai Nian? Per favore?" Annuisco facendo un finto sorriso prima di entrare finalmente nel retro del locale, quella ragazza e la sua ossessione per Nian mi da su i nervi, nemmeno mi conosce e ha la faccia tosta di chiedermi anche dei favori. Vabbè alla fine essere nelle sue grazie potrebbe anche far comodo secondo certa gente, gente che non lo conosce.
Quando esco dallo stanzino indosso dei jeans attillati blu e un top non tanto stretto nero, è incredibile quanto mi senta comodo in questi vestiti normalmente definiti "femminili" ai piedi ho delle normali scarpe da ginnastica nere, mi dirigo verso il mio capo che mi indica subito un cliente abituale, lui non è pericoloso, mi pare si chiami Jeff, è solo un'uomo gay di mezza età, si ubriaca subito e l'unica cosa che devo fare e lasciare che mi tocchi, non che mi piaccia, ma c'è di peggio da queste parti perciò mi ritengo abbastanza fortunato.
la serata è passata velocemente e ora, a mezzanotte e tre quarti, posso finalmente uscire da quel manicomio che puzza di alcol da fare schifo, mi guardo intorno e noto il mio Nian dall'altro lato della strada appoggiato ad un muro, un attimo... ho seriamente pensato "il MIO Nian"? Che coglione, non importa, corro incontro al ragazzo e gli salto appendendomi con le bracci al suo collo facendolo pendere un po' in avanti finché non mi prende per la vita tenendomi sollevato.
"Ehy Daddy." Dico con un sorriso, lui subito arrossisce come suo solito e mi rimette a terra.
"Com'è andata?"Mi chiede guardandomi come se mi stesse di nuovo scavando nei pensieri.
"Tutto bene."
"Eli." Sento una voce chiamarmi e mi volto per vedere Ginger intenta fissarci con un sorriso.
"Ginger, lui è-"
"Nian!" Mi interrompe lei gettandosi sul petto di Nian come una sanguisuga.
"Pia...cere?" Dice lui allontanandosi e porgendo la mano alla rossa, lei la stringe e mantiene un sorriso davvero enorme che le va da guancia a guancia.
"Mi chiamo Ginger, spero diventeremo ottimi amici noi due." Dice lei scuotendo quasi con violenza la mano di Nian.
"E-Eli non hai detto che dovevamo... controllare... quella cosa da te? Non vorrei fare tardi sai.." Cerca un modo disperato per fuggire dalla conversazione, lo aiuto assecondandolo.
"Oh merda è vero. La lampadina, dobbiamo muoverci." Invento io tirando il ragazzo per il polso.
"A domani Gin." Dico con un sorriso tanto falso quanto forzato, non mi piace questa ragazza.
Senza lasciare che la rossa ci risponda trascino Nian verso il suo stesso appartamento, ma me ne accorgo solo dopo, quando ormai non ho più voglia di tornare indietro.
"Quindi stai da me?" Chiede il ragazzo dietro di me.
"Ehm... ssssssì(?) Sì, sto da te." Dico un po' in dubbio all'inizio, non vorrei sembrare possessivo o altre stronzate simili da coppietta.
"Se non ti da fastidio." Aggiungo dopo pochi secondi di silenzio.
"Fastidio? No, mi piace la tua compagnia." Ammette con un sorriso sulle labbra che purtroppo non riesco a vedere a pieno per via della poca luce.
Sembra tutto così irreale, per più di cento anni ho "vissuto" qui senza mai legarmi a nessuno, senza considerare nessuno importante, e ora incontro questo demone anomalo che non solo mi fa affezionare a lui, ma che ha anche altri amici qui all'inferno, non capisco com'è possibile, forse sono io che ho sempre avuto la visione sbagliata delle cose, o forse lui è davvero anomalo... non lo so... ma tutto questo è così strano, mi sento più vivo ora che quando ero davvero vivo.
Io e Nian passiamo la notte a parlare di un sacco di cose, ci confidiamo alcuni segreti davvero imbarazzanti, e scherziamo, passiamo tutta la notte a scherzare su quanto sia stupido un inferno fatto così. E poi la domanda più brutta che potessi fare.
"Secondo te com'è venir cancellato?" Il ragazzo sdraiato sul letto di fianco a me mi guarda quasi sconvolto, come se sapesse ma non volesse dirmi nulla.
"Cos'è quello sguardo?" si volta dall'altro lato ma io continuo a fissarlo.
"La redenzione..." Cosa? Ma di cosa sta parlando.
"Che intendi con redenzione? Tu sai cosa succede agli scomparsi?" Resta in silenzio qualche istante, poi mi guarda quasi sconsolato.
"Non lo devi sapere, e non te lo dirò, non qui e non ora." Cosa intende? Tutto questo è assurdo e mi fa andare in paranoia.
"Ho un compito..." Sussurra, ma non voglio insistere se non vuole dirmelo.
Ho avuto una specie di illuminazione perciò ora aggiungerò diversi elementi alla trama per uno scopo che poi capirete alla fine del racconto.
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