Wilhelm Ironside

Caddi sulla branda di schianto, percependo la tavola di legno sotto il materasso sottile scricchiolare per l'improvvisa pressione. Sapevo che più si usava il nucleo e più questo si schiariva, ma il lavoro alla bonifica era così massacrante che mi sembrava di starmi più logorando che rafforzando. Erano diversi giorni che mi trovavo qui e in questo periodo non avevo fatto altro che lavorare dal mattino alla sera, tornando sempre sull'orlo del contraccolpo. A Elwood avevo lavorato al taglio degli alberi degli elfi e il lavoro non era certo facile, ma mio padre non aveva mai spinto nessuno oltre i propri limiti in questo modo e la produzione rimaneva comunque discreta. Qui invece volevano risultati subito e il capo cantiere spremeva dai suoi uomini fino all'ultima goccia di energia.

"Tua zia la odio" dissi, la mia voce attutita dal materasso.

"Lo dici ogni volta che torniamo qui" rispose Konrad distrattamente.

Girai la testa e lo guardai. Se ne stava seduto nella sua branda e tra le mani aveva una bolla di fango preso da fuori, come aveva fatto ogni sera da quando aveva parlato con quel nano. Mi chiesi come fosse possibile che Konrad conservasse così tanto mana nonostante le lunghe giornate di lavoro. Nemmeno Mertyn, che era un avventuriero di classe B, ne aveva tanto a fine giornata, nonostante la sua firma di mana non fosse affatto più debole.

"Come cavolo fai ad andare avanti dopo una giornata del genere?" chiesi.

"Ho una pozza di mana particolarmente grande" disse, cercando di evitare il mio sguardo concentrandosi sul fango.

"Non può essere soltanto questo".

La sfera di fango ebbe un tremito, ma Konrad riuscì a imporre nuovamente la sua volontà.

"Per favore, mi sto concentrando".

Mi voltai dall'altra parte, irritato dal suo modo di comportarsi e sconfortato perché in qualche modo riusciva a sfruttare qualsiasi situazione per diventare più forte. Provai ad addormentarmi, ma nonostante la stanchezza non riuscivo a prendere sonno. Dopo un po' rivolsi nuovamente un occhiata a Konrad, che stava scaricando la palla di fango fuori dalla finestra per andare a dormire.

"Io me ne sono andato da Elwood per diventare più forte" iniziai a dire, senza sapere bene perché.

"Già, pure io".

"Non capisci, tu sei diventato forte praticamente senza l'aiuto di nessuno, grazie solo al tuo talento. Io invece sono bloccato, senza aiuto non posso andare avanti".

"Beh, hai raggiunto un livello notevole anche senza aiuto" disse Konrad nel tentativo di consolarmi.

"Sì, ma sono lontanissimo da te".

"Quindi?"

"Hai idea di cosa ho abbandonato per allenarmi con Elaine? Mia madre si trova da sola a Lynsbeir ed ha scelto lei così perché voleva darmi una vita migliore. Invece mi ritrovo a fare la bestia da soma in una palude fetida. Se non divento più forte... che senso avrebbe avuto abbandonarla".

Ci fu silenzio per un po', l'unico suono che si sentiva era il ronzio di un paio di mosche. Mi voltai verso Konrad, credendo che si fosse addormentato, invece stava lì, guardandomi con un'attenzione che pareva un po' inquietante. Stavo per voltarmi di nuovo e provare a dormire, finché Konrad parlò.

"Potrei provare a insegnarti come faccio, ma non sono sicuro tu potresti imparare".

"Perché?" chiesi, guardandolo in tralice. "Perché tu sei speciale e io no?"

"Non è questo, è che... provo a spiegartelo".

Mi sedetti sul letto e lo osservai con attenzione.

"Io... ho imparato una tecnica speciale osservando alcune bestie di mana innocue che giravano nel bosco. Posso assorbire mana dall'ambiente esterno mentre mi muovo e lo uso".

"Ma è una cosa impossibile!" dissi, incredulo.

Nei libri che mi aveva prestato il padre di Konrad veniva sottolineata più volte l'importanza del rimanere immobili per massimizzare l'assorbimento del mana ambientale, ma lui diceva di poterlo fare addirittura mentre lanciava un incantesimo.

"So che lo sembra, ma sei stato proprio tu a dimostrarmi che era fattibile".

"Io?"

"Sì. Ti ricordi quando hai provato a spostare da solo quell'enorme albero sino al capanno e ti è venuto il contraccolpo?"

Provai a ripensare a quel momento, ma era difficile ricordare quello che era successo nei momenti precedenti al mio collasso.

"Quindi avrei... assorbito mana mentre lo usavo?"

"Esattamente. Il tuo nucleo era quasi vuoto ma poi sei riuscito ad attingere mana dall'atmosfera e rafforzarti quel tanto che bastava per portare il tronco dentro".

Mi guardai le mani, poi provai a farlo. Era come se stessi provando a guardare avanti e indietro contemporaneamente.

"Come si fa?" chiesi.

"Meglio se te lo faccio vedere".

Dalle mani di Konrad si generò una sfera di mana puro. Provai a concentrarmi sulla firma di mana di Konrad, ma a parte il non starsi consumando non riuscivo a vedere altro. Mi concentrai con più attenzione, cercando di analizzarla in ogni suo aspetto ma non capivo cosa stesse succedendo.

"Ora proverò a smettere e ricominciare ad assorbire mana, forse il confronto ti aiuterà".

La firma di mana di Konrad parve avere una leggera scossa, ma non mi sembrò molto diversa da prima. Fu alla quinta scossa che notai un cambiamento. La firma di mana di Konrad diventava più frastagliata quando non assorbiva mana, mentre era uniforme, come se raggiungesse una sorta di equilibrio, quando ricominciava ad assorbirlo. Provai a imitarlo ma nuovamente non ci furono risultati.

"Non credere che sia semplice. Se posso darti un consiglio però, dovresti tentare di non concentrarti troppo. È come... come fischiettare mentre si cammina. Sono due azioni diverse ma dato che non stai a pensare a ogni singolo passo che fai allora è possibile concentrarsi sul fischiettare. Devi rendere l'assorbimento di mana istintivo, come camminare".

"E per quanto riguarda gli attributi del mana? Mi sapresti dare qualche consiglio?"

"Ecco... non saprei che dirti di più rispetto a quello che c'è scritto nei libri".

"Ma praticamente dicono che o si fa un test o bisogna andare a caso".

"Però se sfonderai allo stadio arancione dovrebbe diventare più facile capirlo".

"Ma non c'è proprio niente che mi puoi dire?"

"Credo... credo che sia una questione di comprensione intima dell'elemento".

"In che senso 'comprensione intima dell'elemento'?"

"Quando manipolo la terra riesco a sentirne l'inclinazione naturale, il modo in cui si comporta e piego questa sua inclinazione per ottenere un risultato".

"Stai parlando in maniera strana" dissi.

"Già, hai ragione. Comunque è meglio che andiamo a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata".

...

Scivolai su una pietra liscia posta sul letto dell'acquitrino e caddi sulle ginocchi, sporcandomi fino alla vita e maledicendo quella stupida 'meditazione animale', come la chiamava Konrad. Avevo provato a usarla tutto il giorno ma i risultati sono stati scarsi. Dovevo cercare di dividere la mia mente per fare due cose contemporaneamente, ma era più facile da fare nella teoria che nella pratica.

Mi alzai e guardai Konrad, che stava tenendo in piedi un'altra recinzione. Mi sembrava incredibile che Konrad potesse assorbire il mana ambientale mentre faceva una cosa così faticosa e che richiedeva una tale concentrazione, ma il modo in cui la sua aura si manifestava non lasciava a dubbi.

Mi rimisi il giogo del carro sulle spalle e continuai a trascinarlo lungo il recinto, fermandomi di tanto in tanto per far prendere le assi di legno agli schiavi o tornando indietro per caricarlo nuovamente. Ripensai a quello che mi aveva detto Konrad, che l'idea gli era venuta quando io avevo subito per la prima volta il contraccolpo. In quell'occasione, almeno a suo dire, avevo per un momento assorbito il mana ambientale. Era quasi finito il turno e le mie riserve di mana erano molto basse, quindi mi venne l'idea.

Aumentai l'uso del mana, camminando più velocemente che potevo con il fango che disperdeva la mia forza. Ben presto le mie già magre riserve cominciarono a esaurirsi più rapidamente e potevo sentire fitte di dolore al nucleo. Quando il mio nucleo arrivò al punto in cui si rifiutava di rilasciare ulteriore mana continuai a spingerlo, tentando di concentrarmi sul nucleo stesso. Con così poco mana mi sembrò come se il mio corpo cercasse di attingere al mana esterno, rendendomi in qualche modo più sensibile ad esso. Era come se stessi trattenendo il respiro e i miei polmoni mi spingessero a respirare. Sentivo che ci voleva poco, ma il dolore continuò man mano ad aumentare. In quello stato tentai di attingere mana ed espellerlo allo stesso tempo, con il risultato che il mio corpo dava la precedenza ad assorbire il mana e ne bloccava l'uscita. Con un immenso sforzo riuscii a far uscire di nuovo il mana e per un momento accadde davvero: assorbii mana mentre lo rilasciavo all'esterno. Era la sensazione più strana che avessi mai provato in vita mia, sentire il mio nucleo che si riempiva e svuotava allo stesso tempo. Durò solo per pochi secondi però, poi l'uscita del mana ebbe il sopravvento, svuotando completamente il mio nucleo e facendomi svenire per il contraccolpo.

Mi risvegliai nella mia branda, accanto alla quale Konrad mi aspetta seduto sulla sua. Sul comodino dove tenevamo i nostri vestiti era posato del cibo.

"Bene, ti sei svegliato".

"Cos'è successo?"

"Dopo il contraccolpo ti abbiamo portato qui. Nell'infermeria della caserma avevano degli elisir, quindi te ne abbiamo dato uno".

"Per quanto sono rimasto svenuto?"

"Quattro ore. Come hai fatto ad arrivare al contraccolpo?"

"Ce l'ho fatta" dissi, ricordandomi perché mi ero spinto fino al contraccolpo. "Sono riuscito ad assorbire mana mentre lo usavo. Ho usato la meditazione animale".

Konrad mi guardò, incredulo.

"Ti sei portato nella stessa situazione di tre anni fa? Sei impazzito?"

"Però ha funzionato".

"Il punto è cercare di evitare il contraccolpo, non provocarlo".

"Adesso però sono riuscito a provare la sensazione che descrivevi. Posso lavorare da lì per impararlo a usare sempre".

"Spero per te che non dovrai provocarti il contraccolpo altre volte" disse, prendendo un vassoio e mangiando.

Improvvisamente sentii una certa pressione proveniente dalla vescica. Mi misi seduto ma appena provai ad alzarmi caddi di nuovo indietro, il mio corpo ancora spossato per il contraccolpo nonostante l'elisir.

"Che stai facendo? È meglio che rimani sdraiato almeno per qualche altra ora".

Provai di nuovo ad alzarmi, ma ottenni lo stesso risultato e sentii le mie orecchie iniziare a bruciare.

"Konrad?" chiesi, sentendo anche la faccia che iniziava ad arrossarsi.

"Cosa c'è?".

"Avrei bisogno... che mi dessi una mano".

"Per cosa?"

"Per portarmi... sai..."

Per un momento parve confuso, poi realizzò e gli venne un moto di disgusto.

"Non puoi tenertela finché non recuperi abbastanza da andare da solo?"

Scossi la testa, ora con la faccia completamente rossa. Sembrava come se ogni muscolo del mio corpo fosse in uno stato di torpore, compreso quello che tratteneva le mie funzioni corporali.

Con un moto di imbarazzo Konrad mi sollevò in piedi e fu costretto a portarmi fuori dato che i bagni si trovavano lì. Alla fine, non so con quale miracolo, riuscii ad entrare dentro e a rimanere in piedi abbastanza a lungo da espletare i miei bisogni. Quando aprii la porta Konrad mi sostenne di nuovo, ma mentre passavamo accanto alla casa del capo cantiere notammo due schiavi, un uomo e una donna, che andavano verso l'uomo che aveva appena finito di discutere con una guardia.

"Nostro signore" dissero entrambi, prostrandosi in un modo che trovai più umiliane di me che mi facevo aiutare da Konrad ad andare in bagno.

"Cosa volete?"

"Vorremmo chiederle il permesso di poterci sposare" disse l'uomo, prendendo la mano della donna. "Ci frequentiamo da tempo e vogliamo vivere insieme come marito e moglie".

"Va bene, siete sposati" disse l'uomo, prestandogli poca attenzione e tornando dentro. I due si guardarono estasiati e si baciarono.

"Beh, stasera si mangerà un po' meglio del solito" parlò una voce roca da dietro, spaventando entrambi e facendoci incespicare indietro.

"Scrag, che diavolo! Non avvicinarti di soppiatto, rischiavamo di cadere entrambi" esclamò Konrad, faticando a tenermi in piedi.

"Questo perché tu sei troppo magrolino, mentre questo qui che stai sostenendo è una testa di legno che si è spinto oltre le sue capacità".

Sentii una vena pulsarmi sulla fronte ma prima che potessi rispondere Konrad cambiò discorso.

"Senti, prima il capo cantiere ha detto 'siete sposati'. Intendeva dire che si possono sposare?"

"No, intendeva proprio che sono sposati. Quando il padrone di due schiavi o chi ne fa le veci accetta la loro unione sono sposati. Alcuni fanno una loro cerimonia privata, ma è l'assenso del padrone a renderlo legale".

"E cosa succede poi?"

"Stasera in mensa proveranno a mettere insieme quello che possono per fare una piccola festa, poi loro due si trasferiranno nella baracca dove stanno le coppie. Comunque ragazzino, tra poco dobbiamo ricominciare a lavorare quindi riporta questo energumeno a letto perché stavolta dovrai lavorare con me".

...

La sera, mentre cenavamo nella nostra sala, era possibile sentire gli schiamazzi provenienti dalla mensa dei lavoratori fin da noi. Non che la nostra sala fosse tanto silenziosa, le guardie parlavano e scherzavano tra di loro provocando una certa confusione, ma dato che Io e Konrad rimanevamo perlopiù in silenzio e ci trovavamo vicino al muro che divideva le due sale per noi era facile sentirlo.

"Sembra si stiano divertendo lì dentro" disse Konrad.

"È sempre così ai matrimoni, persino tra gli schiavi".

"Che dici, secondo te fa ad andare?"

"Eh? Perché scusa?"

"Siamo qui da più di una settimana e ce ne aspettano altre sette di lavoro monotono e massacrante. Magari possiamo divertirci un po'".

Normalmente sarei stato d'accordo, forse l'avrei proposto io, ma sentivo il mio corpo ancora pesante e lento a causa del contraccolpo. Non ero sicuro tuttavia di riuscire ad arrivare fino alle nostre brande sulle mie sole gambe, quindi ero vincolato a quello che voleva fare Konrad.

Prendemmo un po' di cibo dalla mensa - non potevamo mangiare il loro senza offrire - e ci dirigemmo nell'altra sala. Era molto più grande di quella in cui mangiavamo noi, anche se ancora più spoglia. I tavoli erano stati posti contro le pareti e al centro alcuni uomini e donne bendate, tra qui gli sposi e Mertyn, si stavano muovendo all'interno di un anello di persone che li incitavano con frasi sconce in un atmosfera piuttosto allegra.

"Stanno facendo il gioco delle palpate" dissi, riconoscendo il gioco che avevo visto fare diverse altre volte a Elwood.

Un vecchio con una corona di capelli bianchi e un naso verrucoso agguantò il fondoschiena della sposa, provocando un coro di risate quando questa lo respinse con un gridolino, capendo che non era il marito. Ci dirigemmo verso il tavolo in cui era stato portato il cibo, superando con sorpresa un gruppetto di guardie mezze ubriache che gridavano le oscenità più volgari. Mentre lavoravamo le guardie erano piuttosto crudeli con gli schiavi ma evidentemente pure loro avevano voglia di partecipare a una festa per svagarsi. Per lo meno, per quel che riuscivo a vedere, non avevano armi con sé.

Mentre stavamo posando il cibo ci fu un boato di esultanza dal pubblico e quando ci girammo i due novelli sposi si stavano baciando, essendo riusciti a riconoscersi. Un uomo con un occhio chiuso si fece avanti mentre i partecipanti al gioco si toglievano le bende.

"È il momento di ballare. Chi di voi sa suonare?" chiese l'uomo.

"Io mi sono fatto un doppio flauto con le canne" rispose una giovane che doveva avere appena un anno più di me.

"Io posso suonare un tronco cavo" rispose l'uomo anziano che aveva palpato la sposa.

Ci furono altri due che si proposero con altri strumenti improvvisati ma nessuno aveva uno strumento a corda, più difficile da costruire rispetto a quelli a fiato o a percussione. Con l'angolo della bocca tirato verso l'alto, spinsi in avanti Konrad.

"Lui può suonare la sua viella" dissi, facendo voltare tutti verso Konrad.

"Aspetta, io non-".

"Andiamo, sei tu che sei voluto venire" lo esortai.

"Ma non suono da due mesi".

"Pensi che a qualcuno di loro importi se fai qualche nota stonata? Forza, facci ballare".

Konrad guardò tutti un po' intimorito, ma alla fine tirò fuori lo strumento dall'anello dimensionale e già questo provocò lo stupore di molti astanti. Uno dei musicisti iniziò a suonare, ma Konrad parve esitare per qualche istante. In quel momento ricordai che lo strumento musicale era di suo padre, quindi per lui non doveva essere facile tenerlo in mano.

Alla fine mise l'archetto sulle corde e, dopo qualche nota esitante, seguì gli altri. L'atmosfera presto si accese e tutti iniziarono a ballare in maniera scoordinata ma allegra. A parte la tizia con il doppio flauto, in realtà Konrad era quello che suonava meglio di tutti. Mi poggiai al tavolo, più sfinito di quanto pensassi da quella semplice spinta. Nonostante l'elisir, il contraccolpo era stato duro e avrei avuto bisogno di un po' di tempo per riprendermi.

"Non pensavo fosse bravo anche a suonare" disse il nano che avevamo incontrato prima, mangiando un po' del pane e del prosciutto che avevamo portato.

"Suo padre suonava spesso alle feste che facevamo nel nostro villaggio, ovviamente gli ha insegnato come fare".

"Mio padre a me ha insegnato come manipolare il fango e sopravvivere in ambienti difficili. La musica era l'ultima cosa a cui pensava".

Annuii, pensando al tipo di uomo - o nano - che potesse essere il padre di uno come lui.

"Perché sei qui? Non mi sembri tipo da festa".

"E rinunciare a cibo extra? Per questo posso sopportare un branco di umani".

Guardammo verso la sala da ballo improvvisata, al cui centro la coppia di sposi stavano ballando stretti l'uno all'altro.

"Sai, quei due sono fortunati".

"Perché si sono sposati?"

"No, perché lei, se ho capito qualcosa dei canoni strani di voi umani, è piuttosto bruttina, mentre lui è vecchio per loro".

Guardai il nano, confuso. La donna in effetti aveva il viso lungo e il naso piuttosto grosso, ma l'uomo avrà avuto poco più di trent'anni.

"Mi sembra scortese dire una cosa del genere a una donna il giorno del matrimonio, inoltre lui non mi sembra affatto vecchio".

"Essere brutta è un sollievo per una schiava, altrimenti il nostro padrone l'avrebbe presa per soddisfare le sue voglie. Per fortuna ne ha altre molto migliori".

"Potrebbe prenderla anche se è sposata?" chiesi, incredulo.

"Se ti dicessi che il letto è sposato con il comodino, tu non ci dormiresti sopra? Siamo oggetti e i nostri proprietari ci usano come meglio credono"

Mi si accapponò la pelle all'uso del verbo 'usare'.

"Anche lo sposo è fortunato. La signora preferisce uomini sui vent'anni e Sir Beynir più vicini all'età di quel ragazzo" disse, indicando Konrad. "Almeno quel cavaliere panzone si occupa per lo più di appaltare grandi masse di schiavi al re, quindi il rischio che vengano venduti separatamente, loro o i loro eventuali figli, è bassa. Già, sono proprio fortunati".

Lo guardai, sentendo la pelle d'oca corrermi per tutto il corpo dall'orrore. Lui mi guardò ed emise una breve risata amara.

"Konrad mi ha spiegato a grandi linee da dove venite. Siete proprio dei montanari ignoranti se davvero vi scandalizzate per queste cose. La vita di uno schiavo è questa, squallida e miserabile. Per questo si attaccano a questi attimi di felicità, perché altrimenti non avrebbe senso per loro vivere".

La canzone finì nel momento in qui Scrag smise di parlare. Poco dopo entrarono altre guardie, più sobrie di quelle che si trovavano già all'interno e, loro sì, armate.

"Ok miserabili, vi siete divertiti a sufficienza. Riportate i vostri culi nelle brande perché domani dovete lavorare".

English version

Wilhelm Ironside

I fell onto the cot with a crash, feeling the wooden board under the thin mattress creak from the sudden pressure. I knew that the more the core was used, the clearer it became, but the cleanup work was so exhausting that I felt like I was wearing out more than strengthening. I had been here for many days and in this period I had done nothing but work from morning to night, always returning to the brink of setback. In Elwood I had worked cutting elven trees and the work was certainly not easy, but my father had never pushed anyone beyond their limits like this and the production was still decent. Here, however, they wanted immediate results and the construction manager squeezed every last drop of energy out of his men.

"I hate your aunt," I said, my voice muffled by the mattress.

"You say that every time we come back here," Konrad replied absently.

I turned my head and looked at him. He was sitting in his cot and in his hands he had a bubble of mud taken from outside, as he had done every evening since he had spoken to that dwarf. I wondered how Konrad could retain so much mana despite working long days. Not even Mertyn, who was a B-class adventurer, had as much at the end of the day, even though his mana signature wasn't any weaker.

"How the hell do you carry on after a day like that?" I asked.

"I have a particularly large pool of mana," he said, trying to avoid my gaze by focusing on the mud.

"It can't just be that."

The mud ball trembled, but Konrad managed to impose his will again.

"Please, I'm concentrating."

I turned away, irritated by his behavior and disheartened that somehow he managed to exploit any situation to become stronger. I tried to fall asleep, but despite my tiredness I couldn't sleep. After a while I looked again at Konrad, who was throwing the mud ball out the window to go to sleep.

"I left Elwood to get stronger" I started to say, without really knowing why.

"Yeah, me too."

"You don't understand, you became strong practically without anyone's help, thanks only to your talent. I, on the other hand, am stuck, without help I can't move forward."

"Well, you have achieved a remarkable level even without help," Konrad said in an attempt to console me.

"Yes, but I'm very far from you."

"So?"

"Do you have any idea what I abandoned to train with Elaine? My mother is alone in Lynsbeir and she chose her like this because she wanted to give me a better life. Instead I find myself being a beast of burden in a fetid swamp. If I no longer become strong... what sense would there have been in abandoning her."

There was silence for a while, the only sound that could be heard was the buzzing of a couple of flies. I turned to Konrad, believing that he had fallen asleep, but instead he stood there, looking at me with an attention that seemed a little disturbing. I was about to turn over again and try to sleep, until Konrad spoke.

"I could try to teach you how I do it, but I'm not sure you could learn."

"Why?" I asked, looking at him sideways. "Why are you special and I'm not?"

"It's not that, it's just... I'll try to explain it to you."

I sat on the bed and observed him carefully.

"I... I learned a special technique by observing some harmless mana beasts wandering around the woods. I can absorb mana from the outside environment as I move and use it."

"But that's impossible!" I said, incredulous.

In the books that Konrad's father had lent me, the importance of remaining still to maximize the absorption of environmental mana was emphasized several times, but he said he could even do it while he was casting a spell.

"I know it seems like it, but you were the one who showed me it was doable."

"I?"

"Yes. Do you remember when you tried to move that huge tree to the shed by yourself and you got backlash?"

I tried to think back to that moment, but it was difficult to remember what had happened in the moments before I collapsed.

"So I would...absorb mana while using it?"

"Exactly. Your core was almost empty but then you were able to draw mana from the atmosphere and strengthen yourself just enough to bring the trunk in."

I looked at my hands, then tried to do it. It was like I was trying to look forward and backward at the same time.

"How you do it?" I asked.

"I'd better show you."

From Konrad's hands a sphere of pure mana was generated. I tried to focus on Konrad's mana signature, but other than it not being consumed, I couldn't see anything else. I concentrated more carefully, trying to analyze every aspect of it but I didn't understand what was happening.

"Now I'll try to stop and start absorbing mana again, maybe the comparison will help you."

Konrad's mana signature seemed to have a slight shake, but it didn't feel much different than before. It was on the fifth shake that I noticed a change. Konrad's mana signature became more jagged when he wasn't absorbing mana, but it was smooth, as if reaching some sort of balance, when he began absorbing mana again. I tried to imitate him but again there were no results.

"Don't think it's simple. If I can give you some advice though, you should try not to concentrate too much. It's like... like whistling while walking. They are two different actions but since you're not thinking about every single step you take then it's possible concentrate on whistling. You have to make the mana absorption instinctive, like walking."

"And what about the attributes of mana? Can you give me some advice?"

"Well... I don't know what to tell you more than what's written in the books."

"But they basically say that either you take a test or you have to go randomly."

"But if you break through to the orange stadium it should become easier to understand."

"But is there really nothing you can tell me?"

"I think... I think it's a question of intimate understanding of the element."

"What do you mean 'intimate understanding of the element'?"

"When I manipulate the earth I can feel its natural inclination, the way it behaves and I bend this inclination to obtain a result."

"You're talking strangely" I said.

"Yeah, you're right. Anyway, we better go to sleep, we have a long day ahead of us tomorrow."

...

I slipped on a smooth stone placed on the bed of the marsh and fell to my knees, getting dirty up to my waist and cursing that stupid 'animal meditation', as Konrad called it. I had been trying to use it all day but the results were poor. I had to try to split my mind to do two things at once, but it was easier to do in theory than in practice.

I stood up and looked at Konrad, who was holding up another fence. It seemed incredible to me that Konrad could absorb ambient mana while he was doing something so tiring and requiring such concentration, but the way his aura manifested itself left no doubt.

I put the yoke of the wagon back on my shoulders and continued to drag it along the fence, stopping occasionally to let the slaves get the wooden planks or going back to load it again. I thought back to what Konrad had told me, that the idea had come to him when I had first experienced the backlash. On that occasion, at least according to him, I had absorbed the environmental mana for a moment. It was almost the end of the turn and my mana reserves were very low, so the idea came to me.

I increased my use of mana, walking as fast as I could with the mud dispersing my strength. Soon my already meager reserves began to deplete more quickly and I could feel pangs of pain in my core. When my core got to the point where it refused to release any more mana I kept pushing it, trying to focus on the core itself. With so little mana it felt as if my body was trying to draw on external mana, making me somehow more sensitive to it. It was like I was holding my breath and my lungs were pushing me to breathe. I felt like it wasn't going to take long, but the pain continued to increase. In that state I attempted to draw in mana and expel it at the same time, with the result that my body gave priority to absorbing the mana and blocked its exit. With immense effort I managed to let the mana flow out again, and for a moment it actually happened: I absorbed mana while releasing it outward. It was the strangest sensation I had ever felt in my life, feeling my core filling and emptying at the same time. It only lasted for a few seconds though, then the mana release took over, completely emptying my core and causing me to pass out from the backlash.

I woke up in my cot, next to which Konrad was waiting for me, sitting on his bed. On the bedside table where we kept our clothes he had food placed.

"Good, you woke up."

"What happened?"

"After the backlash we brought you here. They had some elixirs in the barracks infirmary, so we gave you one."

"How long was I passed out?"

"Four hours. How did you get to the backlash?"

"I did it" I said, remembering why I had pushed myself to the point of backlash. "I was able to absorb mana while using it. I used animal meditation."

Konrad looked at me in disbelief.

"Did you put yourself in the same situation as three years ago? Have you gone crazy?"

"But it worked."

"The point is to try to avoid backlash, not provoke it."

"But now I've been able to experience the sensation you described. I can work from there to learn to use it all the time."

"I hope for your sake that you won't have to cause backlash again," he said, picking up a tray and eating.

Suddenly I felt some pressure coming from my bladder. I sat up but as soon as I tried to stand up I fell back again, my body still exhausted from the shock despite the elixir.

"What are you doing? You better stay lying down for at least a few more hours."

I tried to get up again, but got the same result and felt my ears start to burn.

"Konrad?" I asked, feeling my face starting to get red too.

"What's up?".

"I need... you to give me a hand."

"For what?"

"To take me... you know..."

For a moment he looked confused, then he realized and felt disgusted.

"Can't wait until you recover enough to go on your own?"

I shook my head, my face now completely red. It felt as if every muscle in my body was in a state of torpor, including the one holding back my bodily functions.

With a feeling of embarrassment Konrad lifted me to my feet and had to carry me outside since the bathrooms were located there. In the end, I don't know by what miracle, I managed to get inside and remain standing long enough to relieve myself. When I opened the door Konrad supported me again, but as we passed the foreman's house we noticed two slaves, a man and a woman, walking towards the man who had just finished arguing with a guard.

"Our lord," they both said, prostrating themselves in a way that I found more humiliating than me having Konrad help me to the bathroom.

"What do you want?"

"We would like to ask your permission to get married," the man said, taking the woman's hand. "We have been dating for a long time and want to live together as husband and wife."

"Okay, you're married," the man said, paying little attention to him and walking back inside. The two looked at each other in ecstasy and kissed.

"Well, tonight we'll eat a little better than usual," a gruff voice spoke from behind, startling us both and causing us to stumble back.

"Scrag, what the hell! Don't sneak up on me, we were both in danger of falling," Konrad exclaimed, struggling to keep me upright.

"That's because you're too skinny, while this one you're supporting is a blockhead who's pushed himself beyond his capabilities."

I felt a vein throb on my forehead but before I could answer Konrad changed the subject.

"Look, earlier the foreman said 'you're married'. Did he mean they can get married?"

"No, he actually meant that they are married. When the master of two slaves or his deputy accepts their union they are married. Some have their own private ceremony, but it is the master's consent that makes it legal."

"And what happens then?"

"Tonight in the canteen they will try to put together what they can to have a little party, then the two of them will move to the shack where the couples stay. Anyway kid, we have to start working again soon so take this brute back to bed because this time you will have to work with me ".

...

In the evening, while we were having dinner in our canteen, it was possible to hear the noise coming from the workers' canteen right up to us. Not that our room was very quiet, the guards talked and joked among themselves causing some confusion, but since Konrad and I remained mostly silent and we were close to the wall that divided the two rooms it was easy for us to hear it.

"They look like they're having fun in there," Konrad said.

"It's always like that at weddings, even among slaves."

"What do you think, do you think he can go?"

"Huh? Why sorry?"

"We've been here for more than a week and we have another seven of monotonous and backbreaking work ahead of us. Maybe we can have some fun."

Normally I would have agreed, maybe I would have proposed it myself, but my body still felt heavy and slow due to the backlash. However, I wasn't sure if I could get to our cots on my own two feet, so I was limited to what Konrad wanted to do.

We grabbed some food from the canteen - we couldn't eat theirs without offering - and headed to the other room. It was much larger than the one we ate in, although even more bare. The tables had been placed against the walls and in the center some blindfolded men and women, including the bride and groom and Mertyn, were moving inside a ring of people who were cheering them on with dirty phrases in a rather cheerful atmosphere.

"They're playing a groping game," I said, recognizing the game I'd seen Elwood play several times before.

An old man with a crown of white hair and a warty nose grabbed the bride's bottom, provoking a chorus of laughter as she shrieked and pushed him away, realizing he wasn't her husband. We headed towards the table where the food had been brought, passing with surprise a small group of half-drunk guards shouting the most vulgar obscenities. While we were working the guards were quite cruel to the slaves but evidently they too wanted to take part in a party to have fun. At least, as far as I could see, they didn't have any weapons on them.

While we were putting the food down there was a roar of cheer from the audience and when we turned around the two newlyweds were kissing, having managed to recognize each other. A man with one eye closed stepped forward as the game participants removed their blindfolds.

"It's time to dance. Which one of you can play?" the man asked.

"I made myself a double flute with reeds," replied a young woman who must have been just a year older than me.

"I can play a hollow log," replied the elderly man who had groped the bride.

There were two others who proposed other improvised instruments but none had a stringed instrument, which was more difficult to build than wind or percussion instruments. With the corner of my mouth pulled up, I pushed Konrad forward.

"He can play his viella," I said, making everyone turn to Konrad.

"Wait, I don't-."

"Come on, you're the one who wanted to come" I urged him.

"But I haven't played in two months."

"Do you think any of them care if you hit a few bad notes? Come on, make us dance."

Konrad looked at everyone a little fearfully, but in the end he took the instrument out of the dimensional ring and this already caused the amazement of many bystanders. One of the musicians began to play, but Konrad seemed to hesitate for a few moments. At that moment I remembered that the musical instrument belonged to his father, so it must not have been easy for him to hold it in his hand.

Finally he placed the bow on the strings and, after a few hesitant notes, followed the others. The atmosphere soon heated up and everyone started dancing in an uncoordinated but cheerful manner. Apart from the girl with the double flute, Konrad was actually the one who played best of all. I leaned against the table, more exhausted than I thought from that simple push. Despite the elixir, the backlash had been harsh and I would need some time to recover.

"I didn't think he was good at playing either," said the dwarf we had met earlier, eating some of the bread and ham we had brought.

"His father often played at the parties we had in our village, obviously he taught him how to do it."

"My father taught me how to manipulate mud and survive in harsh environments. Music was the last thing on his mind."

I nodded, thinking of the kind of man - or dwarf - who could be the father of someone like him.

"Why are you here? You don't seem like the party type."

"And give up extra food? That's why I can tolerate a pack of humans."

We looked towards the makeshift ballroom, in the center of which the married couple were dancing close to each other.

"You know, those two are lucky."

"Because did they get married?"

"No, because she, if I understand something about the strange canons of you humans, is rather ugly, while he is old for them."

I looked at the dwarf, confused. The woman had a long face and a rather large nose, but the man must have been in his early thirties.

"It seems rude to say that to a woman on her wedding day, plus he doesn't seem old at all."

"Being ugly is a relief for a slave, otherwise our master would have taken her to satisfy his cravings. Luckily he has others that are much better."

"Could he take her even if she is married?" I asked, incredulous.

"If I told you that the bed is married to the nightstand, wouldn't you sleep on it? We are objects and our owners use us as they see fit"

He made my skin crawl at the use of the verb 'use'.

"The groom is also lucky. The lady prefers men in their twenties and Sir Beynir closer to that boy's age," he said, pointing to Konrad. "At least that big-bellied knight is mostly in the business of contracting out large masses of slaves to the king, so the risk of them or their eventual children being sold separately is low. Yep, they're pretty lucky."

I looked at him, feeling goosebumps run all over my body in horror. He looked at me and let out a short, bitter laugh.

"Konrad explained to me in broad terms where you come from. You are truly ignorant mountaineers if you are truly scandalized by these things. The life of a slave is this, squalid and miserable. This is why they cling to these moments of happiness, because otherwise they would not it would make sense for them to live."

The song ended the moment Scrag stopped speaking. Shortly after, other guards entered, more sober than those who were already inside and, yes, armed.

"Ok you miserable people, you've had enough fun. Get your asses back in the cots because you have to work tomorrow."