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10. ⚔ Tempesta di Emozioni ⚔

Il Prigioniero del Capitano

Capitolo 10 ⚔ Tempesta di Emozioni ⚔

[Levi POV]

"MERDA!" Gridai quando un'altra onda mi fece cadere, sbattendo il mio corpo già dolorante sul ponte, di nuovo.

"Se continui ad urlare in quel modo finirai per annegare!" Esclamò Erwin rimettendosi in piedi, tirandomi su con lui.

Eravamo zuppi per via della pioggia incessante e delle onde indomabili che continuavano ad infrangersi contro lo scafo della nave. Avevamo rischiato di capovolgerci almeno quattro volte ed avevamo perso sette uomini in mare. Un fulmine squarciò le nuvole ed aspettavo che colpisse quel fottuto albero maestro. Afferrai il timone e sentii le mani di Erwin sulle mie, usando le nostre forze all'unisono per riportare e mantenere la nave in posizione verticale.

"Se affondiamo queste funi serviranno solo a farci affogare!" Mi avvertì Erwin lasciando il timone.

Sputai fuori dell'acqua dalla mia bocca. "Sì, beh non possiamo togliercele ora, verremmo scagliati fuori bordo."

Un'altra onda ci investì in pieno e mi tenni pronto.

Il mio corpo colpì nuovamente il ponte e mi lamentai. Ne avrei sicuramente pagato le conseguenze il giorno dopo. Vidi la porta dei miei alloggi aperta ed Hanji che trascinava Eren, che in quel momento era sveglio, fuori da lì. Notai l'acqua sgorgare dalla stanza: il fottuto oceano mi aveva allagato la camera!

Eren sembrava spaesato. Si lasciava guidare verso di noi da Hanji e legare alla nave insieme a loro.

"State bene?" Domandai una volta che fui di nuovo in piedi. Erwin aiutò Hanji a stringere il nodo.

"Stiamo bene." Mi rassicurò Hanji ed Eren fissò, con occhi spalancati, la tempesta.

Aprì la bocca e mi voltai per sentire cosa avesse da dire. Era ancora sbronzo oppure si stava riprendendo..?

"Questo farà davvero male alle tartarughe..." Mormorò ed io urlai in preda alla frustrazione. In quell'esatto momento un'altra onda si abbattè sul fianco della nave ed urlai ordini al mio equipaggio, virando violentemente col timone.

"COLPIRA' IL PONTE!" Gridò Erwin quando un'altra onda ci venne incontro dalla prua. Mi accucciai per evitare di perdere l'equilibrio a causa dell'acqua. Ci investì ancora e tossii, rimettendomi in posizione eretta.

"Ow." Farfugliò Eren. "Da quanto va avanti questa tempesta?" Si massaggiò la testa.

"Circa un'ora." Gli dissi, tenendo stretto il timone. Erwin mi aiutò a rimetterlo di nuovo dritto ed Hanji riportò Eren in piedi.

"CAPITANO!" Udii una voce femminile gridare da lontano. "UN'ALTRA NAVE! A SINISTRA!"

Tirai con forza il timone, girandolo velocemente nella direzione opposta rispetto all'altra imbarcazione. "CAZZO!" Urlai quando ci colpì l'ennesima onda.

"Se dovessero spararci addosso affonderemmo sicuramente." Mi avvertì Hanji appoggiandosi al mio fianco per tenersi in equilibrio.

"Lo so." Dissi. "Ma sono nella nostra stessa situazione. GAH - " Grugnii quando ci colpì un'onda di entità minore; riuscii a rimanere in piedi ma sentii Eren cadermi sulla schiena. Con un colpo di reni me lo scrollai di dosso. "Non ci attaccheranno fino a quando non terminerà la tempesta!" Sentenziai.

"Non saremo pronti." Disse Erwin.

"Nemmeno loro." Aggiunse Eren ed un fulmine colpì, pericolosamente vicino all'albero maestro.

"SE QUEL FOTTUTISSIMO COSO PRENDE FUOCO GIURO CHE-" Un'altra onda mi investì, mandandomi al tappeto. Un corpo mi schiacciò, facendo fuoriuscire tutta l'aria dai miei polmoni.

Mi scrollai Eren di dosso rimettendomi in piedi.

"PER QUANTO ANCORA DURERA'?" Sentii Oluo gridare da qualche parte, davanti a me.

"NON POSSIAMO SAPERLO!" Mike urlò dal lato opposto della nave. "POTREBBE CONTINUARE PER ALTRI TRENTA MINUTI OPPURE UN ALTRO GIORNO!"

"Un altro giorno?!" Gridò Eren.

Un'onda colpì la nave con più potenza delle precedenti, inclinandola maggiormente su un fianco. "Se non finirà presto siamo fottuti." Grugnì Erwin. "Non può farcela."

"La Wings of Freedom è forte." Scattai. "Può resistere. Non ci tradirà."

Il vento lentamente si calmò, come in risposta alle nostre preghiere. Ci sarebbe voluta almeno un'altra mezz'ora prima che la tempesta scemasse completamente. Avremmo potuto impiegare quel lasso di tempo per prepararci allo scontro.

"Erwin, voglio che raduni tutti quelli non necessari sul ponte e li prepari alla battaglia. Hanji voglio che tu controlli..." Diedi un'occhiata ad Eren. "Le persone sottocoperta. Eren, resta qui ed aiutami a tenere stabile la nave."

Tutti annuirono ed Erwin ed Hanji iniziarono a slegare le cime che li tenevano ancorati a bordo. Nel momento in cui Hanji furono liberi, un'altra onda si infranse sul ponte ed urlai preso leggermente dal panico. Circondai i loro fianchi con le braccia mentre venivamo sbattuti al suolo, io sopra di loro, impedendo che venissero scagliati via.

Mi fissò mentre li aiutavo a rimettersi in piedi. "Grazie, Levi." Disse ed io tagliai corto con la mano.

"Di nulla, quattrocchi." Li rassicurai. "Non posso permettere che il mio secondo in comando finisca fuori bordo, non credi?" Annuì e corse via con Erwin sottocoperta. Mi voltai, trovando Eren intento a fissarmi.

Sputò via un po' d'acqua dalla bocca. "Hai... gridato?"

Lo fulminai. "Forse. Non riesco sempre a controllare il mio corpo, Jaeger."

"Ne sono perfettamente consapevole." Affermò Eren con spavalderia. L'ennesima onda colpì il fianco della nave ed io tirai il timone, facendo peso col mio corpo per aiutarmi. Sentii Eren avvicinarsi alle mie spalle e circondarmi con le braccia, offrendomi la sua forza. Tentai di ignorare la calda sensazione che mi investì sentendolo così vicino, nonostante fossimo entrambi inzuppati di acqua gelida.

Con il suo aiuto, riuscii ad impedire che la Wings of Freedom si rovesciasse. Un po' alla volta i venti si placarono del tutto e la pioggia incessante si tramutò in semplici schizzi. Le nuvole scure erano sparite completamente, lasciando dietro di loro solo dei piccoli sbuffi grigi.

Ogni singolo membro dell'equipaggio aveva l'affanno. Non riuscivo ad intravedere la nave che avevamo avvistato durante la tempesta così mandai Gunther da Erwin e la sua squadra, pronta alla battaglia, a dirgli di rilassarsi ma restare comunque allerta, in caso questa facesse di nuovo la sua comparsa. Mi domandai se fosse affondata, sperando vivamente non fosse così: vedere decine di corpi galleggiare a pelo d'acqua mi avrebbe mandato fuori di testa.

Eren collassò, rischiando di cadere a terra, e mi voltai per afferrarlo. Il suo corpo era piuttosto malridotto dalle numerose cadute ed i colpi ricevuti durante la tempesta. Non gli servivano certo ulteriori ferite, cadendo da solo. Tenendolo per un fianco per sostenerlo, mi girai di nuovo tenendo saldo il timone.

"Grazie." Mormorò, senza fare qualche stupido commento nel tentativo di farmi ammettere i miei sentimenti. Ne ero sollevato.

Eld, che non era sul ponte durante la tempesta, salì in coperta dirigendosi verso di me. Il suo viso assunse un'espressione confusa nel vedere Eren tra le mie braccia, ma non disse nulla. Ero estremamente grato del fatto che Erwin non si trovasse nei paraggi.

"Posso prendere io il timone, Capitano." Affermò ed io annuii. Sollevai Eren come una sposa (cosa che lo fece strillare) e lo riportai nei miei alloggi. Una volta all'interno lo misi sul letto, completamente zuppo, e diedi un'occhiata alla stanza valutando i danni.

Era tutto bagnato e in disordine. Guardai contrariato tutti i libri che l'acqua aveva rovinato ed iniziai a riordinare. Eren, sopra il letto, si lamentò raggomitolandosi.

"Sono completamente fradicio." Borbottò.

"Siamo tutti fottutamente fradici." Gli dissi, raccogliendo una manciata di libri e depositandoli sullo scrittoio, dando ai tomi una seconda occhiata nel caso qualcuno fosse stato recuperabile. Mi piacevano i miei libri e sarebbe stata una rottura sostituirli. "Ed ora anche tutti i miei vestiti lo sono." Aggiunsi. "Puoi andare sottocoperta e cercarne qualcuno asciutto, se hai freddo."

"Troppo esausto." Mormorò Eren tirandosi su a sedere. Tentò di sfilarsi la maglietta, il che era un compito abbastanza arduo dato che era incollata alla pelle.

"Tch." Borbottai, voltandomi per continuare a pulire. Sentii il rumore di una cerniera, e fui certo che si stesse sfilando anche i pantaloni. "Che diavolo, Eren?" Esclamai, voltandomi solo per ritrovarmelo in biancheria imtima.

"Ci asciugheremo più in fretta senza questi abiti bagnati." Disse con noncuranza. "Inoltre danno una sensazione disgustosa. Già mi hai visto così, prima, non credevo ti infastidisse."

Mi voltai per nascondere qualunque cazzo di cosa stesse facendo il mio viso... Arrossire? Meglio che fosse così..! "Va... bene." Sbottai dirigendomi all'armadio. Tirai fuori gli abiti ed uscii dalla stanza. Sistemai tutto sul ponte ad asciugare e ritornai dentro, trovando Eren che rimuoveva le lenzuola dal letto. Me le passò e stesi fuori anche quelle.

"Non senti dolore?" Mi domandò quando, rientrando, chiusi la porta alle mie spalle. "Voglio dire, sei stato lì fuori più a lungo di me ed io sento il mio corpo urlare."

"Sono abituato al dolore." Dissi semplicemente. Ignoravo volutamente l'agonia che mi affliggeva. Sapevo che muovere un qualunque arto sarebbe stato un inferno per settimane, ma l'unica cosa da fare contro il dolore era ignorarlo ed attendere che scomparisse.

"Non so se dovrei considerare la cosa triste o meno." Disse Eren con sincerità, stendendosi con movimenti accorti sul letto ormai senza coperte.

"Dipende a quale tipo di dolore ti riferisci." Affermai colpendolo ad una gamba. "Non mi aiuti a ripulire?"

Eren scrollò le spalle. "Non ne avevo intenzione."

"Aiutami a dare una sistemata, furbacchione, è un ordine." Brontolai tirandolo giù dal letto e afferrandolo prima che cadesse a terra. Alzatosi in piedi, mi rivolse uno sguardo confuso ma consapevole, ed iniziò a raccogliere gli oggetti che erano caduti dalla mia scrivania.

Mi chinai per guardare sotto il letto e trovai la mia daga. La tirai fuori, gettando un'occhiata allo scrittoio dove la riponevo di solito. Scorsi l'espressione di Eren un secondo prima che si voltasse, sembrava quasi... Colpevole. Aveva preso e nascosto la mia daga in caso gli si fosse presentata un'opportunità? Stava fingendo di amarmi in modo da avvicinarmi ed uccidermi?

"Eren, perché questa era qui?" Chiesi afferrandolo per una spalla e piazzandogli l'arma davanti al viso.

"Io-" Mi fissava. Sembrava spaventato e sentii che era tutto ciò che mi occorreva per confermare le mie paure.

"L'hai nascosta tu?" Domandai tentando con tutte le forze di mantenere il mio tono di voce calmo.

"S-sì." Balbettò.

"Per uccidermi?"

"Sì, ma Le-"

Lo interruppi consegnandogli la daga in mano. Abbassò lo sguardo su di essa, fissandola sconvolto, per poi osservare me. Gli afferrai la mano libera. "Perciò questo era tutta una fottuta bugia?" Sputai velenoso, spingendola via.

I suoi occhi erano colmi di panico. "No! No Levi, giuro che l'ho fatto tempo fa! Prima-"

"Prima di cosa, Jaeger?" Afferrai la mano che impugnava l'arma. "Prima che ti innamorassi di me? Tutte stronzate! Come se un prigioniero potesse mai innamorarsi del suo carceriere. Sono stato così stupido! Mi hai preso in giro per tutto il tempo, solo per avvicinarti abbastanza da usare questa!" Sollevai la daga dinanzi al suo sguardo.

"No! Levi no, non è come-"

"Chiudi quella cazzo di bocca." Scattai. "Non voglio ascoltare le tue menzogne!"

Calde lacrime riempirono i suoi occhi e puntai la daga, stretta nella sua mano, al mio cuore.

"È questo che volevi, vero?" Ci fissammo negli occhi. I miei, pieni di rabbia e dolore. "Il mio cuore? Lo volevi, certo, ma non per amore: come un fottuto trofeo!"

"LEVI!" Gridò Eren quando feci pressione con la lama sul mio petto, in modo da tagliare la pelle al di sotto della camicia bagnata. "SMETTILA!"

"Fallo, codardo!" Urlai. "Vuoi essere libero, non è così?!"

"IO SONO LIBERO!" Gridò strappandomi via la daga e lanciandola fuori dalla finestra. "SONO LIBERO CON TE!"

Spalancai gli occhi e prima che potessi rendermene conto mi attirò a sé, premendo le labbra sulle mie. Sentii la mia determinazione andare in frantumi e mi lasciai andare tra le sue braccia. Mi tenne stretto mentre mi baciava e lasciavo che le mie lacrime salate scorressero tra le nostre labbra unite. Eren si ritrasse appena, la sua mano ancora sulla mia guancia, asciugandole con il pollice.

"Non ti ferirei mai, Levi." Disse amorevolmente. "Ho nascosto la daga lì molto tempo fa e mai, mai la avrei usata su di te. Ti amo, Levi, ti amo così tanto e non osare nemmeno pensare il contrario."

Tremai leggermente e mi abbracciò ancora una volta. "Mi dispiace..." Mormorai al suo orecchio. "Pensavo..."

"Lo so, va tutto bene, io ti amo." Mi accarezzò la schiena. Mi allontanai un poco per guardarlo negli occhi.

Tutto ciò che vidi furono amore e preoccupazione. Mi toccai le guance, bagnate per via delle lacrime, e fissai il ragazzo che aveva abbattuto le mie mura. Sapevo di ferirlo non amandolo, ma mi ero convinto che fosse la cosa migliore. Forse non era vero, forse meritava una possibilità. Certo, tutto sarebbe potuto finire in tragedia ma nutrivo già dei sentimenti per lui. Era troppo tardi, per fingere che non m'importasse. Avevo portato avanti quella farsa troppo a lungo. Eren mi aveva amato e confortato nonostante con lui mi fossi comportato da vero stronzo.

Fanculo Erwin ed il nostro accordo. Fanculo alle mie paure. Fanculo tutto. Amo Eren Jaeger e non avevo più alcuna intenzione di negarlo. Lui meritava di sapere. Io meritavo amore.

"Eren..." Mi sporsi in avanti, le nostre labbra quasi si sfioravano. Sentii il suo respiro fermarsi ed il battito del suo cuore accelerare. Portai la sua mano sul mio petto, per fargli sentire che il mio non era da meno. "Ti amo anche io."

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