Ingannami
Arrivo lettura necessario: capitolo "Buongiorno Bobby" in "Compagni d'Infanzia"
Possibilità d'ignorare l'avvertimento: 🟢
Altri avvisi di altro tipo: nessuno
Buona lettura
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Villa Justice (Barbados), aprile 2681
«Ingannami» fu questo quello che Adri gli chiese all'improvviso una volta raggiunto l'orfano nel giardino della villa intento a leggere, all'ombra di una palma in un fresco pomeriggio di aprile, un libro dalla copertina rosso scuro e strani simboli neri impressi sopra.
Gabri interruppe la lettura, sorpreso più che altro da quell'inaspettata richiesta che dall'inaspettata presenza della sua migliore amica lì nel boschetto di palme. D'altronde sapeva che doveva aver finito di dare una mano ad Adunbi coi feriti presenti in infermeria giusto qualche minuto fa. «Ingannarti? E per quale motivo?» fece senza voltarsi «In più io sono pessimo a mentire, sono la persona sbagliata a cui richiedere una cosa simile.»
«Infatti ti ho chiesto d'ingannarmi, non di mentirmi. È diverso.» rispose allora Dri continuando a restare in piedi a pochi metri dal ragazzino «Si può ingannare anche dicendo la verità e tu lo sai molto bene.»
Sospirando, Gabriele chiuse il libro con un solo gesto inserendo tra le pagine una foglia secca come segnalibro. «Non hai ancora risposto alla mia domanda» le disse alzandosi in piedi, poi si voltò per guardare la propria amica negli occhi «perché dovrei ingannarti?» assottigliò quindi lo sguardo scrutandola attentamente «Vuoi testare la tua abilità.»
Dri assentì lentamente «Posso intuire le vere intenzioni delle persone, ma non so fino a che punto sono in grado di percepirle.»
Gab socchiuse appena gli occhi reclinando il capo all'indietro e sbuffò seccato «Comprendo le tue motivazioni, ma perchè dovrei essere proprio io a farlo?»
La ragazzina lo guardò inarcando le sopracciglia «Sai benissimo il perché» ribatté posando una mando sul fianco «Sei il più intelligente e astuto del nostro Blocco e inoltre sei anche la persona di cui mi fido di più. Sei l'unico a cui posso chiedere una cosa simile.»
L'orfano riabbassò la testa sospirando stanco e si passò svogliatamente una mano tra i capelli «E se anche così fosse» riaprì con calma gli occhi studiandola attento «per quale motivo io dovrei farlo?»
Adri li lasciò andare un breve sospiro, adesso arrivava la parte più difficile.
Sapeva che l'amico non amava ingannarla, persino durante gli allenamenti si mostrava sempre reticente a usare appieno la sua intelligenza contro di lei e anche quando si decideva a sfruttarla pareva comunque trattenersi. All'orfana era capitato di percepire più volte in quei momenti una sottile sfumatura di paura provenire dal ragazzino, pure adesso le sembrava di avvertirla.
Come se temesse che lei, un giorno, potesse avere paura di lui.
Dri avrebbe tanto voluto dirgli che era una sciocchezza, come avrebbe potuto lei avere paura di lui? Per diamine, era il suo migliore amico (anche se non le sarebbe affatto dispiaciuto se potesse diventare qualcosa di più un giorno), lo conosceva da quando avevano quattro anni! Era impossibile che tutto ad un tratto lei cominciasse a temerlo solo perché era un po' più intelligente rispetto alla norma.
Decisamente molto più intelligente.
Tuttavia aveva il presentimento che questa sua paura avesse in realtà radici in qualcosa di più profondo e oscuro. Qualcosa che lui non voleva mostrare né a lei e né a nessun'altro, ma che doveva farlo terribilmente soffrire.
Prese a mordicchiarsi l'unghia del pollice lasciando trapelare un certo nervosismo. Detestava l'idea di chiedergli qualcosa che a lui chiaramente non piaceva fare ma tra tutti era l'unico a possedere le capacità giuste per quel tipo di compito e aveva davvero bisogno del suo aiuto, doveva necessariamente trovare un modo per convincerlo, cosa per nulla facile. Forse neppure una tonnellata di cioccolata non sarebbe bastata, per quanto il suo amico ne fosse terribilmente ghiotto sapeva che per questo tipo d'incarico non sarebbe sceso facilmente a patti.
Abbassò la mano sulla quale si stava mordicchiando l'unghia ed emise un breve sospiro a disagio, valeva comunque la pena di tentare. «Beh ecco...»
«E va bene, lo farò.»
Zittendosi nell'immediato, Dri sbatté le palpebre un paio di volte domandandosi se avesse sentito bene e sollevò lo sguardo sul ragazzino il quale la stava ancora osservando con uno sguardo decisamente indecifrabile. Ancora una volta non poteva fare a meno di chiedersi cosa gli stesse passando per la testa in quel momento, quali pensieri e ragionamenti stesse facendo. «Eh cosa? Sul serio?» fece confusa «Sei... sei davvero disposto a farlo?»
Gab alzò brevemente le spalle con fare indifferente «Conoscere i propri limiti è importanti, no?» replicò. Riportò poi nuovamente le sue iridi dorate su quelle argentate dell'amica fissandola con serietà «Ricorda però che sei stata tu a volerlo.»
Lei gli sorrise placida. «Sì, tranquillo» lo rassicurò, dopodiché si lasciò andare un lieve risolino «E pensare che mi stavo scervellando a cercare un modo perfetto per convincerti quasi rassegnandomi, mi hai decisamente colta di sorpresa.»
Gabri piegò il capo rivolgendole un sorriso beffardo «Lo sai, mi piace essere imprevedibile» rispose con tono spigliato.
Ecco che lo rifaceva un'altra volta.
Per quanto Gabriele fosse uno che non mente praticamente mai (non gli piace e neppure gli viene naturale farlo) lo stesso però non si poteva dire dei suoi sorrisi.
Dietro di essi il ragazzino aveva il brutto vizio di nascondere emozioni come la tristezza, la rabbia e la paura.
Era una cosa che già faceva qualche volta all'orfanotrofio quando rispondeva a tono in maniera sagace alle provocazioni e insulti di Francesco e la sua banda, ma col tempo aveva preso a farlo sempre più spesso. Praticamente fungevano da sorta di meccanismo di difesa dell'orfano quando questo si trovava in situazioni scomode, più o meno.
A quanto pare un po' come stava accadendo adesso. Nonostante il sorriso e l'atteggiamento spigliato che Gabri stava esentando, Dri riusciva ugualmente a percepire la forte inquietudine che proveniva dal suo amico, la sua paura, e sapeva di essere stata stavolta lei a portarlo a reagire così.
«Ricambierò il favore» promise decisa fissando il proprio migliore amico.
Vagamente sorpreso da quell'affermazione, lui la guardò in attesa che proseguisse.
«So bene quanto in realtà ti costi farmi questo favore, anche se stai cercando di non mostrarmelo riesco comunque a sentirlo» disse senza distogliere il contatto visivo dal ragazzino «perciò ti prometto che, in un modo o nell'altro, te lo ripagherò.» Non amava molto quando Gabri celava le sue vere emozioni dietro a quei finti sorrisi disinvolti, ma ancor di più non poteva tollerare quando era lei stessa a indurlo, anche se involontariamente, a utilizzarli.
Gab rimase a scrutarla per qualche secondo senza pronunciare una parola, infine prorompette in una leggera risata. Riportando lo sguardo sull'amica le rivolse un sorriso affabile «Il prezzo per questo favore è il sapere di esserti utile.» dichiarò adagiandosi con la schiena contro il tronco della palma.
Adri incrociò le braccia al petto squadrandolo con una lieve sfumatura divertita nelle iridi grigie «Oh? Sicuro? Neppure una piccola tavoletta di cioccolata?»
«Non mi tentare...» scherzò lui.
L'orfana ridacchiò ilare, l'umore già più leggero. «No davvero, scherzi a parte» mormorò con la risata che andava a sfumarsi nella sua voce «non vuoi davvero nulla in cambio? Neppure un piccolo favore, tipo aiutarti con la relazione o con il prossimo compito d'italiano che ci ha dato Shakoma?» osservò il sorriso rimanere invariato sul viso del ragazzino «Mi sentirei giusto un pelino in colpa chiederti di fare qualcosa che non ti piace affatto senza ricambiare. Specialmente per questo tipo di favore.»
Un breve bagliore sagace baluginò nelle iridi color del miele dell'orfano. «Il favore che mi hai chiesto» parlò «non è gratis.»
Dri lo scrutò in attesa.
«In questo mondo ogni cosa ha il suo prezzo» proseguì l'amico «e quello che ti ho proposto come pagamento fidati che è più che sufficiente per me.»
Aveva in mente qualcosa, è chiaro. Riusciva a percepirlo. Ma non se ne preoccupò particolarmente.
Conosceva Gab da una vita, aveva quasi sempre qualcosa in mente, che si trattasse di un piano o di una strategia vincente per una determinata situazione oppure quando voleva preparare un qualche tipo di scherzo a qualcuno. In questo caso però avvertiva che non vi era alcuna malizia in qualsiasi cosa stesse ragionando in quel momento. Qualunque fosse la sua reale intenzione per la quale aveva accettato di aiutarla, Adri riusciva a sentire che non sarebbe stata di alcun danno né a lei e né a nessun altro.
Piuttosto doveva essere legata a qualcosa di suo personale, o almeno stando a quanto aveva detto prima.
Piegò la bocca in un sorriso dolce «Se questo può farti sentire meglio allora...» tenne lo sguardo fermo su quello del compagno. Dentro di sé sentì ancora una volta nascere l'ormai familiare impulso di premere le proprie labbra su quelle del ragazzino ma riuscì nuovamente a trattenersi, sapeva che per lui non era ancora decisamente il momento (se mai ci sarebbe stato) perciò decise di limitarsi a terminare la frase che aveva iniziato «la tua sola presenza accanto mi sarà sempre utile.»
E di questo Dri era certa, mai sarebbe cambiato.
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Angolo Autrice
Eeee... rieccomi qui.
Con una scena che in realtà avevo pubblicato un anno fa ma, ehi! Rieccomi comunque 😅
Vi sono mancata? Voi sí e spero che a questa mia "inattività (perché comunque io sto sempre continuando a scrivere anche se a ritmi però più rilenti) manchi poco alla fine.
In ogni caso, tornando alla scena qui sopra, secondo voi che tipo d'inganno tirerà Gab a Dri? Perché nel corso della storia il nostro caro Folletto ha già effettuato il test con successo traendo così le proprie informazioni dai suoi risultati e piccoli indizi su quale sia stato ve li ho lasciati in "Compagni d'Infanzia" perciò... provate a indovinare in cosa questo sia consistito 😊
Il "risultato" finale verrà spiegato per bene in seguito alla pubblicazione del capitolo contente l'ultima scena che si collega a questa parte.
Detto ciò, spero comunque che vi possa essere piaciuta.
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