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(Un'immagine che dovrebbe rappresentare Rakir in copertina. Mi sono degnata di mettere anche lui ye)

Cadon fissò per un pó il fratello, cercando di mettere in ordine le informazioni. Nonostante ciò non riuscì a capire come avesse incontrato Aur.
«Allora?»
«Cosa?»
«Come hai incontrato Aur?» Rakir era riluttante sul rispondergli ma sapeva di non poter continuare a mentire.
«Quando mi hai trovato nel confine... L'ho incontrato per caso»
«Ti rovinerà la vita» Cadon si strofinó le mani su un volto, esasperato. Conosceva bene Aur e non voleva che il fratellino entrasse nel suo mondo.
«Anche se lo conosci bene... Non mi importa. Cadon lui pensa a me... Penso proprio che mi piaccia» Il generale demoniaco continuó a fissarlo, sconcertato da quelle parole anche se sapeva bene quella verità dalla prima volta che li vide insieme.
«Sai che è in pericolo vero?»
«Cosa?» Cadon alzó un dito verso il confine e fu allora che il demone minore notó un forte bagliore proveniente da una zona a lui familiare. Questo spalancó gli occhi e si avviò di corsa verso il bosco, sfoderando la propria arma. Corse a perdi fiato fino al punto dal quale proveniva il bagliore, bloccandosi sul posto vedendo la radura. L'erba, che prima era verde e rigogliosa, in quel momento era completamente nera e aleggiava un odore di bruciato. Cadon lo raggiunse velocemente e, appena vide l'ambiente, poggió una mano sulla spalla del fratello, tirandolo indietro e tappandosi il naso.
«Magia oscura, neanche io sarei capace di usarla. Non ho idea di chi abbia potuto scagliarla, specialmente in un posto così» Incroció le braccia e riuscì a notare una piccola e bianca figura tremante nascosta appena dietro una roccia. Cadon fece segno a Rakir di seguirlo e si avvicinò alla roccia, appoggiandosi ad essa e vedendo i biondi capelli di Aster, il giovane che Aur aveva in custodia. Aveva le ginocchia al petto e tremava visibilmente presentando segni di bruciature sulle braccia. Non accennó a volersi volare.
«Aster cos'è successo qui?»
«Aur... Io non sono riuscito a fare nulla» Le parole si alternavano a forti singhiozzi uniti alle calde e salate lacrime che gli scendevano sulle guance. Cadon lo guardò riluttante prima di inginocchiarsi davanti a lui, prendendolo per le spalle.
«Devi dirci cosa è successo ad Aur. Potremo fare qualcosa» Aster tiró su con il naso e sospiró, cercando di calmarsi.
«Il Rappresentante ci ha colpiti. Ha preso Aur ed è... Andato via. Volevo fare qualcosa ma non riuscivo a muovermi! Ero bloccato qui e se fossi stato meno debole forse lo avrei salvato. Lui diceva di...»
«Un attimo, il vostro Rappresentante?» Rakir si introdusse nella conversazione vedendo poi Aster annuire.
«Cosa ha detto il Rappresentate?» Cadon scosse l'angelo con le mani per incitarlo a parlare più velocemente.
«Diceva di volerlo morto e che doveva ricordare... Ma non so cosa e perché»
Il generale si alzó, pensando ai suoi anni nell'accademia. In effetti non aveva mai sentito Aur parlare del suo passato. Sviava sempre l'argomento con qualsiasi scusa, anche stupida. In quel momento pensó solo che la sua memoria fosse molto importante per essere addirittura minacciato dal Rappresentante di Dio.
Si voltò verso Rakir che intanto era ritornato a guardare pensieroso il cielo angelico.
«Hey Rak! Ci sei?» Il minore indicó un punto imprecisato nel cielo e gli altri due si voltarono verso di esso. Il cielo del Paradiso non era blu e luminoso per via delle stelle, ma era ricoperto di nuvole e non si riusciva a vedere nessuna stella o lanterna.
«Sta succedendo qualcosa di grave» Aster parló con voce tremante.
«Aur è in pericolo, questo basta. Dobbiamo andare a salvarlo!»
Cadon intanto non ascoltó il fratello poiché era intento ad ispezionare la polvere che c'era sull'erba. Prese dei granelli e li rigiró tra le dita per poi farli cadere nuovamente al suolo.
«Che stai combinando?»
«Questa magia conteneva dell'altro oltre all'oscurità. I granelli sono così sottili e perfetti...» Cadon spalancó gli occhi alle sue stesse parole. Si rialzò battendo le ali e arrivando subito nella parte alta della radura.
«Dove vorresti andare?!»
«Non vi muovete! Forse ho scoperto come ha fatto ad ottenere una magia tanto potente... Rakir, sali su una roccia e non toccare l'erba. È pericolosa per noi demoni»
Rakir fece come gli aveva detto il fratello, salendo sulla roccia vicina a vedendolo allontanare. L'angelo e il demone si diedero una veloce occhiata.
«Io non ci resto qui» Il demone entró nella parte oscura del bosco, lontano dall'erba bruciata ma visibile agli occhi di Aster.
«Troveremo un modo per salvare Aur?»
«Afferri al volo angioletto»
Rakir cominciò a correre verso la parte angelica, diventando però sempre più stanco. Dopo poco cominció ad arrancare, non riuscendo neanche a stare dietro al passo già abbastanza lento di Aster. Quest'ultimo lo guardó preoccupato per poi alzare il volto verso i rami alti, notando che erano ancora più fitti.
«Dem- Rakir, ce la fai a proseguire? Ho paura che restando qui ci capiterà qualcosa di brutto... Ad entrambi» Rakir annuì con determinazione, cercando di mantenere una buona andatura e di ignorare le gambe e le ali che sembravano sempre più pesanti.
I due continuarono a proseguirono ma andarono a sbattere contro qualcosa che non riuscirono a vedere. Rakir si rialzó, mettendo una mano davanti a se, toccando qualcosa di invisibile e compatto nell'aria. Sembrava una parete.
«Aster, alzati. Cos'è questa cosa?» A quelle parole l'angelo scattó in piedi, tastando altre parti di quella parete invisibile.
«Una cupola... È raro che la innalzino» Aster si guardò le spalle, notando ancora l'assenza delle ali; non poteva fare nulla.
«Rakir dobbiamo andare in alto. Dal terreno la cupola proietta delle illusioni e nuoce ai demomi. Puoi farcela?»
«Sì... Aspetta, dobbiamo?»
«Non lamentarti! Senza di me qui non andresti avanti»
«Senti chi parla! In questo momento sono io che ho le ali quindi potrei anche andare da solo in alto»
«E che farai?»
«Lo capiró quando vedrò»
Rakir sbuffó e guardó in alto, doveva partire abbastanza velocemente in modo tale da rompere i rami per creare uno spazio. Il demone guardó Aster perplesso, prima di dargli le spalle e aprire le ali.
«Sali prima che ti lasci qui...» L'angelo saltó riluttante sulla schiena del demone, storcendo il naso sentendo l'odore, seppur lieve, di zolfo infernale.
Rakir fece finta di non aver notato la sua espressione disgustata e si preparó, sollevandosi piano dal suolo per poi partì a grande velocità verso i rami più alti che, all'impatto con le sue corna e le sue ali, si spezzarono lasciando delle ferite ad entrambi. Rakir si guardó attorno e in quel momento riuscì a vedere l'imponente cupola dai riflessi azzurrognoli che ricopriva il Paradiso. Aster indicó la parte superiore della grande copertira alzando un dito.
«Proviamo ad entrare da lì»
«Non penso che il Rappresentante sia così idiota da lasciare aperto uno spazio»
«Secondo te l'ha eretta il Rappresentante?»
«Adesso ci sei arrivato? Meglio se non commento. Tu hai la spada?»
Aster lo guardó con astio prima di scuotere la testa.
«È vero che sei inutile allora» Rakir cercó di reprimere una risatina e questo non passó inosservato all'angelo.
«Sei qui per litigare? Muoviti»
Il demone sorrise prima di riprendere il volo verso la parte della cupola indicatagli da Aster. Appena ci arrivó, poggio i piedi su di essa e, trovandola solida, richiuse le ali e fece scendere l'altro.
Guardarono in alto. Il cielo era sempre più grigio e culo, come se stesse per arrivare una tempesta. Dovevano sbrigarsi, le tempeste del Paradiso non portavano mai nulla di buono. Rakir prese la spada e guardó per un pó la sua superficie specchiata. Aster fece la stessa cosa ma improvvisamente si pietrificó, con gli occhi spalancati.
«Un'esecuzione»
Rakir lo guardó spaventato e solo in quel momento notó che sotto di lui, all'interno cupola, c'era una distesa di rose bianche.

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