Capitolo 16
Nian's POV.
FLASHBACK.
"Anthony, Nicholas, giocate ancora con le bambine?" Annuisco senza dire nulla mentre la mia insegnante delle elementari mi guarda con un sorriso triste.
"Perché non andate a fare due tiri a pallone con i vostri compagni?"
"Non mi piace il calcio... è faticoso." Risponde l'altro bambino, Nicholas, la maestra si allontana lasciandoci tranquilli per l'intervallo, una delle due bambine con cui sto giocando mi prende il braccio.
"Giochiamo alla famiglia? Cosa ne pensi Anthony, io sono la mamma è tu il papà, mentre Nicolas e Angie fanno il figlio e la figlia."
"Perché non possiamo fare che io e Nicholas siamo i papà e voi le figlie?" Le bambine mi guardano con una smorfia mentre Nicholas si mette a ridere.
"Guarda che non possiamo essere tutti e due papà, due maschi non possono sposarsi."
"Perché no?" Non capisco...
"Me lo ha detto il mio papà, si chiamano gay. Dice che sono persone malate."
"Sei gay Anthony?" Mi chiede la bambina che mi ha preso per il braccio.
"Oddio Anthony che schifo." Ma io non ho detto nulla, un bambino che passava di lì, sentendoci discutere si intromette nel discorso, è poco più grande di noi, forse fa quinta elementare.
"Cosa che schifo?"
"Ad Anthony piacciono i maschi!" Dice Nicholas ad alta voce ridendo.
"Non è vero non mi piacciono i maschi!" Nessuno mi ascolta e iniziano a prendermi in giro...
"Anthony piangi? Vuoi la mamma?" Quella frase mi fa arrabbiare, lo sanno tutti che io non ho ancora dei genitori, lo ha detto apposta, un ragazzino moro con i capelli quasi rasati.
"Non puoi, tua mamma ti ha abbandonato An-tho-ny." Mi scaglio contro di lui e inizio a tirargli pugni dritti in faccia, finché la maestra non mi allontana dal bambino steso a terra.
Solo in terza elementare ed ero etichettato come un bambino pazzo, violento e problematico. Terza elementare.
In seconda media sono stato accoltellato dallo stesso ragazzo che avevo picchiato da piccolo.
"I froci devono bruciare all'inferno." Mi dice continuando a tirarmi calci mentre perdo sangue dalla pugnalata che mi ha dato.
Un giorno della prima superiore, ritrovandomi solo per l'ennesima volta prendo il coraggio di fare uno di quegli strani rituali per richiamare demoni e cose simili, ho letto tante cose a riguardo... tanto se anche morissi non sarebbe importato.
"Ti chiami Anthony vero?" Una voce nella mia testa.
"Sì, tu cosa sei?" Nella stanza buia dell'orfanotrofio la mia voce rimbomba.
"Nian, ti osservo da quando sei piccolo."
"Perché?"
"Quando ti ho visto picchiare quel bambino a soli sette anni, hai tanta rabbia dentro di te."
"Non è una spiegazione."
"Voglio che tu uccida per me." Mi blocco ma rispondo senza aspettare troppo
"Cosa ci guadagno a uccidere per te?"
"Non hai esitato un secondo vedo, me lo aspettavo, ti dono la cold reading. Potrai leggere i pensieri altrui."
"Prima di accettare voglio sapere chi devo uccidere, non sono un mostro."
"Il tuo compito è molto importante. Ti darò dei target che dovrai uccidere, tutte brutte persone che andranno all'inferno."
"Chiaro."
"Una volta morto dovrai fare in modo di pugnalarli di nuovo con questo coltello." Davanti a me vedo una custodia nera con un manico verde che spunta dalla fodera.
"Fammi capire, dovrei uccidere la stessa persona due volte? Perché?"
"Quel pugnale è l'unico modo per redimere le cattive persone, non penso serva dirti che accettando finirai all'inferno anche tu."
"Non mi importa di quello."
"Allora Anthony, accetti il patto?"
"Accetto." Le luci si accendono da sole e vedo sulla scrivania di fronte a me, oltre al pugnale, una collana con un campanello muto e un pezzo di carta.
Ricordati di chiamare se ti servirà ancora il mio aiuto.
Dietro trovo la foto di un uomo di mezza età che conosco, è il padre di una ragazza della mia scuola... il padre di Ginger Johanson.
FINE FLASHBACK.
Ginger spara due colpi di pistola che quasi mi sfiorano e colpiscono il muro alle mie spalla, solo ora mi accorgo del silenziatore sulla canna della pistola.
Restando davanti ad Eli mi scaglio contro la ragazza, nonostante si impegni pensa le sue mosse un secondo prima di farle e così l'anticipo, scaglio un paio di coltellate a vuoto colpendo solo l'aria, è agile. Spara un colpo e subito dopo vedo Eli accasciarsi a terra stringendosi il braccio da cui vedo scorrere il suo sangue.
"Resisti. Ci metterò poco." Dico continuando ad affondare il coltello nel vuoto.
"Posso sopportarlo." Dice il biondo, sento le lacrime nella sua voce so che sta piangendo e non lo posso sopportare.
Un quarto sparo dritto nella mia gamba destra, crollo a terra e vedo Ginger avvicinarsi ad Eli puntandogli la pistola alla testa.
"Sai che questa è colpa tua Anthony." La ragazza non mi guarda e, con tutta la concentrazione che mi è possibile in quel momento, lancio il pugnale come mi ero allenato a fare prima di morire. La colpisco nella piega interna del ginocchio facendola cadere a terra ma purtroppo riesce ad usare il suo quinto colpo, per colpire Eli nello stomaco.
Mi alzo e vado zoppicando verso il biondo che sta piangendo premendo sulla ferita.
"Ni..." mi guarda disperato come se ormai fosse certo che da lì a poco sarebbe scomparso.
"Non mi lasciare, ti prego non puoi sparire." Mi stringe mettendomi le braccia al collo.
"È destino che le migliori storie d'amore finiscano in tragedia..." dice sottovoce sputando sangue.
"No, non ti azzardare chiaro?"
"Voglio dirti un'ultima cosa..." la sua voce è quasi spenta
"Eli non sarà l'ultima!"
"Ti amo Nian, ricordati che ti amo." Prendo il mio coltello conficcato nella gamba di Ginger che si trova a terra piangendo per il dolore.
"Tu rinascerai... e io ti verrò a prendere." Chiudo gli occhi e lo colpisco vicino al cuore.
"Anch'io ti amo Eli..." Ormai non può sentirmi, probabilmente la sua vita è già ricominciata e di sicuro non si ricorderà di me...
Guardo Ginger che prova a strisciare verso la sua pistola ma mi alzo e le metto il piede sulla schiena facendola sbattere sul pavimento con la testa.
"Anthony... Tony ragiona ti prego... io."
"Non ti voglio più ascoltare." La colpisco non so quante volte prima di placare tutta la mia rabbia dopo torno vicino al corpo senza vita del ragazzo biondo più bello che abbia mai visto e comincio a piangere rumorosamente.
Ghast entra nella mia stanza chiedendo cosa fosse successo ma io non riesco a parlare prima di due ore.
Anche Alice è venuta da me nel bel mezzo della notte per consolarmi ma non posso accettare di averlo perso. Mi chiudo in bagno per restare solo dato che i miei amici non vogliono lasciarmi per paura faccia "qualcosa di stupido" stringo il mio porta fortuna con la campanella che porto al collo e sussurro il nome del demone che me l'ha donata.
"Finalmente ti sei deciso a farti aiutare..."
Fine. Esatto. Questo libro finisce con un sapore dolce-amaro MA la storia di Eli e Nian (o Anthony) non è finita, scriverò presto il secondo libro >:3
Mi-ao a tutti.
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