Wilhelm Ironside

Eravamo nella sala da pranzo della signora Rootsawer a mangiare quello che ci aveva preparato per cena. Dopo aver passato mesi a mangiare per lo più pesce e pappette – se Konrad non preparava prima la pasta per il pane Elaine cucinava invariabilmente pappa di grano o zuppa mettendoci dentro quello che riuscivo a trovare al mercato – la cena che ci aveva preparato sembrava una vera e propria festa. Il sole era calato e la casa era illuminata dal fuoco che scoppiettava nel camino e da alcune lampade ad olio.

"Davvero tuo marito, mentre eravate ancora fidanzati, si è arrampicato sul tetto della Sala della Gilda per vincere una scommessa?" chiese mia madre, che stava conversando animatamente con la nonna di Konrad.

"Fosse solo quello! L'ha fatto a petto nudo e con la sua lancia tenuta tra i denti" aggiunse.

"Oh cielo, ora capisco da dove ha preso tua figlia".

"Quando l'ho ritrovato in una cella della città ancora mezzo nudo ero quasi sul punto di lasciarlo seduta stante".

"E perché non l'hai fatto?"

La donna arrossì leggermente ma sul suo viso comparve un sorrisetto che la fece assomigliare inquietantemente alla figlia.

"Non è che quello che era rimasto scoperto fosse da buttare" sussurrò avvicinandosi a mia madre, un po' troppo forte per non farsi sentire.

"Signora Rootsawer, dire delle cose del genere alla sua età!" esclamò mia madre, sebbene ci fosse un accenno di ilarità nella sua voce che non riusciva a nascondere.

Cercando di ignorare le due donne che spettegolavano guardai Konrad, che stava mangiando svogliatamente con un'espressione che non lasciava dubbi sul fatto che con la testa da tutt'altra parte. Gli occhi erano rossi e cerchiati di scuro, posati su un punto vuoto della tovaglia.

Ancora non sapevo bene che fare: mi sentivo ancora rodere per l'immensa fortuna di Konrad ma, allo stesso tempo, capivo che mia madre aveva ragione e che non potevo perdere l'occasione unica di poter essere addestrato nella magia, qualcosa che non tutti potevano permettersi. Sapevo che nel periodo in cui ero stato allenato da Elaine ero diventato molto più forte di quanto sarei mai stato altrimenti e la meditazione animale che mi aveva insegnato Konrad mi metteva un gradino sopra a qualsiasi altro mago... eccettuato proprio Konrad stesso.

Mentre ero perso nei miei pensieri la porta di casa si aprì ed Elaine entrò dentro. Si era lavata e indossava degli abiti nuovi. Al polso aveva un braccialetto d'oro incorniciato da due file di piccole gemme che brillavano alla luce del fuoco come delle stelle. Sua madre guardò il costosissimo gioiello con una smorfia di fastidio.

"Lord Aurae ti ha fatto un regalo costoso nonostante la tua assenza" disse sua madre, con voce dura come la pietra.

"Non mi saluti nemmeno dopo tutto questo tempo?" canzonò Elaine. "Inoltre che problema c'è? È quel vecchio sciocco che vuole sorprendermi regalandomi gioielli. La maggior parte li vendo".

"Già, per comprare alcolici".

"Mi ferisci così" disse, portandosi le mani al petto con un gesto esagerato.

"Quando smetterai di comportarti come una ragazzina?"

"Quando ne avrò voglia".

L'avventuriera si sedette su una sedia libera e si versò un abbondante dose di vino.

"Serviti pure" disse sua madre, il fastidio che trasudava a ogni sillaba.

"Grazie. È pasticcio di carne?" rispose, servendosi una fetta abbondante senza aspettare la sua risposta. "Comunque devo dirvi una cosa a voi due".

"Di cosa si tratta stavolta?" domandai, immediatamente sospettoso.

Konrad alzò lo sguardo dal tavolo e si voltò verso sua zia.

"È così che si tratta qualcuno che vi fa un regalo? Lo so che vi ho causato parecchi guai ma fidatevi, questa cosa vi piacerà" disse, con un sorriso che non mi convinceva del tutto.

"Se farai qualcosa di male a mio figlio, avventuriera o no, te la farò pagare cara" intervenne mia madre, avvicinandosi a me con fare protettivo.

Elaine la guardò con perplessità, come se si fosse resa conto solo in quel momento della sua presenza.

"Che cosa ci fai qua?"

"Volevo vederlo. Immagino sia difficile per te capire cosa significa provare attaccamento per qualcuno che non sia te stessa" rispose.

"Ehi, ho salvato per ben due volte la pellaccia a tuo figlio. Mostra un po' più di gratitudine".

"Di cosa volevi parlare?" intervenne la signora Rootsawer, frapponendosi tra la figlia e mia madre.

"Ho parlato a lungo con Lord Aurae" iniziò, facendomi venire un brivido lungo la schiena. "Ha accettato di offrire a voi due una raccomandazione".

"Non vorrai dire sul serio!" esclamò sua madre, scioccata.

"Aspetta, raccomandazione per cosa?" chiese la mia, perplessa e preoccupata per la reazione che ha avuto.

"Una raccomandazione per sostenere l'esame per diventare avventurieri" disse con un sorriso furbo.

Sentii il cuore perdere un battito e la mia mente svuotarsi di ogni singolo pensiero mentre le sue parole mi marchiavano il cervello. Per me diventare un avventuriero era sempre sembrato un sogno vago e lontano, a volte poco più di una fantasia da bambino. Ma in quel momento c'era una vera avventuriera che mi stava proponendo di rendere quel sogno realtà. Non riuscivo a crederci.

"Non può essere vero?!" esclamò Konrad, che parlò per la prima volta dall'inizio della cena.

"Invece lo è. Normalmente, senza alcun tipo di appoggio dall'alto, bisogna passare un lungo iter burocratico e tutta una serie di test che richiedono molto tempo e domande scomode. Con questa raccomandazione potete diventare avventurieri direttamente dopo un semplice duello per determinare il vostro livello. Mi ha fatto anche il favore di farlo tenere in un posto più appartato, lontano da occhi indiscreti".

Mentre diceva quello rivolse il suo sguardo verso Konrad e capii che quella richiesta in particolare era pensata per lui. Era decisamente troppo forte per la sua età e molto probabilmente si sarebbe esposto a troppe attenzioni. Difficilmente ci saremmo ritrovati di nuovo attaccati da un lord capace di trasformarsi in un mostro orrendo ma era più che possibile ritrovarsi braccati da gente potente e con pochi scrupoli desiderosa di accrescere il potere della propria casata.

Sentii le dita di mia madre stringersi sulle mie spalle e lei mi attirò a sé con fare protettivo.

"Wil ha quindici anni! È troppo giovane per fare l'avventuriero" urlò, facendomi fischiare le orecchie.

"E Konrad ne ha soltanto dodici" aggiunse la signora Rootsawer.

"Alla gilda non guardano all'età ma soltanto al loro potere magico. Entrambi i ragazzi hanno ottime capacità e sono sicura che entreranno partendo già da una buona classe" disse Elaine.

"Ma perché non aspettare che diventino più grandi e addestrati?" chiese mia madre.

"Perché non esiste nessun campo di addestramento migliore delle Beast Glades. Sono pericolose, lo so, ma in quale altro posto potrebbero mai allenarsi combattendo bestie di mana? Inoltre così possono iniziare a guadagnare qualcosa. Non vivono più in un avamposto sperduto tra le montagne, sai? Questa è una grande città e qui le cose costano"

"A me i soldi non mancano, possono tranquillamente stare a casa mia" ribatté la vecchia guaritrice.

"Non dubito che tu possa dargli da mangiare in quantità e farli dormire al caldo, ma che mi dici di tutte le spese che dovranno affrontare solo per allenarsi? Wil ha già distrutto la sua armatura e Konrad il suo abito da prestigiatore. Non sono cose che si possono riparare alla bell' è meglio con ago e filo. E se la sua ascia si rompesse? O se lo facesse una delle gemme del suo bastone magico? Fidatevi, è la cosa migliore per loro".

"Secondo me sarebbe meglio far decidere ai ragazzi in questione. Konrad, cosa ne pensi?" gli domandò la nonna.

Konrad parve preso alla sprovvista da quell'improvviso appello e ci mise qualche attimo per ricomporsi.

"Io non lo so, ho bisogno di pensarci" rispose alla fine.

"E tu, Wil?" domandò l'avventuriera.

Tutti guardarono me, aspettando la mia risposta.

Pensai a tutto quello che significava. Era un lavoro pericoloso – forse il più pericoloso che esistesse – ma allo stesso tempo significava fama, ricchezza e onori che sarebbero stati preclusi a qualsiasi altra persona che non avesse avuto la fortuna di nascere nobile. Significava anche potersi spingere dove nessun'altro essere umano poteva andare. Ripensai a come mi aveva trattato Sir Wykes il giorno in cui avevo provato a chiedergli di avere il posto di mio padre, il modo sdegnoso con cui si è voltato dall'altra parte.

"Accidenti, certo che voglio diventare un avventuriero!" risposi.

Poco dopo anche Konrad accettò.

...

"Mamma, non devo andare a una festa da ballo" dissi, cercando di allontanarla.

"Vuoi forse presentarti lì conciato come un vagabondo?" chiese mia madre, aggiustandomi l'armatura.

Mi guardai allo specchio a figura intera nella camera della signora Rootsawer. Indossavo una brigantina verde sopra una cotta di maglia che mi proteggeva fino ad appena sopra le ginocchia. Degli schinieri portati sopra dei pantaloni mi proteggevano i piedi e i polpacci e delle polsiere mi coprivano gli avambracci fino ai polsi mentre le mani erano protette da un guanto di cuoio con cuciti sul dorso delle piccole placchette di metallo. Un cappuccio di cotta di maglia indossato sotto l'elmo mi copriva tutto il collo e parte del mento, tintinnando ogni volta che mi voltavo.

Afferrai la mia ascia da combattimento e la tenni in diagonale vicino al corpo. Con i miei occhi grigi ereditati da mio padre e una serie di piccole cicatrici sul volto che mi ero procurato nel corso degli anni, sia come taglialegna che durante le battaglie che avevo combattuto nell'ultimo periodo, avevo un aspetto piuttosto temibile.

Non mi piaceva spendere soldi non miei ma dovevo praticamente comprare da zero una nuova armatura e non ci sarei mai riuscito con quello che avevo. La nonna di Konrad allora aveva insistito nonostante le mie obiezioni – ma soprattutto della figlia, che doveva sborsare lei i soldi – a prendermi un vero set di armatura. Non era neanche lontanamente pomposa o stravagante come altre armature che avevo visto indossare ad alcuni avventurieri che giravano in città ma almeno non sembravo una guardia di mercato in un villaggio.

"Sei davvero sicuro di volerlo fare? Non è troppo tardi per tirarsi indietro".

"Invece ormai lo è" risposi. Era passata più di una settimana da quando ce lo aveva annunciato e non potevo più cambiare idea.

"Cerca solo di stare attento, per favore".

"È solo una prova di combattimento. Gli esaminatori sono addestrati per non ferire gli esaminandi".

"Non mi riferisco soltanto a quello. Dopo il test sarai ufficialmente un avventuriero e affronterai molti pericoli".

"Gia, le bestie di mana non sono addestrate per non ferire a differenza degli esaminatori".

"Wil, non è uno scherzo. Ti prego".

Guardai negli occhi mia madre, che stava lottando per trattenere le lacrime. Ci abbracciammo, poi uscimmo dalla stanza e trovammo in piedi davanti alla porta Konrad, vestito con un abito da prestigiatore nuovo. Insieme scendemmo giù dove la nonna e la zia di Konrad ci stavano aspettando e tutti e cinque attraversammo l'uscio di casa e ci dirigemmo verso Gilda degli avventurieri. 

Nessuno parlò mentre camminavamo attraverso le strade della città. Era come se su di noi aleggiasse una sorta di cappa di tensione che ci spingeva a rimanere in silenzio attraversavamo le strade della città che fremeva di attività.

Arrivati nella piazza centrale ci fermammo davanti alla porta monumentale della Sala della Gilda e l'avventuriera si voltò verso di noi.

"Ok, ascoltatemi bene. Una volta entrati parlerò io. Rispondete solo se siete interpellati, avete capito?"

"Sì" rispondemmo entrambi.

Elaine guardò verso mia madre e la signora Rootsawer.

"Aspettateci fuori, torneremo quando sarà tutto finito. Non ci vorrà molto".

"Aspetta, non possiamo entrare?" chiese mia madre, atterrita.

"Solo gli avventurieri, i candidati, chi ci lavora e chi viene invitato può entrare dentro una Sala" spiegò la nonna di Konrad.

"Quindi dobbiamo rimanere qui fuori?"

"Sta' tranquilla, dentro hanno tra i migliori emettitori del regno e posso dirtelo perché diversi li conosco personalmente. Vedrai che tuo figlio starà bene".

"Va bene" concesse, atterrita.

"Dai, conosco dei posti dove si mangia benissimo e dove possiamo aspettarli" provò a rinfrancarla.

Io, Konrad ed Elaine entrammo dentro la Sala della gilda e ne rimasi abbagliato. Il posto era immenso, solo la sala di ingresso del castello di lord Bartimus era più grande, ma a differenza di quella il pavimento di marmo con venature rosate era lucidissimo ed enormi finestre istoriate con raffigurate le imprese di grandi avventurieri gettavano una luce quasi magica. Tra ogni finestra svettava una mezza colonna di porfido rosso sopra qui era posta una statua di bronzo dorato dove erano raffigurati quelli che immaginavo fossero avventurieri importanti o forse i capi della gilda del passato. Al centro della sala c'erano delle enormi ossa nere di una creatura che non riuscivo a riconoscere e, proprio sopra di essa, un grande affresco che raffigurava un re insieme a una donna vestita con un'armatura bianca, in piedi sopra la carcassa del mostro. Il re riceveva da ella un nucleo bestiale davanti a una folla di persone che li acclamavano.

"La leggenda di Vanesy e della compagnia della corona" spiegò Elaine, vedendomi guardare in alto.

"Di cosa si tratta?" chiesi.

"Si racconta che nelle campagne dove ora sorge Blackbend si aggirava una creatura terribile che sorvegliava il Cancello delle Bestie, un'immenso passaggio tra le Grandi Montagne da cui continuavano ad entrare creature di mana su creature di mana, impedendo il consolidarsi del Regno di Sapin. I nani erano protetti dal deserto e gli elfi dalle nebbie di Elshire ma noi non potevamo sfruttare nessuna protezione del genere, quindi avevamo bisogno di arrivare lì per sorvegliare il passaggio. Re Curtis II aveva dato disposizione a ogni ordine cavalleresco di ucciderlo, ma dopo la morte delle prime spedizioni nessuno volle più andare. A quel punto il re mandò una delle sue guardie personali insieme a un gruppo di armigeri e mercenari raccattati a Etistin per ucciderlo. Questi ci riuscirono e si dice che fu il primo nucleo di quella che poi divenne la Gilda degli Avventurieri, che pose definitivamente termine all'Era delle Bestie".

"Wow!" esclamai.

"Mio padre me ne ha parlato, ma mi ha anche detto che probabilmente è solo una leggenda dato che accadde molti secoli prima di quando effettivamente la Gilda fu fondata" intervenne Konrad. "Mi ha anche detto che probabilmente Vanesy non era neanche il suo nome reale ma un soprannome che indicava la sua vanità mentre il nome vero si è perso".

"Probabilmente è la verità. Tutti quanti però vogliono darsi antenati illustri e questo non è tanto diverso dal modo in cui le famiglie aristocratiche si fanno risalire a questo o quell'eroe. Comunque, è meglio andare".

Attraversammo la sala gremita di persone fino a una serie di postazioni dove gli avventurieri stavano in fila. Rispetto allo splendore del posto molti avventurieri sembravano fuoriposto. Diversi di loro sembravano bruti o criminali – considerando chi ci accompagnava non dubitavo che alcuni lo fossero veramente – ma tutti aspettavano pazientemente il proprio turno.

Dopo aver servito un uomo che pareva essere appena uscito da una lotta mortale tanto era malconcio fu il nostro turno. Dietro a un bancale di pietra lucida stava una donna magra vestita impeccabilmente che stava ordinando una serie di fogli.

"Salve, come posso aiutarvi?" chiese con un sorriso meccanico che pareva aver sfoggiato centinaia o migliaia di volte.

"Devo far fare la prova di ammissione a questi due ragazzi".

L'avventuriera tirò fuori una lettera dalla tasca interna del suo giacchetto e la porse alla donna. A onor del vero rimase assolutamente impassibile nonostante l'età di Konrad, quando però lesse il contenuto della lettera i suoi occhi tradirono la sorpresa.

"Potete aspettare davanti alla porta ovest, arriverò subito ad accompagnarvi" disse, la voce appena mezzotono più acuta di prima.

Ci dirigemmo davanti a una grande porta di legno intarsiato, poco dopo la donna la aprì e ci fece strada attraverso un lungo corridoio illuminato da candelabri d'argento con dei cristalli di mana posti su ogni braccio. Le pareti erano una mostra continua di armi, ossa di bestie di mana, statue e dipinti in cornici d'oro su pareti verniciate di bianco. Era tutto così eccessivamente fastoso da iniziare a perdere il suo fascino e risultare solo una volgare ostentazione.

Quale in effetti era.

Ad un certo punto iniziai a sentire il rumore di schiamazzi e tracce di mana provenienti da davanti a me prima di arrivare alla fine del corridoio innanzi a una grande porta ancora più riccamente decorata di quella da cui eravamo entrati. Invece di dirigersi lì però la donna aprì una porta laterale dello stesso colore della parete, resa ancora meno visibile da dei tendaggi di velluto rosso che incorniciava la statua marmorea di una fenicie dipinta in ogni minimo dettaglio che fronteggiava una sua gemella nella parete opposta.

Il contrasto con l'ambiente che avevamo lasciato era così stridente che non mi sembrava neanche di trovarmi nello stesso posto: era solo un lungo corridoio stretto e basso che finiva in una porta di legno. Non si erano neppure presi la briga di passare una mano di vernice per coprire i mattoni. Sopra e ai nostri lati il vociare era ancora più forte e mi resi conto che ci trovavamo proprio sotto i palchi dell'arena dove venivano testati gli aspiranti avventurieri.

Entrammo in un altro locale di servizio, semplice ma meno spoglio rispetto a quello che avevamo appena attraversato.

Stavo quasi per chiedermi quanto ancora ci volesse per arrivare ma dopo poco ci fermammo davanti a un'altra porta, pesantemente rinforzata con bande di ferro e con delle rune magiche incise sulla cornice che dovevano evidentemente proteggere la porta.

"Vado a informare gli esaminatori. Voi potete pure aspettare dentro" disse la donna prima di allontanarsi e sparire dietro un angolo.

Entrammo dentro la stanza, che si rivelò una specie di spazio di allenamento vuoto, illuminato da dei cristalli di mana attaccati a tutto il soffitto. L'aria era leggermente stantia, probabilmente perché ci trovavamo in un piano interrato, e un po' più fredda rispetto all'esterno facendola assomigliare più a un magazzino vuoto che a una sala d'allenamento, sebbene le rune protettive rivelavano il suo reale scopo.

"Ci vorrà un po'. Perché nel frattempo non evochi una panca?" chiese Elaine a suo nipote che si affrettò a eseguire.

"Questo posto è immenso" dissi mentre mi sedevo sulla panca di terra.

"È la Sala della Gilda più grande che esiste, due volte più grande di quella di Xyrus" disse lei, facendo trasparire un certo orgoglio.

"Non è un po' eccessivo?" chiese Konrad, che si era seduto tra me e la zia.

"Vero. Non ho mai visto un simile lusso in vita mia" aggiunsi.

"Si vede che siete montanari. Il lusso non è solo una cosa fine a se stessa, serve per affermare la propria forza rispetto agli altri poteri del regno. Gli avventurieri sono una delle tre grandi potenze di Sapin oltre ai nobili e al re. Gli avventurieri in sé potrebbero essere dei bruti in molti casi, ma la Gilda deve mostrare la sua potenza anche con il fasto".

"Mi sembra un po' uno spreco".

"Forse, ma mostrare la propria ricchezza in questo modo frivolo è meglio che scannarsi a vicenda per ottenere la supremazia. Non sono stata la studentessa migliore del mondo, ma pure io so che qui a est, quando il potere del re era ancora molto limitato, succedeva continuamente che i nobili risolvessero le loro controversie a colpi di spada.

"Comunque" aggiunse, con lo sguardo di una persona che la sapeva lunga. "Tuo padre non viveva in una casa molto più grande delle altre a Elwood?"

"Vuoi davvero paragonare la nostra casa a un palazzo del genere? Inoltre mio padre non ha mai ostentato niente" dissi sulla difensiva.

"Forse tuo padre era un tipo umile, ma tu non hai mai fatto valere la tua posizione rispetto agli altri, magari rispetto a qualcuno che consideravi un rivale per la tua posizione?"

Il suo sguardo scivolò brevemente su suo nipote e sentii un formicolio al petto.

Prima che potessi rispondere la porta si aprì ed entrarono due persone, entrambe evidentemente degli avventurieri. Uno di loro era un uomo imponente, grosso quasi quanto mio padre ma con i capelli rossi tagliati corti e un pizzetto sul mento. A differenza mia aveva un'armatura minima, che gli copriva le braccia e le gambe ma lasciandogli il petto scoperto, dove si poteva vedere una cicatrice che dal fianco gli arrivava fino ai pettorali. Il secondo uomo invece era più magro, con lunghi capelli castani che incorniciavano degli occhi di un azzurro cielo molto chiari. C'era qualcosa di familiare nel suo volto, ma non riuscivo a collegarlo.

"Drogo, Trevor! È un piacere vedervi" li salutò entrambi, andandogli incontro.

"Ciao, Elaine. Sei di nuovo riuscita a far fare al Gran Priore quello che vuoi?" chiese l'uomo più grande con aria divertita.

"Quel vecchio ha una sola cosa in testa. Se gli chiedessi di conquistare il trono per farmi regina lo farebbe".

"E noi ci troveremmo in mezzo, come sempre. Ci ha detto di esaminare tuo nipote e il suo amico in privato. Sono quei due ragazzini lì immgino".

"Sembri riluttante. Hai forse paura che ti facciano il culo?"

"Figuriamoci" rispose, emettendo una risata sonora.

"Io invece sarei curioso di vederli" disse l'altro tipo, guardandoci.

"Ragazzi, questi sono Drogo e Trevor e saranno loro a esaminarvi" disse l'avventuriera, indicando rispettivamente il tipo più grosso con i capelli rossi e il prestigiatore con gli occhi azzurri.

"Piacere, il mio nome è Konrad".

"Io sono Wilhelm".

"Piacere nostro. Mia madre mi ha parlato di voi e spero che presto possiate fare gruppo con la mia bambina".

"Lei deve essere il figlio della signora Tempest" affermò Konrad. "Tua madre viene spesso a casa di nonna".

"Già, si conoscono da molto tempo. Ho passato spesso del tempo a casa dei Rootsawer quando ero bambino e sono contento di poterle fare un favore".

"Dai, penso che i convenevoli sono più che sufficienti" si intromise il compagno. "Direi di iniziare subito la prova".

L'omone di nome Drogo mi guardò e poi mi indicò con la mano grossa come un piatto.

"Entra prima tu".

English version

Wilhelm Ironside

We were in Mrs. Rootsawer's dining room eating what she had made for dinner. After spending months eating mostly fish and porridge – if Konrad didn't prepare the bread dough first, Elaine invariably cooked wheat porridge or soup, throwing in whatever I could find at the market – the dinner she had prepared for us seemed like a real and its own celebration. The sun had set and the house was lit by the fire crackling in the fireplace and some oil lamps.

"Did your husband really climb onto the roof of the Guild Hall while you were still engaged to win a bet?" asked my mother, who was having an animated conversation with Konrad's grandmother.

"If only that! He did it bare-chested and with his spear held between his teeth" she added.

"Oh dear, now I understand where he got your daughter from."

"When I found him in a cell in the city still half naked I was almost on the verge of leaving him right away."

"And why didn't you?"

The woman blushed slightly but a smile appeared on her face that made her look disturbingly like her daughter.

"It's not like what was left uncovered was to be thrown away" she whispered, moving closer to my mother, a little too loudly so as not to be heard.

"Mrs. Rootsawer, saying things like that at your age!" my mother exclaimed, though there was a hint of mirth in her voice that she couldn't hide.

Trying to ignore the two gossiping women, I looked at Konrad, who was eating listlessly with an expression that left no doubt that his head was somewhere else entirely. His eyes were red and dark-rimmed, resting on an empty spot on the tablecloth.

I still didn't really know what to do: I still felt consumed by Konrad's immense fortune but, at the same time, I understood that my mother was right and that I couldn't miss the unique opportunity of being able to be trained in magic, something that not everyone they could afford. I knew that in the time I had been trained by Elaine, I had become much stronger than I would have ever been otherwise, and the animal meditation that Konrad had taught me put me a step above any other magician... except Konrad himself.

While I was lost in thought the front door opened and Elaine walked inside. She had washed and was wearing new clothes. On her wrist was a gold bracelet framed by two rows of small gems that sparkled in the firelight like stars. Her mother looked at the very expensive jewel with a grimace of annoyance.

"Lord Aurae gave you an expensive gift despite your absence" her mother said, her voice as hard as stone.

"You won't even say hello to me after all this time?" Elaine teased. "Besides, what's the problem? It's that silly old man who wants to surprise me by giving me jewelry. I sell most of it."

"Yeah, to buy alcohol."

"You hurt me like this" she said, bringing her hands to her chest in an exaggerated gesture.

"When will you stop acting like a brat?"

"When I feel like it."

The adventuress sat down on a free chair and poured herself a generous dose of wine.

"Serve yourself" her mother said, annoyance exuding with every syllable.

"Thank you. Is it meat pie?" she replied, served herself to a large slice without waiting for her response. "Anyway, I have to tell you two something."

"What is it about this time?" I asked, immediately suspicious.

Konrad looked up from the table and turned to his aunt.

"Is this how you treat someone who gives you a gift? I know I've caused you a lot of trouble but trust me, you'll like this" she said, with a smile that didn't entirely convince me.

"If you do anything bad to my son, adventuress or not, I will make you pay dearly" my mother intervened, approaching me protectively.

Elaine looked at her with perplexity, as if she had only realized her presence at that moment.

"What are you doing here?"

"I wanted to see him. I imagine it's hard for you to understand what it means to feel attached to someone other than yourself" she replied.

"Hey, I saved your son's skin twice. Show a little more gratitude."

"What did you want to talk about?" Mrs. Rootsawer intervened, interposing herself between her daughter and my mother.

"I had a long talk with Lord Aurae" she began, sending a shiver down her spine. "He agreed to offer you two a recommendation."

"You don't mean it!" her mother exclaimed, shocked.

"Wait, recommendation for what?" mine asked, perplexed and worried about her reaction.

"A recommendation to take the exam to become an adventurer" she said with a smirk.

I felt my heart skip a beat and my mind go blank of every single thought as his words seared my brain. For me, becoming an adventurer had always seemed like a vague and distant dream, sometimes little more than a childhood fantasy. But at that moment there was a real adventurer who was offering me to make that dream a reality. I couldn't believe it.

"It can not be true?!" exclaimed Konrad, who spoke for the first time since the dinner began.

"But it is. Normally, without any kind of support from above, you have to go through a long bureaucratic process and a whole series of tests that require a lot of time and uncomfortable questions. With this recommendation you can become an adventurer directly after a simple duel to determine the your level. He also did me the favor of having it kept in a more secluded place, away from prying eyes."

As she said that she turned her gaze towards Konrad and I knew that this particular request was meant for him. He was definitely too strong for his age and would most likely expose himself to too much attention. We would hardly have found ourselves attacked again by a lord capable of transforming into a hideous monster but it was more than possible to find ourselves hunted by powerful and unscrupulous people eager to increase the power of their house.

I felt my mother's fingers tighten on my shoulders and she pulled me closer protectively.

"Wil is fifteen! He's too young to be an adventurer" she yelled, making my ears ring.

"And Konrad only has twelve" added Mrs. Rootsawer.

"In the guild they don't look at age but only at their magical power. Both boys have excellent abilities and I'm sure they will enter from a good class already" said Elaine.

"But why not wait until they get older and trained?" my mother asked.

"Because there's no better training ground than the Beast Glades. They're dangerous, I know, but where else could they train fighting mana beasts? Plus, they can start making some money. They're no longer living in some remote outpost in the mountains, you know? This is a big city and things here are expensive".

"I don't lack money, they can easily stay in my house" replied the old healer.

"I don't doubt that you can feed them plenty and make them sleep warm, but what about all the expenses they'll have to go through just to train? Wil has already destroyed his armor and Konrad his conjurer's suit. Those aren't things which can best be repaired with a needle and thread. What if his ax breaks? Or what if one of the gems on his magic staff does? Trust me, it's the best thing for them."

"In my opinion it would be better to let the boys in question decide. Konrad, what do you think?" his grandmother asked him.

Konrad seemed taken aback by that sudden appeal and took a moment to compose himself.

"I don't know, I need to think about it" he finally replied.

"And you, Wil?" asked the adventuress.

Everyone looked at me, waiting for my answer.

I thought about everything it meant. It was a dangerous job – perhaps the most dangerous there was – but at the same time it meant fame, wealth and honors that would have been denied to any other person who had not been lucky enough to be born noble. It also meant being able to go where no other human being could go. I thought about how Sir Wykes had treated me the day I tried to ask him to take my father's place, the disdainful way he turned away.

"Damn, of course I want to be an adventurer!" I replied.

Shortly afterwards Konrad also accepted.

...

"Mom, I don't have to go to a dance party," I said, trying to push her away.

"Do you want to show up there dressed like a tramp?" my mother asked, adjusting my armor.

I looked at myself in the full-length mirror in Mrs. Rootsawer's room. I wore a green brigantine over chain mail that protected me to just above the knees. Greaves worn over trousers protected my feet and calves and wrist guards covered my forearms up to my wrists while my hands were protected by a leather glove with small metal plates sewn onto the back. A chainmail hood worn under my helmet covered my entire neck and part of my chin, rattling every time I turned.

I grabbed my battle ax and held it diagonally close to my body. With my gray eyes inherited from my father and a series of small scars on my face that I had acquired over the years, both as a lumberjack and during the battles I had recently fought, I had a rather fearsome appearance.

I didn't like spending money that wasn't mine but I practically had to buy new armor from scratch and I would never have managed it with what I had. Konrad's grandmother had then insisted despite my objections – but especially her daughter's, who had to shell out the money herself – to get me a real set of armor. It wasn't nearly as pompous or extravagant as other armor I'd seen some adventurers wearing around town but at least I didn't look like a market guard in a village.

"Are you really sure you want to do this? It's not too late to back out."

"But now it is" I replied. It had been over a week since she announced it to us and I couldn't change my mind.

"Just try to be careful, please."

"It's just a combat test. The examiners are trained not to injure the examinees."

"I don't just mean that. After the test you will officially be an adventurer and will face many dangers."

"Yeah, mana beasts aren't trained to not hurt like examiners."

"Wil, this isn't a joke. Please."

I looked into my mother's eyes, who was struggling to hold back tears. We hugged each other, then left the room and found Konrad standing in front of the door, dressed in a new conjurer's outfit. Together we went downstairs where Konrad's grandmother and aunt were waiting for us and the five of us walked through the front door and headed towards the Adventurers' Guild.

No one spoke as we walked through the city streets. It was as if a sort of tension hovered over us that pushed us to remain silent as we crossed the streets of the city that was buzzing with activity.

Once we arrived in the central square we stopped in front of the monumental door of the Guild Hall and the adventuress turned towards us.

"Ok, listen to me carefully. Once you enter, I will speak. Answer only if you are asked, do you understand?"

"Yes" we both replied.

Elaine looked towards my mother and Mrs. Rootsawer.

"Wait for us outside, we'll be back when it's all over. It won't be long."

"Wait, can't we come in?" my mother asked, terrified.

"Only adventurers, candidates, those who work there and those who are invited can enter a Hall" explained Konrad's grandmother.

"So we have to stay out here?"

"Don't worry, they have some of the best emitters in the kingdom inside and I can tell you because I know several of them personally. You'll see that your son will be fine."

"Okay" she conceded, aghast.

"Come on, I know some places where the food is great and where we can wait for them" she tried to cheer her up.

Konrad, Elaine and I walked into the Guild Hall and I was dazzled. The place was immense, only the entrance hall of Lord Bartimus' castle was larger, but unlike that, the marble floor with pink veins was highly polished and enormous stained glass windows depicting the exploits of great adventurers cast an almost magical light. Between each window stood a half column of red porphyry above which there was a gilded bronze statue depicting what I imagined were important adventurers or perhaps the leaders of the guild of the past. In the center of the room were huge black bones of a creature I couldn't recognize, and just above it, a large fresco depicting a king with a woman dressed in white armor, standing over the carcass of the monster. The king received a bestial core from her in front of a crowd of people who cheered them.

"The Legend of Vanesy and the Crown Company" Elaine explained, seeing me look up.

"What's this about?" I asked.

"It is said that in the countryside where Blackbend now stands, there was a terrible creature wandering around that guarded the Gate of Beasts, an immense passage between the Great Mountains from which mana creature after mana creature continued to enter, preventing the consolidation of the Kingdom of Sapin. The dwarves were protected by the desert and the elves by the fog of Elshire but we could use no such protection, so we needed to get there to guard the passage. King Curtis II had given every knightly order to kill him, but after the death of the first expeditions no one wanted to go anymore. At that point the king sent one of his personal guards together with a group of men-at-arms and mercenaries gathered in Etistin to kill it. They succeeded and it is said that it was the first nucleus of what then became the Adventurers' Guild, which finally ended the Age of Beasts."

"Wow!" I exclaimed.

"My father told me about it, but he also told me that it's probably just a legend since it happened many centuries before the Guild was actually founded" Konrad interjected. "He also told me that Vanesy was probably not even his real name but a nickname that indicated his vanity while the real name has been lost."

"It's probably the truth. But everyone wants to give themselves illustrious ancestors and this is not so different from the way aristocratic families trace their roots back to this or that hero. Anyway, it's better to go."

We walked through the packed room to a series of stations where adventurers stood in lines. Compared to the splendor of the place, many adventurers seemed out of place. Several of them looked like brutes or criminals – considering who accompanied us I had no doubt that some actually were – but they all waited patiently for their turn.

After serving a man who looked like he had just emerged from a mortal struggle, he was so battered, it was our turn. Behind a polished stone pallet stood a thin, impeccably dressed woman who was sorting a set of papers.

"Hi, how can I help you?" she asked with a mechanical smile that she seemed to have worn hundreds or thousands of times.

"I have to get these two kids to take the entrance test."

The adventuress took a letter from the inside pocket of her jacket and handed it to the woman. To tell the truth, she remained absolutely impassive despite Konrad's age, but when she read the contents of his letter her eyes betrayed her surprise.

"You can wait by the west door, I'll be there to escort you right away" she said, her voice just half a tone higher than before.

We headed in front of a large inlaid wooden door, shortly after the woman opened it and led us through a long corridor lit by silver candelabras with mana crystals placed on each of her arms. The walls were a continuous display of weapons, manabeast bones, statues, and paintings in gold frames on white-painted walls. It was all so excessively sumptuous that it began to lose its charm and became just a vulgar ostentation.

Which in fact it was.

At a certain point I began to hear the noise of shouting and traces of mana coming from in front of me before arriving at the end of the corridor in front of a large door even more richly decorated than the one we had entered through. Instead of heading there, however, the woman opened a side door of the same color as the wall, made even less visible by the red velvet curtains that framed the marble statue of a phoenix painted in every detail that faced its twin on the opposite wall.

The contrast with the environment we had left was so stark that I didn't even feel like I was in the same place: it was just a long, narrow, low corridor that ended in a wooden door. They hadn't even bothered to apply a coat of paint to cover the bricks. Above and to our sides the shouting was even louder and I realized that we were right under the stages of the arena where aspiring adventurers were tested.

We entered another service room, simple but less bare than the one we had just passed through.

I was almost wondering how much longer it would take to get there but after a while we stopped in front of another door, heavily reinforced with iron bands and with magical runes engraved on the frame which were evidently supposed to protect the door.

"I'm going to inform the examiners. You can also wait inside" said the woman before walking away and disappearing around a corner.

We entered the room, which turned out to be some kind of empty training space, lit by mana crystals attached all over the ceiling. The air was slightly stale, probably because we were in a basement level, and a little colder than outside making it feel more like an empty warehouse than a training room, although the protective runes revealed its true purpose .

"It'll take a while. Why don't you summon a bench in the meantime?" asked Elaine to her niece which she hurriedly complied with.

"This place is huge," I said as I sat down on the dirt bench.

"It's the largest Guild Hall there is, twice the size of Xyrus'" she said, showing some pride.

"Isn't that a bit excessive?" asked Konrad, who had sat between me and my aunt.

"True. I've never seen such luxury in my life" I added.

"It can be seen that you are mountain people. Luxury is not just an end in itself, it serves to assert one's strength compared to the other powers of the kingdom. The adventurers are one of the three great powers of Sapin in addition to the nobles and the king. The Adventurers themselves might be brutes in many cases, but the Guild must show its might through pomp as well."

"It seems like a bit of a waste."

"Maybe, but showing off your wealth in this frivolous way is better than slaughtering each other to gain supremacy. I wasn't the best student in the world, but even I know that here in the east, when the king's power was still very limited , it continually happened that the nobles resolved their disputes with the sword.

"Anyway," she added, with the look of someone who knew a lot. "Didn't your father live in a house much larger than the others in Elwood?"

"Do you really want to compare our house to a palace like that? Besides, my father never flaunted anything," I said defensively.

"Maybe your father was a humble guy, but you never asserted your position over others, perhaps over someone you considered a rival for your position?"

Her gaze drifted briefly to her nephew and I felt a tingling in my chest.

Before I could answer the door opened and two people entered, both obviously adventurers. One of them was an imposing man, almost as big as my father but with close-cropped red hair and a goatee on his chin. Unlike me, he had minimal armor, which covered his arms and legs but left his chest exposed, where you could see a scar that ran from his side down to his pectorals. The second man, however, was thinner, with long brown hair that framed very light sky blue eyes. There was something familiar about his face, but I couldn't put it together.

"Drogo, Trevor! It's nice to see you" she greeted them both, walking towards them.

"Hello, Elaine. Have you managed to get the Grand Prior to do what you want again?" the older man asked with an amused look.

"That old man has only one thing on his mind. If I asked him to take the throne to make me queen he would do it."

"And we would find ourselves in the middle, as always. He told us to examine your nephew and his friend in private. It's those two kids there I imagine."

"You seem reluctant. Are you afraid of getting your ass kicked?"

"Let's go" he replied, letting out a loud laugh.

"But I would be curious to see them" said the other guy, looking at us.

"Guys, these are Drogo and Trevor and they will be examining you" said the adventuress, pointing respectively to the bigger guy with the red hair and the magician with the blue eyes.

"Nice to meet you, my name is Konrad."

"I am Wilhelm."

"Our pleasure. My mother told me about you and I hope that soon you can group up with my little girl."

"You must be Mrs. Tempest's son," Konrad stated. "Your mother often comes to grandma's house."

"Yeah, they've known each other for a long time. I often spent time at the Rootsawer house when I was a kid and I'm glad I could do you a favor."

"Come on, I think the pleasantries are more than enough" the companion interjected. "I'd say start the test right away."

The big man named Drogo looked at me and then pointed at me with his hand as big as a plate.

"You go in first."