Essere una Stella
Arrivo lettura necessario: almeno i primissimi capitoli di The Child, giusto per avere un'idea dell'ambientazione.
Possibilità d'ignorare l'avvertimento: 🟢 (la one-shot è del tutto scollegata dalla storia principale)
Altri avvisi di altri tipo: ATTENZIONE contenuti piuttosto sensibili, non vi è alcun linguaggio eccessivamente volgare tuttavia il contenuto per certuni può risultare abbastanza disturbante.
Buona lettura
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Los Angeles (anno corrente a The Child)
Angela aveva sempre sognato di diventare una stella.
Era sicura che ce l'avrebbe fatta, aveva tutte le carte in regola per riuscirci. Una voce da angelo che tutti lodavano, un carattere allegro e socievole con una gran carisma che la rendeva molto apprezzata tra i suoi amici e una bellezza da mozzare il fiato.
Coi lunghi capelli color dell'oro, gli occhi limpidi come il cielo in una giornata di sole e il corpo snello e ben proporzionato, Angela sapeva di attirare l'attenzione dei ragazzi. Mettendo insieme tutte queste cose lei era certa che ce l'avrebbe fatta.
Non che era rimasta ferma ad aspettare che arrivasse il miracolo che l'avrebbe fatta brillare.
Aveva studiato canto con grande impegno, aveva imparato leggere la lingua della musica come se fosse la sua. Si era esibita ai concerti che l'Accademia programma apposta per far notare i suoi studenti più talentuosi e anche durante gli spettacoli che il suo piccolo paesino allestiva durante le fiere.
E alla fine era successo.
Un Gamma facoltoso proprietario di una nota casa discografica straniera le aveva proposto un contratto imperdibile con delle cifre da far girare la testa. Era l'opportunità che lei aveva sempre desiderato, perciò l'aveva colta con entusiasmo senza pensarci due volte.
Sotto la guida del suo manager e del Gamma che l'aveva notata, spiccò il volo verso le stelle.
I suoi album ebbero un incredibile successo e a soli diciassette anni aveva già fatto il suo primo tour mondiale.
Milioni di persone si accalcavano davanti al palco per sentirla cantare dal vivo gridando quello che era il suo nome d'arte: Angel.
Il suo sogno di bambina si era avverato.
Era una stella.
Era questo che pensava mentre l'uomo sopra di lei entrava e usciva da suo corpo, sfogando le sue voglie alla stregua di un oggetto creato soltanto per scopi sessuali.
All'inizio si era trattato di una semplice carezza ai fianchi, al quale però lei si era sentita gelare fino all'anima.
Poi era stato alle spalle, alle cosce, al sedere. A disagio, lei rideva soltanto non sapendo bene come reagire. Magari stava solo esagerando, non era nulla di che e lei sbagliava a vederci del marcio.
Quelle carezze infine toccarono un punto intimo, diventando inequivocabile il loro intento, e lei aveva quindi rifiutato.
Allora arrivarono le minacce e lei fu costretta a cedere.
Divenne il giocattolino preferito del Gamma, che ogni tanto si divertiva a prestare a qualche suo amico. Delle volte si trattavano pure di gruppi.
Inizialmente aveva comunque provato a manifestare brevi cenni di resistenza, nella speranza che avessero pietà di lei, ma non erano stati che tentativi inutili. Aveva imparato presto a restare in silenzio e lasciarsi scorrere le cose addosso. Che tanto non sarebbe cambiato nulla lo stesso.
Sapeva di non essere però la sola.
In questa sua vita da stella, Angela ne aveva conosciuti parecchi di Zeta che vivevano una situazione simile alla sua. Donne e uomini spogliati della loro umanità per essere trasformati in oggetti su poter lucrare e usare.
Fuori brillavano come stelle, amati dai loro fan, ma dentro la maggiorparte non conteneva più nulla. Erano svuotati.
Cantanti e attori, era indifferente. Non cambiava nulla.
Erano sempre comunque alla mercè delle Classi più potenti, che li prendevano e li masticavano per poi sputarli dopo averli rosicchiati fino all'osso.
Angela sapeva che però non a tutti capitava quel destino. Alcuni erano stati più fortunati, o astuti, ed erano riusciti a sfuggire dagli artigli famelici della parte più buia di quel mondo, tuttavia non era stato quello il suo caso.
Finse ancora un paio di gemiti e, sentendo che l'uomo stava raggiungendo il suo apice, strinse le gambe perché venisse in fretta.
Uscendo senza alcuna delicatezza da lei, l'uomo lanciò un grido e riversò tutto il proprio piacere sul suo corpo.
«Ooohh! Mi ci voleva!» esclamò lui tirandosi su «Bill ha proprio ragione. Sei fantastica da scopare. Una meravigliosa troietta sempre disponibile da riempire quando se ne ha bisogno» prese un fazzoletto dal contenitore rettangolare in carta posto sul comodino e lo usò per pulirsi.
Almeno non lo aveva chiesto a lei di farlo.
Angela non disse nulla, limitandosi a restare distesa immobile sul proprio letto e gli occhi fissi nel vuoto. Ascoltò nel silenzio i rumori di lui che si vestiva.
«Bene, io qui ho fatto» parlò poi lui finendo di mettersi la giacca grigia ed elegante e avviandosi verso la porta della camera, il tutto senza neppure rivolgere il benché minimo sguardo «Non preoccuparti piccola, tornerò a farti visita ogni tanto, così scopriremo anche quanto sei brava a usare quella tua bellissima boccuccia. Alla prossima!» e aperta la porta uscì.
Semplicemente così.
Angela se ne restò ancora lì immobile in completo silenzio, lo stesso che riempiva la sua mente in quel momento.
L'unico rumore presente era il ticchettio delle lancette dell'orologio, con cornice in madreperla e fili d'argento, appeso sulla parete.
Girando solo la testa, Angela guardò che ore fossero.
Già le cinque.
Doveva sbrigarsi. Alle sei aveva un'intervista con un'importante casa giornalistica e poi doveva prepararsi per un party organizzato nella villa del proprietario di un'importante casa cinematografica, grande amico di Bill.
Sapeva che lui voleva trovarla sempre perfetta e sorridente.
E sempre disponibile per lui.
Si decise quindi di alzarsi dal letto e si diresse verso lo specchio gigante sistemato nella parete opposta a dove stava l'orologio. Le grosse lampadine accese che lo incorniciavano fornivano al momento l'unica fonte di luce della stanza, negli angoli più in alto erano state appiccicate goto e ritagli di di giornale che la mostravano impegnata a cantare nei concerti, vestita con abiti bianchi e pieni di brillantini, tutta sorridente con i fasci di luce che la puntavano facendola brillare come una stella.
Non appena lo ebbe raggiunto, Angela inciampò per sbaglio sulla sedia lasciata lì vicino e si appoggiò con forza contro la superficie del mobile in legno, posizionato appena sotto lo specchio. Con la mano destra colpì per sbaglio un piccolo contenitore cilindrico facendolo cadere per l'urto, da questo rotolarono fuori alcune piccole pasticche bianche.
Doveva ricordarsi di portarsene dietro alcune, di certo le sarebbero servite per il party di quella notte.
Sollevando lo sguardo, fissò sullo specchio il riflesso del proprio corpo nudo sporco ancora del godimento dell'uomo e pieno dei segni dei suoi morsi. Pungenti lacrime le solcavano le guance, senza che lei potesse controllarle, mentre le labbra si piegavano in un inquietante spettro del sorriso che rivolgeva ai suoi fan durante i concerti. «Sono una stella...»
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Angolo Frax
Ehmmmm...
Esattamente neppure io so bene come mi sia venuta in mente questa one-shot... tuttavia così è stato. 😇
Cioè, l'ispirazione mi è venuta davvero mentre preparavo il post sulla Classe Zeta (le Maschere) ma non è che l'abbia cercata apposta 😅.
É venuta. Fine 😇
Ovviamente il fatto che io l'abbia scritta proprio in questo periodo non centra nulla con i casini che stanno venendo fuori nel mondo di Hollywood (d'altronde io credo che in realtà si sa già quanto in quel mondo sia scura la sua parte in ombra solo che si è sempre scelto di ignorare).
Detto ciò, come già detto su instagram, questa one-shot è scollegata dalla serie principale ma avrà invece un ruolo piuttosto importante in un mio progettino molto futuro, perciò non dimenticatela (a che se so non sarà semplice 😅).
Okey, ho detto anche fin troppo. Spero che questa one-shot vi sia piaciuta, o che vi abbia almeno fatto provare emozioni, e spero anche di rivederci presto di nuovo qui su wattpad con ciò che state aspettando da troppo tempo 😅
Alla prossima! 🤗
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