15. ⚔ Il Passato di Levi ⚔
Il Prigioniero del Capitano
Capitolo 15 ⚔ Il Passato di Levi ⚔
[Eren POV]
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Levi mi sembrò così fragile mentre sospirava, preparandosi a raccontarmi la sua storia. Gli tenni strettamente le mani per dargli sostegno.
"Mia madre e mio padre non erano pirati, innanzitutto, ma mio zio Kenny lo era."
"Kenny era tuo zio?"
Levi annuì lentamente. "Sì, esatto. Amava mia madre ed una notte attaccò la città in cui vivevamo ed uccise mio padre. Prese mia madre, me e i miei fratelli come prigionieri sulla sua nave e tentò di... abusare di mia madre. Lei si rifiutò, ribellandosi, e si stancò di lei. Invece di liberarci, ci abbandonò su quest'isola. Ero il maggiore, avevo dieci anni. Mio fratello Farlan ne aveva otto, e mia sorella Isabel sei."
Guardai le bandiere, capendo finalmente perché significassero così tanto per lui e perché lo avevano indotto alle lacrime. Erano lapidi... per la sua famiglia.
Levi prese un respiro prima di proseguire. "Per alcuni mesi siamo riusciti ad arrangiarci, qui sull'isola. Farlan e mia madre erano bravi nella pesca ed Isabel coglieva bacche e frutti di bosco. Io cacciavo gli animali ma non ce n'erano molti. All'inizio pensavamo che ce l'avremmo fatta o che qualcuno ci avrebbe salvati... ma non andò così. Mia madre si ammalò, ed ancora oggi non conosco la causa del suo male. Diventava sempre più debole ad ogni giorno che passava, ma insisteva affinchè mangiassimo noi il poco cibo che riuscivamo a procurarci. Stette male per due settimane prima... della fine. Quella notte mi sedetti accanto a lei, sentendo il suo corpo indebolirsi ad ogni minuto che passava. Cacciai Isabel e Farlan, non dovevano assistere ad una cosa simile."
Annuii, sapendo cosa voleva dire perdere una madre. Accarezzai col pollice la mano di Levi mentre parlava facendo del mio meglio per confortarlo.
"Morì lì, al mio fianco, dicendomi di prendermi cura di loro... Isabel e Farlan... e non perdere mai la speranza. L'ho delusa."
"No, Levi." Dissi stringendolo in un altro abbraccio. "Non l'hai delusa."
Levi si toccò la guancia, dove lacrime fresche avevano ripreso a scorrere. Le asciugò, tentando di ricomporsi. "Invece è così, Eren, perché dopo tre anni senza di lei persi ogni speranza. Mi presi cura dei miei fratelli, riuscimmo a sopravvivere ed iniziammo ad abituarci all'isola. Trovammo quest'albero," Toccò la corteccia. "e ci accampammo qui. Imparammo a sopravvivere e quali erano le piante con cui potevamo nutrirci, prendendoci cura l'uno dell'altro. Ti risparmierò i dettagli della nostra vita qui, era dura ma anche... serena, in qualche modo. Eravamo intrappolati su quest'isola, ma eravamo liberi. Nostra madre ci mancava, ma almeno non soffriva insieme a noi. Con gli anni diventai più duro, triste. Il mio risentimento per Kenny si trasformò in puro odio, fino al punto in cui non riuscivo più a vederlo come un essere umano. Era sua la colpa di ciò che ci era accaduto."
Annuii, avvicinandomi maggiormente a Levi in modo da accarezzargli la schiena mentre parlava.
"Quando avevo quindici anni demmo all'isola il suo nome. Eravamo grandi abbastanza da capire che non avevamo ragione di sperare per la libertà. Accettammo il nostro destino e provammo a vivere il meglio che potevamo per il tempo che ci restava. Non saprei dirti quante volte ci siamo tuffati da questo ramo nell'acqua sottostante." Levi ridacchiò appena. "Isabel ci rallegrava e rendeva felici, persino nei momenti più bui. Farlan mi teneva lucido e coi piedi per terra. Io li mantenevo in salute e realisti. Ma non poteva durare..."
"Sembrano fantastici." Gli sussurrai. "I tuoi fratelli".
Sorrise tristemente. "Lo erano. Quando avevo diciotto anni - Farlan ne aveva sedici ed Isabel quattordici – avvistammo una nave. Apparteneva a Kenny, ed è la stessa con cui navigo tutt'oggi. Non si chiamava Wings of Freedom allora, ma la Black Avenger. Persino ora trovo il nome piuttosto ironico. Isabel la vide poco lontano dalla spiaggia ed accese il segnale di fuoco. Mi opposi all'idea ma loro mi convinsero... Mi convinsero a sfidare Kenny in un duello e sottrargli la nave. Se solo non li avessi ascoltati invece di essere così avventato... forse oggi sarebbero ancora vivi. Era la mia cazzo di scelta, Eren, e scelsi male."
"Decidesti di aver fiducia in te stesso e la tua famiglia." Mormorai. "Nessuno può sapere gli effetti delle proprie scelte. Puoi solo prenderle. Non c'è una singolo individuo che abbia fatto una scelta senza rimpianti."
Levi annuì. "Ciò non mi impedisce di domandarmi 'e se?', comunque."
Gli feci un cenno con la testa baciandogli la guancia. "Non sei costretto a proseguire..."
Prese un respiro profondo. "Sono arrivato fin qui, è giusto che concluda il racconto." Disse. "Segnalammo la nave..."
La voce di Levi si affievolì, mentre si perdeva nei propri ricordi.
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[Levi's POV]
[FLASHBACK]
Mentre la nave si avvicinava il mio nervosismo cresceva. L'unico addestramento che avevo ricevuto era da autodidatta. Avevamo imparato da soli a combattere, non avevo idea se era quello il modo in cui le persone lo facevano realmente.
La nave gettò l'ancora a circa un miglio dalla spiaggia ed alcune piccole imbarcazioni si avvicinarono a noi.
"Ci siamo, Levi." Disse Farlan dandomi una pacca sulla spalla. "Questo è il giorno in cui lasceremo Silencieux de Mort, in un modo o nell'altro."
"Non dire così." Lo rimproverai. "Andremo via di qui, tutti e tre, vivi."
Isabel annuì. "Ho fiducia in te, fratellone!"
Gli uomini sulle scialuppe sbarcarono a riva e vidi Kenny alla loro guida. Si fermò di fronte a noi e mi vide stringere con forza la daga.
"Ah, i mocciosi sono cresciuti!" Esclamò guardando Isabel. Volevo cavargli gli occhi seduta stante per aver posato su di lei il suo disgustoso sguardo. "Dov'è vostra madre?"
"Morta." Scattai, stringendo così tanto la daga da avere le nocche bianche.
"Che peccato." Piagnucolò Kenny. "Era davvero bellissima."
"Non hai alcun diritto di parlare di lei in questo modo!" Farlan urlò affiancandosi a me.
"Perché hai mandato un segnale alla mia nave, moccioso?"
"Levi." Sibilai. "Il mio nome è Levi ed abbiamo mandato un segnale alla tua fottuta nave per sfidarti a duello."
"Per la vostra libertà?"
"Per la tua nave," Annunciai con fierezza. "E la tua vita."
"Hai il coraggio di sfidarmi?" Rise, estraendo la propria spada. "Tu, moccioso patetico? Quanti anni hai?"
"Ne ha diciotto!" Gli rispose Isabel con rabbia. Non l'avevo mai vista così furiosa. "Ed è perfettamente in grado di prendere a calci il tuo patetico culo fin giù all'inferno!"
"Ooo la piccoletta ha fegato! La vedi Hanji? Sono certo che apprezzerai il suo spirito!" Kenny si voltò verso una... donna? – persona che, in disparte, ci osservava con espressione indecifrabile. Sembrava avesse la mia età e sostava accanto un uomo dalle enormi sopracciglia.
"La vedo." Hanji anuì. "Uno spirito indomito."
Hanji allora sussurrò qualcosa a Sopracciglia, e questi le fece un cenno d'assenso per poi guardarci con... Pietà? Rammarico?
"Perciò ti sono cresciute le palle per sfidarmi, non è così Levi?" Mi derise Kenny avvicinandosi a noi. Tutti si mossero in cerchio, circondandoci. Isabel e Farlan erano accanto Hanji e Sopracciglia. Vidi Hanji parlare loro, e l'espressione scioccata di Farlan. Desiderai poter ascoltare anche io.
"Aspetto questa occasione da anni." Ammisi, rinsaldando la presa sulla daga, fronteggiandolo, completamente accerchiato dai suoi uomini. "Per vendicare mio padre, mia madre, la mia vita rubata, le loro vite rubate." Indicai i miei fratelli. "Ti ucciderò."
"Un duello all'ultimo sangue, allora." Keny sospirò. "Le tue condizioni?"
"Se vinco prendo la tua nave ed la lealtà incondizionata del tuo equipaggio. In caso vinca tu, io muoio, semplice." Gli dissi.
"Non dovrei avere anch'io qualcosa in cambio?" Rise Kenny.
"Tu non meriti nulla." Sbottai.
"Forse quella mocciosetta di tua sorella..." Mi provocò.
Fu l'ultima goccia. Saettai in avanti con la daga. Lui scartò di lato, contrastandola con la spada.
"Non hai nemmeno una spada!" Rise.
"Non ne ho bisogno." Affermai, fingendo un colpo alla testa mentre estraevo una seconda lama e la piantavo nelle sue viscere. "Questo è per la mia famiglia." Sputai. "Della quale tu non fai più parte."
"Ackerman-"
"Addio, stronzo." Dissi, affondando la daga in profondità. Il sangue grondava sulle mie mani ma in quel momento non mi importava. Volevo che fosse lì, ed ero grato del fatto che fossi stato io ad ucciderlo.
Kenny cadde a terra esalando i suoi ultimi respiri prima di tacere per sempre. Il primo sangue ad essere versato sull'isola dalla morte di mia madre.
Mi guardai intorno, i suoi uomini in preda allo shock. La persona chiamata Hanji fece un passo avanti, offrendomi una spada.
"Congratulazioni... Capitano." Disse, ed io la presi. Notai il suo aspetto teso e vigile, ed immediatamente osservai lo sguardo dell'equipaggio che si riprendeva.
Vidi che Sopracciglia aveva dato delle armi ad Isabel e Farlan e sapevo cosa stesse per accadere prima ancora che Hanji dicesse quella parola.
Quella parola era: "Combatti."
L'equipaggio di divise in due, una metà avanzò verso me e i miei fratelli, l'altra scattò in avanti per proteggerci. Mi unii al combattimento, spalla a spalla con Sopracciglia. Lui, Hanji ed altri uomini ci difendevano. In seguito avrei scoperto che Hanji e Sopracciglia stavano pianificando un ammutinamento da molto tempo. Ecco il motivo per cui l'equipaggio si divise quel giorno. Il motivo per cui quegli uomini, senza esitare, ci difesero.
Persi di vista Isabel e Farlan durante lo scontro e, quando terminò, la nostra fazione aveva vinto. Mi guardai attorno alla loro ricerca e vidi Sopracciglia chino su un cadavere. Mi fissò ed io mi avvicinai a lui. Quando calai lo sguardo vidi che il corpo era di Isabel, decapitata. Caddi sulle mie ginocchia ed iniziai a piangere. La sua testa giaceva nella sabbia a pochi passi di distanza.
"Era decisamente una combattente." Disse Sopracciglia tentando di confortarmi. "Non si è lasciata... abbattere facilmente."
I miei singhiozzi attirarono l'attenzione di quel che restava della ciurma, alcuni dei quali piangevano a loro volta i compagni caduti.
"Farlan-" Chiesi guardandomi intorno. Vidi il suo corpo poco distante da quello di Isabel e crollai di nuovo. Sopracciglia mi abbracciò e piansi sulla sua spalla. Sentii delle braccia avvolgermi da dietro e vidi Hanji.
"Mi dispiace tanto, Capitano..."
"Levi." Dissi loro tra i singhiozzi strazianti. "Il mio nome è Levi."
Hanji annuì. "Andiamo." Mi fece alzare e Sopracciglia mi prese in braccio, conducendomi alle scialuppe.
"Andiamo via da quest'isola maledetta e a bordo della Black Avenger." Disse, mettendomi giù. Mi raggomitolai su me stesso, con Hanji che mi strofinava la schiena.
"Erano tutto ciò che mi era rimasto..." Singhiozzai. "Non voglio essere libero, se non posso esserlo con loro."
"Allora sii libero per loro." Mi disse Hanji. "Quel che resta dell'equipaggio è dalla nostra parte. Non avrai altri problemi. Desideri ancora essere il Capitano della Black Avenger?"
Annuii, sedendomi ed asciugandomi le lacrime. "Sì." Affermai. "Per loro. Solcherò i sette mari, vedrò tutto ciò che c'è da vedere per loro."
"Potrai tornare qui stanotte e dar loro sepoltura dopo che ti avremo presentato ufficialmente alla ciurma." Disse Sopracciglia, remando verso la nave. "Ad ogni modo, il mio nome è Erwin."
Annuii e fissai l'enorme imbarcazione dinanzi a noi. "Ci saranno alcuni cambiamenti nel modo in cui verrà gestita la nave. Per prima cosa, noi non uccideremo gli innocenti. Ed inoltre... Ha bisogno di un nuovo fottutissimo nome."
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"... Più tardi, quella notte, tornai per seppellirli accanto a mia madre." Finii di raccontare ad Eren. "Queste lapidi sono per loro..."
Eren fissò la daga. "E' quella..?"
"La daga con cui ho ucciso Kenny Ackerman? Sì."
Eren mi fece un cenno con la testa, voltandosi di nuovo verso di me.
"Ho chiamato la nave Wings of Freedom perché Isabel amava gli uccellini e l'idea di avere delle ali che ci conducessero alla libertà, e... La nave era le mie ali. Ali con le quali sarei volato verso la libertà. Questa è la mia storia, Eren, tutta quanta."
Eren si avvicinò a me, abbracciandomi. "Mi dispiace così tanto che tu abbia vissuto tutto questo..."
"Lo so." Lo allontanai, baciandogli la guancia. "Ma non possiamo fare nulla al riguardo. Possiamo solo proseguire, continuare a scegliere e sperare che non ne rimpiangeremo nessuna."
Eren annuì. "Grazie per esserti fidato di me. Ti amo tanto, Levi."
"Ti amo anche io."
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