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Half of Us are Gone

"Sai perché a volte si rimane delusi?perché crediamo che gli altri siano disposti a fare quello che faremmo noi per loro."

G. Lo Presti

All'orario preciso indicato da Scott, tutti erano lì.
Lydia aveva lasciato Stiles dopo una notte appassionata passata insieme. Corey e Mason, che ancora non avevano risolto il loro diverbio, si erano presentati. Per fino Derek, che era sparito per un sacco di tempo, era tornato.

Scott non gli fece alcuna domanda, dopo aver sconfitto la Monroe, Derek non era mai stato molto stabile ma continuava comunque ad affrontare la vita a testa alta.

Nel tempo che rimaneva mentre aspettavano gli altri, Melissa si era svegliata. Grata di essere a casa. L'aveva esplorata da cima a fondo prima di avere il piacere di poter fare colazione nuovamente nella sua cucina.

Quei minuti passati fra le coperte prima che arrivassero tutti permissro a Malia e Scott di ritrovare la passione persa e di fare pace, nonostante fossero arrivati ad una conclusione diversa da quello che ci si potrebbe aspettare.

"Quindi ci stiamo lasciando?"
Sussurrò il moro, con un mezzo sorriso spento.

L'aveva amata, non in modo troppo dipendente o profondo, ma l'aveva fatto e i ricordi gliel'avrebbero ricordato per sempre.

La ragazza annuì, poggiò nuovamente le sue labbra su quelle del moro e lo baciò per un ultima volta.

"Non deve essere la fine"
Gli sussurrò sulle labbra.

"Lo è per noi"
Puntualizzò Scott deglutendo.

Gli sarebbe mancata, e lui si sarebbe aggrappato con tutto se stesso a quella sensazione di malinconia che si portava dentro ogni volta. Ai sensi di colpa che si rinnovavano per non averlo impedito.

Quella volta però, era stato giusto così. Non una parola in più o in meno, o avrebbero rovinato la promessa di rimanere amici.

Così Malia alzò le lenzuola e scivolò fuori da esse con cura, sotto lo sguardo attento di Scott.

Non è che non c'erano i sentimenti, l'amore o la passione, era che semplicemente non erano abbastanza l'uno per l'altro.

Scott si alzò dal letto e si catapultò in bagno, si guardò allo specchio, ripetendosi che ce l'avrebbe fatta un'altra volta. Si sciacquò la faccia e mise dei vestiti adatti, più precisamente dei Jeans, che ormai non metteva da tempo. Tutto ciò per ritrovarsi lì, in quel momento, investito dalla paura di fallire, di perdere Stiles; investito dalla rottura che avrebbe dovuto affrontare, e investito dalle responsabilità che aveva come Alpha del branco.

Nulla poteva andare storto, o lui si sarebbe sentito investito da un auto veramente, e questa volta, non ne sarebbe uscito.

"Mammaaaa!"
Chiamò Melissa a gran voce, che accorse in salotto avendolo sentito.

"Sono tutti qui, dobbiamo fare il punto della situazione."
Suggerì Scott, accenando alla poltrona.

Melissa si sedette sulla sua comoda poltrona, pronta a parlare. Purtroppo però, non disse niente che gli altri non sapessero. Però fu comunque utile perché fornì una conferma.

I lupi mannari dalla parte della Monroe erano pochi, poiché la maggior parte erano utilizzate come cavie da laboratorio. Veniva utilizzata la corrente elettrica su di loro, venivano drogati e dopati, solo per poterne scoprire gli effetti.

Solo qualcosa risultò nuovo: la vendita della droga serviva a finanziare i loro esperimenti.

"Non stanno cercando altro che un modo per annientarvi. Tutta la vostra specie. La Monroe ha chiaramente detto che siete i responsabili di tutti i mali sulla terra e che nel vostro sangue si trova il marcio assoluto. Credo che dopo esser stata sconfitta, abbia perso quel poco di buon senso che gli rimaneva. È completamente piena d'odio, vanità e ira."
Completò Melissa.

L'aveva descritta alla perfezione.

"Andremo all'incontro ma... Vi voglio pronti a qualsiasi cosa. In fondo loro sono pochi, noi siamo in otto."
Dichiarò Scott.

"Non stai contando Stiles"
Osservò la biondo-fragola, che per tutto il tempo aveva ascoltato una singola parola con attenzione, oltre all'aver spiato spudoramente Theo, che sul suo computer, procedeva nelle ricerche sull'Università.

"No, perché Stiles non ci sarà."
Nel tono dell'Alpha si percepiva quasi un ordine.

"Non contate neanche me"
Disse Corey alzandosi dal divano.

"Ho qualcosa da dirvi"
Con queste parole, aveva catturato l'interesse di tutti, soprattutto di Mason, che già immaginava cosa stesse accadendo. Infatti quest'ultimo abbassò la testa per osservare le proprie scarpe, deluso da ciò che Corey stava per rivelare.

"Questa vita non fa per me  e in tutti questi mesi non ha fatto altro che consumarmi, perciò me ne vado."
Gli occhi dei suoi interlocutori viaggiarono increduli fra lui e Mason molteplici volte.

Li guardavano perplessi, con un espressione in volto rivolta verso Mason, che diceva chiaramente: 'Ma è serio? Cosa ne è di voi due?'

Mason alzò le spalle, si mise in piedi e uscì dal salotto.

Non ne poteva più di starlo sentire a parlare, l'aveva fatto a pezzi, e non ci aveva pensato due volte. Non meritava neanche altri due secondi della sua attenzione.

"Partirò domani mattina per Dublino, se volete visitarmi qualche volta, siete molto graditi. Scusatemi ma in questo modo non riesco a convivere con me stesso, questo mondo non fa per me."
Detto ciò, tutti rimasero fermi per qualche secondo, nessuno se lo aspettava. E nessuno sembrava voler prendere parola.

"Questo mondo non fa per nessuno. Ma accettiamo la tua decisione."
Disse infine Scott, prima di alzarsi e abbracciare l'amico.

Lo fecero tutti, uno ad uno, finché non vi fu un saluto generale e Corey abbandonò la casa. Per sempre.

"Che vigliacco."
Disse schietto Liam.

"Non ha le palle di affrontare tutto questo e se ne va. Lascia qui Mason con il cuore spezzato. È proprio un pezzo di mer-"

"Basta Liam. Ha preso la sua decisione e noi non siamo nessuno per giudicarlo."
Lo fermò Scott, prima che andasse avanti con una seria di insulti.

Theo, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, lo fece solo per alimentare l'ego del suo ragazzo.

"Però ha ragione."
Disse mentre continuava a digitare sulla propria tastiera.

"Ma stai zitto tu e fammi vedere un po' che hai trovato"
Gli disse Lydia, riferendosi all'università e avvicinandosi a lui.

"Oh, ma sei già all'iscrizione!"
Esclamò stupita.

"Quindi la Columbia eh"
Lo disse quasi urlando, e Theo temendo che Liam l'avesse sentita, gli fece cenno di stare zitta, però era troppo tardi.

Liam gli rivolse una rapida occhiata ma niente di più. Theo sbuffò.

"Non ne sono sicuro"
Sussurrò, pensando a Liam.

Lydia alzò gli occhi al cielo.

"È quello che vuoi! Vuoi diventare avvocato? Studia per esserlo, non importa il resto!"

"Non funzione esattamente così."
Puntualizzò Theo.

"Andiamo tu sei Theo. Non ti interessa degli altri e prendi decisioni a prescindere dal dolore che provochi. È l'amara verità che nessuno ti vuole dire."
Poteva sembrare acida, eppure non aveva torto.

Ne aveva parlato con Liam, ma aveva già deciso e non aveva ancora speso una parola per lui. Non gli aveva detto niente a riguardo. Aveva fatto lo stesso errore per cui era arrabbiato con il beta. Era diventato incoerente con se stesso.

Sospirò, pensando che in fondo, in ciò che aveva detto Lydia, un fondo di verità c'era. Anche se andava corretta.

Perché il suo carattere non avrebbe deciso il suo futuro.

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