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Capitolo X

David si svegliò ancora tra le braccia del suo amato, cosa che gli piacque molto, difatti lui adorava questi piccoli gesti d'amore.

Dolcemente, per non svegliare Matthew uscì dall'abbraccio, poiché aveva in mente una bella sorpresa: silenziosamente uscì dalla stanza, scese le scale, prese un vassoio e ci posò un piatto carico di soffici e caldi pancake, poi riempì una tazza di caffè e un'altra di tè per se stesso.

Prese il vassoio e senza perdere l'equilibrio, tornò su nella sua stanza, subito il profumo delle pietanze invase la camera, appoggiò il vassoio sul comodino e tornò sul letto, con un dolce bacio svegliò Matthew, il quale guardò David per poi ricambiare il bacio, dopodiché chiese: "Cos'è questo buon profumo?"

"Stacca gli occhi da me e guarda sul tuo comodino." Rispose David con un cenno della testa.

Quando si girò e vide la colazione pronta e portata a letto, rimase incantato, si voltò con un sorriso a trentadue denti, baciò David e disse: "WoW, sei davvero il migliore, non so che farei senza di te, grazie." "Prego tesoro, ho pensato che fosse un bel gesto da fare." "E hai pensato bene." "Ok, ma ora mangiamo, il profumo è troppo buono e poi se aspettiamo ancora si fredderà." Esclamò infine David con un risolino per poi iniziare a fare colazione.

Una volta finito entrambi, decisero di accendere la televisione che si trovava in camera di David, quel giorno avevano intenzione di passarlo in modo tranquillo, niente uscite, niente pranzi fuori, solo un giorno di totale relax in casa, anche in previsione del giorno seguente che sarebbe stato invece molto intenso e pregno di eventi.

Quando la televisione si accese, i ragazzi ebbero un sussulto... alla faccia del relax. Cesar stava aggiornando con foga (forse troppa) gli spettatori sul fatto che nella notte fosse stato ucciso il tributo del Distretto 6: Paul Singh.

Egli infatti quando calarono le tenebre, decise di accendere un piccolo fuoco, in modo da poter vedere, cucinare e nel caso difendersi.

Purtroppo questa sua scelta gli si ritorse contro poiché il bagliore attirò le attenzioni di un altro Tributo e a notte fonda quando ormai si era addormentato, Vova Kozlov gli aveva piantato una lama in gola.

I due ragazzi non erano sorpresi, anzi, era strano che ancora non fosse successo. Difatti quella era una delle morti più comuni nell'Arena e ogni Edizione degli Hunger Games ormai aveva almeno un Tributo che commetteva quell'errore.

Una volta finito il lungo monologo di Cesar, la telecamera tornò sui Tributi, in particolare sulla bella sinergia creata tra Mary Land e Dexter Baker.

Infatti i due si erano strategicamente spostati nei pressi della Cornucopia, stranamente abbandonata da tutti, ma ancora stracolma di ogni tipo di risorsa, in due era molto più facile montare la guardia e prendere scorte mentre l'altro faceva il palo.

Gli spettatori rimasero colpiti, anche perché era raro che la Cornucopia venisse abbandonata, probabilmente era a causa dell'aria malsana che aleggiava in quel prato, cosa di cui i due alleati erano ben consci, difatti prendevano il necessario, per poi spostarsi sul limitare del bosco, dove l'aria era più respirabile.

L'inquadratura cambiò, mostrando la scorbutica ragazza del Distretto 3: Gabriela Alvarez, che stava procedendo sempre più su verso la cima della montagna, ignara che di lì a poco il suo percorso sarebbe andato ad incrociare quello del temuto gruppo dei "Favoriti", i quali chiacchierando e ridendo facevano un baccano assurdo, permettendo a Gabriela di sentirli arrivare e di nascondersi.

Purtroppo per lei però fu vista da Faye Goonson, lei subito iniziò a correre e il gruppo partì all'inseguimento.

Nonostante tutto la ragazza correva veloce e stava incredibilmente riuscendo a staccare il gruppo, poi però fece un passo falso, non si accorse di una piccola apertura nel terreno proprio di fronte a lei e quando il piede vi si infilò dentro, tutti scoprirono che era ben più profonda di quello che dava a vedere, infatti in un attimo era sparita al suo interno tutta la gamba fino a metà coscia.

La ragazza rimase incastrata e con un sonoro CRACK la gamba si spezzò.

Dalla gola di Gabriela uscì un urlo belluino di dolore, poi a fatica riuscì ad uscire dalla crepa, rivelando che il danno alla gamba era davvero terribile, infatti non si era solo spezzata a causa della forza cinetica della corsa, ma stava anche sanguinando, c'era una enorme ferita da cui spuntava una grande porzione del femore ormai frantumato.

Lei urlava di dolore, piangeva e strisciava tentando di portarsi avanti, nel frattempo però il gruppo era su di lei e l'aveva accerchiata.

"Hahahaha guardatela: striscia come un verme!" Esclamò divertito Charles Chapman "Hai ragione, che dici, poniamo fine alle sue sofferenze?" Chiese impaziente Joseph Richardson con la faccia porcina divertita ed estraendo una lunga spada.

"No aspetta." Lo fermò Charles, per poi continuare: "Voglio che sia il più piccolo del gruppo ad ammazzarla, deve ancora dimostrarci il suo valore." "I-io?" Chiese timidamente Jack Smith "Si tu. C'è forse qualche problema?" Rispose serio Charles mentre gli offriva la sua spada. "No, nessun problema." Rispose lui, accettando la spada e avvicinandosi alla vittima.

Jack osservava Gabriela, che tremava, piangeva e si contorceva leggermente. "Entro oggi!" Lo esortò Charles, mentre il resto del gruppo restava a guardare in attesa.

Con un respiro, Jack alzò la spada, troppo grossa e pesante per un ragazzino di tredici anni e poi la calò, piantandola nel petto di Gabriela Alvarez, che sussultò, tossì sangue e infine morì, seguita dal colpo di cannone.

"Quanta spietatezza da parte del gruppo e credo che abbiamo appena assistito ad una autentica cerimonia di iniziazione." Commentò Cesar.

"Si, questo lo credo anche io." Disse ancora perplesso David al suo fidanzato, che per risposta si limitò ad annuire, poi la telecamera tornò a fare il giro dei Tributi e i due ancora accoccolati sul letto, smisero di prestare attenzione alla televisione, in favore di altri diletti.

Erano quasi le 11:30 quando la telecamera si fermò e un gran trambusto si udì nella boscaglia: la ragazza del Distretto 12, Maysilee Donner, stava correndo, inseguita dal grosso Tributo del Distretto 10, John Parker.

Lui era più veloce di lei, ma mentre stava correndo la ragazza armeggiò per un attimo con la sua cerbottana ed estrasse dallo zaino uno dei suoi dardi, ora avvelenati, lo infilò nella cerbottana, se la portò alla bocca e proprio mentre l'avversario stava per raggiungerla lei si voltò di scatto e soffiò.

Il dardo partì ad altissima velocità e andò a conficcarsi nel corpo di John, che senza capire cosa esattamente fosse successo si fermò per controllare dove era stato colpito, poi all'improvviso si irrigidì e cadde rovinosamente a terra e il colpo di cannone fece vibrare l'aria dell'Arena ad attestarne la morte.

La ragazza, con un'espressione di sorpresa fissò il cadavere dell'altro Tributo, guardando poi la cerbottana che aveva in mano, poi si girò e se ne andò.

"WoW, quella ragazza ha creato davvero un'arma letale." Esclamò Matthew colpito "Secondo me nemmeno lei pensava che potesse funzionare così bene, ha creato un miscuglio velenoso davvero potente." "Si, hai visto che faccia che ha fatto quando il dardo ha funzionato?"

L'altro non fece in tempo a rispondere, che subito la telecamera si spostò su un altro Tributo: Erika Owen, del Distretto 7, che stava correndo con la spada sguainata verso l'altra ragazza del suo stesso Distretto, Claire Vayri.

Con un verso animalesco, Erika si scagliò su Claire, tentando un colpo alle spalle, ma l'altra sentendola arrivare, si girò e riuscì a parare l'attacco, entrambe caddero a terra e cominciò la lotta: nonostante il primo colpo non fosse andato a segno, Erika continuò a menare fendenti, mentre Claire tentava di schivare e di parare.

Uno dei fendenti colpì Claire ad un braccio, trapassandolo da parte a parte, la ragazza urlò di dolore, ma mantenne i nervi saldi e subito vedendo l'occasione, con un colpo disarmò l'altra ragazza: iniziò così uno scontro a suon di pugni, le due si colpivano, rotolavano e gridavano, alla fine Erika riuscì a mettersi sopra Claire, impedendole di alzarsi e di muoversi, le mise le mani alla gola e strinse.

Ormai la partita sembrava chiusa, quando Claire in un gesto disperato, afferrò una pietra e con forza colpì la testa dell'altra, che cadde su un fianco, liberandola dalla sua presa, subito Claire le fu sopra e sempre usando la stessa pietra, la calò ripetutamente sul cranio dell'altro Tributo: il sangue schizzava in ogni dove, sporcando il viso di Claire, mentre si levavano suoni secchi di rottura.

Claire si arrestò solo quando il colpo di cannone diede prova dell'effettiva morte di Erika, si alzò e con in fiatone gettò la pietra gocciolante di sangue e di materia grigia a terra, poi come in una specie di rituale, si inginocchiò al fianco dell'avversaria morta, le appoggiò una mano sul petto, fece un piccolo inchino con la testa, poi si alzò e se ne andò.

"Che cos'era quello che ha fatto alla fine? Sembrava quasi... un rito." Chiese Matthew curioso "In realtà lo è." Rispose David, poi continuò: "Ne ho sentito parlare: è un gesto di onore, di ringraziamento, verso l'avversario."

"L'ho visto fare già altre volte, ma non capisco il motivo." "Perché in uno scontro, una persona vive e l'altra muore e anche se si è avversari, si onora il sacrificio del caduto, che ha permesso all'altro di vivere."

"WoW, è molto più profondo di quello che pensassi." "Si lo è, questo gesto ha origini molto antiche, ancestrali, prima degli Hunger Games, prima di Panem e prima del mondo come lo conosciamo."

Dopo un po', i due ragazzi decisero a malincuore di uscire dall'accogliente letto per scendere a pranzare.

Durante il pasto in televisione andò in onda una intervista speciale: Cesar quel giorno, come i presentatori prima di lui facevano ogni anno circa a metà della durata degli Hunger Games, avrebbe intervistato uno Stratega.

"Siete pronti a carpire i segreti e le stranezze dell'Arena? Allora senza indugio accogliamo il nostro ospite speciale: a soli ventotto anni è diventato Stratega, un nuovo record!" Scrosci di applausi invasero lo studio. "Signore e signori, Plutarch Heavensbee!"

A quelle parole lo Stratega: un bellimbusto alto e con una gran chioma di capelli biondi, salì sul palco e sorrise alle telecamere.

"Allora Plutarch, cosa ci puoi dire su questa Edizione?" "È un piacere essere qui Cesar, quest'anno è molto speciale, con il doppio dei Tributi, abbiamo fatto il doppio degli sforzi, come ogni Edizione della Memoria, l'Arena diventa un campo di studio, per sperimentare tecniche nuove e all'avanguardia."

"Tu sei lo Stratega più giovane di sempre, soli ventotto anni, come ci si sente ad aver raggiunto questo incredibile traguardo?" "Ti ringrazio per i complimenti e sono davvero fiero e felice delle mie conquiste, ma in realtà io sto ancora imparando, vedi, il lavoro di uno Stratega, non è solo quello di manovrare una macchina, è quello di creare contenuti, per fare ciò serve sì, ingegno e astuzia, ma anche capacità di adattamento: una abilità che si impara con l'esperienza, provando e talvolta sbagliando anche."

In sala un lieve "OHH" e qualche applauso si levò dagli spettatori.

"Quindi in definitiva, non ti senti ancora completo al cento per cento?" "Mi piace definirmi ancora in fase di crescita professionale Hahahaha." "Sagge parole."

"Ma dimmi ora: come procedono gli Hunger Games?" "Per adesso procede tutto come ci aspettavamo, l'unica differenza è che pensavamo che lo scontro alla Cornucopia creasse più vittime, ma questo non è certo un problema, anzi, tutto ciò ha portato a risvolti molto più interessanti."

"Hai pienamente ragione Hahahaha. Invece come vi sembrano i Tributi, rispecchiano le valutazioni che avete fatto?" "Devo essere sincero, qualcuno ci ha positivamente sorpreso, cosa strana, perché di solito il giudizio dopo l'inizio dei Giochi cala drasticamente, ma dopotutto quando si è in una Arena, tutto può succedere."

"Grazie Plutarch per i tuoi aggiornamenti." "È stato un piacere Cesar." "Permettimi un'ultima domanda: Cosa dovremmo aspettarci nei prossimi giorni?" "Oh Cesar, a questo non posso rispondere direttamente, sennò rovinerei lo spettacolo, ma posso solo dire che non mancheranno colpi di scena ed eventi inaspettati e stupefacenti." Rispose lo Stratega con un sorriso furbo sul viso prima di alzarsi, salutare e uscire dallo studio.

Mentre Cesar speculava sugli sviluppi dei Giochi, la diretta dallo studio tornò a rimpicciolirsi a lato dello schermo, mentre quella dall'Arena tornò a mostrare la situazione generale.

Erano circa le 15:30 e i due fidanzati erano sul comodo divano del salotto, quando la telecamera seguì Marika Moore, del Distretto 8, che si stava avvicinando al limpido ruscello che attraversava l'intera Arena.

La ragazza arrivò alla riva, fissò l'acqua, si inginocchiò e con le mani a coppa ne prese una abbondante quantità e si rinfrescò il viso, poi estrasse una borraccia e la riempì, bevve, appoggiò lo zaino e si tolse la maglietta, entrò nel fiume e poi iniziò a pulirsi.

L'acqua sembrava davvero fresca e rinvigorente, Marika stava sguazzano come una bambina ristorandosi dalle fatiche dell'Arena.

Fu lentamente che si accorse che qualcosa non andava: aveva prurito, la sua pelle diventava sempre più rossa e qualche scia di sangue si stava perdendo nella corrente.

La faccia della ragazza mutò dalla felicità al puro terrore, uscì immediatamente dall'acqua, che ora tutti sapevano essere un potente acido, ma ormai era troppo tardi, ormai il danno era fatto, soprattutto poiché ne aveva bevuto una grande quantità, i suoi organi interni stavano collassando, mentre all'esterno la pelle si disfaceva e si sbrindellava staccandosi dal suo corpo.

Lei urlava, mentre incespicava e cadeva, contorcendosi, gli organi ormai totalmente esposti si liquefacevano, gli intestini che fuoriuscivano, i polmoni che vibravano e il cuore che ancora batteva.

Fu una morte atroce e lenta, quando finalmente risuonò il colpo di cannone, di Marika Moore non rimase che uno scheletro bruciacchiato e una poltiglia sanguinante.

"Non ci si può fidare davvero di nulla in questa Arena." Disse Matthew mentre accarezzava gentilmente la testa del suo fidanzato appoggiata sulle sue gambe.

Anche Cesar ebbe la stessa reazione, ribadendo la pericolosità dell'Arena, elogiando l'inventiva degli Strateghi e concludendo che con un'Arena così, è impossibile fare delle previsioni, perché potrebbero essere stravolte in qualsiasi momento.

Dopo la morte di Marika Moore tutto fu tranquillo per parecchio tempo, tant'è che si fece sera, il gruppo dei Favoriti dopo l'esperienza con le orribili belve, aveva avuto l'accortezza di salire sugli alberi per passare la notte e così fecero.

Mentre si arrampicava, Omar Ibrahim afferrò un ramo, che si spezzò, il ragazzo perse la presa e cadde, sbatté violentemente di schiena su un ramo sottostante, un sonoro CRACK si udì, indice di una grave frattura della colonna vertebrale del povero ragazzo, che, sbattuto come un calzino bagnato, continuò a cadere fino a terra, dove con un suono viscido, si infilzò tra un gruppo di appuntite radici che fuoriuscivano dal terreno e il colpo di cannone risuonò per la sua morte.

La scena era durata solo pochi secondi, quasi istantanea e Cesar stava già commentando: "Bastava distrarsi solo per un momento per perdersi questa incredibile scena, Omar ha fatto un errore di valutazione, ha afferrato il ramo sbagliato ed è caduto."

Poi continuò "E che caduta Signore e Signori, la schiena si è spezzata e poi ha incontrato la fine su delle radici, devo dire che questa proprio non me l'aspettavo."

Il commento continuava, ma in quel momento entrarono in casa Alexander ed Helena, che salutarono i due ragazzi e poi chiesero cosa era appena accaduto, David aggiornò i genitori, che rimasero di stucco, poi Helena disse: "Comunque io sono davvero molto affamata, che ne dite di cenare?" "Certo mamma, anche io ho molta fame." Rispose David, così non passò molto prima che tutti fossero attorno alla tavola a gustare la cena.

Nel frattempo all'interno dell'Arena si fece buio e quella sera aleggiava anche una sottile nebbia, che tutti ormai si aspettavano fosse pericolosa, invece si rivelò essere semplice nebbia.

Per parecchio tempo, nulla accade, erano quasi le 21:40, mancava poco alla conclusione della serata, quando la telecamera si arrestò inquadrando Lexa Brown, del Distretto 10, che, nel fitto del bosco aveva acceso un minuscolo fuocherello e si stava alzando per fare i suoi bisogni, la ragazza fece qualche metro, andò dietro ad un piccolo cespuglio e si accovacciò.

Tutto sembrava normale, quando un lieve fruscio fece scattare la ragazza, che si guardò intorno, ma non vedendo nulla continuò a concentrarsi su ciò che stava facendo.

Fu quando Lexa sentì il rumore di un rametto spezzato che iniziò a preoccuparsi, si alzò, si guardò attorno, poi un altro fruscio alla sua sinistra la fece girare di scatto, mentre più distante un altro suono secco si levò, la ragazza non sapeva dove guardare, il suo respiro si fece affannoso, camminando all'indietro, scrutando la penombra del bosco, tornò al fuoco.

Era quasi arrivata, quando vide con la coda dell'occhio una pelliccia scura balenare per un secondo, prima di confondersi con l'oscurità.

Lei spaventata fece qualche passo indietro, finendo sul fuoco, i legnetti si dispersero e la fiamma si spense, ormai si sentivano degli strani suoni provenire da tutt'intorno, Lexa era terrorizzata, piangeva e continuava a girarsi verso i numerosi rumori, protetta solo da un minuscolo coltello.

Ormai nella completa oscurità, vide proprio lì, nel fitto della foresta, molteplici paia di occhi rossi e scintillanti che la stavano fissando, con un ringhio balzarono fuori e di Lexa rimase solo un urlo nel buio e il colpo di cannone.

Nelle case gli spettatori erano attoniti ed inquietati. "WoW, che scena spaventosa, qualcuno stanotte non ci vuole far dormire Hahahaha." Commentò Cesar spezzando un po' la tensione "Comunque mancano ormai pochi secondi alla conclusione di questa intensa terza giornata di Giochi che continuano a sorprenderci."

Detto ciò, nell'Arena suonò come sempre l'Inno di Panem e su nel cielo furono proiettate le immagini dei caduti, che quel giorno con l'aggiunta di Lexa Brown all'ultimo minuto, ammontavano a sette Tributi.

"Gli sfidanti sono sempre meno, con oggi sono morti ventitré Tributi su quarantotto, siamo al giro di boa." Rifletté Alexander "Quest'Arena è una sorpresa continua, un'Edizione così entusiasmante non si era mai vista." Rispose David "Come ha detto anche Cesar: tutto può succedere." Fu d'accordo Matthew

"I Tributi non dovranno essere solo forti, ma anche astuti." Continuò David "Hai ragione, sai chi mi sembra abbastanza sveglio, il Tributo del Distretto 12: Haymitch Abernathy, forse dovremmo puntare su qualcuno di inaspettato, non credi caro?" Esclamò Helena rivolta al marito "Perché no, forse quest'anno è la volta buona che un Distretto remoto possa vincere." Rispose lui.

Il discorso fu interrotto da Matthew che disse: "Scusate, ma per me si è fatto tardi, devo tornare a casa, grazie mille per tutto." "Oh ma è un piacere." Disse Alexander mentre Helena lo abbracciava e gli augurava buona notte. "Io lo accompagno." Esclamò David, per poi dirigersi verso la porta e uscire.

Una volta scesi e arrivati davanti al palazzo di Matthew, i due ragazzi si baciarono, si augurarono la buona notte, poi David disse "Non vedo l'ora che sia domani, è uno degli eventi che amo di più." "Vero, ci si diverte sempre un sacco. E poi sono sicuro che sarai bellissimo." "Ma non dire scemenze, Hahahaha." Rispose David arrossendo, facendo ridere l'altro, poi continuò: "E ora vai a dormire, sennò domani chi ti tira giù dal letto?" "Hahahaha vero, vero, allora buonanotte amore." "Buonanotte anche a te."

Si scambiarono un ultimo bacio e poi Matthew entrò nella grande porta a vetri, David tornò a casa, si mise in pigiama, si lavò i denti e si infilò sotto le coperte e pensando al grande evento dell'indomani si addormentò.

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