17 (Finale)
"Don?" Prima che la chiamata potesse essere accettata passarono secondi interminabili, che fecero innervosire Harry seduto sulla poltrona.
Dall'altro capo del telefono, Don era immobile fuori dalla sede insieme a tutti gli altri per discutere della strana situazione creatasi.
"Sì? Chi è?" Chiese, allontanandosi dal gruppo.
Harry sorrise.
"È appena successa una cosa terribile." Proferì allora.
"Cosa? Chi è? Di cosa sta parlando?"
"Louis, è a terra. Sta perdendo molto sangue." Spiegò tranquillamente, guardando il corpo a pochi centimetri da lui. Si passò una mano tra i capelli, alzandosi dalla sedia sicuro che presto sarebbe entrato Don nell'ufficio.
Lasciando la chiamata sospesa, che di sottofondo aveva sospiri tremolanti e preoccupati gettò il cellulare a terra, sicuro che non potesse lasciare tracce. Anche se sapevano già chi era.
Ma infondo, a chi importava? Sarebbe riuscito a scappare di nuovo. The Black Monster riusciva a fare qualunque cosa e davanti anni di prigione non si sarebbe sicuramente fermato.
Così, velocemente, si buttò da fuori la finestra. Appena atterrò dal primo piano -niente di esagerato- sentì la porta dell'ufficio di Louis spalancarsi e Don urlare. Rise soddisfatto correndo per le strade di parti abbandonate e impensabili della città, fino ad arrivare alla sua macchina.
Carica delle sue valige già pronte, perchè aveva già programmato tutto.
Sapeva che un giorno Louis sarebbe scappato dalla polizia per raccontargli la versione dei fatti che lo avrebbe salvato. Altrimenti, non avrebbe mai messo dei microfoni nella sede dell'FBI.
Un FBI alquanto stupida e ingenua, per quanto tecnologica e attenta. Ma si sa, il computer sarà anche intelligente ma una mente contorta non la supera neanche il più potente degli apparecchi elettronici e The Black Monster, aveva la mente fin troppo contorta.
Pianificava tutto e non si lasciava scappare nulla, ogni cosa che faceva era scritta, studiata, precisa e incapace di cadere nell'errore.
Lui sapeva che Louis era una persona debole.
Era riuscito a farlo cadere ai suoi piedi fin dalla prima volta che entrò in quel bar, per giorni e mesi lo osservò in ogni suo lato, studiò il suo lavoro e si decise a fargli un bello scherzetto.
E, infatti, farlo impazzire con una ventina di casi da risolvere fu abbastanza divertente.
Quel ragazzo era così sciocco, da un certo punto di vista. Quasi prevedibile.
Louis non era come Harry, ed Harry adorava prendersi gioco di chi non era come lui.
Harry era furbo, astuto, intelligente e forte.
Louis era a tratti insicuro, debole, intelligente ma non troppo sveglio per il suo lavoro.
Harry aveva una mente particolare, piena di insidie e angoli neri.
Louis aveva una mente comune, uguali a tutte le altre.
Ad Harry serviva solo un preteso per ucciderlo e Louis glielo aveva dato, proprio come aveva previsto lui. D'altronde, prese solo la palla al balzo.
Gli ha voluto bene, gli ha mostrato un lato del suo carattere che avevano visto pochi e gli ha dato il suo corpo.
Ma il bene non è per sempre, tutti sappiamo che niente è per sempre. E per Louis, non ci sarebbe stata nessuna eccezione.
Hiii!
So che sono vergognosa insieme ai miei tempi di pubblicazione ma ho praticamente abbandonato wattpad per studiare, quindi chiedo immensamente perdono. In ogni caso, sono riuscita a finire questa storia.
Questo ultimo capitolo è più un quadro generale dei personaggi e della loro storia, ma ne sono comunque contenta.
Lo so che è molto corto ma in uno spazietto ritagliato di dieci minuti dopo 8 ore di studio, non si riesce a fare molto.
In ogni caso, grazie a voi che avete seguito la storia, votando sempre e commentando. Vi ringrazio tanto, spero di trovarvi sulle altre mie storie!
Un bacio :*
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