14. ⚔ Amore, Fiducia ed Alberi Giganti ⚔
Il Prigioniero del Capitano
Capitolo 14 ⚔ Amore, Fiducia ed Alberi Giganti ⚔
[ Levi POV]
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Sentii la rabbia montarmi dentro sempre più a quel pensiero.
Kenny ha ucciso la madre di Eren.
Kenny ha ucciso la madre di Eren.
QUELLO STRONZO DI KENNY HA UCCISO LA MADRE DI EREN!
Non solo mi aveva privato della mia e dei miei familiari, ma aveva preso anche quelli di Eren. Quasi desiderai di poterlo riportare in vita solo per ucciderlo di nuovo nel modo più doloroso possibile.
"Chi è Kenny?" chiese Eren timidamente.
Tentai di riacquisire un po' di calma. Eren era spaventato ed io ero la causa. Presi un respiro profondo.
"Armin, lasciaci soli." Ordinai ed il biondo si alzò in piedi.
"Dove vuole-"
"In cella." Lo interruppi e lui si allontanò senza ulteriori domande. Era intelligente abbastanza da sapere di non dovermi disubbidire.
Mi voltai verso Eren. "Kenny era il vecchio Capitano di questa nave." Spiegai, tentando di mantenere la mia voce piatta. "Una piuma bianca era la sua firma."
"Era?"
"Non hai sentito le storie?" Sbottai. "L'ho ucciso. E' morto."
"Le ho sentite, sì..." Disse Eren debolmente. "Ma non puoi mai essere certo della loro veridicità."
"Beh queste in particolare sono vere." Dissi freddamente.
"Perché lo hai ucciso?" Mi chiede, guardandomi. "Cosa ti ha spinto a farlo? Cosa è accaduto a tua madre, perché fu abbandonata sull'isola? Perché l'hai battezzata Morte Silenziosa?"
"Cosa ti spinge a pensare di avere il diritto di sapere?" Scattai prendendo un sorso di rum.
"Sono il tuo fidanzato." Disse Eren con ostinazione. "Credo sia questo che me ne da il diritto."
Alzai gli occhi al cielo. "E se non volessi dirtelo?"
"Non posso obbligarti," Eren scossa le spalle. "E non voglio costringerti a parlare di qualcosa che sia doloroso ma quando vorrai... Io sono qui per ascoltarti."
"Chiedi ad Hanji o Erwin, loro conoscono la storia."
"Non tutta." Eren si avvicinò a me portando una mano sulla mia guancia. Lo fulminai, voltandomi dall'altro lato, ma sentii immediatamente la mancanza del suo tocco confortante non appena sparì. "Voglio sentirla da te. Tu l'hai vissuta. La tua vita ne è stata influenzata. Se mai dovessi venirne a conoscenza, voglio che sia tu a raccontarmela."
Sospirai ed Eren prese il mio viso tra le mani. Stavolta non mi ritrassi, permettendogli di darmi un breve, dolce bacio. "Quando sarai pronto."
Annuii e lui si scostò. "Probabilmente dovremmo tornare di sopra." Disse ed io annuii.
"Ci vediamo lì, vado ad assicurarmi che Arlert sia nella sua cella." Gli dissi e lui andò via. Mi alzai e Noir volò, appollaiandosi sulla mia spalla. Mi diressi verso le prigioni e trovai Erwin che chiudeva Armin nella propria.
"Sembra che questo piccoletto fosse riuscito a fuggire." Ridacchiò voltandosi verso di me. Rivolsi ad Armin un'occhiataccia e lui scosse il capo, lasciandomi intendere che non aveva spifferato nulla. "E' stato un colpo di fortuna che io lo abbia trovato... seduto qui, fuori la cella." Erwin mi guardò con l'espressione del so-che-trami-qualcosa. "Mi chiedo come mai non stesse correndo..?"
"Siamo su una cazzo di nave, Erwin. Non c'è nessun posto in cui scappare." Dissi irritato e togliendogli le chiavi di mano. "Non sei autorizzato ad avere ulteriori contatti con i prigionieri."
"Perché?"
"Non è nel tuo interesse mettere in discussione i miei ordini." Dissi, allontanandomi da lì con lui alle mie spalle che mi seguiva.
"Le mie scuse, Capitano, cerco solo di rendermi utile." Rispose.
Mi diressi verso il ponte e vidi Gunther al timone con Eren. Hanji era di nuovo sul punto di vedetta con Mike. Presi il timone, ordinando a Gunther di andare a riposarsi. Vidi Eren accigliarsi quando mi vide in compagnia di Erwin, e gli rivolsi un cenno rassicurante col capo, facendogli capire che era tutto a posto.
"Tra quanto tempo toccheremo terra?" Urlai al mio secondo-in-comando ed al suo compare segugio.
"PREEEEEEESTO!" Gridò Hanji e scossi leggermente la testa.
Mi arrampicai sull'albero maestro con Noir che scuoteva le ali senza sosta sulla mia spalla. Una volta raggiunta la cima, porsi ad Hanji la pergamena. "Leggi qui." Dissi e fece come richiesto.
Mi sorrise con... orgoglio? Erano fottutamente orgogliosi di me? Perché avrebbe dovuto esserlo?
Scossi la testa e poggiai Noir sul mio braccio. Legai il piccolo rotolo alla zampa e lui saltellò, testando i propri movimenti. Una volta appurato che riuscisse a volare, sbattè le ali un paio di volte smanioso che io lo lasciassi andare.
"Porta questo ad Annie." Dissi al pennuto. Sembrava avesse un tocco magico nel sapere sempre dove i Capitani si trovassero ogni volta. Non me ne ero reso contro prima ma mi fidavo ciecamente del fatto che l'uccello avrebbe portato il messaggio ad Annie, al sicuro. Non avevo dubbi sul fatto che lo avrebbe ricevuto.
Noir spiccò il volo ed io scesi dall'albero maestro non appena il suo profilo scuro non svanì al'orizzonte. Sentivo gli occhi di Eren su di me mentre teneva nervosamente il timone, mantenendo la nave stabile. Notai che avevamo virato leggermente verso destra e trattenni l'impulso di sorridere. Eren non aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo e la sua espressione di evidente disagio era quasi adorabile.
Presi nuovamente il comando. "Prima o poi dovrai imparare." Gli dissi.
Lui annuì. "Magari quando attraccheremo, mi insegnerai tu?"
"Può farlo Erwin." Dissi guardando il biondo. Eren fece un cenno d'assenso, attento a non mostrare il disappunto che sapevo provasse in quel momento.
"Ricevuto, Capitano."
Udii un fischio dall'alto e sollevai lo sguardo, vedendo Hanji saltellare in preda all'entusiasmo con il cannocchiale. "TERRAAAAAAAAA!" Urlò e sorrisi tristemente.
Casa.
Mi allungai verso Eren, bisbigliandogli al'orecchio. "Benda i prigionieri, la nave di Annie dovrebbe essere qui domani notte in caso dovesse presentarsi. Sarà allora che Hanji aprirà la cella."
Eren annuì, ritraendosi. "Sì, Capitano." Disse e si incamminò sottocoperta.
"Cosa sta facendo?" Domandò Erwin sollevando un enorme sopracciglio.
"Segue i miei ordini, bendando i prigionieri." Spiegai. "Non voglio rischiare che diano anche solo un'occhiata all'isola o l'area circostante."
Erwin annuì. "Perciò gliel'ha detto?"
"Sì."
"Possiamo fidarci di lui?"
"Sì." Virai leggermente in direzione della piccola caverna presenta su un lato del'isola. Guidai la nave nella piccola grotta celata dai rampicanti dove la Wings of Freedom si sarebbe nascosta. "Non oserà disubbidirmi, nemmeno per i suoi amici."
Erwin stava per aggiungere qualcosa quando Eren tornò. "Fatto, Heichou."
Annuì, entrando nella caverna. "Rampicanti!" Gridò Erwin come avvertimento ed Eren si voltò giusto in tempo per riceverne uno dritto in faccia.
"Ahg!" Lo spinse via e ridacchiai, evitandone uno a mia volta.
"Ho dimenticato di avvisarti, moccioso." Dissi, mentre si imbronciava.
Il resto dell'equipaggio era abituato. Uomini e donne stavano già calando le vele, senza nemmeno attendere il mio ordine. Vidi Gunther ed Oluo all'ancora. Non appena fummo giunti sul fondo della cava, la calarono.
Eren fissava la grotta con stupore. Era buia, umida e fredda ma piccoli gioielli ricoprivano le pareti riflettendo l'acqua sottostante.
"Siamo a casa!" Urlai ai membri della ciurma che iniziarono a radunarsi sul ponte. "Prendete il bottino! Lo porteremo al solito nascondiglio!"
Tutti si misero al lavoro ed Hanji e Mike si calarono dal punto di vedetta.
Hanji ridacchiò afferrando con entusiasmo il braccio di Eren. "NON VEDO L'ORA DI FARTI VEDERE TUTTO!"
Alzai gli occhi al cielo, scendendo dalla nave. Erwin mi seguì subito dopo, con Hanji che trascinava Eren.
Quest'ultimo, chissà come, riuscì a divincolarsi dalla loro presa e me lo ritrovai accanto mentre percorrevamo l'angusto sentiero roccioso, attaccato alla parete, che conduceva fuori la grotta.
"Allora è qui che sei cresciuto?" Domandò.
Annuii. "Sì."
"Non sembri felice di esservi tornato..." Mi fece notare.
"Ho sentimenti contrastanti riguardo questo posto." Ammisi e le nostre mani si sfiorarono mentre proseguivamo. Lo vidi ritrarsi velocemente per evitare che accadesse di nuovo. Desiderai non l'avesse fatto, mi mancava il suo tocco e sarebbe stato di conforto adesso.
Maledetto Erwin.
Uscimmo dalla caverna dirigendoci verso la spiaggia. Udii Eren sussultare quando si trovò in un punto dal quale riusciva a vedere bene tutta l'isola.
"Wow..."
Annuii, osservando al terra in cui ero cresciuto. La mia vita era iniziata qui con una madre, un fratello minore ed una sorella. Credevo che sarebbe terminata qui con una silenziosa morte. A volte mi capita ancora di desiderare che le cose fossero davvero andate così. Avrei preferito morire da dove ero partito, dove loro sono morti, piuttosto che crepare appeso ad una corda a causa di un concetto di giustizia dei nobiluomini.
Gli occhi di Eren si sgranarono sempre più mentre la sua mente assimilava la vista dinanzi a lui. La spiaggia terminava con del terreno disseminato da alberi spogli a causa dell'autunno. L'aria era fresca, ma non al punto da essere spiacevole. Oltre la foresta si poteva appena scorgere una cascata.
Era davvero un posto magnifico e desiderai di saperlo apprezzare come meritava, ma il dolore e la morte che vi erano associate lo rendevano impossibile.
Scossi la testa per schiarirmi i pensieri, sentendo il resto dell'equipaggio giungere alle nostre spalle con il tesoro accumulato durante le ultime razzie. "Muoviamoci, gente!" Li spronai, conducendo loro ed Eren attraverso gli alberi.
"Capitano," Disse Erwin e mi voltai nella sua direzione. "Immagino farete ciò che fate di solito quando giungiamo qui?"
Annuii, guidando i miei uomini verso il luogo in cui raccoglievamo le nostre cose. Stavo per dire ad Eren di seguirli, ma esitai.
Voleva conoscere il mio passato ed avrei dovuto parlargliene, prima o poi.
Avrei potuto portarlo con me e farlo in questo modo.
"Tu verrai con me, Eren." Dissi separandomi dal gruppo con lui al mio fianco. Lo condussi attraverso la familiare foresta fino a che non giungemmo di fronte un piccolo lago con una cascata. Guardai in alto dove un enorme albero si ergeva tra gli altri, sporgendosi sopra la pozza d'acqua. Era alto abbastanza per tuffarsi ma in modo tale da non ferirsi nel momento in cui il corpo fosse entrato in acqua.
Guidai Eren verso l'albero ed iniziai ad arrampicarmi. "Vieni." Gli dissi, e lui mi imitò.
"Che posto è questo, Levi?" Mi chiese. Io non risposi.
Arrivammo nel punto che intendevo raggiungere ed aiutai Eren a posizionarsi su un enorme ramo rivestito da vecchie coperte, abiti ed armi intagliate nel legno. Sul bordo dell'albero vi erano due aste con due pezzi di stoffa, legati come fossero bandiere. Ognuna era conficcata nel legno, insieme a quella daga posizionata giusto in mezzo.
Mi inginocchiai di fronte a loro ed Eren si sedette accanto a me. Abbassai lo sguardo e strinsi i pugni, i ricordi che si facevano largo dentro di me.
Ogni volta che tornavamo sull'isola, venivo qui a piangere e ricordare. Venivo qui per assicurarmi che le loro morti rimanessero forti, mai silenziose, perché una volta che io fossi morto non sarebbe rimasto nessuno a ricordarli.
Vidi Eren toccare il piccolo cencio per leggere l'incisione che avevo lasciato molti anni prima.
Il primo era rosso.
Isabel
Dormir en toute liberté, sœur
Il secondo era verde.
Farlan
Dormir en toute liberté, mon frère
Eren mi guardò e vide una lacrima sfuggirmi e scivolare lungo la mia guancia destra. Si mosse velocemente verso di me, avvolgendomi tra le sue braccia.
Quel gesto di tenerezza mi fece singhiozzare e piansi sulla sua spalla.
Non avevo mai pianto di fronte a nessuno. Non avevo mai mostrato alcuna debolezza. Da me ci si aspettava che fossi impavido, che il dolore non mi scalfisse, ma eccomi qui a singhiozzare sulla spalla di Eren e riducendo la sua-mia maglia in una schifezza umida.
Ma non provavo vergogna nel piangere di fronte a lui. Mi sentivo bene, e confortato.
Mi aggrappai a lui come se la mia vita dipendesse da quello ed in un certo senso era così. Eren aveva portato amore e significato nella mia vita, di nuovo. Mi aveva mostrato in cosa stessi sbagliando e grazie a lui sentivo di poter tornare l'uomo che ero quando vivevo qui, su Silencieux de Mort.
Non ero un malvagio Capitano pirata che terrorizzava i mari sulla sua nave nera, che portava morte ovunque giungesse.
Ero un uomo che aveva perso la sua famiglia. Ero un ragazzino su un'isola che aveva ucciso un Capitano pirata, sottraendogli la nave. Un uomo che aveva fatto ciò che doveva per sopravvivere e vissuto come un pirata perché era l'unica vita che conosceva.
Non ero senza emozioni, non ero senza paura, non ero senza alcuna debolezza.
Ero ferito, spezzato, spaventato... E... Ero amato.
Ero amato così profondamente da Eren.
Ed io lo amavo altrettanto.
Mi aveva salvato da me stesso, senza di lui sarei sprofondato sempre più in una pozza oscura sino a quando non sarei davvero diventato il mostro che ostentavo essere.
Mi teneva saldamente coi piedi per terra, come loro tanti anni prima.
"Ti amo, Eren." Sussurrai tra i singhiozzi.
Mi strinse ancora di più. "Ti amo anche io, Levi." Disse. "Ti amo così tanto."
Sorrisi tristemente, fissando da sopra la sua spalla la daga che avrebbe dovuto porre fine a tutte le mie sofferenze, ma che invece vi aveva solo dato inizio.
Presi un respiro profondo ed iniziai a ricompormi, pronto a raccontargli tutto.
Era il mio compagno. Potevo fidarmi di lui. Aveva il diritto di sapere.
Mi ritrassi ed Eren asciugò le lacrime dal mio viso col pollice. Si sporse in avanti, dandomi un dolce bacio nel quale sorrisi.
Quando si spostò presi le sue mani tra le mie, facendo un gran respiro. "Voglio dirti tutto, Eren." Dissi ed iniziai la mia storia.
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Note Traduttrice:
Prima di qualsiasi altra cosa, vi chiedo scusa. Il capitolo è arrivato con un ritardo che mostruoso è dir poco e non so se qualcuno ha letto il messaggio in bacheca, ma ho serie difficoltà di connessione a casa. Le traduzioni, per questioni di comodità e velocità, le faccio al pc ed i file sono tutti lì. Senza Wi-Fi per me è impossibile uppare i capitoli, ed è un miracolo che ci sia riuscita oggi. Perciò sono costretta a rendere gli aggiornamenti saltuari e non più fissi il Venerdì come eravamo abituati. Chiedo venia, sappiate comunque che non ho alcuna intenzione di abbandonare TCC, lungi da me! XD
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, nel frattempo revisionerò i precedenti in attesa che la COUGHCOUGH-Vodafone-COUGH decida di portarmi la fibra a casa.
Un abbraccio, la vostra Ayu.
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