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Non sono Evie🦋

Capitolo 17

Salii le scale ancora fumante, era un'impresa impossibile impersonare Evie, si era così impegnata a farsi odiare che era difficile mantenere la farsa senza rimanerci male. Non lo dicevo per Dylan, era la situazione in generale a infastidirmi, non gestivo bene tutti quei giudizi negativi, ci tenevo alla mia immagine, non volevo essere la solita ragazza ricca e viziata, avevo lavorato parecchio per allontanarmi da quello che le persone si aspettavano che io diventassi.
Spalancai la porta del mini appartamento pregando di essere sola, ma Dio aveva altri piani.
<<Sei sola o devo emigrare al Nord?>> dissi, sicura di essere nel torto, avrei dovuto andare a rintanarmi nella mia camera e ignorarla, ma mi sentivo troppo arrabbiata per non fare alcun commento sarcastico sull'accaduto.
<<Scusa?>> chiese leggermente confusa.
<<Avresti potuto avvisarmi che non eri sola, avrei evitato di trovarmi davanti la tua versione contorsionista .>> urlai esasperata.
In un primo momento sembrò non capire, poi fece in fretta due più due
<<Non ci sei mai, e quello che faccio, con chi e quando, non sono di certo fatti tuoi.>> e aveva ragione.
<<Lo sono se sono costretta a passare il tempo in una confraternita facendomi molestare da un sacco di ubriachi e fingendo anche che la cosa mi diverta.>> mi lagnai.
<<Fingere è la tua specialità, non vedo di cosa ti lamenti, passi la vita alle feste con quella gente che a quanto pare ora detesti, quanta falsità. A questo punto mi verrebbe da chiedermi se pure quella scena di questa mattina non fosse falsa.>> detto questo se ne andò nella sua stanza sbattendo la porta.
Collassai sul divano e le lacrime di frustrazione cominciarono a scorrere liberamente sul mio viso. Era tutto un disastro di dimensioni colossali.
<<Fantastico ora ti ho fatto pure piangere.>> era in piedi davanti a me, non l'avevo sentita ritornare <<Smettila non mi farai sentire colpevole.>> si buttò sul divano sbuffando e facendosi spazio a spintoni.
<<Non ti abbraccerò, mi rifiuto.>> disse categoricamente.
Rise tra le lacrime era incredibile quella ragazza <<Smettila non è da te.>> continuò.
<<Infatti.>> tirai su con il naso <<Non è da Evie>> non c'era un modo giusto per dirlo <<ma è proprio da me.>> rulli di tamburo per la cretina che sta per spifferare tutto <<Non sono Evie.>>
Avete presente quelle immagine in slow motion? Ne stavo vedendo una in quel preciso istante, vidi la sua mascella spalancarsi fino a quasi schiantarsi contro il pavimento e i suoi occhi strabuzzarsi un altro poco e gli uscivano dalle orbite, mi sembrò di vedere la maschera di scary movie tanto i suoi lineamenti si tinsero di sgomento.
Evie mi avrebbe ucciso, ne ero assolutamente certa, anzi era un dato di fatto. Avevo appena infranto la prima regola della sua infinita lista di raccomandazioni.
<<Non devi dirlo a nessuno Erin, a nessuno!>> scandì la mia gemella guardandomi dritta negli occhi per assicurarsi la mia completa attenzione <<Fai segno di sì con la testa se hai capito.>> era assolutamente ridicola quando assumeva quell' atteggiamento da maestrina.
<<Ho capito, giuro che non lo dirò a nessuno!>> feci la croce sul cuore come facevamo da bambine.
<<Non puoi raccontarlo alle amiche, e nemmeno a quel fastidioso quanto eccezionale esemplare di maschio che ti porti sempre dietro...>>
<<Questo non lo puoi fare, Ryan è come un fratello.>> l'interruppi protestando, non potevo fare una cosa del genere al mio amico, quando sarebbe venuto a conoscenza del mio tradimento ci sarebbe rimasto male.
<<Oh sì cara, certo che non devi dirglielo, farebbe saltare tutto ne sono certa, è innamorato pazzo di te e farebbe carte false per farti rimanere per sempre nella sua orbita.>>
Non potevo più di quella sua follia, erano anni che continuava ad affermare che Ryan era cotto di me e con gli anni aveva anche rafforzato la sua convinzione, sapevo che era solo profondamente gelosa del nostro legame, lei era territoriale e possessiva, e trovavo sciocco che pensasse che qualcuno poteva prendere il suo posto, lei era parte di me, la mia metà, Ryan era il mio migliore amico, due qualifiche assolutamente diverse.
<<Come vuoi!>> acconsentii per farla smettere, il mio cervello aveva bisogno di una pausa da tutto quell'assurdo pianificare.

E ora eccomi qui, aver mantenuto il segreto con la persona che mi era sempre stata accanto, nei momenti belli, ma soprattutto in quelli brutti, che non erano stati pochi, avevo vuotato il sacco ad una perfetta sconosciuta.
Avevo due strade davanti a me, il famoso bivio, potevo farmi una risata e fingere che fosse uno scherzo, in fondo, chi ci avrebbe mai creduto? O potevo semplicemente continuare su quella strada, ormai il primo passo era stato fatto, dovevo solo continuare a raccontare liberandomi di quell'enorme peso. Non volevo rischiare altri attacchi di panico, ero certa che a farmi male fosse il bagaglio di bugie e inganni che dovevo portare, dovevo condividere con qualcuno il mio fardello e Lilibeth mi sembrava quella giusta, ed era forse forte per tutte e due, inoltre mi aveva aiutato il fatto che lei sospettasse già che io non ero Evie.
<<Ma cosa stai dicendo?>> si alzò e si avvicinò velocemente a me mettendomi il palmo sulla fronte misurandomi la temperatura <<Strano non hai la febbre!>>
<<Lilibeth non sono Evie.>> ripetei sentendomi più leggera solo a dirlo ad alta voce.
<<Smettila di scherzare e dimmi una buona volta cosa diavolo è successo questa sera, la mia pazienza non è eterna.>> ovvio che non ci credeva.
<<Ti sto dicendo la verità!>> dissi guardandola dritto negli occhi <<ieri quando parlavamo delle tue teorie sui miei cambiamenti ci eri arrivata da sola, io mi chiamo Erin, sono la gemella di Evie.>>
Mi guardava dritto negli occhi provando a capire se mentivo, poi si lasciò cadere sul divano a peso morto quando capì che non stavo dicendo fesserie. Rimase paralizzata per un tempo che mi sembrò infinito, poi la sua espressione sconvolta e la confusione lasciarono spazio alla sorpresa, mi guardò e i suoi occhi s'illuminarono.
<<Oh cavolo! Sei la sua gemella!>> si coprì la bocca con entrambe le mani per non urlare <Non stai scherzando vero? So che sei perfida ma questo batterebbe perfino te, farti passare per tua sorella che si fa passare per te sarebbe troppo contorto anche per una come te.>>
<<È la verità! Sono Erin non Evie, e mi sorprende tu sappia di me.>>
<<Diamine allora origliare le conversazioni di tua sorella è servito a qualcosa, non dire niente sulla maleducazione o ti strozzo, dovevo tenermi informata sulle mosse del nemico>> sorrisi alla sua affermazione, erano pazze entrambe e si somigliavano più di quanto avrebbero mai ammesso <<ero curiosa di sapere se tu fossi stronza quanto lei, ma adesso tutto torna, il mondo non sopporterebbe due Evie quindi ha bilanciato con te. Benedetto sia il signore e la sua immensa misericordia, di sicuro sei una specie di angelo.>>
Non potei fare a meno di ridacchiare alla sua stupida affermazione, non ero un angelo ma ai suoi occhi forse era così se il paragone era quella pazza di mia sorella, vedremo solo se la pensava ancora così dopo l'enorme favore che avrei dovuto chiederle.
<<Voglio assolutamente sapere tutto, e quando dico tutto, intendo TUTTO. Ma prima, non chiamarmi paranoica ma devo vedere la tua carta d'identità.>>
<<Oh sì sei decisamente paranoica, e se non avessimo finto di perdere la carta d'identità per farne i doppioni a quest'ora non potrei fartela vedere. Vieni in camera.>> corsi nella mia stanza e lei mi seguii curiosa, rovistai nel cassetto della biancheria intima e tirai fuori il documento.
<<Tua sorella nasconde meglio le cose, non sei definitivamente lei, sappi che il cassetto delle mutande è il primo posto in cui cercano i ladri.>> detto questo analizzò da cima a fondo la carta.
<<Incredibile, siete due folli.>> all'improvviso si fermò come fulminata da una consapevolezza <<Perché lo stai dicendo a me?>> domandò sospettosa.
<<Perché ho bisogno del tuo aiuto.>> dissi imbarazzata.
<<Ah ecco! In fondo siete sempre sorelle gemelle.>>
<<Ma anche perché non penso di reggere tutto questo da sola, ho bisogno di un'amica, una spalla.>> dissi con un sospiro sconsolato e anche piena di speranza.
<<Ed io sarei questo?>> era dubbiosa.
<<Me lo auguro con tutto il cuore!>>
Lei annuì ed io mi ci buttai addosso abbracciandola felice, il sollievo che sentivo in quel momento era la sensazione più piacevole al mondo.
<<Prima però mettiamo in chiaro che non mi farai diventare un orsetto del cuore. Racconta tutta questa follia dall'inizio perché non ci capisco niente e mi raccomando se vuoi essere credibile, ti consiglio di non fare queste cose in pubblico.>> si riferiva all'abbraccio ovviamente <<Perché lo fate? Sono estremamente curiosa, sapevo che tua sorella era contorta ma adesso avete superato qualunque limite vi separava dalla pazzia.>>
<<Beh devo raccontarti parecchie cose perché tu riesca a capire, io ed Evie siamo gemelle omozigoti ma siamo anche molto diverse, lei ha questo carattere, che non è semplice da gestire, ma non è cattiva.>>
<<Mi sa che non parliamo della stessa Evie, quella che conosco io è cattiva e basta.>>
<<Sei ingiusta così, è cresciuta qui in America con nostra madre, è cresciuta al meglio credimi, quella donna è fuori di testa.>> non potevo dire tutto o almeno non subito ma nostra madre aveva sfogato su Evie tutta la sua frustrazione.
<<Ti credo sulla parola, tu dove sei cresciuta?>> andò ad accomodarsi sul letto.
<<A Londra, vivevo con mio padre e non so dirti se sono venuta su meglio io, o Evie, ma un altro giorno ti racconterò tutto ora devi solo sapere che quello che stiamo facendo è per dare a tutte e due una seconda occasione come sorelle, per stare insieme e per avere la vita che vogliamo e meritiamo di avere.>>
<<E di preciso quale sarebbe il mio ruolo?>>
<<Tenere il segreto, se mia sorella sa che ho vuotato il sacco il primo giorno fa una capatina fin qui solo per uccidermi>> lei annuì capendo che scherzavo solo a metà <<inoltre devi aiutarmi a diventare lei, non penso di essere sulla strada giusta.
<<In effetti hai già commesso diversi errori, massimo due giorni e saresti spacciata, per prima cosa stai lontano dallo scimmione. >>
<<Mi sta facendo impazzire, lui continua a spuntare dappertutto, e poi fa battute, mi prende in giro, ed io non ho idea di chi sia realmente o cosa voglia, Evie non mi ha mai parlato di lui prima che lo incontrassi.>>
<<Ha assolutamente senso, tua sorella lo evita come la peste, si dice le abbia dato un due di picche perché era fidanzata o si frequentava con quell'altro palestrato, non ho mai capito la loro relazione.>>
<<Mason!>> lei assentì.
<<E che farai, fingerai di essere la sua fidanzatina>> disse alzando e abbassando le sopracciglia in maniera allusiva <<dai devi ammettere che il cervello forse non lo troverai da nessuna parte, ma quel corpo fa venire sporchi pensieri.>>
Era ufficialmente matta.
<<No, fortunatamente questo me lo ha risparmiato.>>
<<Meno male chissà che fatica!>> disse sarcastica,
avevo visto diverse foto del ragazzo in questione ed era veramente uno schianto ma decisamente non il mio tipo, quindi mi sentivo sollevata.
<<Lo ha lasciato prima dell'estate.>> le specificai e lei mi guardò strano, sembrava dubbiosa.
<<Certo che siete una famiglia anomala, io andavo al mare mentre voi avete passato l'intera estate a pianificare uno scambio di persona per chissà quale fine.>> la considerava già un'assurdità, e ancora non sapeva il meglio.
<<Evie ci ha messo più di un'estate a pianificarlo, non ha lasciato spazio a falle.>>
<<Quella è matta decisamente, ma pure tu non se da meno che la segui.>>
<<Ti invito a vivere un giorno della mia vita.>>

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