Non lo dirò a nessuno🦋
Capitolo 38
Da quanto tempo ero seduta nella stessa posizione? Sicuramente troppo dato che non mi sentivo più le gambe. Mi ostinavo a guardare la porta dell'ascensore come se da un momento all'altro potessero aprirsi facendo uscire Dylan.
In un primo momento avevo pianto, tanto, poi era subentrata la rabbia, ero arrabbiata con lui perché alla fine se n'era andato, ero arrabbiata con me stessa per essermi concessa di avere speranza, ed ero arrabbiata con i nostri genitori che avevano costretto me e Evie a combinare quel casino.
Poi piano piano la rabbia si era placata, e aveva lasciato spazio allo sconforto. Forse ora era arrivato il momento della rassegnazione, guardai per l'ultima volta l'ascensore e mi alzai, una bella dormita di sicuro avrebbe messo tutto nella prospettiva giusta, in fondo anche quello faceva parte del fare nuove esperienze, chi non aveva mai avuto una delusione amorosa? Volevo il pacchetto completo ed eccomi accontentata, quanto è vero che devi fare attenzione a ciò che desideri.
Neanche il tempo di fare due passi verso il letto che un rumore alle mie spalle mi fece sobbalzare, l'ascensore. Non mi voltai per paura di averlo immaginato.
<<Quindi non sono impazzito, siete due persone diverse!>>
"Oddio!"
Mi girai di scatto sgranando gli occhi tanto da farli quasi uscire dalle orbite, non volevo neanche sbattere le palpebre per paura che Dylan svanisse come una visione.
"Perché era tornato?"
Mi ricomposi per quanto mi fu possibile assumendo una parvenza di tranquillità, e mi preparai a ricevere una seconda botta, forse Dylan era tornato a darmi il colpo di grazia, in fondo se n'era andato senza fiatare.
<<No, non sei pazzo.>> Ok la voce non mi era uscita forte come mi aspettavo ma almeno non mi ero messa a frignare come una mocciosa.
<<Quindi siete...diverse.>> continuò lui ripetendo lo stesso concetto ma cercando ancora una conferma. Non riuscivo ad interpretare il suo atteggiamento. Non sembrava arrabbiato ma neanche felice, sarebbe stato un ottimo giocatore di poker.
<<E' un bene o un male?>> chiesi, volevo capire cosa ne pensava. Ma lui mi stupì.
<<Suppongo sia un bene, tua sorella non è esattamente il mio tipo.>>
Non potei evitare di sorridere come un'idiota.
<<Che vuoi dire?>> avevo bisogno di sapere con certezza.
<<Vuol dire che, nonostante non mi va giù l'idea che mi hai ingannato>> non sarebbe stato facile per lui passare oltre <<sono attratto da te e non da lei, e questo è decisamente un bene.>> il mio povero stupido cuore iniziò subito a fare le capriole, ma nel cervello un pensiero tornò a farsi strada.
<<Erin, che altro c'è?>> chiese Dylan vedendo il mio repentino cambio d'umore .
<<Nulla ma... non lo dirai a nessuno vero? Evie verrebbe espulsa ed io non verrei mai accettata qui, e tutto tornerebbe come prima o PEGGIO.>>
Cominciai a camminare avanti indietro rendendomi conto solo in quel momento delle implicazioni reali della mia rivelazione.
"Dio, come mi è venuto in mente di dirlo, ormoni di merda."
<<Dylan, non puoi neanche dirlo a Blake, o ad Axel, o a chiunque altro.>>
Non so in quale momento si era avvicinato così tanto, ero troppo intenta ad andare nel panico, ma era proprio di fronte a me e fermò la mia camminata nervosa poggiando le sue mani sulle mie spalle.
<<Guardami!>> disse, e vedendo che non ubbidivo mi prese il mento tra le dita e lo alzò finché non incontrai i suoi bellissimi occhi <<Guardami, respira>> disse piano <<o ti farai venire una crisi, e non ci tengo ad assistere di nuovo ad una tua crisi.>> lo feci, seguii le sue istruzioni <<Brava, ascolta, non voglio mentirti, non so come prendere tutto quello che mi hai raccontato, è bizzarro, complicato, e mi fa incazzare non hai idea quanto, non ti nascondo che stavo andando via, ma qualcuno mi ha fatto riflettere.>> forse uno dei suoi amici <<Detesto che tu mi abbia raccontato delle bugie, ma detesto ancora di più farti stare male. Non ho idea di come affrontare tutto questo, pensavo di sapere qualcosa di te e oggi ho capito che ho a che fare con una persona del tutto nuova.>>
Non si rendeva conto ma stava prolungando la mia tortura, cosa stava cercando di dire?
<<Non lo dirò a nessuno, neanche ai miei amici, anche se sono confusi quanto lo sono io.>>
<<Ti ringrazio.>> sospirai sollevata, anche se il il peso nel cuore rimaneva.
Il silenzio si dilatava ad ogni secondo che passava, io aspettavo una sua parola ma lui si limitava a sondare il mio sguardo, avrei voluto abbassarlo ma non volevo che pensasse che nascondevo altro, ormai avevo capito quanto fosse suscettibile alle bugie.
Colsi il momento in cui i suoi occhi cambiarono, si fecero intensi, le sue pupille si dilatarono, ed io trattenni il respiro. Con il pollice prese ad accarezzare il mio labbro inferiore e pregai silenziosamente con gli occhi che non smettesse di toccarmi, pregai di essere baciata, ne avevo bisogno, ma sfortunatamente Dylan aveva altri piani.
Mi disse << Voglio stabilire delle regole.>> "Oh!"
<<Cosa?>> chiesi confusa, non era quello che mi aspettavo di sentire.
<<Da adesso in poi voglio che tu mi dica tutto quello che ti passa per la testa, niente più bugie, niente più omissioni.>>
Era una richiesta ragionevole, quindi non c'erano problemi, ormai avevo detto tutto, perciò anuii convinta.
<<Voglio che tu mi conceda di conoscerti, non ti nascondo che ora che so che non sei tua sorella, mi sento in difficoltà.>>
<<Be', diciamo che su questo siamo pari, neanch'io sapevo nulla di te. Evie si è impegnata a dirmi tutto su tutti, ma di te neanche una parola.>>
Dylan rise, ovviamente lui trovava divertente una cosa che per me era stata frustrante.
<<Chissà perché la cosa non mi sorprende.>> disse infatti, per poi tornare serio. Mi attirò ancora più vicino <<Erin, purtroppo anche se la testa mi dice di fuggire da questo casino ho ancora una voglia matta di assaggiarti e di stare dentro di te.>>
Mi si spezzò il fiato a quelle parole così dirette. Mi baciò a fior di labbra e qualcosa dentro di me si sciolse come neve al sole <<Ma contro ogni pronostico voglio andarci piano, ora che so che sei vergine vorrei evitare di sbatterti contro la prima superficie disponibile, eviterò di comportarmi come un animale.>> non me lo aspettavo, stava lasciando una porta aperta, voleva affrontare quello che ci legava, e a me andava bene così.
Mi alzai sulle punte raccogliendo tutto il coraggio di cui disponevo e unì nuovamente le nostre labbra. Fu solo uno sfioramento delicato che si trasformò pian piano in qualcosa di urgente, disperato, qualcosa di giusto. Mi persi totalmente nel suo sapore, nelle sue mani che viaggiavano sul mio corpo e, senza sapere come, mi trovai con le gambe allacciate ai suoi fianchi e le sue braccia che mi tenevano stretta al suo corpo. Dentro di me cresceva un incendio che stava consumando l'ossigeno, lo volevo, ora che lui sapeva tutto lo volevo disperatamente, e sentivo in lui la mia stessa urgenza, dai movimenti affrettati, dalla smania di toccarmi e di approfondire il contatto, era tutto perfetto.
Strillai sconvolta quando il mio corpo accaldato si scontrò con la superficie d'acqua.
"Maledizione che stava succedendo?"
Andai sott'acqua ingoiando anche una buona quantità di essa.
Non appena il mio cervello si riprese dallo shock, ripresi il controllo del mio corpo e uscii in superficie tossendo e strofinando via l'acqua che mi appannava la vista.
<<Ma che diamine?>> protestai tra un colpo di tosse e l'altro, poi capii. Dylan, era anche lui in acqua, si era buttato in piscina tenendomi stretta a lui, e rideva come una iena.
<<Tu>> gli puntai un dito contro <<razza di...di cretino!>>
<<È questo il meglio che sai fare?>> mi derise per la mia incapacità di insultarlo.
<<Ora ti faccio vedere io.>> cominciai a schizzarlo.
<<Calma, calma!>> alzò le mani in segno di resa <<Dovevamo spegnere il fuoco piccola, quello che ti ho detto è vero, non voglio bruciare le tappe.>>
In quel momento ero abbastanza sicura di odiarlo perchè aveva interrotto il momento, e anche perché aveva più a cuore lui la mia verginità che io, ma a modo suo... era dolce!
Inoltre non mi sfuggì il fatto che al nomignolo che mi aveva affibbiato, non aggiunse il nome di mia sorella.
Forse stava accettando la mia verità, e sembrava un bellissimo inizio di qualcosa che io volevo approfondire.
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