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Eravamo fregate🦋

Capitolo 25

- Non dimenticare il nostro accordo - lessi nuovamente il messaggio che mi era appena arrivato.
<<Chi è a infastidirti?>> chiese Lilibeth buttandosi sul divano accanto a me, con la ciotola di pop corn fatti al microonde.
<<Lasciamo stare. Quale film vediamo?>>
Ne arrivò un altro, e ovviamente guardai il telefono.
-Ne trarrai vantaggio anche tu-
-Smettila d'importunarmi- era insopportabile
-No finché non mi dirai quello che voglio-
<<Se non mi dici subito chi è ti giuro che vediamo Titanic.>> minacciò puntandomi l'indice.
<<Ma a me Titanic piace, anzi mi hai fatto proprio venire voglia di vederlo.>>
Posò la ciotola sul tavolino davanti al divano.
<<Ora voglio proprio saperlo.>>
<<Non se ne parla...ahhh...>> strillai non appena la vidi lanciarsi su di me per prendere il cellulare, provai a tenerlo lontano ma mi veniva da ridere e alla fine riuscì a strapparmelo di mano.
<<Sarebbe stato molto più semplice darmelo quando te l'ho chiesto.>>
Gli feci una linguaccia e mi preparai a dare tutte le spiegazioni del caso.
<<Aspetta un attimo che vuol dire? Suppongo che scimmione senza scrupoli sia Dylan, quale accordo? VUOTA SUBITO IL SACCO.>>
<<Più che un accordo lo definirei un ricatto.>>
Squillò nuovamente  mentre era nella sue mani e lei ovviamente lo lesse.
<<Oh mio Dio questo è meglio di una telenovela senti qui: - Mi desideri anche tu piccola Evie, so che vuoi che ti baci nuovamente come ho fatto in macchina. Dimmi quello che voglio o non la smetterò di scrivere-
<< Di quale bacio stiamo parlando piccola stronzetta bugiarda? >> poi imitando la mia voce aggiunse <<Non mi piace, è solo fastidioso.>>
<<Va bene ok ti racconto tutto ma dammi il cellulare che lo spengo, o continuerà a squillare in eterno.>> mi passò il cellulare giusto in  tempo per vedere un messaggio in arrivo.
-Avrei voluto baciarti sul collo, esplorare con la lingua i tuoi seni, leccare i tuoi capezzoli e scendere in mezzo alle tue gambe...
Non finì neanche di leggere o sarei morta, digitai velocemente una risposta giusto perché la smettesse. Ma che razza di persona scriveva quelle cose?
-Abbiamo un appuntamento.-
-Vedi? non è stato così difficile...buonanotte.-
<<Insopportabile!>> chiusi il telefono sotto lo sguardo divertito di Lilibeth.
Cominciai a raccontare la giornata e la chiacchierata con Dylan fuori dallo spogliatoio, la sua faccia era tutta un programma, passava dall'incredulità, alla sorpresa per finire nell'eccitazione.
<<Non posso credere che l'abbia fatto, veramente ti ha chiesto di uscire?>>
<<Imposto è la parola giusta Lilibeth, e sì, lo ha fatto, ma non ho intenzione di accontentarlo.>>
<<E ti ha baciata? Dio santo, Dylan ti ha baciata, com'è stato?>> disse con aria sognante.
<<Non confondere la realtà con la finzione, mi ha baciata per convincere Edison.>>
<<Sì e poi ti ha baciato in macchina, c'era Edison pure lì? No, e te lo ha pure detto, ti ha baciata perché ti vuole.>>
<<Mi vuole scopare, ha detto anche questo, ti sei persa quella parte?.>>
<<No, dal mio punto di vista quella è la parte migliore di tutto il tuo racconto, ti vuole scopare fino a perdere i sensi, io lo trovo così romantico.>>
Avevamo decisamente due idee diverse di romanticismo io e lei.
<<E non fare quella faccia scandalizzata, lui ha tanto da insegnare in quel campo, e poi ti ha pure invitata ad uscire, quindi ci tiene a conoscerti, è una novità assoluta per lui che di solito lui fa conoscenza ravvicinata solo con la fi...>>
<<lalalalalla>> cominciai a canticchiare per non sentire la volgarità che stava per lasciare la sua bocca.
<<Mi fai troppo ridere, ti fai problemi a sentire certe cose ma a farle vedrai che ti piaceranno.>>
<<Tu dovresti stare con lui, avete la stessa bocca sporca.>> l'accusai.
<<Tornando alla sua lingua, com'è stato? Bacia bene come dicono? Ho sentito in giro che è un Dio a letto.>>
<<Non ho tantissimi termini di paragone, ma suppongo bacia bene.>> arrossì violentemente perché altro che bene, lui mi aveva dato il miglior bacio della mia vita.
<<Guarda come arrossisci, ormai ti ha in pugno "piccola Evie", non faresti male a concederti un pò di divertimento.>>
Meglio smorzare il suo entusiasmo perché senza saperlo aveva toccato il punto che ritenevo più problematico.
<<Lui pensa che io sia Evie.>> dissi sconsolata.
<<Non penso sia un grosso problema da porsi al momento, tanto vuole solo quello, se poi qualcosa cambia ci penseremo più in là, per ora goditi questo appuntamento, tanto ormai ti ha incastrata.>>
<<Fai partire il film che sei una pessima amica, dovevi aiutarmi a disfarmi del problema e non incitarmi a corrergli incontro a braccia aperte.>>
<<Non avrei detto nominato le braccia, ma gli altri arti.>> e scoppiò a ridere.
Lei se la rideva ovviamente, non era lei ad essere nei guai.
<<Non gioire di questa situazione.>>
<<Gioisco della tua futura vita sessuale.>>
Le lanciai addosso un cuscino del divano e rubai il telecomando per mettere veramente Titanic.
<<Comunque se proprio lo vuoi sapere penso che lo eviterò, non fa per me.>>
Spinsi il tasto play e ignorai gli sbuffi di Lilibeth.

                             ***

Era passata una settimana da quel bacio, e nonostante lui continuasse a scrivere ero sollevata dal fatto che non avesse iniziato ad inseguirmi come faceva Mason. Erano per lo più messaggi innocui che ignoravo ripetutamente sperando che prima o poi accantonasse l'idea di uscire o fare altro, ero sicura che non appena si fosse interessato ad un'altra si sarebbe dimenticato della mia esistenza.
Ma sarei ipocrita se dicessi che mi avrebbe fatto piacere, era inutile negare quanto lui mi piacesse, ma non era un bene per il piano e per la mia salute mentale, non era il tipo di ragazzo che avrei voluto, non era uno da relazioni stabili e amante della monogamia, non mi trasmetteva alcuna tranquillità, io e Dylan eravamo i poli opposti.
Fortunatamente erano stati giorni intensi, tante lezioni e allenamenti che mi portavano allo stremo delle forze, e lui non era messo meglio di me, quindi non avevo dovuto fare molto per evitare che accadesse l'irreparabile.
-Pronta per stasera piccola Evie?-
-E tu sei pronto? Dovresti concentrarti sulla partita.-
-E come vuoi che mi concentri se tu sculetterai davanti all'intero campus?- mi fece molto ridere quello scambio di messaggi.
Quella sera si teneva la prima partita di campionato Bears contro Lions, non eravamo noi i favoriti ma avevo osservato i ragazzi e il loro gioco ci avrebbe dato soddisfazioni, la parte che mi preoccupava era l'esibizione delle cheerleaders, la mia prima apparizione come capitano della squadra e come cheerleader in generale. Non sapevo il motivo per il quale il coach mi aveva fatto passare a fare flyer, ma così facendo metteva in risalto le mie doti, quindi gli ero grata.
Finii di cambiarmi e mi unì alle altre che mi aspettavano, ci abbracciammo e ci incitammo a vicenda, un gesto più scaramantico che altro.
Salutai affettuosamente Piper e Katy, che nell'ultima settimana avevano passato più tempo con me che con Lisa e Kendall, quelle due si comportavano in modo strano, si erano allontanate, ma non mi lamentai, anzi, abbi più tempo per conoscere meglio le altre due e scoprii che andavamo molto d'accordo, prima o poi avrei inserito anche Lilibeth in quel gruppo.
L'intera squadra uscì in corridoio diretta al campo, ma il coach mi tirò in disparte senza tanti riguardi.
<<Allora Graham come ti senti questa sera?>>
<<Sono pronta.>> dissi stranita da quella sua premura, di solito mi urlava sempre addosso, nel bene e nel male.
<<E questo conferma quello che pensavo, tua sorella avrebbe risposto: come la regina che sono, o qualche cazzata egocentrica che solo lei avrebbe potuto tirar fuoridal cilindro.>>
<<Coach...>> iniziai a dire presa in contropiede, ma lui mi fermò.
<<Non ti scervellare alla ricerca di una grande spiegazione. Ero confuso dal cambiamento, conosco tua sorella come le mie tasche, quella ragazza ha un cuore grande che nasconde sotto tonnellate di stronzate ed egocentrismo, e tu a malapena riesci a reggere uno sguardo. So chi sei, ti ho incontrato quando eri una  bambina ad una gara di ginnastica, mi ci ha portò tuo padre, è un mio grande amico.>>

"Oh Cavolo eravamo fregate."

<<Non so perché lo fate ma avrai tempo di dirmelo, sappi però che non lo dirò a nessuno perché credo che tu sia una brava ragazza, e che ci sia una ragione valida, ma ti avverto, che se vuoi rimanere in squadra dovrai uscire là fuori, ancheggiare come tua sorella e saltare come la campionessa di ginnastica che sei.>>
Non dissi nulla, annuii soltanto, ero sorpresa da tutta quella fiducia e incredula della sua omertosa promessa.

<<Vai là fuori e dimostra chi è la regina.>> disse infine ridendo.
<<La sola e unica regina del campus!>>
Ridemmo insieme alla mia risposta, tipica di mia sorella.

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