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Capitolo primo


Alex era in bagno a farsi una doccia, era solo in casa, quindi solo il rumore dell'acqua rompeva il silenzio che normalmente c'era nel suo appartamento.

<Devo ripagare il barista, ma come potrei fare a trovare i soldi per ripagarlo?>.

Alex sapeva bene che il drink gli era stato offerto.

Tuttavia si sentiva comunque in debito col barista, e la cosa non gli piacque.

Pertanto stava pensando di trovarsi un lavoro anche solo per racimolare i soldi per pagare quel drink.

Mentre pensava a dove poter trovare lavoro, nella sua mente comparve l'immagine del barista e del suo splendido sorriso, del suo sguardo, la sua espressione quando lo vide..

<Ma a cosa sto pensando?>

Esclamò ritornando con i piedi per terra e distogliendosi da quei pensieri alquanto imbarazzanti per lui.

Quando finì di lavarsi, cinse il suo bacino con un asciugamano e iniziò ad asciugare i suoi capelli biondi per poi utilizzare i suoi soliti cosmetici per curare il suo viso.

Dopodiché si diresse verso il suo armadio, in camera sua, e iniziò a cambiarsi, decidendo di indossare una delle sue felpe larghe, con le maniche che gli coprivano parzialmente le mani, in seguito indossò un jeans aderente chiaro, mise la sua solita cintura

Dolce & Gabbana e indossò delle scarpe nere che comprò giorni fa dai cinesi per non spendere troppo.

Una volta pronto, uscì di casa per poi recarsi all'ufficio di collocamento.

Tra i vari annunci esposti in bacheca, notò che vi era una richiesta per aiuto pasticciere.

La richiesta era da parte di una pasticceria, che egli ricordò vi fosse poco distante da casa sua, quindi decise di cogliere la palla al balzo

E di recarsi subito sul luogo per non perdere l'occasione.

Dopo un po' di tempo arrivò dinanzi alla pasticceria e dopo un breve tentennamento iniziale decise di entrare.

<S-salve..è permesso?>

Domandò Alex non poco agitato.

< Ma buongiorno! Come posso esserti utile!>

Gli rispose poco dopo con estremo entusiasmo probabilmente la proprietaria del locale regalandogli un sorriso raggiante nei suoi confronti.

< Sono qui per via del vostro a-annuncio>

<Oh! Finalmente! Vieni accomodati pure nel mio ufficio!>

Disse trascinandolo nel suo ufficio subito dopo.

Alex era agitato e ansioso a livelli assurdi quindi non riuscì a parlare per tutto il breve tragitto anche per via della sua timidezza e quando i due arrivarono, la signora troppo esagitata a parere di Alex lo incitò ad accomodarsi su di una sedia di fronte ad una scrivania posta dinanzi ad essa mentre lei si sedette sulla sua poltrona.

<Il mio nome e Daria, tu sei?>.

Chiese sorridendo ancora come solo lei sapeva fare.

<Il mio nome è Alan ma preferisco che tutti mi chiamino Alex, non mi piace il mio vero nome>.

Disse Alex ancora agitato pur provando inutilmente a calmarsi.

<Ok, Alex, non ti preoccupare, senti posso sapere come mai hai scelto di prendere in considerazione di lavorare qui da noi?>.

<beh..il fatto è che io studio da casa per il liceo che frequento

e non ho abbastanza soldi per permettermi di vivere nel mio attuale appartamento, che è poco distante da qui.

Mi servirebbe quindi un lavoro anche momentaneo per stare al passo con l'affitto e le bollette.

Allora sono venuto qui anche perché mi piace lavorare in cucina e aver a che fare con i dolci, le torte e cose così insomma>.

Disse tutto d'un fiato agitato com'era.

<Ok, ok, tranquillo, non ti mangio mica sai? comunque posso chiederti se hai già avuto a che fare con questo mestiere?>

<No, ma me la so cavare abbastanza bene in cucina..>.

Disse Alex, nascondendo la sua insicurezza di tale affermazione.

<Allora fammi vedere di cosa sei capace>

Disse d'un tratto la proprietaria sorprendendolo non poco.

<A-Adesso, tipo ora?>

<Si, ora, così vedrò le tue capacità culinarie>.

Disse sorridendo nuovamente come al solito.

Alex quindi fece un cenno di assenso con la testa e i due si diressero in cucina.

Appena entrarono, ad Alex gli brillarono gli occhi, era una cucina enorme, i dolci erano un po' ovunque, tutto risplendeva meno del bancone da lavoro centrale che era ricoperto di farina, glassa e altre robe varie tra cui vi erano anche biscotti e cheesecake ai frutti bosco che già a vederle veniva già l'acquolina in bocca.

La proprietaria ridacchiò vedendo lo stupore nei suoi occhi e Alex si diede contegno arrossendo come un pomodoro.

<Bene, ora preparami quello che vuoi ok? Non avere fretta>

Disse tranquillamente Daria sorridendo nuovamente e dandogli delle piccole pacche sulla spalla.

Per Alex, non andare di fretta era una cosa impossibile, era sempre stato abituato sin da quando era piccolo, a essere scattante e sempre pronto a ogni cosa, e con un'agilità assurda e con un'ansia tale da avere anche la sua stessa ansia l'ansia preparò in pochissimo tempo una torta mimosa con l'ananas e la servì alla proprietaria rimasta a guardarlo sorpresa.

Assaggiò una fetta di essa e ne rimase travolta dal sapore, talmente tanto che sembrasse che godesse per la sua gustosità.

<Oh my god!!! ma è buonissima!!! Chi ti ha insegnato a cucinare così?>.

Alex a quella domanda s'incupì per un attimo, ripensando al suo passato con i suoi genitori, ma subito dopo rispose che era autodidatta e che ha imparato dai suoi errori col tempo, ovviamente mentendo.

<Comunque sarò felicissima di averti qui con noi, inizi da Lunedì ok?>.

Disse felicissima la proprietaria sorprendendo Alex non poco.

< L-la ringrazio, s-sarò molto felice di lavorare per voi>.

Dopodiché la proprietaria presentò ad Alex il modulo del contratto a tempo determinato, che poi egli sottoscrisse.

La proprietaria glichiese la sua taglia e il numero di scarpe e, Alex una volta che ebbe dato i suoidati tornò "tranquillamente" a casa.

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