02. ⚔ Non Chiedere Del Mio Passato ⚔
Il Prigioniero del Capitano
Capitolo 2 ⚔ Non Chiedere del mio Passato ⚔
[Eren POV]
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Mi svegliai con dei pantaloni in testa. Mi tirai su a sedere e vidi il Capitano Levi seduto allo scrittoio, tracciando una mappa.
Indossai i calzoni, senza guardarlo. Lo udii alzarsi ed avvicinarsi a me.
"In piedi, moccioso." Ordinò.
Mi alzai. "Il mio nome è Eren."
"Il tuo nome è qualunque sia il modo in cui decido di chiamarti." Sentenziò ed afferrò delle corde sulla scrivania. Mi portò le braccia dietro la schiena ed iniziò a legarmi i polsi. "Per precauzione." Precisò. "Starai con me tutto il giorno. Conoscerai la nave e l'equipaggio. Questa è la tua nuova casa e noi siamo la tua nuova famiglia."
"Siete la mia famiglia?" Gli chiesi.
Lui grugnì in risposta, iniziando a strattonare le corde ai miei polsi. Mi morsi il labbro cercando di trattenermi dal piagnucolare. "Non fino a quando non dimostrerai il tuo valore."
"Sì, Capitano." Dissi lentamente e mi afferrò il braccio, spingendomi fuori dalla stanza. Camminammo fino ad arrivare in coperta ed i membri della ciurma sembravano guardarmi come se fossi il diavolo in persona.
"Ignorali. Non ti torceranno un capello fino se mi starai vicino." Mi informò il Capitano Levi e la presa sul mio braccio si fece più stretta.
"Perché?" Domandai.
"Perché sei di mia proprietà e loro sanno che non devono toccare le mie cose." Ringhiò spingendomi sulle scale fino al timone, dove vi erano tre persone. Una euforica e dai capelli castani, mentre gli altri due erano alti e biondi. Uno aveva delle enormi sopracciglia e l'altro sfoggiava dei piccoli baffi.
"E' lui Eren?" Domandò il biondo con le sopracciglia.
"Sì." Rispose Levi. "Moccioso, il mio secondo in comando, Hanji." Levi indicò la persona coi capelli castani. "E loro sono Erwin e Mike." Indicò i due uomini.
"Salve." Dissi quietamente. Erwin mi guardò torvo e Mike iniziò ad annusarmi. Lanciò un'occhiata prima a Levi, poi ad Erwin.
"E' stato nel suo letto." Constatò Mike.
"Solo per un paio di minuti mentre non ero presente." Sbottò Levi piuttosto velocemente. "E' rimasto sul pavimento per il resto della notte."
Levi lasciò la presa sul mio braccio ed Erwin lo guardò sospettosamente. Levi lo fissò di rimando per poi voltarsi.
"Punto della situazione." Levi afferrò un cannocchiale e studiò l'area circostante.
Hanji si fece avanti. "Abbiamo avvistato una nave durante la notte ma siamo riusciti ad evitarla. Ci vorranno altri due giorni prima di raggiungere casa, quattro se dovessimo affrontare una tempesta o una nave nemica."
"Bene. Erwin, c'è un compito che potremmo affidare e far svolgere ad Eren, ma che non causi troppi danni se fa cazzate?"
Il mio nome sembrava sconosciuto sulle labbra del Capitano e mi resi conto che non l'aveva mai pronunciato prima di allora. Sorrisi lievemente. Mi piaceva sentirglielo dire.
Erwin scrollò le spalle. "Potrebbe pulire."
"Glielo farò fare non appena si sarà adattato." Levi annuì. "Oggi mi seguirà familiarizzando con la nave e l'equipaggio. Forse più a lungo lo vedranno con me e meno avranno voglia di ucciderlo."
Mike sogghignò. "Credo che mai non avremo voglia di ucciderlo, Capitano."
Levi lo guardò corrucciato all'utilizzo della parola 'avremo', che lo includeva nel gruppo di persone che mi voleva morto. Mi avvicinai maggiormente a Levi, sentendomi in qualche modo più al sicuro accanto a lui.
"Ti ricordo che attentare alla vita di Eren Jaeger sarà considerato ammutinamento e quindi punibile con la morte." Disse freddamente Levi. " All'albero maestro, Mike."
"Sì, Capitano." Il suo tono fu scortese ed irrispettoso ma il Capitano non lo rimproverò, mentre si arrampicava sul palo. Non ebbi molto tempo per fare alcuna ipotesi perché la voce di Levi mi riscosse dai miei pensieri.
"Prendo il timone." Levi disse ad Erwin e quest'ultimo si fece da parte. Levi afferrò il timone con Hanji e me al suo fianco. "Smith, comunica i miei ordini riguardo Jaeger al resto dell'equipaggio."
Erwin annuì. "Certo Capitano, ma vorrei ricordarle del nostro accordo."
"Ho capito." Asserì Levi rivolgendomi un'occhiata. "Non è necessario che me lo ricordi ogni giorno."
Erwin annuì per poi andare via. Lo vidi gettare uno sguardo a Mike con un'alzata di spalle. Mike fece un cenno d'assenso dalla cima dell'albero. Sentii Hanji ridacchiare e Levi grugnire.
"Taci, quattrocchi." Sbottò. "State tutti facendo supposizioni che non sono vere."
"Ecco cosa si ottiene nel dire la verità." Gli disse Hanji circondandolo con le braccia. "E' solo che ci preoccupiamo per te. Personalmente credo che Erwin sia un po' troppo melodrammatico. Che c'è di male se ti piac-"
Non riuscì a terminare la frase perché Levi gli diede un pugno nello stomaco. "Ho detto taci."
Hanji ubbidì, chiudendo la bocca, ma continuando a sogghignare al Capitano.
Sospirai, osservando il vasto oceano, chiedendomi per quale motivo le persone credevano che quella fosse una banda di pirati così terribile. Fino a quel momento mi erano sembrati alquanto normali. Poi un pensiero mi colpì e mi voltai verso Levi.
"Ci sono stati dei sopravvissuti?" Gli chiesi.
Lui mi guardò. "Cosa?"
"Nella mia città, quella che avete attaccato la notte scorsa. Avete ucciso tutti?"
"Più o meno." Levi scrollò le spalle. "Chiunque abbiamo incrociato sul nostro cammino. Le persone che si sono nascoste probabilmente sono ancora vive. Quelle che hanno provato a fuggire o combattere sono morte."
Lo fissai, a bocca aperta, per la mancanza di considerazione che mostrava verso la vita umana. Liquidò la questione come se il fatto che il suo equipaggio avesse ucciso almeno 80 persone non avesse importanza! Forse erano anche di più!
Questo mi fece ricordare il perché tutti ne avevano timore. Erano malvagi e nulla, che potesse farli sembrare normali, avrebbe potuto cambiare la cosa.
"Non essere così triste, Jaeger." Disse Levi. "Tutti muoiono prima o poi."
Annuii, tornando a guardare il mare. Dopo alcuni minuti di silenzio non riuscii a trattenere oltre la mia curiosità.
"Dove stiamo andando?"
Levi sospirò. "La nostra seconda casa."
"Qual' è la prima?"
"Sei idiota?" Battè col piede sul ponte ed il mio viso divenne rosso per l'imbarazzo. Era ovvio che i pirati considerassero la propria nave come casa loro.
"Allora, com'è questa seconda casa?" Domandai cercando di dimenticare il mio imbarazzo.
"Oh, è meravigliosa!" si intromise Hanji. "Levi è nato e cresciuto lì, sua madre fu abbandonata-"
Levi li* calciò negli stinchi e cadde al suolo che ancora sorrideva come se fosse il giorno più bello della sua vita.
"Non è necessario raccontare al ragazzino la storia della mia vita." Sbottò rabbiosamente.
"Perché no?" Gli chiesi.
"Io credo che dovremmo, Leviii." Io rimasi a fissarli. Levi non sembrava toccato dal modo infantile e confidenziale con cui Hanji gli si rivolgeva. "Insomma, nel caso tu dovessi cedere ed innam-"
A quel punto Levi si voltò afferrando Hanji per la maglia, strattonandoli per guardarli in faccia. "Non si può cedere se non si hanno dei sentimenti innanzitutto." Disse aspramente. Feci un passo indietro. In quel momento era spaventoso, sembrava che potesse scattare da un secondo all'altro e ridurre Hanji a brandelli.
Questi ridacchiò. "Ok, Levi, come dici tu."
"Capitano." Soffiò Levi, liberandoli. "Vai ad asciugare il ponte." Ordinò e questi corse giù a cercare uno straccio.
"Sembra che voi li conosciate bene." Commentai, chiedendomi se Hanji e Levi fossero una coppia.
"Purtroppo." Sbuffò Levi. "Li conosco da quando questa nave è diventata mia."
Annuii. "Perciò state-"
"Insieme?" Levi fece un'espressione disgustata. "Diavolo, no."
Per qualche ragione sconosciuta alla parte logica del mio cervello, me ne rallegrai un pochino. "Ok."
Mi fissò con curiosità per poi indurire di nuovo i tratti del suo viso. "Sei sfacciatamente curioso oggi."
Scrollai le spalle. "Beh, credo di avere il diritto di conoscere almeno un po' riguardo l'uomo che mi... possiede." Calai lo sguardo sulle assi in legno pronunciando l'ultima parte. Non mi era piaciuto affatto ciò che aveva detto poco prima ma sapevo che era vero. Levi avrebbe avuto il pieno controllo su di me, da quel momento in poi. Avrebbe perfino deciso se dovessi vivere o morire. Avrebbe deciso le mie azioni, diamine, e per qualche ragione sembrava avesse preso possesso anche dei miei pensieri. "Allora cos'è la seconda casa?" Domandai nuovamente.
"Un'isola. Custodiamo il nostro bottino in una caverna lì. Se non navighiamo, è lì che stiamo." Mi rispose Levi.
"E siete cresciuto in quel luogo?"
"Non chiedere del mio passato." Mi disse freddamente.
"Mi dispiace..."
Adesso ero ancora più curioso. Sapevo che era scortese chiedere ma dopo quanto Hanji aveva detto sapevo che il suo passato non era normale. Come aveva trovato la nave, se viveva su un'isola? Cosa aveva spinto un piccolo ragazzino di un'isola a uccidere un Capitano pirata ed impossessarsi della sua nave? E come accidenti ci era riuscito?
Così tante domande si rincorrevano nella mia mente ed ebbi difficoltà nel resistere all'impulso di fargliele. Continuai a fissare l'acqua, chiedendomi se la mia nuova vita in quel luogo sarebbe stata piacevole oppure orribile. Mi chiesi se Mikasa ed Armin fossero sopravvissuti all'attacco.
Mikasa era un'ufficiale della marina di Sua Maestà. Sua madre e la mia erano migliori amiche, per cui era sempre stata una parte importante della mia vita. Armin era il mio migliore amico ed aveva vissuto con Mikasa da quando era rimasto orfano all'età di tredici anni. Se erano sopravvissuti, erano a conoscenza del fatto che fossi sparito? O credevano invece che fossi morto? Molto probabile. La Wings of Freedom era celebre per il non fare prigionieri. Anche io avrei creduto alla mia morte.
Sperai che non fossero alla mia ricerca, in tal caso se ci avessero trovati sapevo che il Capitano Levi li avrebbe distrutti.
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[POV in Terza Persona]
Mikasa irruppe nella casa del Governatore Jaeger. Lo trovò seduto alla sua scrivania e sbattè le mani su di essa per richiamare la sua attenzione. Indossava ancora la sua uniforme, sgualcita ed insanguinata a causa dell'attacco della notte precedente.
"Dove diavolo si trova Eren?" Gridò. Grisha sollevò lo sguardo.
"Morto." Disse pacatamente. "Sei pregata di uscire dalla mia dimora."
Mikasa indietreggiò barcollando. Sentì come se tutta la vita che le scorreva in corpo le fosse appena stata strappata via. "Eren è morto? Come?"
"I pirati lo hanno catturato, tentando di usarlo per estorcermi informazioni preziose. Non ho accondisceso, per cui immagino sia morto." Rispose Grisha. "Cortesemente vai via, stai imbrattando il pavimento di sangue."
Mikasa estrasse la sua spada con le lacrime agli occhi puntandola al collo di Grisha. "Ha prova del fatto che lo sia?"
"No ma-"
La ragazza aumentò la pressione della lama alla gola dell'uomo e lui tacque. "COME DIAVOLO FA A NON IMPORTARLE?!" Gridò ed Armin si precipitò dalla porta. "E' SUO FIGLIO!"
"Non lo è mai stato." Rispose freddamente Grisha.
"Era il figlio di lei." Disse Mikasa, riponendo poi la spada.
"Esci da questa maledetta casa, Mikasa!" Gridò Grisha. Armin la afferrò per un braccio trascinandola fuori. Si fermò, col respiro pesante, fuori dall'edificio.
Eren non c'era più. Eren era morto... no. Eren forse era morto.
Sollevò lo sguardo su Armin. "Vado a cercarlo."
"Cosa?" Urlò il ragazzo.
"Eren. Vado a cercarlo. Radunerò il mio equipaggio e partirò per salvarlo." Disse Mikasa rabbiosamente. "E spingerò la mia spada nel culo del Capitano Levi così a fondo da fargliela uscire dagli occhi."
"Mikasa non puoi!" Affermò Armin seguendola fino al molo dove il suo equipaggio stava preparando la nave. "Prima di tutto non hai l'autorizzazione per farlo - sei un soldato adesso, non puoi semplicemente accorrere ogni volta che Eren si trova nei guai. E secondo, è del Capitano Levi che parliamo e, per quanto possa far male pensarlo, sono certo che non abbia tenuto Eren in vita una volta scoperto che non gli era di nessuna utilità."
"Questo non possiamo saperlo." Sbottò Mikasa.
"Mikasa potresti essere espulsa dalla marina ed accusata di tradimento, per questo." La avvertì Armin. Lei continuò a camminare.
"Non mi importa."
"Cosa farai se dovessi scoprire che è morto?" Le chiese Armin.
"Ucciderò ogni fottuto pirata sulla Wings of Freedom ed il loro regno del terrore." Rispose Mikasa semplicemente salendo a bordo della sua nave. L'equipaggio si mise sull'attenti e lei andò al timone. "Oggi salperemo per trovare e salvare Eren Jaeger, figlio del Governatore Grisha Jaeger, dalle grinfie dei pirati. Abbiamo ordine dagli alti ufficiali di recuperarlo, se è vivo, considerando il fatto che è a conoscenza di informazioni di valore."
Rivolse ad Armin un'occhiataccia, quasi sfidandolo a smascherare le sue bugie. Lui rimase lì impalato, in silenzio, osservandola con occhi preoccupati.
"Quando salpiamo, Capitano?" Domandò Annie, il suo secondo in comando. Quest'ultima era sospettata per essere una pirata sotto copertura, ma nessuno era mai stato in grado di fornire delle prove al riguardo. Forse questo viaggio l'avrebbe portata allo scoperto.
"Immediatamente." Ordinò Mikasa ed ognuno si mise all'opera, preparando la nave per la partenza. "Jean, Marco, caricate cibo e razioni per almeno un mese." Ingiunse la giovane ed i ragazzi si affrettarono al magazzino vicino al molo. "Sasha, Connie, procuratevi la polvere da sparo ed accertatevi che non vi siano difetti nei cannoni." Loro annuirono, apprestandosi ad eseguire gli ordini.
Armin fece un passo avanti. "Ho il permesso di unirmi a voi, Capitano?" Chiese.
Mikasa abbassò lo sguardo su di lui. "Non sei un soldato della marina, Armin. La tua presenza è contro il regolamento e quando torneremo verrai accusato di tradimento con tutti noi. Posso assumermi la colpa per il mio equipaggio, che sarebbe responsabile solo di aver eseguito i miei ordini, ma non posso assumermi anche la tua."
Armin annuì irremovibile. "Se hai intenzione di rischiare la tua vita per trovare Eren io farò altrettanto. E' il mio migliore amico. Ho bisogno di sapere cosa è accaduto, e se tu non tornassi indietro non lo saprò mai."
Mikasa gli rivolse un cenno col capo, estraendo una seconda spada dalla cintura per poi porgergliela.
"Benvenuto a bordo."
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Angolo Traduttrice:
Innanzitutto ben ritrovati!
Dopo l'entusiasmante avventura di "The Glow" cambiamo completamente registro, ed eccoci pronti a salpare con il nostro Eren ed il Capitano Levi nei freddi e sconfinati mari in quel dell'Inghilterra. Quali avventure attendono i nostri amati protagonisti? :3
L'appuntamento è fissato, salvo contrattempi, ogni Venerdì.
Grazie mille a chi leggerà, lascerà una stellina o un commento, ai vecchi e nuovi follower, e alle mie amiche che mi sostengono sempre con la loro presenza ormai così essenziale nelle mie giornate. ❤❤❤
*Se nella traduzione avete notato qualcosa di strano nel modo in cui ci si riferisce ad Hanji, non è una mia svista o un errore di battitura, bensì una scelta dell'autore che ha deciso di riferirsi a questo personaggio con "they/them", ovvero "loro": deduco che tale scelta sia stata dettata dal fatto che, a differenza dell'anime in cui il suo sesso è femminile, nel manga Isayama non ha mai precisato quale sia. Per cui Hanji, così come alcuni personaggi più avanti, non avrà un sesso specifico e quindi un pronome di riferimento.
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