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Capitolo 7

Poiché il sette è un bel numero sto capitolo lo faccio lungo quanto voglio e chissene del numero di parole ciao.

Eli's POV
Sono più o meno le tredici e visto che ho un po' di tempo prima di ricominciare a lavorare decido di andare da Nian, ricordo abbastanza la strada.
"Eli!" Mi chiama una ragazza che lavora con me, Ginger.
"Ieri notte hai lavorato allo street club?" Annuisco, lei non lavora con me di sera, fa solo il mattino nel turno da cameriera, io faccio quasi sempre entrambi.
"Il... il ragazzo con cui sei andato via era il killer cold reading?" Mi chiede sottovoce, come fosse un gran segreto, notando che la guardo storto si affretta a dire:
"Non vorrei che fosse qui intorno..."
"Può leggerti la mente, è inutile che sussurri, e poi non è il tipo da spiare persone a caso." Mi guarda incuriosita.
"Vi conoscete? Siete.. amici?"
"Direi di sì, è un po'... particolare il nostro rapporto ma sì, lo conosco un pochino. Circa da due giorni."
"E lo hai portato a casa tua?! Sei impazzito? Poteva ucciderti!" Dice stringendomi le spalle.
"Come sai che è venuto a casa da me?"
"Non è importante."
"Comunque, te lo assicuro, lui è molto più bravo di chiunque altro qui."
"Parliamo della stessa persona? Del Cold reader?"
"Non si chiama 'il Cold reader' il suo nome è Nian." Dico fissando la ragazza un po' più bassa di me.
"Me lo presenti un giorno?" Com'è lunatica, in fondo lo sapevo già.
"Va bene, gli chiedo se possiamo incontrarti un giorno."
"Grazie gattino, sei il mio preferito." Mi disordina i capelli e se ne va, finalmente mi incammino verso il palazzo dove spero di trovare Nian.

Appena entro nel palazzo vedo un ragazzo con la testa rasata che indossa una felpa rossa e dei pantaloni larghi neri di fianco ad una donna molto magra con i capelli mori raccolti in una treccia bassa, indossa dei pantaloni azzurrini con le bretelle e una camicia bianca sotto, sono di fianco ad un banco marrone in piedi, entrambi mi guardano, faccio un saluto con la mano e mi avvicino.
"Scusate, c'è Nian? Non so se lo conoscete."
"Sei il sedicenne... mh... ah sì, Eli giusto?" Annuisco.
"Immaginavo, il nostro Cold reader è andato a 'lavorare' " Dice facendo il gesto delle virgolette, intuisco che dovrò aspettarlo un po'.
"Piacere, mi chiamo Alice, sono un'amica di Nian" Dice la donna porgendomi la mano, la stringo e sorrido, lei mi guarda un istante da testa a piedi e bisbiglia qualcosa al ragazzo di fianco, invidio moltissimo la cold reading di Nian in questi momenti.
"Quando pensate che arrivi?" Chiedo guardando prima il ragazzo e poi la ragazza un paio di volte, lui alza le spalle, lei guarda l'orologio e riflette un attimo prima di rispondere.
"Credo che ormai stia tornando, sono quasi le due." aspetterò.

One eternity later. Ok no, scusate era fuori luogo.

Dopo.

Nian's POV.
Ci ho messo più del previsto ad ammazzare quel tipo, oggi è rimasto nel bar più del solito così sono dovuto rimanere su un tetto rischiando di farmi scoprire, ho i vestiti sporchi si sangue e dannazione se odio il sangue, è la parte che meno gradisco di uccidere, sembra che abbiano più sangue da morti di quanto ne avevano da vivi, non vedo l'ora di mettere a lavare i vestiti e farmi una doccia calda per poi crollare sul letto senza nemmeno aver mangiato.

I miei piani vengono interrotti da Eli che mi salta con le braccia al collo non appena metto un piede all'interno dell'edificio.
"Daddy." Mi dice appendendosi al collo, come se il gesto di per se non fosse imbarazzante ci si mettono anche Alice e Ghast a fissarmi come per rinffacciarmi un "meno male che non era il tuo ragazzo." Il fatto è che io e lui siamo davvero solo amici.
"Eli staccati." Gli sussurro nell'orecchio a denti stretti, lui obbedisce e prima di girarsi mi fa l'occhiolino, cosa vuol dire?
"Vi siete conosciuti quindi? Ne sono felice." Dico cercando di essere naturale.
"Eli ci ha illuminato sulle domande di stamattina, ricordi? Chi sta sopra e chi sotto?" 
Di che parla? Pensa Eli, capisco che Ghast mi sta solo prendendo in giro.
"Bel tentativo." Dico incrociando le braccia, il ragazzo di fronte a me sbuffa annoiato mentre Alice continua a guardarci con un sorriso a dir poco inquietante che le va da guancia a guancia.
"Andiamo nella tua stanza?" Chiede Eli guardandomi con un sorriso provocatorio.
"Uhh." Sussurra Ghast, annuisco senza dare peso a quel commento, quando passo oltre i due mi sento toccare la spalla, mi giro e vedo Alice mostrarmi i pollici rivolti verso l'altro e Ghast che... meglio lasciar perdere, ricomincio a camminare e una volta arrivati nel mio appartamento faccio accomodare il biondino di fianco a me in cucina, già che posso mi farò uno spuntino.
"Vuoi qualcosa?" Chiedo rivolto ad Eli, lui non risponde, mi giro a guardarlo e lo fisso per un po', ha lo sguardo immobile davanti a se, immerso nei suoi pensieri che vorrei scoprire, ma visto che gli da fastidio decido di evitare.
"Hai detto qualcosa?" Mi chiede scuotendo la testa.
"Hai fame?" Annuisce con un sorriso allora apro il frigo e cerco qualcosa da offrirgli.
"Vediamo ho... del formaggio, e.... cos'è questo? Oh sì, delle barrette prese dal distributore e acqua." Fa una smorfia indecifrabile e mi stringo nelle spalle prendendo una delle barrette.
"Ma tu mangi solo questo schifo?" Mi chiede guardando nel frigo.
"Non esiste il diabete, tanto vale mangiare alimenti zuccherati, danno energia e costano poco." Si passa una mano tra i capelli prima di sedersi sul minuscolo tavolo della cucina.
"Un giorno ti porterò in un ristorante."
"Che cazzata, a cosa serve un ristorante all'inferno?"
"Ci sono persone che vogliono mantenere il loro ceto sociale anche da morti." Risponde inclinando la testa verso di me.
"Come sei morto?" Mi coglie alla sprovvista, tanto che il pezzo di barretta che avevo in bocca mi va di traverso costringendomi a tossire.
"Scusa, solo curiosità, non sei obbligato a rispondere se non vuoi." 
"Prima tu." Dico fissandolo negli occhi, la mia morte non è una cosa facile per me se devo dire la verità ma a lui sono disposto a raccontare com'è andata.
"Ero malato, una malattia contagiosa che è scoppiata nel 2020, non so se ne hai sentito parlare, ma comunque, è stato quello."
"Aspetta ma... era una malattia respiratoria, saresti dovuto guarire se avevi solo sedici anni."
"Già, se non avessi iniziato a fumare quando ne avevo dieci forse sarei sopravvissuto." Sorride, penso che abbia superato la sua morte, l'ha accettata, mentre io no, non ancora.
"Mi sono suicidato, un colpo dritto in gola." Dico tutto d'un fiato, Eli rimane di sasso, immobile con gli occhi spalancati.
"Avevo... fatto del male ad un innocente... per sbaglio e... lei è morta per colpa mia lei... aveva solo sette anni e io non sapevo che fosse lì... non potevo saperlo...non ero attento io..." Mi assale la malinconia e mi si chiude la gola come se stessi per piangere, Eli si avvicina e mi stringe la testa al suo petto mentre inizio silenziosamente a piangere pensando al viso di quella bambina.
"Mi racconterai tutto, ma non ora ok?" Mugulo un "va bene" con il viso che sprofonda nella felpa rosa di Eli mentre con le mani stringo le sue maniche tremando, non posso affrontare la mia morte perché non posso affrontare il motivo che mi ha spinto a morire.

Capitolo lunghissimo lo so, comunque, messaggio indiretto, non vergognarti di quello che scrivi perché deve piacere prima di tutto a te, il ragazzo con cui parlo capirà (Anche se la cosa vale per tutti) 

Sono un'ipocrita visto che sono la prima che si vergogna dei propri racconti ma vabbè.


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