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Capitolo 6.

Alle 19:30 me ne andai a casa, con la scusa di avere un forte mal di testa, per prepararmi al meglio all'appuntamento.

Quasi non ci credevo, avevo un appuntamento con la mia fottutissima cotta. Come potevo prenderla se non svenendo?
Okay, non svenii davvero ma ci fui vicino nel momento in cui entrai nella sua auto, per vedere lui vestito di una camicia bianca fin troppo sbottonata per la mia sanitá mentale e del solito pantalone nero a fasciargli perfettamente le gambe lunghe.

"Ciao." Mi disse. "Sei proprio carino questa sera." Aggiunse poi, con l'accenno di un sorriso. Io arrossii semplicemente, troppo imbarazzato dai suoi complimenti.

"Non dire queste cose, poi mi faccio rosso." Confessai, con le guance giá colorate piú del normale. Lui rise, facendomi restare incantato a quel suono meraviglioso. Cosí delicato ma allo stesso tempo sexy, eccome.

"Mi dispiace amore, ma mi sará inevitabile farti i complimenti questa sera." La sua mano destra si appoggió sulla mia coscia, dopo quella frase, cominciando ad accarezzarmi lentamente. Ma tutto ció che risuonava nella mia testa era quell'amore, che avrei voluto ascoltare per tutta la vita, tanto che non mi accorsi del momento in cui lui fermó la macchina davanti un locale giá dall'esterno molto carino.

"Prego." Mi sorrise, una volta che mi ebbe aperto la portiera. Abbassai lo sguardo imbarazzato, scendendo dall'auto. Sembrava me lo stesse facendo apposta.

"É bellissimo, non ci credo che tu mi abbia portato qua." Dissi una volta all'interno del locale, ricevendo da lui un dolce sorriso e il suo braccio ad avvolgermi le spalle.

"Vino?" Mi chiese, appena seduti al tavolo. Annuii immediatamente, mi serviva qualcosa che mi distraesse da quello che stava succedendo intorno a me e dal lavoro che aveva ucciso quel poco di vitalitá che mi era rimasta.
Cosí, cominciai a bere, solo un bicchiere. Sí, poi al primo bicchiere ne seguirono altri, ma quello non fu importante perché Harry mi regaló la serata piú bella della mia vita.

*quale ora dopo*

"Lou?" Mi sorrise Harry. Eravamo sdraiati su un prato poco lontano dal ristorante e ci stavamo divertendo da matti, a stare abbracciati per guardare le stelle di una serata fin troppo calda per i primi di giugno.

"Dimmi." Mugugnai, nascondendo il viso tra la sua maglietta, per inalare il suo profumo e rimanerne estasiato.

"Ci pensi mai al futuro?" Mi chiese, di punto in bianco. Alzai la testa per guardarlo, con uno sguardo confuso e abbastanza spiazzato. "Ma che domanda é?" Risi, ottenendo da lui un leggero schiaffo sulla testa.

"É una domanda seria, penso di soffrire di doppia personalitá. Non so se potró essere felice in futuro." Mi confessó, sospirando. Non afferrai del tutto le sue parole, ma quel poco mi bastó per capire.

"Tutti hanno una doppia personalitá, Harry. A questo mondo ce ne sono pochi veri, se non proprio nessuno. Eppure, sono felici lo stesso. Perché non potresti esserlo pure tu?"

"É diverso, nel mio caso. É completamente diverso, certe volte peró l'altro mio lato mi piace. Mi piace cosí tanto che solo a pensarci..." Mormoró, senza terminare la frase. Lo guardai curioso.

"Continua." Gli dissi, lui scosse la testa, accennando un sorriso.

"Non posso." Rispose, cominciando ad accarezzarmi i capelli, mi lasciai cullare dalle sue carezze dimenticandomi totalmente del discorso precedente. Chiusi gli occhi, ancora appoggiato al suo petto.

"Mi prenderesti per pazzo se ti dicessi che ti trovo bellissimo?" A quelle parole, sorrisi.

"Grazie." Gli risposi, alzando nuovamente la testa per lasciargli un bacio sulla guancia.

"Sai cosa... Saró anche una persona complessata, ma accanto a te mi sento niente." Mi disse, spostandomi dal suo corpo per mettersi a sedere e guardarmi in faccia.

"Perché mai?"

"Perché tu sei bellissimo, simpatico, hai un buon lavoro. Io sono solo uno che sta dietro il bancone ad un bar a preparare caffé a signori che, se gli regalo un cornetto la mattina perché sono persone che conosco e mi stanno simpatiche, la mattina dopo pretendono che io lo faccia di nuovo. Poi sono complicato, non sono bello, e parlo interiormente, che é la cosa piú importante. Mi sento una persona di merda ogni volta che mi alzo la mattina, non c'é mai un giorno che mi sveglio e guardandomi allo specchio non vedo un mostro." Sospiró, le sue mani passarono attraverso i suoi capelli, probabilmente per il nervosismo di quel momento. Mi avvicinai, rivolgendogli un piccolo sorriso, per avvolgere il suo corpo con le mie braccia.

"Non sei un mostro, sei una persona d'oro. Sia dentro che fuori, sei bellissimo. E in ogni caso, mostro o meno, tu mi piaci cosí. Niente potrebbe farmi cambiare idea." Mormorai, cosí voltó lo sguardo verso di me, sorridendomi. Un sorriso sincero, accompagnato da un abbraccio.

Mi stava abbracciando, mi stava accarezzando la testa e stava... Piangendo sulla mia spalla.

"Grazie Lou." Singhiozzó, il suo corpo tremante mi spezzó il cuore. Lo strinsi forte, nascosi la testa tra i suoi capelli e sospirai.

"Non piangere Harry." Lo sentii fermarsi per un attimo, il tempo di asciugarsi le guance bagnate.

"Non mi sfogavo da tempo." Confessó, ridacchiando. Era imbarazzato, chiaramente.

"Potrai farlo quando vorrai d'ora in poi, basta che vieni da me." Gli dissi. Lui sorrise, poggiando una mano sulla mia guancia per accarezzarmi dolcemente.

"Sei una persona magnifica." Poi, successe. Le sue labbra entrarono a contatto con le mie e mi sentii mancare. Harry mi stava baciando davvero, quello non era uno dei miei altri sogni.

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