Guardai il semplice bagno davanti a me, completamente vuoto, poi il lungo corridoio buio alle mie spalle altrettanto vuoto.

"Konrad!" lo chiamai ad alta voce, senza ottenere risposta.

Cosa diavolo stava succedendo? Conoscevo bene Konrad e sapevo che non era quel genere di persona che se ne andava in giro a caso, specie senza dire niente a nessuno. Tornai indietro ed entrai nella nostra camera con tanta foga che feci sobbalzare Elaine.

"Che ca-"

"Konrad è sparito" dissi, senza troppi preamboli.

"Come sparito?"

"Sono andato là e non era lì".

"Mio nipote non è il tipo da fare queste cose".

"Vieni a vedere".

L'avventuriera si alzò con un grugnito di fastidio e insieme andammo nel corridoio laterale, buio e vuoto come lo avevo lasciato. La zia di Konrad si guardò in giro perplessa, poi prese un lungo respiro e chiuse gli occhi. Sentii l'atmosfera cambiare e un formicolio mi corse lungo la schiena come se improvvisamente venissi osservato da ogni direzione.

"Cosa stai-"

Elaine mi fermò con un cenno della mano e continuò a concentrarsi per un minuto buono. Alla fine fece una smorfia di fastidio e aprì gli occhi.

"Non riesco a percepire la sua firma di mana" disse, guardandosi in giro. "Qui c'è qualcosa di strano che sta distorcendo i miei sensi".

"Cosa può essere?"

"Non lo so, forse un dispositivo di disturbo. A volte i nobili lo installano nelle proprie magioni per motivi di sicurezza o per avere un po' di privacy".

"Perché dovrebbe esserci una cosa del genere in questo posto?"

L'avventuriera guardò il corridoio, il volto contratto in un cipiglio di perplessità.

"Andiamo dall'attendente ".

Iniziai ad andare ma, improvvisamente, una mano potente mi afferrò una spalla e mi costrinse a fermarmi. Elaine mi guardavo con occhi sgranati, come se improvvisamente mi fosse cresciuto un corno in mezzo alla fronte.

"Che c'è?" domandai.

"Fai qualche passo verso di me" chiese, con una esitazione nella voce che mi inquietò.

Feci come mi aveva detto e l'apparizione improvvisa della sua firma di mana mi scioccò, portandomi a fare qualche passo indietro che fece nuovamente scomparire la sua presenza. L'avventuriera ebbe un improvviso sussulto e mi guardò con occhi ancora più dilatati.

"Questo non è possibile" disse, guardando l'entrata che collegava i due corridoi quasi con timore.

"Cosa stai facendo?"

"Lo hai percepito anche tu?" domandò di rimando.

"Percepito cosa?"

"La tua firma di mana è improvvisamente scomparsa quando sei entrato nell'altro corridoio".

"Come?"

Guardai l'avventuriera e mi resi conto che la sua firma non era semplicemente diminuita ma era proprio scomparsa del tutto, tanto che pareva quasi un oggetto sullo sfondo. Superai nuovamente la soglia che separava un corridoio da un altro e fui nuovamente investito dalla sua presenza.

"Esiste un manufatto in grado di fare una cosa del genere?" chiesi.

"Bloccare così improvvisamente le firme di mana senza una qualche parete solida o scudo? No, non ho mai sentito nulla del genere e non credevo fosse possibile".

"Quindi che facciamo?"

"Con tutte queste magie poste sul castello è troppo pericoloso andare a cercare mio nipote girando a casaccio. La cosa migliore da fare rimane andare dall'attendente".

"Non è che hanno tutti questi sistemi di sicurezza perché nascondono qualcosa?" domandai, sentendomi improvvisamente meno sicuro.

"È molto probabile, ma non abbiamo molte altre opzioni" rispose,  nonostante apparisse meno sicura di prima.

Ripercorremmo a ritroso la strada che ci ha mostrato l'attendente e fu in un certo senso più inquietante perché sentivo la firma di mana di Elaine sparire e ricomparire ogni volta. Era un po' come quando ci si rende conto del proprio respiro: non ci fai caso la maggior parte del tempo ma appena lo noti è impossibile non sentirlo.

Mentre entravamo nelle scale Elaine si fermò di colpo e gli andai a sbattere addosso.

"Ehi, cosa succede?" chiesi.

L'avventuriera non mi rispose subito, continuando a fissare il muro con aria perplessa.

"È che mi era sembrato di sentire... non importa. Andiamo".

Konrad Rootsawer

L'apparizione improvvisa mi fece cadere all'indietro e la sfera di mana nelle mie mani si disperse, ripiombandomi nell'oscurità. Mi ci vollero diversi secondi per riprendere il controllo delle mie emozioni ma alla fine, con esitazione, condensai nuovamente una sfera di mana e rivelai nuovamente l'ambiente circostante e la cosa che mi aveva fatto spaventare. Era un teschio, coperto da una strana polvere grigiastra e circondato dai cocci del vaso che avevo fracassato cadendoci sopra frammisti a frammenti di ossa. Doveva essere un urna cineraria e le poche ossa bruciacchiate dovevano essere ciò che era rimasto del cadavere.

Mi avvicinai di più alle ossa, rendendomi sempre più conto che non erano assolutamente normali. Il cranio appariva schiacciato alla sommità, le orbite troppo grandi e gli unici tre denti rimasti sulla mascella non sembravano neanche umani, come se nella cavità al posto dei suoi denti gli avessero messo quelle di un rettile. Non sapevo neanche se fosse un riflesso o uno strano effetto della combustione ma le ossa annerite avevano qualche riflesso strano, tipo bluastro.

Immisi ancora più mana nella sfera, rendendola più grande e luminosa e permettendomi di illuminare l'ambiente circostante. Decine e decine di urne apparvero alla mia vista, addossate alle pareti di quella che sembrava una grande grotta naturale di cui non riuscivo a vedere il fondo. Recuperai il manufatto e la candela, che si era spenta con la caduta, la rimisi in tasca e continuai ad andare avanti, venendo costretto a usare mana in quel modo lì per poter anche solo vedere. Non che ne sprecassi troppo – con la meditazione animale riuscivo a reintegrarlo abbastanza facilmente – ma mi sentivo come se rivelare la mia presenza in quel modo fosse pericoloso.

Camminai a lungo, più di quanto avessi preventivato, circondato da pile su pile di urne funerarie, sempre più vecchie man mano che mi avvicinavo alla cosa che mi indicava il manufatto. Ad un certo punto sul terreno comparve un'apertura da cui si vedevano delle scale scendere verso il basso. In fondo si vedeva una luce, il cui colore e costanza mi fecero pensare non fosse originato da un fuoco o da qualcosa di simile. Le percorsi e trovai sul fondo una porta, pesante e antica, da cui traspariva la luce che illuminava il fondo.

Presi un lungo respiro, poi aprii la porta ed entrai, rimanendo allibito dalla cosa a cui l'antico manufatto mi aveva portato. Al centro di un'enorme caverna, coperta di radici da cui trasudava una strana sostanza ricca di mana che illuminava il posto, stava un grosso arco di pietra che, visto attraverso il manufatto, sembrava risplendere più del sole. Assomigliava a un portale di teletrasporto ma allo le rune che lo circondavano erano diverse, più complesse, e nonostante non fosse attivo attorno ad esso aleggiava una sorta di potere ultraterreno, che assomigliava a quella cosa che avevo percepito grazie al manufatto.

Mi avvicinai lentamente, sentendo il muschio venire schiacciato sotto i miei piedi, e quando fui abbastanza vicino lo toccai con la mia mano. In quel momento sentii la testa girarmi e la vista restringersi sempre di più, fino a diventare un puntino in mezzo all'oscurità. Dopo un po' l'oscurità iniziò a schiarirsi e mi ritrovai in un mondo bianco che non vedevo da chissà quanti anni.

"Vedo che ne hai trovato uno" disse una voce alle mie spalle.

Mi voltai e vidi mio bisnonno, uguale all'ultima volta che lo avevo visto, osservare con sguardo pensieroso una specie di bolla che veniva attraversata da diverse immagini.

"Che cos'è?" chiesi, ricordandomi subito dopo che non poteva sentirmi.

"Immagino avrai già fatto l'associazione con i portali di teletrasporto che si trovano in tutta Dicathen, ma questi qui non ti porteranno da nessuna parte in questo mondo" continuò il mio avo. "Fin'ora ne ho trovato solo tre di questi, in rovina e non più utilizzabili".

Improvvisamente l'ambiente cambiò completamente. Ci trovavamo in una radura lussureggiante che sarebbe potuta anche apparire bella, non fosse stato per gli innumerevoli cadaveri sanguinanti di bestie di mana. Al centro della radura c'erano tre persone piuttosto malconce: uno era mio bisnonno, che dimostrava qualche anno in meno, una era una giovane donna in abiti da prestigiatrice e l'ultimo era un uomo piuttosto massiccio in armatura completa che però non lo doveva aver aiutato molto dato che era il più malridotto tra di loro. Tutti e tre stavano ammirando un enorme arco di pietra coperto di vegetazione a cui mancava parte della sommità.

"Fu molto difficile capire a cosa servissero quei portali, anche perché non ne ho mai trovato uno funzionante. A quanto ho capito, questi portali dovrebbero portare in un luogo altro, separato dalla nostra realtà. Un luogo dove gli antichi maghi hanno conservato tutto il loro sapere. Uno dei miei più grandi rimpianti è quello di non esserci mai potuto andare. Chissà cosa avrei potuto scoprire attingendo all'infinita saggezza di questo popolo dimenticato. Mi ricordo ancora come lo definì Cynthia, con chissà quale ispirazione poetica: Relictombs".

Il mio avo distolse lo sguardo, guardando l'orizzonte con nostalgia. Poco dopo la visione svanì nuovamente e tornammo entrambi in quello spazio bianco e vuoto.

"Purtroppo ciò non è accaduto e non potrà più accadere. Non so dirti come si potrebbe attivare, anche ne trovassi uno intatto. Dubito che chiamare un semplice addetto ai cancelli di teletrasporto ti potrebbe aiutare in una circostanza del genere, e neanche il manufatto da solo lo farà. Credo che l'unico modo sia quello di ottenere gli stessi poteri degli antichi maghi, o almeno averne un assaggio abbastanza consistente. Forse nel momento in questo momento potrei avere quel minimo di controllo necessario ma, senza averne trovato uno ragionevolmente integro..."

Il suo volto si scurì e il suo tono divenne cupo.

"Il mio sogno non si potrà mai realizzare, a quanto pare. Spero che a te vada meglio perché se vuoi difenderti da loro quel sapere ti servirà".

Tornai alla realtà, stordito e piuttosto sorpreso di aver ricevuto un nuovo messaggio del mio bisnonno dopo tutto quel tempo. Guardai l'arco con ancora più meraviglia e stupore di prima, nonostante già il suo aspetto fosse impressionante. 'Un luogo creato dagli antichi maghi che custodiva la loro conoscenza perduta' continuai a pensare. Il portale che mi trovavo davanti sembrava in buone condizioni, ma non avevo idea di come farlo funzionare neanche guardandolo attentamente con il manufatto.

"Come sei riuscito a trovare questo posto?" chiese improvvisamente una voce alle mie spalle.

Mi voltai di scatto, trovandomi davanti l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento. Lord Bartimus camminava con passo lento e cadenzato, la sua semplice presenza, anche senza esercitare il suo intento, mi fece sentire come se mi trovassi in una gabbia insieme a un predatore feroce.

"M-mi sono perso" dissi, risultando ridicolo alle mie stesse orecchie.

"Mi prendi per uno stupido? Questo intero castello e gli incantesimi che lo coprono esistono solo per rendere questo posto impossibile da raggiungere"

Il lord guardò, o almeno ebbi la fortissima sensazione che lo stesse facendo, il manufatto degli antichi maghi tra le mie mani, che ritirai subito nell'anello dimensionale.

"Come hai ottenuto un oggetto del genere?" chiese il lord.

"I-io..."

"Rispondi!" ordinò, scatenando il suo intento.

"L'ho ricevuto dalla mia famiglia" dissi, sentendo la gola stretta nella morsa della sua aura.

"Dalla... tua famiglia" ripeté, con fare pensieroso e attenuando un po' la sua pressione.

"Sì, me l'ha portato mia zia. Non quella che hai visto, un'altra, ma so che è nella mia famiglia da tempo".

Il lord si avvicinò e mi sentii come se mi stesse studiando strato dopo strato per carpire ogni singola informazione su di me.

"Sì, anche tu hai il sangue di quei vigliacchi".

"Vigliacchi?" domandai, perplesso.

"Sì, vigliacchi che non hanno voluto usare il loro potere neanche di fronte alla morte" ringhiò. "Dimmi, tu e la vostra genia siete venuti qui per impedirci ancora di lottare?".

"Io non so neanche di cosa stai parlando!" gridai, sentendo il pericolo farsi sempre più vicino.

Lord Bartimus continuò a girarmi in tondo, facendomi camminare con lui per non trovarlo mai alle mie spalle. Improvvisamente proruppe in una risata sguaiata con la quale rivelò una serie di denti storti e marci.

"Quindi non sai? Sono stati incompetenti al punto da far perdere la loro stessa memoria anche ai loro discendenti? O sono stati i draghi ad essere così bravi a cancellare completamente la loro esistenza?"

"D-draghi?"

"Che importanza ha ormai quella vecchia storia, quando hai portato con te l'oggetto che mi garantirà il futuro?"

"Questo manufatto aiuta solo a trovare le cose. Non..."

"Credi davvero che questo sia poco, sciocco ragazzino? Cosa c'è di più potente di quello che si nasconde tra le pieghe di questo mondo?"

Non risposi. Sentivo la testa pesante, i pensieri diventare lenti e scoordinati mentre ogni fibra del mio essere mi urlava di scappare da quel posto.

"Dammelo!" ordinò, con voce che rimbombava in tutto lo spazio.

Feci segno di no con la testa.

Non so cosa sia stato, se l'istinto o il semplice caso, ma caddi all'indietro. Questo mi salvò la vita perché, ad appena un dito dal mio naso, mi passò davanti una macchia gialla e rossa che si schiantò sul mio fianco, facendo tremare l'intera grotta. Una mano mostruosa, troppo grande per il suo proprietario, giaceva su un cratere formato dall'impatto del suo colpo tremendo. Il cappuccio, che fino ad allora gli aveva celato il volto, era volato via, rivelando una testa grande e grottesca, circondata da una chierica radi capelli sottili. Gli occhi gialli, di un colore simile alla bile, mi guardavano con un espressione orrenda di fastidio per il colpo andato a vuoto.

In quel momento la mia mente collegò tutti gli indizi, incastrandosi in un quadro tanto terribile quanto incomprensibile per la mia mente.

"Quella cosa... non era una bestia di mana, vero?"

Il lord ghignò beffardo, distorcendo il suo volto grottesco in una maschera a malapena umana.

"No. Non lo era".

Improvvisamente si piegò in due, portando la mano all'altezza del suo sterno con aria dolorante. Senza neanche perdere tempo ad alzarmi posi le mani davanti a me e uno sperone di roccia di emerse ai miei piedi e il terreno sotto di me si distaccò, muovendosi a tutta velocità verso l'uscita. Salii le scale e ancora sopra la slitta mi spostai rapidamente nell'oscurità, evocando muri su muri per cercare di rallentarlo il più possibile. Non mi fermai neanche arrivato alle scale a chiocciola, illuminate dalle torce che doveva aver acceso il lord nel suo passaggio. Invece appiattii i gradini e continuai a salire e sfruttai la pendenza per mettermi in una posizione semieretta. Quando arrivai nella parte in cui la pietra iniziava a sostituirsi alla muratura eressi un muro, il più spesso che riuscivo a creare, e iniziai a correre. In quanto prestigiatore per me era più difficile usare il mana per rafforzare il mio corpo ma la paura mi fece correre a una velocità che non mi sarei aspettato.

Ero a un passo dalla porta che avevo attraversato quando, senza nessun preavviso, sbucò una mano artigliata dal muro che mi mancò per poco e distrusse la parete opposta. Il lord, il suo sguardo feroce e beffardo, rise di gusto, mostrando i denti che, non capivo se fosse un illusione ottica o fossero veri, sembravano starsi trasformando in zanne ferine.

"Bella dimostrazione di magia, ma finché sei in questo castello non mi puoi sfuggire. Avanti, dammelo!"

Guardai il suo corpo, che pareva immerso nel muro davanti a me. Non sembrava come se si fosse immerso nel terreno o avesse oltrepassato la stanza dall'altra parte, come avevo visto fare a quella bestia di mana tempo fa, ma era come se il muro stesso o lui fossero incorporei e uno avesse attraversato l'altro. Qualunque fosse la risposta con un incantesimo abbattei il muro, trascinando dietro il lord, e balzai nell'altra stanza mentre le scale, indebolite, iniziarono a crollare verso l'interno.

Fui subito investito dalla pioggia battente e caddi in una pozzanghera sul pavimento. La stanza al piano superiore era crollata su quello inferiore, lasciando solo un guscio vuoto in balia degli elementi atmosferici. Guardando in alto mi resi conto che mi trovavo proprio sotto la galleria in rovina che conduceva all'anticamera della sala delle udienze.

Ci fu un tremito e una mano artigliata, sporca di sangue, emerse dalle macerie. Raccolsi tutto il mana che potevo, sentendo le mie riserve di mana calare rapidamente, e mi lanciai in aria facendo emergere una colonna dal terreno. Per diversi secondi il mondo vorticò in tutte le direzioni e mi sentii quasi sul punto di vomitare, poi le gocce d'acqua iniziarono a rallentarmi mentre l'incantesimo che stavo mettendo in atto finalmente funzionò. Alla fine riuscii a mettermi stabile e ad atterrare nella passerella.

Ci fu un altro tremito e, guardando giù, vidi lord Bartimus che finalmente riuscì a uscire. Il suo vestito rosso era a brandelli, rivelando un corpo pallido e magro che era molto più grande di quanto mi avesse dato l'impressione. Anzi, pensai che forse era davvero più grande di quanto era prima perché quando si voltò il suo viso già raccapricciante aveva assunto tratti animaleschi e di una ferocia che superava quella di qualunque bestia di mana avessi mai incontrato.

D'un tratto la carne nella sua schiena iniziò a muoversi, rimestandosi in maniera grottesca mentre il lord lanciava urla di dolore così atroci che pensai sarebbe morto. Con un grido finale la pelle sulla sua schiena si squarciò, spruzzando sangue in tutte le direzioni e facendo emergere due ali membranose. Il lord mi guardò, l'ultima scintilla di razionalità estinta, e dopo aver spiegato quelle orride appendici spiccò il volo, diretto verso di me.

Immediatamente provai a reagire, lanciandogli contro colonne e calcinacci, ma il lord spazzò ogni cosa che gli lanciavo contro e infine ebbi appena il tempo di erigere una barriera prima che mi colpisse. Fui scagliato all'indietro, colpii le colonne e poi caddi sul tetto dell'edificio che si trovava dietro. Lord Bartimus si trovava sopra di me, una mano poggiata su un mozzicone di colonna e le ali stese minacciose al cielo nel pieno del temporale.

Ci fu un boato e quello che mi parve un fulmine lo scagliò di lato, facendolo cadere sopra il tetto e provocando una cascata di tegole che scivolarono verso il bordo del tetto.

"Konrad!" sentii il mio nome gridato dall'alto.

Mi voltai, vedendo Wil, l'ascia da combattimento già in mano, che mi guardava da poco oltre la soglia dell'anticamera.

English version

I looked at the simple bathroom in front of me, completely empty, then at the long dark corridor behind me that was equally empty.

"Konrad!" I called him out loud, without getting a response.

What the hell was going on? I knew Konrad well and knew that he wasn't the kind of person who just wandered around randomly, especially without saying anything to anyone. I went back and entered our room with such force that I made Elaine jump.

"What the f-"

"Konrad is missing," I said, without much preamble.

"How disappeared?"

"I went there and he wasn't there."

"My nephew is not the type to do these things."

"Come and see".

The adventuress got up with a grunt of annoyance and together we went into the side corridor, dark and empty as I had left it. Konrad's aunt looked around perplexed, then she took a deep breath and closed her eyes. I felt the atmosphere change and a tingle ran down my spine as if I was suddenly being watched from every direction.

"What are you-"

Elaine stopped me with a wave of her hand and continued to concentrate for a good minute. She finally grimaced in annoyance and opened her eyes.

"I can't sense his mana signature" she said, looking around. "There is something strange here that is distorting my senses."

"What can it be?"

"I don't know, maybe a jamming artifact. Sometimes nobles install it in their mansions for security reasons or to have a little privacy."

"Why would there be such a thing in this place?"

The adventuress looked down the corridor, her face twisted into a frown of perplexity.

"Let's go to the attendant."

I started to walk but suddenly a powerful hand grabbed my shoulder and forced me to stop. I looked at Elaine with wide eyes, as if I had suddenly grown a horn in the middle of my forehead.

"What's up?" I asked.

"Take a few steps towards me" she asked, with a hesitation in her voice that unnerved me.

I did as she told me and the sudden appearance of her mana signature shocked me, causing me to take a few steps back that made her presence disappear again. The adventuress gave a sudden start and she looked at me with even more dilated eyes.

"This is not possible" she said, looking at the entrance that connected the two corridors almost with fear.

"What are you doing?"

"Did you sense it too?" she asked back.

"Sense what?"

"Your mana signature suddenly disappeared when you entered the other corridor."

"As?"

I looked at the adventuress and realized that her signature had not simply diminished but had actually disappeared completely, so much so that she almost seemed like an object in the background. I once again crossed the threshold that separated one corridor from another and was once again struck by her presence.

"Is there an artifact that can do something like this?" I asked.

"Blocking mana signatures so directly without any solid wall or shield? No, I've never heard of anything like that and I didn't think it was possible."

"So what are we doing?"

"With all these spells placed on the castle it is too dangerous to go looking for my nephew randomly. The best thing to do is go to the attendant."

"Isn't it that they have all these security systems because they're hiding something?" I asked, suddenly feeling less sure.

"It's very likely, but we don't have many other options" she replied, although she seemed less sure than before.

We retraced the path the orderly had shown us and it was in a way more disturbing because I could feel Elaine's mana signature disappearing and reappearing each time. It was a bit like when you notice your breathing: you don't notice it most of the time but as soon as you notice it it's impossible not to feel it.

As we entered the stairs, Elaine stopped suddenly and I bumped into him.

"Hey, what's going on?" I asked.

The adventuress didn't answer me immediately, continuing to stare at the wall with a perplexed expression.

"I just thought I heard... it doesn't matter. Let's continue."

Konrad Rootsawer

The sudden apparition made me fall backwards and the ball of mana in my hands dispersed, plunging me back into darkness. It took me several seconds to regain control of my emotions but eventually, with hesitation, I condensed a sphere of mana again and once again revealed my surroundings and the thing that had scared me. It was a skull, covered in a strange grayish dust and surrounded by the shards of the vase that I had smashed by falling on top, mixed with fragments of bones. It must have been a cinerary urn and the few burnt bones must have been what was left of the corpse.

I moved closer to the bones, realizing more and more that they were definitely not normal. The skull appeared crushed at the top, the eye sockets too large and the only three teeth left on the jaw didn't even look human, as if they had placed those of a reptile in the cavity instead of his teeth. I didn't even know if it was a reflection or a strange effect of the combustion but the blackened bones had some strange reflection, like bluish.

I pumped even more mana into the sphere, making it larger and brighter and allowing me to illuminate my surroundings. Dozens and dozens of urns appeared in my sight, leaning against the walls of what looked like a large natural cave whose bottom I couldn't see. I recovered the artifact and the candle, which had gone out with the fall, put it back in my pocket and continued forward, being forced to use mana in that way just to be able to even see. Not that I wasted too much of it – with animal meditation I could replenish it quite easily – but I felt like revealing my presence in that way was dangerous.

I walked for a long time, longer than I had anticipated, surrounded by piles upon piles of funerary urns, older and older as I got closer to the thing the artifact was pointing me to. At a certain point an opening appeared on the ground from which stairs could be seen descending downwards. At the bottom I could see a light, the color and consistency of which made me think it did not originate from a fire or something similar. I walked through them and found a door at the bottom, heavy and ancient, through which the light that illuminated the bottom shone through.

I took a deep breath, then opened the door and entered, remaining stared in shock at the thing the ancient artifact had brought me to. In the center of a huge cave, covered in roots from which exuded a strange mana-rich substance that illuminated the place, stood a large stone arch that, seen through the artifact, seemed to shine brighter than the sun. It looked like a teleportation gate but the runes surrounding it were different, more complex, and although it was not active there was a sort of otherworldly power hovering around it, which resembled that thing I had perceived thanks to the artifact.

I approached slowly, feeling the moss being crushed under my feet, and when I was close enough I touched it with my hand. At that moment I felt my head spin and my vision narrow more and more, until it became a speck in the middle of the darkness. After a while the darkness began to lighten and I found myself in a white world that I hadn't seen for who knows how many years.

"I see you found one" said a voice behind me.

I turned and saw my great-grandfather, the same as the last time I had seen him, observing with a thoughtful look a kind of bubble that was being crossed by several images.

"What is that?" I asked, immediately remembering that he couldn't hear me.

"I imagine you've already made the association with the teleportation gate found throughout Dicathen, but these here won't take you anywhere in this world" my ancestor continued. "So far I have only found three of these, in ruins and no longer usable."

Suddenly the environment changed completely. We were in a lush clearing that might have looked beautiful, if not for the countless bloody corpses of mana beasts. In the center of the clearing there were three rather battered people: one was my great-grandfather, who looked a few years younger, one was a young woman in conjurer's clothes and the last was a rather massive man in full armor who, however, must not have helped him much given who was the most battered among them. All three were admiring a huge stone arch covered in vegetation that was missing part of the top.

"It was very difficult to understand what those portals were for, also because I never found a working one. As I understood, these portals should lead to another place, separate from our reality. A place where the ancient mages have preserved all the them to know. One of my greatest regrets is that I was never able to go. Who knows what I could have discovered by drawing on the infinite wisdom of this forgotten people. I still remember how Cynthia defined it, with who knows what poetic inspiration: Relictombs".

My ancestor looked away, looking longingly at the horizon. Shortly afterwards the vision faded again and we both returned to that white, empty space.

"Unfortunately this didn't happen and it can't happen anymore. I can't tell you how it could be activated, even if you found an intact one. I doubt that calling a simple teleportation gate attendant could help you in such a circumstance, and not even the artifact from only it will. I believe the only way is to gain the same powers as the ancient mages, or at least have a fairly substantial taste of them. Perhaps in the moment right now I could have the minimum amount of control necessary but, without having found a reasonably intact one ..."

His face darkened and his tone became somber.

"My dream will never come true, it seems. I hope it goes better for you because if you want to defend yourself from them you will need that knowledge."

I came back to reality, stunned and quite surprised to have received a new message from my great-grandfather after all this time. I looked at the arch with even more wonder and amazement than before, even though its appearance was already impressive. 'A place created by ancient mages that held their lost knowledge' I continued to think. The portal I was in front of seemed to be in good condition, but I had no idea how to make it work even by looking closely at it with the artifact.

"How did you manage to find this place?" a voice suddenly asked behind me.

I quickly turned around, finding myself facing the last person I wanted to see at that moment. Lord Bartimus walked with a slow, rhythmic step, his mere presence, even without exerting his intent, made me feel as if I was in a cage with a ferocious predator.

"I-I'm lost" I said, sounding ridiculous to my own ears.

"Do you take me for a fool? This entire castle and the spells that cover it exist only to make this place impossible to reach"

The lord looked, or at least I had the very strong feeling that he was doing so, at the artifact of the ancient mages in my hands, which I immediately withdrew into the dimensional ring.

"How did you get such an item?" asked the lord.

"I-I..."

"Answers!" he commanded, unleashing his intent.

"I got it from my family" I said, feeling my throat tighten in the grip of his aura.

"From...your family" he repeated, thoughtfully and taking the pressure off him a little.

"Yes, my aunt brought it to me. Not the one you saw, another one, but I know it's been in my family for a long time."

The lord came closer and I felt like he was studying me layer by layer to glean every single piece of information about me.

"Yes, you have the blood of those cowards too."

"Cowards?" I asked, perplexed.

"Yes, cowards who didn't want to use their power even in the face of death" he growled. "Tell me, did you and your ilk come here to stop us from fighting again?"

"I don't even know what you're talking about!" I shouted, feeling the danger getting closer and closer.

Lord Bartimus continued to circle me, making me walk with him so I would never find him behind me. He suddenly burst into raucous laughter with which he revealed a set of crooked and rotten teeth.

"So you don't know? Were they incompetent to the point that even their descendants lost their own memories? Or were the dragons so good at completely erasing their existence?"

"D-dragons?"

"What does that old story matter now, when you brought with you the object that will secure my future?"

"This artifact only helps me to find things. It doesn't..."

"Do you really think this is little, you silly boy? What is more powerful than what lies within the folds of this world?"

I didn't answer. I felt my head heavy, my thoughts becoming slow and uncoordinated as every fiber of my being screamed at me to escape from that place.

"Give me that!" he commanded, his voice booming throughout the space.

I shook my head no.

I don't know what it was, instinct or simple chance, but I fell backwards. This saved my life because, just an inch from my nose, a yellow and red blur passed in front of me and crashed into my side, shaking the entire cave. A monstrous hand, too large for its owner, lay on a crater formed by the impact of his tremendous blow. The hood, which until then had hidden his face, had flown away, revealing a large and grotesque head, surrounded by sparse thin hair. The yellow eyes, a color similar to bile, looked at me with a hideous expression of annoyance at the missed shot.

In that moment my mind connected all the clues, fitting into a picture as terrible as it was incomprehensible to my mind.

"That thing... wasn't a mana beast, was it?"

The lord sneered, distorting his grotesque face into a barely human mask.

"No, she was not".

He suddenly doubled over, bringing his hand up to his sternum with a painful look. Without even wasting time getting up I placed my hands in front of me and a spur of rock emerged at my feet and the ground beneath me fell away, moving at full speed towards the exit. I climbed the stairs and still on top of the sled I moved quickly through the darkness, conjuring wall after wall to try to slow him down as much as possible. I didn't even stop when I reached the spiral stairs, illuminated by the torches that the lord must have lit as he passed by. Instead I flattened the steps and continued up, using the slope to get into a quite-upright position. When I reached the part where the stone began to replace the masonry, I built a wall, as thick as I could create, and started running. As a conjurer it was more difficult for me to use mana to strengthen my body but fear made me run at a speed I didn't expect.

I was one step away from the door I had walked through when, without any warning, he shot out a clawed hand from the wall that narrowly missed me and destroyed the opposite wall. The lord, his gaze ferocious and mocking, laughed heartily, showing his teeth which, I didn't understand if it was an optical illusion or were real, seemed to be transforming into feral fangs.

"Nice display of magic, but as long as you're in this castle you can't escape me. Come on, give it to me!"

I looked at his body, which seemed to be immersed in the wall in front of me. It didn't look as if he had plunged into the ground or passed through the room to the other side, as I had seen that mana beast do long ago, but it was as if the wall itself or he were incorporeal and one had passed through the other. . Whatever the answer, I cast down the wall, dragging the lord with it, and leapt into the other room as the weakened stairs began to collapse inwards.

I was immediately hit by the pouring rain and fell into a puddle on the floor. The room on the upper floor had collapsed onto the lower one, leaving only an empty shell at the mercy of the elements. Looking up, I realized that I was directly beneath the ruined tunnel that led to the antechamber of the audience chamber.

There was a tremor and a clawed hand, stained with blood, emerged from the rubble. I gathered all the mana I could, feeling my mana reserves dwindling rapidly, and launched myself into the air, causing a pillar to emerge from the ground. For several seconds the world whirled in all directions and I felt like I was about to vomit, then the drops of water began to slow me down as the spell I was casting worked. I finally managed to stabilize myself and land on the catwalk.

There was another tremor and, looking down, I saw Lord Bartimus finally making it out. His red suit was in tatters, revealing a pale, thin body that was much larger than he had given me the impression. In fact, I thought that maybe he really was bigger than he was before him because when he turned around his already gruesome face had taken on animalistic features and a ferocity that surpassed that of any mana beast I had ever met.

Suddenly the flesh in his back began to move, churning grotesquely as the lord let out screams of pain so excruciating I thought he would die. With a final scream the skin on his back split, spraying blood in all directions and revealing two membranous wings. The lord looked at me, the last spark of rationality extinguished, and after having unfurled those horrid appendages he took flight, heading towards me.

I immediately tried to react, throwing pillars and rubble at him, but the lord swept away everything I threw at him and finally I barely had time to erect a barrier before he hit me. I was thrown backwards, hit the columns and then fell onto the roof of the building behind. Lord Bartimus stood above me, one hand resting on a stub of a column and his wings stretched out threateningly to the sky in the midst of the storm.

There was a bang and what looked like lightning hurled him aside, causing him to fall onto the roof and causing a cascade of tiles to slide towards the edge of the roof.

"Konrad!" I heard my name shouted from above.

I turned, seeing Wil, battle ax already in hand, looking at me from just beyond the threshold of the antechamber.