Capitolo 9.
"Louis?" Sentii sussurrare il mio nome al mio orecchio, mentre ero ancora abbastanza addormentato da non voler compiere neanche un movimento.
"Cosa cazzo vuoi?" Borbottai, dimenandomi da quelle mani appoggiate alle mie braccia.
"Scontroso eh, ti volevo dire che devo andarmene." A quel punto mi voltai, incrociando lo sguardo di Harry. "Perché? Che ore sono?"
"É pomeriggio, abbiamo dormito un sacco." Ridacchió, aggiustandosi i capelli abbastanza disordinati. Non li avevo mai visti in quel modo.
"E dove devi andare?"
"A lavoro. Non posso prendermi tutta la giornata." Mi rispose, portai una mano alla mia fronte sospirando.
"Cazzo, giusto. Il lavoro." Borbottai, alzandomi dal letto. "Ci vediamo piú tardi magari." Gli dissi, cominciando ad uscire dalla stanza. Lui mi seguí, per fermarmi poco prima di entrare nel bagno.
"Un bacio non me lo dai?" Mi chiese, girandomi il volto. Annuii leggermente aspettando che mi baciasse, cosa che fece dopo poco aver capito che io non avevo intenzione di muovere un muscolo.
"a dopo, bello addormentato ." Mi scherní, dirigendosi all'uscita. Gli rivolsi un "Ciao stronzo." stanco prima di chiudermi in bagno.
Dopo essermi lavato e preparato, uscii di casa per tornare a lavoro.
Non potevo stare tutta la giornata sul divano e, in piú, non volevo.
Quando arrivai alla sede, Zayn alzó gli occhi al cielo.
"Don ti aveva dato l'intera giornata, perché cazzo sei venuto? Devi riposare." Mi riprese, avvicinandosi a me.
"Preferisco cercare di salvare la vita delle persone anziché dormire." Gli risposi, scontroso. Lui sbuffó, per tornare alla sua scrivania.
Era divertente il fatto che lui stesse nella stanza principale, seppur grande e comoda, insieme ad altre dieci persone mentre io avevo un ufficio tutto mio. Era in quei momenti, in cui lui faceva il papá stronzo, che mi piaceva ricordarlo. Mi sentivo bene.
"Tomlinson, cosa ci fa qua?" Quando Don mi vide, rimase abbastanza sorpreso. "Vi avevo dato l'intera giornata e non lo faccio con nessuno."
"Lo so e la ringrazio, ma ho preferito venire a lavorare. Non volevo dormire tutto il giorno." Sorrisi, lui annuí.
"Ottimo spirito. Allora recati dai tuoi colleghi e fatti raccontare le novitá." Mi dileguó con un sorriso poco soddisfacente, mi aveva lasciato in mezzo la sala da solo e spaesato.
Che novitá potevano esserci?
"Zay?" Chiesi, avvicinandomi a lui. Si voltó verso di me abbastanza seccato, ma feci finta di non farci caso.
"Cosa é successo in queste ore che ci sono stato?"
"Un altro omicidio, accaduto circa una mezz'ora fa o di meno di cui si sta occupando la nostra squadra, una lettera piuttosto ambigua e un biglietto con un mazzo di rose che adesso sono sulla tua scrivania."
Un biglietto con un mazzo di rose.
"Ambigua? Dammi fascicolo della vittima e lettera." Fece come richiesto, porgendomi una cartellina gialla con sopra la foto della vittima. Quando la vidi, rimasi scioccato. Era la signora che avevo visto al bar la volta che io e Harry ci siamo baciati, facendola infuriare per ricevere qualche battutina spiacevole.
Aprii subito la lettera.
"In fin dei conti, il più rapido mezzo di comunicazione fra due uomini resta sempre la pallottola."
Vi lascio con questa saggia frase di Romano Bertola, uno scrittore italiano -e non lo so- che io personalmente adoro, per farvi capire che non sempre le parole possono servire.
Quando una persona va uccisa, lo capisci subito.
Su questa vittima c'é solo da ricordare.
Non cercate un giro, la veritá sta in una persona.
-The Black Monster
"Ricordare cosa, poi?" Mi chiese Zayn, una volta che poggiai la lettera sulla scrivania.
Scrollai le spalle, non sapendo cosa dire.
Poi, un "Non lo so." scappó dalle mie labbra facendolo sospirare.
"Io... Penso andró in ufficio a riflettere." Continuai, allontanandomi da Zayn che si era ormai seduto sulla sua poltrona per attaccarsi al computer.
Quando entrai nel mio ufficio vidi il mazzo di rose rosse sulla scrivania e sorrisi leggermente, prendendo il bigliettino nascosto tra i fiori.
Passa un buon pomeriggio.
Te lo meriti x. H. Ps. Sei bellissimo quando dormi.
Dopo averlo letto presi il mio cellulare dalla tasca del jeans e gli scrissi un messaggio.
Possiamo vederci quando esco da lavoro?
Sicuramente, alle 21 ti passo a prendere.
Alla sua risposta riposi il telefono nella tasca, andandomi a sedere.
Osservai quelle rose per un bel pó, prima di distogliere lo sguardo per scuotere la testa con un sorrisino sul viso.
Davvero un gesto incredibile.
*cinque ore dopo*
"Hai fatto un pó ritardo." Mi disse Harry, appena entrai nella sua auto. In effetti, erano le 21:30 ed ero appena sceso sotto.
"Scusa ma é stato un pomeriggio particolare." Gli risposi, avvicinandomi per lasciargli un bacio sulla guancia. Lui sorrise, scrollando le spalle.
"Non fa niente, ti avevo giá perdonato una volta entrato nell'auto bello come il sole."
"Mi fai arrossire cosí, finiscila!" Mormorai, ricevendo da lui un altro sorriso. Nel mentre di sorrisetti timidi e risate poco virili mise in moto la macchina.
"Andiamo a casa mia, va bene?" Mi chiese, mi voltai verso di lui sorridendogli dolcemente.
"Scusa, ma non penso sia il caso. Possiamo restare fuori? Sarebbe meglio." Gli dissi, lui annuí leggermente confuso.
"Va bene, andiamo al parco?"
"Non c'é nessuno a quest'ora."
"E quindi? Louis sembra che tu ti stia preoccupando che io voglia ucciderti.
Non lo faró, te lo prometto." Rise, alzai gli occhi al cielo lasciandogli un pugno sul braccio alla quale non ebbe reazione, fottuta forza di un bambino di tre anni.
"Non é questo, solo che ho fame. E se al parco non ci sará nessuno, com'é sicuro che sia, non ci saranno i carretti degli hotdog o quelle altre capannine dove preparano roba da mangiare." Spiegai, a quel punto lui rimise in moto la macchina, che aveva fermato una traversa prima probabilmente da casa sua.
"Va bene, anche se a casa mia potevo cucinarti io e avremmo risparmiato soldi."
"Scusa, se il tuo problema sono i soldi pagheró io." Gli risposi, innervosito. Quando lo dissi, fermó nuovamente la macchina.
"Non ho nessun problema con i soldi, ho solo detto una stupida frase. Smettila di fare il principino incazzato."
"Non sto facendo proprio nulla e se ho capito male, allora mi scuso. Adesso andiamo a mangiare da qualche parte?" Gli chiesi, senza ottenere risposta.
Sorrisi appoggiando la mano sotto al mento per stare piú comodo mentre Harry guidava senza proferire parola.
Mi permisi di accendere la radio lasciando che le canzoni di Angus & Julia Stone riempissero il vuoto lasciato da quel silenzio imbarazzante.
"Adoro questi due." Sorrisi.
"Anche io, mi rilassano. É un rito ascoltare le loro canzoni in determinate situazioni." Mi spiegó, con un sorriso sul viso a tratti inquietanti.
"Li adoro davvero tanto..." Aggiunse, svoltando a destra. Poi, un "Forse é meglio che chiudi la radio." pronunciato con un tono particolarmente spaventoso mi bastó per far tornare il silenzio nell'auto, interrotto subito dalle sue parole.
"Com'é andata a lavoro? La lettera e il mazzo di fiori?"
Perdonatemi per l'assenza ma non riuscivo proprio a terminare il capitolo, ho avuto bisogno di qualche giorno per pensare a cosa scrivere e perché avrei dovuto scriverlo.
Con questo, vedró di mettermi subito a loro con il capitolo 10. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro