"Raccontaci cosa è successo, Louis." In quel momento mi sentii agitato e fortemente a disagiato.

Ero seduto su una sedia circondato dal mio superiore e una decina di poliziotti incuriositi. Tanti scrivevano, altri mi guardavo e basta con aria confusa.

Deglutii.

"A-allora, la mattina in cui sono "scappato" Zayn era venuto da me per dirmi di aver visto Harry passare sotto la sede e che, se volevo, ero ancora in tempo per salutarlo... Io io, io ho sempre sospettato di lui così per evitare che potesse commettere qualcosa di male corsi da lui solo che quando lo salutai lui mi portò in una stradina e-"

Don mi guardò, mordendosi il labbro inferiore. Distolsi lo sguardo da tutte quelle persone che mi stavano fissando, sotto i loro occhi attenti non riuscivo a procedere. Avevo paura di fare una mossa falsa e se mai fosse successo, mi sarebbe costata cara.

"E... Mi ha picchiato. Ha cominciato con qualche calcio e pugno e poi mi ha strattonato fino a farmi sbattere al muro. Ho perso i sensi dopo aver picchiato davvero forte la testa, e quando mi s-sono risvegliato ero ero in una casetta, con questi vestiti sgualciti che porto da quando mi ha rapito perché sì, Harry Styles mi ha rapito e mi ha maltrattato e io..."

Mi fermai un attimo per respirare, stavo facendo una cazzata. Lacrime amare solcavano il mio viso, sapevo di star sbagliando ma non riuscivo a smettere di mentire dalla paura.

Già, per la seconda volta in vita sua Louis Tomlinson era impaurito.

"E io sono davvero dispiaciuto di questa cosa perché quel ragazzo mi piace un sacco ma deve pagare per quello che ha fatto, un giorno mi disse che se mai avessi provato a scappare avrebbe convinto la polizia che io sono uno psicopatico che si è inventato tutto e mi avrebbe fatto chiudere in un'ospedale facendomi perdere il lavoro, la cosa più cara che ho se non l'unica che, prima che mi facesse del male, mi era rimasta. Ora vi darò l'indirizzo della casa così potrete andare a controllare, prima che scappi. Per favore, non bevetevi niente di quello che vi dirà, ha spaccato il mio telefono contro il muro e per giorni mi ha fatto stare da solo in una stanza, è pazzo. Spero riuscirete a prenderlo."

Una volta conclusa la dichiarazione, sospirai sollevato. Diedi l'indirizzo e finalmente guardai da seduto gli altri scappare dalla sede per raggiungere la casa.

Abbassai la testa. Mi ritrovavo solo e senza forse, privo di lucidità e un grande rimorso a mangiarmi il cuore. Avevo sbagliato, ma Harry era comunque un assassino e doveva essere punito.

"Scusami amore mio." Sospirai, passandomi le mani sul viso. Mi alzai dalla sedia e cominciai a camminare verso il mio ufficio, quando aprii la porta mi sembrò di vedere Harry seduto sulla mia poltrona.

Scossi la testa in preda all'agitazione, sperando che quell'immagine sparisse dai miei occhi una volta dopo averli riaperti.

"Potranno anche prendermi ora, magari mi farò anche trovare qua dentro con un bel sorriso in viso. Ma mai, lasceró che questo accada senza che io mi sia vendicato. Scappare è stata una pessima mossa, e io di mosse pessime ne ho viste fare a bizzeffe. Con me non si scherza, avresti dovuto capirlo fin da subito. Adesso, se ti ritroverai sgozzato non sarà di certo colpa mia ma solo tua che mi hai sottovalutato. Sapevi chi ero, allora perché hai deciso di giocare con il fuoco? Scusa tesoro, ti ho voluto bene ma il bene termina, quando una persona ti fà un torto."

A quel punto mi si bloccò il respiro in gola.

Ciao people, scusatemi tanto l'assenza ma alla fine sono tornata! Ecco a voi un nuovo capitolo, la storia è praticamente giunta al termine: manca solo un capitolo o due, poi deciderò.
Detto questo, godetevi l'aggiornamento, alla prossima!
(Non ho riletto quindi scusate eventuali errori)