Wilhelm Ironside

Io, Konrad ed Elaine uscimmo dalla sala seguendo l'attendente di Lord Bartimus. Il viaggio in senso contrario del castello non fu meno inquietante di quello all'andata, semmai dopo aver visto il lord mi sentivo insicuro a voltargli le spalle. Mi sentivo come se il lord fosse pronto a ghermirmi e risucchiare in un attimo la mia vita dalle vene.

"Non vi stabilirete nel villaggio di pescatori" disse l'attendente quando arrivammo alla corte esterna del castello e ci dirigevamo verso i cavalli. "Vi porterò nel villaggio più a ovest, dove si verificano la maggior parte degli attacchi".

"E i nostri bagagli?" chiese la zia di Konrad.

"I vostri bagagli stanno già venendo portati lì da alcuni abitanti che ho incaricato per l'occasione".

Nel mentre che eravamo rimasti dentro il castello la nebbia si era un po' diradata, anche se non del tutto. Perlomeno si poteva vedere a più di qualche passo.

Salimmo nuovamente sui cavalli e dopo essere usciti dal portale d'ingresso ci dirigemmo alla nostra sinistra, prendendo un sentiero diverso da quello che avevamo percorso per venire. Cavalcammo per due ore quasi in linea retta attorniati da una fitta foresta che diventava più chiara man mano che la giornata, pur nuvolosa, avanzava.

Alla fine gli alberi iniziarono a diradarsi e comparve il villaggio. L'abitato era formato da una serie di capanne di tronchi intonacate con la terra e coperte da un tetto di paglia, circondate da un muro di legno da cui sbucavano alcuni volti. Alcune torrette poste agli angoli dominavano l'intera zona e dai riflessi che si intravedevano immaginai che ognuna di esse ospitasse una campana. Fuori dalle mura si vedevano diverse montagnole di terra coperta di erba e piante ancora verdi che sprigionavano del fumo che addensava la nebbia residua.

Entrammo dentro l'abitato dove ad accoglierci c'erano solo alcune donne che ci degnavano appena di uno sguardo prima di continuare con le loro mansioni. Evidentemente si erano abituati alla presenza degli avventurieri nel loro villaggio. Più eccitati sembravano i bambini che ci sbirciavano e bisbigliavano tra loro, ma la presenza dell'attendente del loro signore, più per la sua presenza che per l'essere il rappresentante del lord probabilmente, li teneva a debita distanza.

"Lì è dove vivrete finché siete qui" disse il signor Krane, indicando una capanna un po' staccata dalle altre.

Ci avvicinammo all'abitazione e smontammo davanti alla porta. La capanna era meglio costruita rispetto alle altre e aveva un piano sopraelevata ma per il resto non differiva molto da una qualsiasi altra casa del villaggio.

Entrammo dentro e trovammo ad attenderci i nostri bagagli e un uomo biondo che si voltò verso la porta, guardandoci con occhi di un blu così scuro che parevano quasi neri.

"Buongiorno" disse, avvicinandosi e porgendo la mano alla zia di Konrad. "Io sono il capo Lindon, controllo questo villaggio in nome di lord Bartimus. Dopo che si sarà sistemata le chiedo di venire a casa mia così che possa informarla della situazione".

L'uomo parlava rispettosamente, ma non con il nervosismo che a volte prendeva mio padre quando parlava con Elaine, probabilmente perché in così tanti anni doveva aver visto molti avventurieri. Allo stesso tempo non emetteva alcuna firma di mana, quindi probabilmente non poteva neanche rendersi conto dell'enorme differenza che intercorreva tra lei e gli altri avventurieri che aveva visto sin'ora. Il tipo che quella mattina era salpato con la nostra nave forse l'avrei potuto battere anche io.

"Meglio non aspettare. Ragazzi, voi iniziate a mettere a posto le nostre cose mentre io parlo con il capo Lindon" ci ordinò Elaine.

"Come? Non è giusto!" protestai.

"Niente discussioni, fate come vi dico".

Elaine si voltò e uscì. Il capo villaggio ci diede un occhiata dubbiosa, poi uscì anche lui lasciando me e Konrad da soli a sistemare la casa.

"Dopo quello che ci ha fatto passare ha anche la faccia tosta di trattarci come suoi schiavi?" mi lamentai.

Konrad osservò per un po' la porta, rimanendo in silenzio. A volte mi metteva a disagio quando si comportava in quel modo perché sembrava estraniarsi dalla realtà. Mi ricordavo che capitava quando era piccolo, ma dopo Elwood succedeva sempre più spesso.

"Konrad!" lo chiamai.

Sussultò e parve svegliarsi da un sogno ad occhi aperti.

"Scusa, stavo pensando a una cosa" disse, pensoso.

"Cosa facciamo?" chiesi, indicando i bagagli.

Konrad guardò i bagagli prima di rivolgersi nuovamente a me.

"Meglio mettere tutto a pasto".

"E darla vinta a tua zia?"

"Non ci sarebbe stata di aiuto in ogni caso e qualcuno deve comunque farlo".

Konrad aprì il suo bagaglio e tirò fuori quello che c'era dentro. Sbuffai e, con un certo fastidio, lo aiutai.

Al piano di sotto c'era un tavolo da cucina con alcune sedie, un divano dove rilassarci vicino al camino e una cassa dove era stipato il cibo – principalmente pesce secco e grano – oltre a una botte mezza piena di vino. Al piano superiore erano stati preparati tre pagliericci e un grande baule dove infilammo gran parte della nostra roba. In complesso era migliore delle abitazioni medie di Elwood e quasi lussuosa se confrontata con il luogo dove avevamo alloggiato nelle paludi.

Dopo aver finito di sistemare ci sedemmo sul divano. Non pensavo ci volesse tanto per parlare con il capo del villaggio e credevo sarebbe arrivata mentre ritiravamo, eppure anche dopo che avevamo finito lei non era ancora tornata.

"Dove sarà finita tua zia?" chiesi, spazientito.

"Perché dovrei saperlo?" mi rispose Konrad.

Poco dopo l'avventuriera rientrò in casa, da sola. Notai, con la rabbia dentro di me che montava sempre di più, che in mano teneva una bottiglia.

"Scusate, il capo Lindon mi ha portato a fare un giro del perimetro".

"E quello cos'è?" domandò Konrad, indicando la bottiglia.

"Non è niente, sono solo andata al mercato per vedere cosa avevano" rispose con nonchalance.

"Guarda che abbiamo una botte di vino" dissi.

"L'ho vista prima, ma posso dire da come è messa quella botte che la roba al suo interno farà schifo. Per fortuna non sono molto più a sud di Jerlin e lì fanno un'ottima acquavite".

Come a sottolineare il punto aprì la bottiglia e dopo aver versato un po' del liquido cristallino in un bicchierino lo bevve.

"Nonna ci ha detto di vivere con quello che ci dava lord Bartimus. Inoltre è mezzogiorno".

"Lo so cosa ha detto mia madre. Lasciami godere per adesso questo piccolo piacere" disse, versandosi un altro bicchierino.

"E se quelle bestie di mana attaccassero?"

"Lui mi ha detto che l'ultimo attacco è avvenuto pochi giorni fa e che quindi dovrebbe essere abbastanza sicuro per un po'. In ogni caso non ho intenzione di bere fino a ubriacarmi completamente, non sono così sconsiderata".

Nonostante questo, si versò un terzo bicchierino.

"Se davvero potrebbe passare del tempo prima del prossimo attacco allora andiamo fuori e alleniamoci" dissi.

"Siamo appena arrivati Wil, non c'è fretta" disse con una scrollata di spalle.

"No! È da quando abbiamo lasciato Lynsbeir che aspetto di venire allenato e voglio che tu lo faccia adesso".

Mi alzai e provai a strapparle l'acquavite dalla mano ma senza neanche far cadere una goccia di liquido schivò la mia mano e mi diede un calcio all'interno della gamba, divaricandola e costringendomi in una dolorosa spaccata. Mentre ero in quella posizione scomoda con la mano libera mi diede una spinta che mi fece cadere e, prima ancora che potessi provarci, mi inchiodò a terra con un piede per impedirmi di alzarmi.

"Vedo che hai spirito" mi disse, guardandomi con un sorrisetto che aveva un ché di pericoloso.

"Togliti" dissi, provando senza successo a spostare la sua gamba.

"Va bene"

Elaine mi tolse il piede dallo sterno e, un po' goffamente, mi rimisi in piedi.

"Mettetevi addosso l'attrezzatura" ci ordinò.

Dopo averlo fatto Elaine ci portò fuori dal villaggio, oltre le montagnole in cui gli abitanti del villaggio stavano producendo il carbone da rivendere. Camminammo un po' nel bosco attorno al villaggio finché la zia di Konrad non trovò una radura che lei considerò adatta allo scopo.

"Cosa dobbiamo fare?" chiesi, cercando di mettermi l'elmo in una posizione che mi desse meno fastidio.

"Prendete le vostre armi" disse, avvicinandosi a un mucchio di rocce.

Sia io che Konrad estraemmo le nostre armi. Elaine ci guardò, soddisfatta.

"Bene, ora combattete tra di voi" ci ordinò sedendosi su una roccia grande e piatta.

"Aspetta, vuoi che ci affrontiamo?" chiese Konrad, confuso.

"Cosa c'è di complicato in quello che ho appena detto? Certo".

"Perché?"

"Per valutare la vostra forza. Konrad, usa solo la magia dell'acqua".

"Come mai devo usare solo quella?"

"Se usassi la magia della terra l'incontro sarebbe troppo impari".

"Hey!" protestai, indignato.

"Piantatela di discutere quello che vi dico, siete voi che volevate allenarvi. Forza! e tu ricordati di smussare la lama con il mana".

Konrad, con riluttanza, si mise in posizione. In quel momento mi venne in mente che era da quando si era risvegliato che non lo affrontavo. Anche dopo che ho iniziato a viaggiare con lui non ne ho mai avuto l'occasione.

Sulla sua faccia comparve un espressione preoccupata, ma non era come quando lo tormentavo da piccolo. Non era paura per se stesso ma preoccupazione nei miei confronti, la pietà di uno che si sente molto superiore al suo avversario. Questo mi mandò su tutte le furie.

"Non considerarmi inferiore a te!" urlai prima di attaccarlo.

Senza scomporsi il mio avversario stese il suo bastone davanti a lui e dopo un breve canto dalla sua estremità si produsse un getto d'acqua che mi prese in pieno, mandandomi indietro con le costole doloranti.

"Wil, ricorda che quando attacchi devi sempre rivestire il tuo corpo di mana" mi disse Elaine dalla sua postazione.

Mi rialzai a fatica. Konrad mi stava aspettando con tre bolle d'acqua già evocate che gli giravano attorno con fare protettivo. Provai di nuovo ad attaccarlo, ma questa volta quando attaccò lo presi in pieno avvolgendomi di mana e usando le braccia per coprirmi. Era come venire travolto da un fiume in piena, ma riuscii a stare in piedi.

Il getto finì ma prima di poter ripartire alla carica sentii la mia caviglia venire afferrata da qualcosa di umido. Provai a colpirlo con la mia ascia, ma non ebbi il tempo di calare il colpo perché la frusta d'acqua si ritrasse e finii a gambe all'aria per qualche secondo prima di venire sbattuto a terra con la faccia nel fango creato dal precedente incantesimo.

Sentii Elaine ridere a crepapelle e la mia faccia si imporporò per l'imbarazzo.

"Invece di ridere dimmi cosa fare" sbraitai.

"In teoria dovrei aiutare mio nipote, ma visto che non sembra averne bisogno farò un eccezione" disse con la voce ancora carica di ilarità. "Al vostro stato attuale Konrad ha un enorme vantaggio su di te. Anche se foste allo stesso livello di nucleo – e non lo siete – essere un prestigiatore permette a Konrad di mantenere le distanze. Inoltre, tenendo anche conto del suo livello, ha un controllo del mana molto superiore al tuo".

"Quindi che dovrei fare? Gettarmi a terra col ventre esposto come un cane randagio sconfitto?"

"Normalmente sì" disse con schiettezza. "Tuttavia voglio che tu ci provi".

"Come?"

"Il fatto che tu sia un potenziatore non significa che devi combattere come un bruto senza cervello, come pensano spesso certi prestigiatori snob. Cerca di studiare il tuo avversario e adattati di conseguenza".

"Nessun'altro consiglio?" domandai, non del tutto soddisfatto per la risposta vaga e un po' banale.

"Non sta usando il suo elemento più forte. Sfrutta questo fatto".

Repressi la rabbia che sentivo montare dentro di me e lo osservai attentamente. Mi arrivava al massimo alle spalle ed era piuttosto magro, come avevo notato fossero molti prestigiatori. Se fossi arrivato vicino avrei avuto qualche possibilità... peccato che era proprio quello il problema.

Mi lanciai nuovamente contro di lui e du nuovo mi colpì con un getto, ma questa volta lo schivai. Konrad iniziò un altro canto ma ne approfittai per lanciarmi avanti e tentare di prenderlo in contropiede. Con un po' di tensione nella voce finì il canto e l'acqua formò un anello difensivo intorno a lui. Provai a saltarlo per arrivare direttamente a lui ma l'anello esplose verso l'esterno e l'acqua che mi colpì mi rimandò indietro. Non era potente come gli attacchi precedenti ma dato che mi trovavo in aria il colpo mi rispedì quasi al punto di partenza.

Senza perdere tempo Konrad iniziò un altro canto, ma questa volta lo lasciai fare. Le magie della terra gli richiedevano poche parole o addirittura nessuna e le lanciava piuttosto velocemente, invece le magie dell'acqua gli richiedevano molta più concentrazione e tempo. Considerando però da quanto tempo l'aveva imparata i suoi progressi mi intimorirono non poco.

Attorno al mio avversario di formò una barriera d'acqua che mi rendeva molto più difficile attaccarlo direttamente. Provai a colpire la sua barriera e questa tremò pur riuscendo a reggere. All'interno dello scudo vidi le labbra di Konrad muoversi in un altro canto ma richiamai tutto il mana nella mia ascia e colpii la sua barriera. Concentrato com'era sull'altro incantesimo la barriera crollò e io provai ad attaccarlo prima che finisse il suo attacco. Nonostante ciò Konrad riuscì a completare il suo incantesimo e comparve una frusta d'acqua che si muoveva come un serpente pronto a mordere la sua preda. Quando attaccò provai a schivare la frusta ma il colpo fu troppo veloce e venni scaraventato di lato.

Mi rialzai nuovamente. Konrad aveva smesso di creare nuovi incantesimi, invece si stava concentrando sul mantenimento della frusta d'acqua. Evidentemente aveva capito che non era abbastanza veloce nel fare incantesimi dell'attributo acqua, quindi aveva deciso di concentrarsi su quel singolo incantesimo molto più versatile.

Provai ad attaccarlo per l'ennesima volta ma la frusta mi impedì di avvicinarmi. Strinsi la presa sulla mia ascia da battaglia, sentendo il legno di quercia di cui era composto il manico. Avanzai, tenendo l'ascia con una mano. La frusta provò di nuovo a colpirmi, stavolta però lanciai l'ascia contro Konrad caricandola di mana. L'arma non era studiata per il lancio ma lo costrinse a usare l'incantesimo per proteggersi. In quel frangente lo superai ed estrassi la mia vera ascia, quella con il manico in legno degli elfi, con cui mi avvicinai per colpirlo smussando la lama con il mio mana. Konrad provò a richiamare il suo incantesimo ma non fu abbastanza veloce.

Mentre stavo per colpirlo sentii il mio piede perdere la presa su un sasso bagnato e incespicai, mancando il colpo. Konrad inciampò all'indietro e io tentai di attaccarlo prima che potesse formare un altro incantesimo, ma sentii nuovamente la mia caviglia afferrata e venni scaraventato a terra.

"Accidenti" sbottai, colpendo il terreno con un pugno.

"Dai, non sei andato male" provò a consolarmi Konrad.

"Che dire, è stata una partita piuttosto impari ma almeno sei riuscito a combinare qualcosa" disse Elaine. "Il tuo controllo del mana è ancora scarso e non hai alcuna vera tecnica di combattimento. È vero che non sono un'esperta del combattimento con l'ascia, ma credo che sia più di agitare l'ascia come farebbe un boscaiolo. Inoltre devi esercitarti di più sulla tua affinità, non l'hai usata neanche una volta".

Elaine si rivolse a suo nipote.

"Konrad, tu sei stato bravo, tuttavia non ti sei mosso per niente durante lo scontro. Capisco che i prestigiatori lavorino meglio stando fermi ma se le tue difese vengono superate allora devi muoverti. Il tuo fisico è troppo debole. Per diventare un mago più completo devi rafforzarlo, altrimenti ti ritroverai in situazioni molto pericolose nelle Beast Glades".

La guardai, stupito. Era un ubriacona e una donna per molti versi losca, ma iniziai a capire come avesse fatto a sopravvivere come avventuriera.

Elaine ci guardò e sembrava voler dire qualcos'altro ma improvvisamente alzò la testa e guardò in direzione della foresta. Come me Konrad parve confuso, però poi anche lui parve allertarsi.

Un ombra balzò fuori dalla boscaglia che Elaine, con un rapido movimento,tagliò in due con la sua spada. Quello che potemmo fare fu metterci al riparo la faccia dagli schizzi di sangue.

"Cosa accidenti è?" chiese Konrad, orripilato.

La creatura, poco più grossa di un maiale, era la cosa più rivoltante che avessi mai visto in vita mia. Pareva una palla di carne rancida, con le ossa che sporgevano in maniera innaturale dalla pelle. Aveva quattro zampe funzionanti, ma tre sembravano di cervo e la quarta aveva un aspetto strano e amorfo, ma da essa sporgevano dita... quasi umane. Un'altra zampa simile a quella di un coniglio privato della pelliccia sporgeva inutilmente dal fianco. La testa di cinghiale era fusa con il busto con un ancolo innaturale e una zanna gli sporgeva dove doveva esserci l'occhio sinistro.

In lontananza, dove si trovava il villaggio, qualcuno suonò velocemente una campana con un martello. 

English version

Wilhelm Ironside

Konrad, Elaine and I left the room following Lord Bartimus's attendant. The journey in the opposite direction to the castle was no less disturbing than the outward journey, if anything, after seeing the lord I felt insecure about turning my back on him. I felt as if the lord was ready to grab me and suck the life out of my veins in an instant.

"You will not settle in the fishing village" the attendant said as we arrived at the outer courtyard of the castle and headed towards the horses. "I will take you to the westernmost village, where most of the attacks occur."

"And our luggage?" asked Konrad's aunt.

"Your luggage is already being taken there by some inhabitants whom I have appointed for the occasion."

While we remained inside the castle the fog had cleared a little, although not completely. At least I could see more than a few steps away.

We got back on the horses and after leaving the entrance portal we headed to our left, taking a different path from the one we had taken to come. We rode for two hours almost in a straight line surrounded by a dense forest that became lighter as the day, although cloudy, progressed.

Eventually the trees began to thin out and the village appeared. The village was made up of a series of log huts plastered with earth and covered with a thatched roof, surrounded by a wooden wall from which some faces emerged. Some turrets located at the corners dominated the entire area and from the reflections that could be glimpsed I imagined that each of them housed a bell. Outside the walls I could see several mounds of earth covered with grass and still green plants that were giving off smoke that thickened the residual fog.

We entered the inhabited where there were only a few women to welcome us who barely gave us a glance before continuing with their tasks. They had evidently become accustomed to the presence of adventurers in their village. The children seemed more excited as they peeked at us and whispered to each other, but the presence of their lord's attendant, probably more due to his presence than to being the lord's representative, kept them at a safe distance.

"That's where you'll live while you're here," said Mr. Krane, pointing to a cabin set a little apart from the others.

We approached the house and dismounted in front of the door. The hut was better built than the others and had a raised floor but otherwise it didn't differ much from any other house in the village.

We went inside and found our bags waiting for us and a blond man who turned towards the door, looking at us with eyes so dark blue they almost seemed black.

"Good morning" he said, walking over and offering his hand to Konrad's aunt. "I am Chief Lindon, I control this village in the name of Lord Bartimus. After you are settled I ask you to come to my house so I can inform you of the situation."

The man spoke respectfully, but not with the nervousness that sometimes gripped my father when he spoke to Elaine, probably because in so many years he must have seen many adventurers. At the same time he didn't emit any mana signatures, so he probably couldn't even realize the huge difference between her and the other adventurers he had seen so far. Maybe I too would have been able to beat the guy who left that morning.

"Better not wait. You guys start packing up our things while I talk to Chief Lindon" Elaine ordered us.

"What? It's not fair!" I protested.

"No arguments, do as I say."

Elaine turned and walked out. The village chief gave us a doubtful look, then went out too, leaving Konrad and me alone to tidy up the house.

"After what she put us through, does she even have the nerve to treat us like her slaves?" I complained.

Konrad watched the door for a while, remaining silent. Sometimes it made me uncomfortable when he acted that way because he seemed to be detached from reality. I remembered it happening when he was little, but after Elwood it happened more and more often.

"Konrad!" I called him.

He gasped and seemed to wake up from a daydream.

"Sorry, I was thinking about something" he said thoughtfully.

"What do we do?" I asked, pointing to the bags.

Konrad looked at the bags before turning back to me.

"Better to put everything in a meal."

"And give it to your aunt?"

"It wouldn't have helped us anyway and someone has to do it anyway."

Konrad opened his luggage and took out what was inside. I snorted and, with some annoyance, helped him.

Downstairs there was a kitchen table with some chairs, a sofa to relax on by the fireplace, and a chest where food was packed – mostly dried fish and grain – as well as a half-full barrel of wine. Upstairs, three straw mattresses and a large trunk had been prepared where we put most of our stuff. Overall it was better than the average home in Elwood and almost luxurious compared to where we had stayed in the swamps.

After we finished tidying up we sat on the couch. I didn't think it would take her that long to talk to the village chief and I thought she would arrive while we were picking up, yet even after we finished she still hadn't returned.

"Where did your aunt go?" I asked, impatiently.

"Why would I know?" Konrad replied.

Shortly afterwards the adventuress returned home, alone. I noticed, with the anger inside me that it was growing more and more, that she was holding a bottle in her hand.

"Sorry, Chief Lindon took me on a tour of the perimeter."

"And what is that?" Konrad asked, pointing to the bottle.

"It's nothing, I just went to the market to see what they had," she replied nonchalantly.

"Look, we have a barrel of wine" I said.

"I've seen it before, but I can tell from the way that barrel is set up that the stuff in it is going to be gross. Luckily they're not much further south than Jerlin and they make great brandy there."

As if to underline the point she opened the bottle and after pouring some of the crystalline liquid into a small glass drank it.

"Grandmother told us to live on what Lord Bartimus gave us. Besides, it's noon."

"I know what my mother said. Let me enjoy this little pleasure for now" she said, pouring herself another shot.

"What if those mana beasts attack?"

"He told me that the last attack happened a few days ago and so it should be pretty safe for a while. In any case I don't intend to drink until I get completely drunk, I'm not that reckless."

Despite this, she poured herself a third shot.

"If it really could be some time before the next attack then let's go outside and train us" I said.

"We just got here Wil, there's no rush" she said with a shrug.

"No! I've been waiting to be trained ever since we left Lynsbeir and I want you to do it now."

I stood up and tried to snatch the brandy from her hand but without even spilling a drop of liquid she dodged my hand and kicked me on the inside of the leg, splitting it apart and forcing me into a painful split. While I was in that awkward position with her free hand she gave me a push that made me fall and, before I could even try, she pinned me to the ground with her foot to prevent me from getting up.

"I see you have spirit" she said, looking at me with a smile that had something dangerous about it.

"Get off" I said, trying unsuccessfully to move her leg.

"All right"

Elaine took her foot off my sternum and, somewhat awkwardly, I got to my feet.

"Put your gear on" she ordered us.

After we did that she took us out of the village, past the mounds where the villagers were producing charcoal to resell. We walked for a while in the woods around the village until Konrad's aunt found a clearing that she considered suitable for the purpose.

"What do we have to do?" I asked, trying to get my helmet into a position that would bother me the least.

"Grab your weapons" she said, approaching a pile of rocks.

Konrad and I both drew our weapons. Elaine looked at us, satisfied.

"Good, now fight each other" she ordered us as she sat down on a large, flat rock.

"Wait, you want us to face each other?" Konrad asked, confused.

"What's complicated about what I just said? Sure."

"Why?"

"To gauge your strength. Konrad, use only water magic."

"Why do I only have to use that one?"

"If you used earth magic the match would be too unequal."

"Hey!" I protested, indignant.

"Stop arguing what I'm telling you, you're the ones who wanted to train. Come on! and you remember to blunt the blade with mana."

Konrad reluctantly got into position. At that moment it occurred to me that I hadn't faced him since he awakened. Even after I started traveling with him I never had the chance.

A worried expression appeared on his face, but it wasn't like when I tormented him as a child. It wasn't fear for himself but concern for me, the pity of someone who feels much superior to his opponent. This made me furious.

"Do not consider me inferior to you!" I yelled before attacking him.

Without getting upset, my opponent extended his staff in front of him and, after a short chant, a jet of water was produced from the end of it which hit me full on, sending me backwards with aching ribs.

"Wil, remember that when you attack you must always coat your body in mana" Elaine told me from her position.

I got up with difficulty. Konrad was waiting for me with three already conjured water bubbles swirling protectively around him. I tried to attack him again, but this time when he attacked I caught him full on by wrapping myself in mana and using my arms to cover myself. It was like being swept away by a raging river, but I managed to stay upright.

The jet ended but before I could charge forward I felt my ankle being grabbed by something wet. I tried to hit its with my axe, but I didn't have time to land the blow because the water whip retracted and I ended up sprawled for a few seconds before being knocked to the ground with my face in the mud created by the previous spell .

I heard Elaine laugh out loud and my face flushed with embarrassment.

"Instead of laughing, tell me what to do" I yelled.

"In theory I should help my nephew, but since he doesn't seem to need it I'll make an exception" she said, her voice still full of laughter. "In your current state Konrad has a huge advantage over you. Even if you were at the same core level – and you're not – being a conjurer allows Konrad to keep his distance. Furthermore, even taking his level into account, he has a control of mana far superior to yours."

"So what should I do? Throw myself on the ground with my belly exposed like a defeated stray dog?"

"Normally yes" she said bluntly. "Still, I want you to try."

"As?"

"Just because you're an agumenter doesn't mean you have to fight like a mindless brute, as some snobbish conjurer often think. Try to study your opponent and adapt accordingly."

"Any other advice?" I asked, not entirely satisfied with the vague and somewhat banal answer.

"He's not using his strongest element. You exploits that fact."

I suppressed the anger I felt building inside me and watched him carefully. He reached up to my shoulders at most and was rather thin, as I had noticed many conjurer were. If I had gotten close I would have had a chance... too bad that was exactly the problem.

I lunged at him again and again he hit me with a jet, but this time I dodged it. Konrad started another chant but I took the opportunity to lunge forward and try to catch him off guard. With a little tension in his voice he finished the chant and the water formed a defensive ring around him. I tried to jump it to get directly to him but the ring exploded outwards and the water hitting me sent me back. It wasn't as powerful as the previous attacks but since I was in the air the blow almost sent me back to where I started.

Without wasting time Konrad started another chant, but this time I let him do it. Earth spells required little or no words from him and he cast them rather quickly, while water spells required much more concentration and time. However, considering how long he had been learning it, his progress intimidated me quite a bit.

A barrier of water formed around my opponent, making it much more difficult for me to attack him. I tried to hit his barrier and it shook even though it managed to hold. Inside the shield I saw Konrad's lips move into another chant but I summoned all the mana into my ax and struck his barrier. Concentrating as he was on the other spell the barrier collapsed and I tried to attack him before he finished his attack. Despite this, Konrad managed to complete his spell and a whip of water appeared, moving like a snake ready to bite his prey. When he attacked I tried to dodge the whip but the blow was too fast and I was thrown to the side.

I got up again. Konrad had stopped creating new spells, instead he was focusing on maintaining the water whip. Evidently he had realized that he wasn't fast enough at casting water spells, so he had decided to focus on that single, much more versatile spell.

I tried to attack him for the umpteenth time but the whip prevented me from getting closer. I tightened my grip on my battle axe, feeling the oak of the handle. I stepped forward, holding the ax in one hand. The whip tried to hit me again, but this time I threw the ax at Konrad, charging it with mana. The weapon wasn't designed for throwing but it forced him to use the spell to protect himself. At that moment I passed it and took out my real axe, the one with the handle in elven wood, with which I approached to hit him, blunting the blade with my mana. Konrad tried to summon his spell but wasn't fast enough.

As I was about to hit him I felt my foot lose my grip on a wet stone and I stumbled, missing him. Konrad stumbled backwards and I tried to attack him before he could form another spell, but I felt my ankle being grabbed again and I was thrown to the ground.

"Damn" I blurted out, punching the ground.

"Come on, you didn't do badly" Konrad tried to console me.

"What can I say, it was a rather unequal match but at least you managed to do something" said Elaine. "Your mana control is still poor and you don't have any real fighting techniques. It's true that I'm not an expert in ax combat, but I think it's more than just swinging the ax like a lumberjack would. You also have to practice your affinity more, you haven't used it once."

Elaine turned to her nephew.

"Konrad, you were good, however you didn't move at all during the fight. I understand that conjurer work better standing still but if your defenses are overcome then you have to move. Your body is too weak. You need to strenghten it to become a complete magician, otherwise you will find yourself in very dangerous situations in the Beast Glades."

I looked at her, amazed. She was a drunk and a shady woman in many ways, but I began to understand how she had managed to survive as an adventurer.

Elaine looked at us and she seemed to want to say something else but she suddenly raised her head and looked in the direction of the forest. Like me, Konrad looked confused, but then he too seemed to become alert.

A shadow leaped out of the brush, which Elaine, with one swift movement, cut it in two with her sword. What we could do was protect our faces from the blood splashes.

"What the hell is that?" Konrad asked, horrified.

The creature, slightly larger than a pig, was the most revolting thing I had ever seen in my life. It looked like a ball of rancid flesh, with bones protruding unnaturally from the skin. It had four working legs, but three looked like deer and the fourth looked strange and amorphous, but protruded from it... almost human toes. Another paw similar to that of a fur-free rabbit protruded uselessly from the side. The boar's head was fused to the torso with an unnatural angle, and a tusk protruded where his left eye should have been.

In the distance, where the village was, someone quickly rang a bell with a hammer.