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my fault

<<tutte le volte, ogni caso dopo la bestia, mi ricordava Donovan>>

Prese un respiro prima di continuare

<<quel... C-coso che gli trapassava il petto... Io sono un assassino>>

Sussurrò.

Lo sguardo era indecifrabile, fermo.

Gli occhi lucidi ma decisi.

<<sono l'unico umano del branco, eppure sono l'unico con le mani sporche di sangue>>

Finì, osservando le mani;come se quel sangue di cui parlava fosse lì in quel Momento.

<<Non è stata colpa tua>>

Gli disse il beta, con tono rassicuratorio.

<<invece si, e ora devo rimediare>>

Rimise il cappuccio e scese dall'auto.

Ormai era diventato un punto d'incontro per i 2, andare lì, nella macchina che dopo tanto tempo Liam aveva imparato a guidare.

Ora la adorava.

<<e come pretendi di fare? Se ne sta già occupando Scott! >>

Liam inizia a dare di matto, a perdere quel briciolo di pazienza che gli era rimasta.

Non erano sempre stati più forti tutti insieme?

Perchè ora lui voleva separarsi da quella che era la sua famiglia?

<<vedrai che tutti mi vedranno come un fantasma>>

<<ma un fantasma non può essere visto>>

Lui rise.

<<è questo il bello di esserlo>>

Stiles in quel momento decise di scendere dall'auto.

Non aveva più niente da dire, anzi doveva passare all'azione.

La pioggia raggiungeva direttamente la testa scoperta del moro che correva verso la sua meta.

Non sapeva se era pronto, ad andare ed affrontare tutto così.

E sinceramente temeva la reazione dei suoi amici più cari e, di Lydia.

In tutte le vittorie fatte dal branco nel corso degli anni del liceo lui aveva partecipato, ma con piccole cose, piccoli gesti che avevano fatto la differenza ma non era mai lui a rischiare la vita.

Spesso era Scott o Liam o il resto del branco o ancora peggio, suo padre e per una volta voleva non solo aiutare ma fare il 99% del lavoro sporco.

Se fosse successo qualcosa al suo unico genitore e punto di riferimento Stiles non se lo sarebbe mai perdonato.

Ogni volta che gli passava per la mente il pensiero di perdere anche lui, egli si ripeteva che non poteva permetterselo poi, però, si chiedeva come poteva permettersi di far sentire suo padre come lui non vorrebbe mai sentirsi.

Perchè Noah non sa che suo figlio è vivo.

Ed il fatto che lui se ne sia andato lo accompagna tutti i giorni.

Mentre pensava nel bel mezzo della corsa Stiles entrò nel bosco e lì continuò a correre, pur sapendo che non sarebbe resistito poi così tanto.

_ _

Scott si presentò al Dipartimento dello sceriffo verso le 8 del mattino, con passo deciso e le mani in tasca che mostravano sicurezza.

Per poco tempo i pochi poliziotti presenti avevano posato lo sguardo su di lui e Scott aveva guardato loro con quella punta di menefreghismo nello sguardo finchè non si scontrò contro qualcuno e fu costretto a guardare davanti a se.

"Lo sceriffo non c'è"

Parrish aveva messo la mano davanti a se in modo da bloccare l'Alpha.

Subito dopo l'aveva sorpassato, diretto verso l'uscita.

"E dov'è andato?"

Chiese Scott rincorrendo il vicesceriffo.

"A fare il suo lavoro Scott"

Rispose diretto salendo nell'auto di pattuglia.

"E non vuole essere cercato"

Completo la frase prima di accendere il motore e partire senza lasciar più parlare il ragazzo che rimase spiazzato con le parole in bocca.

"Non vuole essere cercato o non vuole essere cercato da me?"

Sussurrò a se stesso, per poi sbuffare dando un calcio a uno dei sassolini.

Le cose a Beacon Hills erano diventate così dopo l'anuk ite.

Tutti erano stanchi di combattere e sapevano che Scott non era il tipo che si arrendeva, anche solo parlargli, a volte, significava essere coinvolti nell'aiutarlo nella sua battaglia e nonostante molti di loro volessero aiutarlo; Nessuno era nelle condizioni di farlo.

L'Alpha prese il cellulare dalla tasca e chiamò Noah.

Il cellulare prese a squillare finchè non partì la segreteria.

"Può registrare il suo messaggio dopo il suono"

Scott sospirò, pensando a cosa dire.

"Ehy, Signor Stilinski, sono io e-cco io Scott... Il migliore amico di S-, ha ragione sa benissimo chi sono"

Smise di parlare per qualche secondo per concentrarsi in quello che veramente doveva dire.

"Ho deciso di fermarmi"

Sussurrò dopo poco.

"Smetterò di cercare, così non faccio altro che sollevare speranze che non esistono e ricreare dolori, io la capisco Noah, lui era il mio migliore amico ed è il fatto che non possa più vederlo o sentire il suo sarcasmo} che mi fa venir voglia di continuare... Perchè non avevo mai immaginato il mio futuro senza di lui... E farlo adesso mi terrorizza così tanto che a volte mi viene da pensare che forse sarei dovuto morire io al suo posto... Mi dispiace se in qualche modo le ho recato un ricordo ma è esattamente questo il punto io non voglio che lui sia solo un ricordo perchè lui non lo era, era molto di più di questo e solo chi lo conosceva poteva saperlo davvero"

Concluse abbassando la voce e si Morse il labbro, subito deglutii.

Era nervoso.

"Io voglio solo che lei capisca che arrendersi non è mai la soluzione, e se lo sto facendo adesso, è solo perchè io capisca che certe volte non se ne può fare a meno"

Il messaggio fu inviato e Scott ci mise qualche minuto per riprendersi e puntare lo sguardo verso la sua moto.

Era ora di finirla, basta.

Non si poteva andare avanti come prima, forse questo era vero ma esistevano mille altri modi per farlo.

Scott sapeva bene che l'unica cosa che potesse curare le sue ferite fosse il tempo.

Si mise sulla moto, senza neanche mettere il casco, premette sull'acceleratore, finalmente si era fatta l'ora di tornare a casa sotto le stelle di quel freddo novembre.

Anche Liam dopo minuti a pensare sul da farsi, aveva fatto la sua decisione e subito dopo aveva acceso i motori della sua auto per andare da Scott.

Forse non era la cosa giusta ma era l'unica che potesse calmare le acque.

Scott e Liam arrivarono contemporaneamente parcheggiarono i rispettivi veicoli e scesero da essi.

"Scott ti devo parlare"

Il beta lo affiancò velocemente e stette al passo altrettanto veloce di Scott.

"Di cosa?"

L'Alpha si fermò per dare il tempo al beta di formulare la domanda, ma sopratutto perchè lui potesse capire l'argomento.

"Stiles lu-"

Cominciò Liam alzando leggermente la voce e cercando di essere coinciso ma fu fermato dalla voce ferma e convinta di Scott che non voleva averne a che fare.

"No, io ho chiuso"

L'alpha poggió una mano sul petto del beta e fece quella che poteva sembrare o una carezza o una spinta, il punto era che Scott lo aveva fatto per fargli capire che non avrebbe cambiato idea e che anche lui, doveva farsene una ragione.

"Ma lui"

Ricominciò il biondino cercando di inseguire il castano.

"HO DETTO BASTA, BASTA!"

Urlò McCall, alzando decisamente la voce e un dito contro il suo interlocutore.

Il beta deglutì, abbassò la testa e annui, come cenno di approvazione e rispetto nei confronti del suo alpha.

Scott sbuffò ed entrò nella sua casa, dove vi era quasi tutto il suo branco.

Inizialmente non capiva, non succedeva di ritrovarsi tutti a casa sua a meno che non ci fosse una riunione organizzata da lui stesso.

"Che succede?"

Chiese mentre metteva le chiavi e la giacca al posto, seguito dal suo beta che andò subito a prendere posto al divano.

Liam non si era ancora arreso, forse lui non voleva più averne a che fare ma se avesse saputo la verità, allora gli sarebbe importato?

Era Scott McCall, tutti conoscevano la risposta e si trattava di Stiles Stilinski, il suo migliore amico.

Il branco si lanciò alcune occhiate, che parlavano da sé e la domanda era "chi glielo dice?"

Alla fine, come sempre, Malia sbuffò.

"È arrivata una lettera, per te Scott"

Dopo aver parlato la mora diede un occhiata in risposta ad ogni soggetto presente in quella stanza, la comunicazione era "ci voleva così tanto?" La maggior parte del branco alzò gli occhi al cielo o alzò le spalle, era insignificante chi o come lo diceva, l'importante era dirlo.

"È riguardo a Melissa"

Completò la biondo-fragola, porgendola personalmente a Scott che la guardò con compassione per se stesso.

Erano passati 4 mesi, lui non sapeva niente o forse si ma non credeva a quelle persone e sua madre poteva essere in pericolo in quel momento, ma lui cosa poteva fare?

Il baratto era Stiles per Melissa ma il primo è morto e i rapitori della madre sostengono che l'accordo non è ancora saltato anche se stanno ancora cercando di capire perché i rapitori sostengano di no, quando è evidente che lo scambio è impossibile.

Il battito di Scott aumentò alla parola Melissa, prese la busta fra le mani e la strinse, ne aveva già subite tante quel giorno e non voleva altre notizie negative.

Perciò la piegò e la mise in tasca, successivamente tornò in sala con un sorriso a 32 denti.

Per una volta erano tutti lì e che fosse per la lettera o no l'importante era la loro presenza e forse almeno per quella volta avrebbero potuto divertirsi, più o meno, con una pizza e mille chiacchiere da ragazzi che dovrebbero iniziare l'Università e chi invece la doveva ancora scegliere.

Era quello ciò che Scott voleva, la normalità.

Ma esisteva davvero una normalità senza Stiles e sua madre nella sua vita?

1500 parole gente.

Tanta roba questa volta, so che in realtà non lo è ma di solito i capitoli sono molto più brevi.

Liam svelerà il segreto o si fiderà di Stiles?

Scott riuscirà davvero a passare sopra la sua scomparsa?

E Lydia rimarrà sempre così... Impassibile?

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