Capitolo 15
Eli's POV.
Nonostante Nian mi continui a dire che è tutto a posto io non gli credo, sono tre giorni che vivo con lui e non mi ha lasciato solo un singolo istante, di notte rimane sveglio, chiude tutte le finestre con dei lucchetti esageratamente grandi e una volta ho notato un coltello sbucare dalla sua tasca, oggi siamo usciti e mi continuava a ripetere di non avvicinarmi a nessuno nemmeno per sbaglio, tutto questo è, oltre che stressante, preoccupante.
"Ni dobbiamo parlare di una cosa." Come succede ormai da tre giorni si sta riposando appoggiato su una sedia mentre io preparo del tè che mi è stato dato da Alice.
"Di... di cosa Eeeeli." Il suo tono di voce è confuso, so che è stanco e non vuole riposarsi per nessun motivo.
"Non ti rendi conto che sei stanco? Perché non ti decidi a dormire, almeno qualche ora." Scuote la testa allungando le braccia in aria.
"Mhh... non mi serve dormire, devo tenerti d'occhio." Si alza e mi viene vicino guardandomi mettere la busta del tè nella tazza di acqua calda.
"Lo so, lo dici in continuazione, ma non puoi difendermi se sei stanco." Mi appoggia il mento sulla spalla guardando il vuoto, non l'ho mai visto così e mi preoccupa.
"Ok principe azzurro, bevi la camomilla e vai a dormire ora." Gli dico dandogli la tazza.
"Non posso lasciarti solo." Sbuffo e vado a sedermi sul solito divanetto aspettando che mi venga vicino.
"Devi stare tranquillo." Si siede di fianco a me mandando giù due sorsate di tè prima di appoggiare la tazza a terra.
"Se... se succede qualcosa svegliami però." Annuisco mentre si appoggia lentamente sulle mie gambe crollando dal sonno in pochi secondi. Mi chiedo cos'è che lo turbi tanto, di cosa ha paura? Ma soprattutto perché questa cosa lo spaventa?
Verso le due e mezza di pomeriggio, dopo circa quattro ore di sonno, Nian apre finalmente gli occhi e mi guarda sorridendo.
"Quanto ho dormito?" Mi chiede alzandosi e facendo scrocchiare tutte le ossa.
"Quattro ore." Mi guarda incredulo.
"Quattro?! Così tante?"
"Vorrei vedere, sono tre giorni che non chiudi occhio." Lo rimprovero raccogliendo la tazza di tè, ormai freddo, dal pavimento.
"Ti va di uscire un po'? Ho bisogno di sgranchirmi." Annuisce e va ad aprire, lentamente, la porta che da sul corridoio del terzo piano, si guarda intorno prima di lasciarmi uscire, anche questa è ormai routine.
Quando siamo fuori non ci allontaniamo dall'edificio, ci appoggiamo ad un muro e restiamo in silenzio a osservare il nulla finché la voce di Nian non richiama la mia attenzione.
"Vorrei essere sincero con te almeno su una cosa."
"Cosa?"
"La mia morte." Lo fisso curioso dato che il suo strano crollo dell'ultima volta mi aveva destabilizzato.
"Dovevo uccidere un trafficante d'armi, così gli entrai in casa, lo seguivo da tre settimane e non aveva mai dato segni di avere qualche parente che convivesse con lui..." si blocca un secondo e guarda a terra, gli accarezzo la spalla per tranquillizzarlo così sospira e torna a fissare davanti a sé.
"Non pensavo fosse separato e tanto meno che avesse una figlia... ho provato a pugnalarlo ma in quell'istante è arrivata la bambina che si era svegliata probabilmente per il rumore... non sono stato abbastanza pronto di riflessi e l'ho colpita... Dopo aver ucciso il trafficante sono tornato a casa e ho preso la mia pistola per autodifesa, me la sono puntata in gola. Non ho sentito nulla..." Lo guardo mentre mette una mano nei capelli per spostarseli dal viso.
"Sono felice tu sia stato sincero con me." Nonostante sia poco sento come se iniziasse davvero a fidarsi, è qualcosa che non riesco a descrivere, semplicemente posso dire che mi sento importante.
Quella sera Nian, per la prima volta da quando ci conosciamo, mi offre una cena con del "cibo vero" tra virgolette perché continuo a non capire da dove tutto ciò possa arrivare, comunque sembra effettivamente un piatto che mangiano le persone vive, non lo ha cucinato lui, ma Alice con l'aiuto di Ghast, sotto sua richiesta a quanto mi ha spiegato.
È un comune piatto di spaghetti ma il sapore è davvero buono.
Mangiamo silenziosamente per poi andare in camera senza nemmeno togliere i piatti dal tavolo.
Dopo essermi cambiato ed essere andato a letto di fianco a Nian sento il ragazzo stringermi vicino a sé e appoggio la testa contro il suo petto lasciando che mi abbracci nonostante la cosa mi metta un po' in imbarazzo, stranamente.
"Non esitare a farlo..." dice sottovoce.
"Fare cosa?"
"Nulla... è una frase che mi aveva detto Alice un po' di tempo fa."
"Capisco... e cos'è che non devi esitare a fare?" Alzo lo sguardo e ci fissiamo.
"Nulla tranquillo." Sbuffo riappoggiandogli la testa contro al petto senza dire più nulla, lasciando semplicemente che il sonno mi raggiunga facendomi passare una nottata serena.
"Svegliati!"
Sento una voce mentre ancora sono immerso nel sonno.
"Eli!"
Apro gli occhi di scatto, ci metto qualche secondo per capire di non essere più nel letto, Nian mi sta reggendo sulla spalla ed è in piedi vicino ad un muro, le luci della stanza sono accese e non riesco a capire nulla.
"Che succede?" Dico preoccupato, mi mette a terra e quando mi giro nella sua stessa direzione vedo Ginger con in mano una pistola nera, Nian mi rimane davanti come uno scudo stringendo un coltello dall'impugnatura verde.
"Resta dietro di me." Sussurra Nian tenendo lo sguardo su Ginger che ha un sorriso terribilmente inquietante e gli occhi fissi su di me.
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