The Truth Is Enough
"E poi cos'è successo? Quello che succede sempre. Le risate sono finite e sono rimasti solo i ricordi."
-Giorgio Faletti
"Abbiamo deciso quest'oggi che è ora di cambiare le carte.
Vediamo se capisci Scott: noi vogliamo Stiles, e se per farti capire che siamo disposti a tutto dobbiamo ridarti tua madre, non c'è alcun problema.
Sappi però che non stai alle nostre regole, le cose si invertiranno e diventeranno peggio di quanto non siano state prima.
Abbiamo giocato fino ad adesso, e ora mettiamo sul campo il nostro più abile giocatore. Non provare ad ingannarci, non sei invincibile, e non hai alcuna via di fuga questa volta.
Adesso inizia il vero gioco Scott, spero tu sappia come muovere le tue pedine. Altrimenti perdi e non vuoi sapere cosa succede se perdi.
28 maggio 2020, nel bosco.
Ti aspettiamo.
Donovan
Monroe
Qualcuno iniziò a bussare alla porta con forza ed impazienza.
Scott non era più riuscito a chiudere occhio, perciò si era alzato un ora più presto rispetto all'appuntamento che aveva fissato con tutti gli altri. Aveva preso la lettera che la madre gli aveva consegnato, e una volta deciso a leggerla, la aprì di scatto e la lesse d'un fiato.
Monroe e Donovan.
Donovan secondo ciò che gli suggeriva la memoria, era morto.
I pugni sulla porta si fecero più violenti e perciò Scott si affrettò a raggiungerla urlando: "Sto arrivandoo"
Quando finalmente aprì si ritrovo Liam che, come lui, sembrava aver dormito poco.
"Liam, fermati!"
Theo era dietro di lui e gli aveva poggiato una mano sulla spalla.
"Scusami, è scappato via e non sono riuscito a trattenerlo."
Affermò guardando Scott, che era rimasto piuttosto perplesso.
"Ok, entrate"
"Scott io ti devo parlare"
Gli disse Liam andando a gettarsi sulla poltrona.
Inizialmente però, il beta voleva tuffarsi sul divano ma aveva notato che era occupato. Quando notò da chi era occupato, ebbe la stessa espressione che poco prima aveva avuto Scott.
"SCOTT"
Urlò all'Alpha.
Lui era andato in cucina perché il caffè ormai si stava bruciando.
"Si?"
Chiese, urlando a sua volta.
Così Liam ancora confuso si precipitò in cucina.
"Cosa ci fa tua madre sul divano?"
Il moro sorrise nel vedere Liam sconvolto.
"L'hanno lasciata andare, sta mattina presto mi ha suonato al campanello, con lei c'era questa lettera."
Scott la prese dal tavolo e la porse al beta.
Nel fratrempo anche Theo li raggiunse, con la stessa espressione del fidanzato sul viso.
"Tua madre... Divano... Cosa?"
Disse con gli occhi spalancati.
Scott scoppiò a ridere e poi scosse la testa: "Sei proprio un idiota."
In tutto ciò però non si accorsero di aver svegliato anche Malia. Quest'ultuma era scesa giù ed era entrata in cucina con malavoglia.
"Buongiorno"
Le disse Theo, ma lei lo guardò male e di conseguenza la chimera alzò gli occhi al cielo.
"Mai una volta che puoi lasciar correre eh"
Puntualizzò a bassa voce.
"Ma stai zitto."
"È una bella minaccia, siamo fritti."
Constatò Liam ripoggiando il pezzo di carta sul tavolo di getto.
"Cosa?"
Chiese Malia, prendendo anche lei il biglietto e leggendolo velocemente.
"Pff, ma per favore, ancora questa?"
Disse riferita alla Monroe.
"A quanto pare."
Scott alzò le spalle. Chiunque fosse andava affrontato e basta.
"Gli altri dovrebbero arrivare fra poco, se vuoi aspetto prima di parlare."
Propose Liam.
Aveva ansia, sarebbe dovuto venire la sera prima, quando tutto era accaduto. Ma Theo l'aveva convinto a riposarsi prima di raggiungere gli altri, e alla fine, lui aveva ceduto alla stanchezza.
"No, non è necessario. Parla pure."
Scott gli fece un gesto con la mano ijn segno di approvazione.
"Bene."
Sussurrò il beta.
Si girò per un secondo verso Theo. Nonostante fossero enttrambi ancora arrabbiati, era comunque il suo fidanzato. Theo annuì, facendogli capire che poteva procedere.
"Ieri durante la partita ho notato qualcosa di strano, e quando ero nello spogliatoio sono inciampato nella borsa di uno dei miei compagni."
Prese una busta dalla tasca e la consegnò a Scott.
"Dentro c'erano almeno una decina di queste, penso sia cocaina. Resta il fatto che durante la partita alcuni dei giocatori uscivano dal campo e la scambiavano per dei soldi. Praticamente la vendevano."
Scott lo guardava interessato, sapeva che la storia non era ancora finita, ma quello che aveva sentito era abbastanza per fargli emettere un lungo sospiro.
"E non è tutto. Questi miei compagni sono lupi mannari, per ora sono sicuro solo di Elias e Michael ma non dubito che ce ne siano altri. Probabilmente sono stati reclutati dalla Monroe con la promessa di avere dei poteri e diventare più forti."
"Sicuramente non gli ha spiegato cosa ne avrebbe fatto di loro, o gli aspetti negativi della trasformazione. Ma tu come fai a esserne sicuro?"
Gli chiese Scott, piuttosto curioso da tutte queste osservazioni.
Tutta l'attenzione era rivolta verso Liam, che oltre ad essere in agitazione, si sentiva osservato.
Deglutì e poi continuo il suo racconto.
"Elias aveva una ferita, qualche giorno dopo mi ero accorto che non c'era più. Ed era una ferita piuttosto grave Scott, sul fianco, come te. Michael invece l'ho visto trasformarsi in lupo. L'ho seguito dopo la partita, si è diretto verso la casa abbandonata di Derek, ma penso fosse solo un diversivo. Se Theo non mi avesse salvato, non so se sarei ancora vivo, era incredibilmente forte ma non ers un alpha"
Concluse poi, liberandosi finalmente della parte principale.
"Ora sappiamo di più, ma questo dove ci porta?"
L'alpha fece una giusta osservazione, ma la coppia sapeva già la risposta.
"Nel covo dei Dread Doctors. Siamo andati lì, beh, per scopi personali e abbiamo trovato una porta che non avevamo mai visto."
Iniziò Theo, capendo che Scott fosse ormai stufo di tutti questi avvenimenti. Ma non poteva fare a meno di sentirli.
"Lì sotto torturano i lupi mannari, probabilmente ci fanno degli esperimenti. La droga è tutta in quel posto. Penso sia nostro dovere liberare quelle povere creature."
Anche Theo, aveva contribuito a concludere finalmente il loro discorso.
"Dobbiamo fare qualcosa"
Disse Malia, che finalmente disse qualcosa.
"Grazie, questo lo so"
Disse Scott, come se fosse qualcosa di ovvio.
Il moro sbuffò per poi portare alle labbra una tazza caffè un po' bruciato.
"Aspettiamo che arrivino gli altri, devo ancora parlare con mamma e sapere anche da lei ciò che è successo mentre era con loro. Decideremo se presentarci o no all'incontro."
I ragazzi annuirono, e non avendo più niente da fare, cominciarono a fare colazione.
" Giuro che la prossima volta ti porto dei soldi per tutto il cibo che ti rubo"
Disse Theo, con la bocca piena.
Scott scosse la testa ridendo, in quei momenti si sentiva davvero padre di quei ragazzi, nonostante non lo fosse.
Perciò doveva assicurarsi che quello, se ci fossero andati, sarebbe stato un incontro del tutto pacifico. Dove i suoi figlioli sarebbero stati protetti, al sicuro.
Scusate il ritardo, in compenso vi posso dire che ne sto già scrivendo un altro. E che probabilmente uscirà mercoledì.
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