Capitolo VI
Dopo prazo, parlarono un pochino del più e del meno, finché la febbre non si alzò di nuovo costringendolo ad andare nella sua stanza. Louis, dopo averlo visto barcollare, si era offerto di aiutarlo e, come se fosse un bambino e non un ragazzo di un metro e ottanta, lo aveva sollevato con facilità prendendolo in braccio. Arrivati davanti alla porta Louis, nonostante le enormi zampe, l'aprì delicatamente. Entrando, si assicurò che la finestra fosse chiusa e che l'ambiente fosse caldo abbastanza, poi lo adagiò sul letto.
–Ci voleva Harry per farti tornare qui!– disse Lottie improvvisamente.
Harry sobbalzò. Come al solito, si era dimenticato della sua presenza. La Bestia invece si irrigidì e si voltò lentamente, le grandi zampe strette a pugno. Lottie li guardava con grandi occhi azzurri spalancati, colmi di tristezza. Aveva parlato con tono di rimprovero, la voce leggermente tremante come se stesse piangendo. Per un momento Harry temette che la situazione potesse evolversi male e che la Bestia l'aggredisse per la sua insolenza. Louis però non aveva ancora risposto ma anzi, dopo averla guardata per pochi secondi, abbassò la testa e le orecchie. Le iridi chiare di Lottie percorsero la sua figura da capo a piedi, carezzando con lo sguardo ogni centimetro e soffermandosi sul suo volto. –Mi sei mancato– disse.
Harry spostò lo sguardo dall'uno all'altra, non sicuro di cosa sarebbe successo. In quel poco tempo che aveva passato al castello, non aveva mai visto nessuno rivolgersi alla Bestia in quel modo. Neanche Zayn. Lottie non poteva essere una normale domestica, era chiaro. Il suo modo di parlare cadenzato, il suo tono, la sua capacità di non essere indiscreta appartenevano a qualcuno che era stato educato per bene. Che fosse una persona importante? La fidanzata di Louis forse? Assottigliò lo sguardo per studiare meglio le due figure davanti a sé. Si trattava sicuramente di qualcosa di simile, eppure ... eppure non gli sembrava verosimile. Guardando ancora gli occhi di Lottie, la conversazione della mattina prima gli tornò in mente all'improvviso.
–Hai un fratello? –
–Sì! Un tempo ci vedevamo più spesso. È da un po' che non viene a farmi visita–
–Cosa ... che aspetto ha? –
–Lo hai già incontrato. Ma non ti dirò altro! –
–È tuo fratello!– esclamò incredulo. Avrebbe voluto che la frase uscisse sotto forma di domanda, non in quel modo, ma dopo aver guardato attentamente gli occhi blu di Lottie era stato tutto così chiaro che non era riuscito a trattenersi! Quel colore lo aveva visto solo in un altro paio di iridi e non era di certo un azzurro comune.
Lottie lo guardò senza dire nulla.
–Perché non me lo hai detto? – chiese Harry.
L'armadio sospirò, abbandonando la figura del fratello per guardare Harry negli occhi con espressione dispiaciuta –Sei stato qui per così poco tempo e poi ... mi avresti mai creduto?–
Harry sentì il cuore stringersi in una morsa. Vederla così triste era terribile, soprattutto dopo che lei era stata in grado di tirarlo su di morale tante volte in quei giorni.
–Mi dispiace– li interruppe Louis all'improvviso senza alzare la testa. Aveva parlato con un tono così flebile che a stento lo avevano sentito. Tremava leggermente e non sembrava aver sentito nulla di quello che Harry e Lottie si erano appena detti –Non volevo che mi vedessi in questo modo–
–Ti avevo già visto tantissime volte in questo stato, Louis!– lo interruppe lei –Cosa non volevi che vedessi esattamente? –
Alzò il volto colto alla sprovvista. Non pensava che sua sorella gli avrebbe urlato contro –Io- iniziò con espressione smarrita.
–Tu niente! Hai idea di quanto mi sei mancato? Sono stata chiusa in questa stanza per mesi, anni! Senza poter uscire a parlare con qualcuno– questa volta la sua voce tremava davvero e gli occhi erano umidi –Ogni tanto passa Zayn, qualche volta le gemelle ... le hai più viste? – gridò.
Louis non sapeva come rispondere. Voleva dirle tutto quello che sentiva. Voleva farle sapere che non avrebbe mai voluto smettere di andarla a trovare, ma il pensiero di guardarla trasformata in quel modo gli faceva talmente male al cuore da rendere più facile la decisione di evitarla. Non che avesse evitato solo lei d'altronde. Si era rintanato nelle sue stanze per mesi, uscendo solo qualche volta per mangiare. –Mi dispiace– disse di nuovo, sembrava riuscire a ripetere solo quello.
–Dispiace più a me– gli rispose con tono amareggiato, guardando in basso.
–Perdonami–
–Non c'è nulla da perdonare qui. Non sono arrabbiata con te–
Un colpo di tosse interruppe quello scambio di battute. Harry non lo aveva fatto apposta, non voleva dare fastidio, ma non era più riuscito a trattenersi. Sentiva la testa che scoppiava e non vedeva l'ora di mettersi a dormire. Non gli piaceva per niente stare male. Soprattutto non voleva stare male. Non adesso che le cose avevano preso quella che sembrava essere una piega positiva.
La Bestia si girò verso di lui e alla vista del suo volto pallido, dei suoi occhi rossi e delle spalle che tremavano, sbarrò gli occhi. L'immagine di Harry in fin di vita tra le sue braccia si sovrappose a quella che vedeva del ragazzo in quel momento ed ebbe un brivido. Con un movimento repentino si alzò dal letto ed aiutò Harry a mettersi sotto le coperte. Dove diavolo era James con la medicina?
–Per favore, hai qualcosa di caldo? – chiese a Lottie.
L'armadio si affrettò a lanciargli un paio di coperte e una volta sistemate attorno al ragazzo e aver tirato le tende delle fonestre per evitare che entrasse troppa luce nella stanza, Louis si avviò alla porta –Vado a chiamare James– disse –Prova a dormire un pochino–
Il ragazzo annuì in risposta, le palpebre gli si stavano già chiudendo e sentiva il sonno prendere possesso di lui.
–Tornerò presto– aggiunse rivolto a Lottie prima di andarsene.
Louis tornò nella stanza un paio d'ore più tardi, augurandosi che il ragazzo dormisse ancora. Durante quel tempo, chiuso nella sua torre ad osservare il cielo, aveva avuto modo di pensare agli avvenimenti deli ultimi giorni e aveva deciso di volersi dare una possibilità. Per anni aveva pensato che non valesse la pena essere salvato, che se si trovava in quella situazione era solo per colpa sua e che non solo si meritava quello, ma molto di più. Altri giorni pensava invece che la sua punizione fosse esagerata, che sì, era vero, aveva sbagliato ma era ancora molto giovane quando era stato vittima dell'incantesimo. Aveva ancora un sacco da imparare! La Fata era stata troppo crudele con lui. E proprio grazie a quest'ultimo pensiero, aveva deciso che sì, voleva darsi una possibilità e per fare questo doveva darne una al ragazzo. Questa volta, si era ripromesso, non si sarebbe chiuso a riccio. Aveva sempre avuto difficoltà a fidarsi delle persone, ma pensava che un approccio più gentile e "normale" fosse un buon inizio per ripartire da zero con Harry.
Quindi sì, voleva conoscere meglio il ragazzo, ma non in quel momento. In quel momento aveva solo bisogno di sua sorella. Gli era mancata tantissimo, ed era sempre stata la migliore a dare consigli.
Aprendo la porta delicatamente, si guardò attorno nella penombra della stanza. Harry dormiva, le labbra rosse e i riccioli sparsi sul cuscino. Cercando di non svegliarlo si sedette ai piedi del letto e alzò lo sguardo, trovando già gli occhi di sua sorella che lo fissavano.
–Ieri notte è passato Liam a dirmi cosa stava succedendo. Si sentiva una confusione terribile fuori dalla porta ... Ero preoccupata– disse lei a bassa voce per non disturbare Harry.
–Mi dispiace–
–Grazie di non averlo lasciato andare via e, soprattutto, di averlo salvato– gli disse con un sorriso.
–È il minimo. È stato un mio errore– disse abbassando la testa. Si era pentito subito di aver urlato al ragazzo di andare via, e non avrebbe mai dimenticato la paura che aveva provato quando aveva visto il lupo sopra di lui. Un secondo più tardi e sarebbe stato troppo tardi. Un solo secondo di esitazione e Harry ora non sarebbe lì, al sicuro. Non aveva avuto modo di conoscerlo, il ragazzo viveva lì da neanche due giorni, ma lui non era un mostro. Non voleva vedere la gente farsi del male, morire o soffrire. Poteva avere l'aspetto di una Bestia, ma lui non si sentiva tale. Per questo aveva deciso di darsi una possibilità.
–Sei cambiato. Prima non avresti mai detto una cosa del genere– osservò Lottie –Sei sempre stato Mr Perfettino, Mr-So-Tutto-Io-Prova-A-Dirmi-Che-Ho-Sbagliato-E-Ti-Faccio-Decapitare – lo prese in giro.
La Bestia sorrise –Forse hai ragione, ma devi ammettere che è raro che io mi sbagli– disse. Poteva aver ammesso di aver fatto un errore, ma non per questo avrebbe messo da parte il suo orgoglio in questo modo.
–Ok, fratellino, non sei cambiato poi coì tanto– ridacchiò la sorella seguita subito dopo dal Louis –Mi sei mancato davvero– disse tornando di colpo seria.
Louis abbassò lo sguardo –Mi dispiace, non sai quanto mi dispiace ma- fece un respiro profondo –Non ero io che non volevo farmi vedere da te. La verità è che non riuscivo, non riesco tutt'ora in realtà, a vedete te in questo stato. Papà e mamma non avrebbero voluto. Io me lo meritavo ma tu e le gemelle, così come tutti gli altri, no! È solo colpa mia. Tu, Zayn, le gemelle, Liam ... dovreste solo odiarmi!–
Lottie avrebbe voluto abbracciarlo, soffriva a vederlo in quello stato –Louis. Lou– lo chiamò –Non devi affrontare tutto questo da solo. Noi siamo la tua famiglia, i tuoi amici– disse. Credeva davvero a quello che stava dicendo, suo fratello non doveva incolparsi in questo modo. –Zayn mi ha detto che in questi ultimi anni non sei uscito molto dalle tue stanze e che l'ala del castello dove abitavamo noi fratelli è diventata inagibile– gli disse cambiando argomento –Hai distrutto tutto– aggiunge sottovoce.
Louis la guardò con gli occhi lucidi –Lottie, io non ce la faccio più–
La sorella tirò su con il naso –Vedrai che le cose torneranno com'erano un tempo. Forse anche meglio!–
Proprio in quel momento Harry si lamentò nel sonno, attirando l'attenzione dei due fratelli su di lui.
–Sai, il ragazzo è davvero una piacevole compagnia– disse Lottie guardando il fratello con un sorrisino –Sono sicura che se smettessi di essere così tetro e spaventoso andreste d'accordo–
–È quello che voglio provare a fare– le rispose.
–Che poi– continuò come se non avesse ascoltato per niente la risposta del fratello –Se vedesse come sei in realtà ... altro che paura! Sei così piccolo e carino!– lo prese in giro.
Louis era sicuro che se non fosse stato coperto di peli sarebbe arrossito –Lottie! –
La sorella ridacchiò –Oh, andiamo, Lou! Lo hai visto quanto è alto? Non sei della tua statura da anni ma sono sicura che non hai raggiunto la sua altezza neanche quella volta che hai provato i miei tacchi dodici!–
Louis si voltò a guardare il ragazzo, grato che stesse dormendo e non avesse ascoltato nulla di quello che aveva appena detto la sorella. Perché si divertiva così tanto a metterlo in imbarazzo? Tornando a guardare Lottie la vide felice. Aveva ancora gli occhi umidi ma, come al solito, era riuscita a portare un po' di allegria. Il suo stomaco si contrasse per la felicità.
–Mi sei mancata anche tu Lottie– le disse sorridendole sinceramente.
**
I giorni di febbre passarono troppo lenti per Harry che ormai si era abituato a vivere giornate frenetiche. Odiava avere l'influenza e tutto quel tempo passato a letto lo riempiva di malinconia. Stare fermo senza fare niente lo faceva pensare e il pensare si traduceva solo con una cosa: ricordi di casa. Era sua madre che si occupava di lui quando non stava bene, lo riempiva di coccole e gli portava una minestra che odorava di menta. Diceva che lo avrebbe aiutato a stare meglio e ripeteva continuamente che se il cibo profuma di buono è più facile mangiarlo.
Guardando fuori dalla finestra, non poteva far altro che pensare che in pochi giorni la sua vita era stata stravolta. In quel periodo sembrava che non avesse il tempo di abituarsi alle novità perché la situazione mutava troppo in fretta. Non aveva avuto il tempo di metabolizzare la proposta di matrimonio di Xander, la sparizione di sua madre, il suo allontanamento dal paesino, la sua prigionia ... era successo tutto in pochi giorni! Improvvisamente, ventiquattro ore tra un evento e l'altro sembravano troppe. Ricordava con una punta di invidia le sue giornate interminabili che sembravano durare secoli. Si chiedeva cosa sarebbe potuto succedere ancora nelle prossime ore. Forse la Bestia lo avrebbe mangiato? Zayn si sarebbe trasformato in un drago? Avrebbe perso tutti i capelli? Lui e la Bestia si sarebbero innamorati e sarebbero scappati il più lontano possibile? Ormai era pronto a tutto. Insomma, quasi a tutto: non se la sentiva di iniziare una relazione con un ... animale.
A tenergli compagnia in quei giorni poi, oltre alla malinconia, c'erano state anche delle terribili notti insonni. Sognava continuamente di essere divorato dai lupi mentre la Bestia lo guardava divertito o, alternativamente, sognava di sposare Xander e di vivere con catene al collo, in una casa buia che odorava di pelli e carne fresca. Solo al mattino, ormai esausto, la sua mente gli dava tregua, spedendolo in un giardino luminoso dove lo aspettava l'ormai familiare giovane dagli occhi blu. Si rincorrevano nel prato, il ragazzo gli aveva fatto le trecce ai capelli e avevano costruito insieme ghirlande di fiori rosa e blu. Tra loro due c'erano solo gesti e sorrisi, non parlavano mai. Harry la trovava una cosa insolita, non gli era mai capitato di fare un sogno "muto". E poi lui amava parlare, tanto nella realtà quanto nei sogni. Quindi perché non riusciva a farlo con il ragazzo? Si chiedeva anche dove potesse averlo visto, perché era impossibile che si fosse immaginato ogni singolo dettaglio di quel volto: lunghe ciglia, denti perfetti, capelli morbidi color miele che ricadevano con una frangia sugli occhi e labbra rosse. Era troppo perfetto.
In quei giorni erano passati a trovarlo tutti quanti. Perfino la Bestia che, con sua grande sorpresa, una mattina era entrato in camera con sguardo imbarazzato, reggendo in mano due libri dall'aria antica.
–Spero ti piacciano– gli aveva detto impacciato.
Harry lo aveva guardato e, con gli occhi che brillavano di sorpresa e curiosità, aveva allungato le mani per afferrare i libri. Erano pesanti e rilegati con cura, le costole rifinite d'oro e le pagine che profumavano di carta ingiallite dal tempo. –Grazie!–
La Bestia lo guardava contento. Non credeva che lo avrebbe reso così felice solo con un paio di libri. –Ho pensato che potesse essere carino portarti qualcosa da leggere. Sai, per passare il tempo– gli aveva risposto.
Il ragazzo si era rigirato i libri tra le mani –Non ho mai sentito parlare di questi autori– aveva detto pensieroso, più a sé stesso che ad altri.
–Fanno parte della collezione di famiglia. Li ho letti spesso quando ero piccolo– gli aveva risposto.
Era la prima volta che Louis faceva riferimento alla sua famiglia o al suo passato ed Harry non poté impedire alle sue labbra di aprirsi in un sorriso, felice che le cose stessero migliorando.
Dopo quell'episodio, con quei due libri, come se fossero stati una bandiera bianca, ricominciarono da capo. In quei giorni, mentre Harry era costretto a letto, parlarono molto di letteratura e arte. La Bestia gli confidò che negli ultimi anni aveva perso l'abitudine di leggere, troppo preoccupato per la sua condizione. Harry allora provò a leggere ad alta voce qualche pagina dei libri che Louis gli aveva portato. Non riuscì a farlo per tutto il pomeriggio a causa dell'influenza e il mal di gola, ma era stato piacevole passare del tempo così.
Louis era meglio di quello che potesse immaginare. Parlava bene e dava l'idea di essere una persona di cultura. Si vedeva però che aveva passato molto tempo da solo e non sapeva più come comportarsi davanti alle persone. Era successo più di una volta che rimamessero in silenzio per tanto tempo finché Harry non diceva qualcosa per primo. Se si escludevano le zanne e i ringhi minacciosi che la Bestia emetteva quando gli si faceva una domanda che non gli piaceva o quando si dicevano cose su cui non era d'accordo, Harry era convinto che fosse davvero una buona compagnia.
Era contento che il rapporto stesse migliorando ma si era domandato più volte come potesse essere passare del tempo da soli. In camera con loro c'era sempre Lottie. Non gli dava fastidio, ma spesso si intrometteva nei discorsi o cambiava argomento perché lo trovava troppo triste o noioso. Si divertivano anche tanto loro tre assieme, ma Harry non riusciva a smettere di pensare che fosse strano.
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Una mattina la Bestia entrò nella sua stanza portando con sé una ventata di allegria. –Vestiti, ti porto a fare un giro!– gli disse dopo aver salutato Lottie.
Il volto di Harry si illuminò di gioia e si alzò talmente veloce che la testa iniziò a girargli. Per fortuna Louis lo afferrò in tempo e lo aiutò a sistemarsi sul letto con una risata divertita.
–Stai bene?– gli chiese.
Harry annuì imbarazzato –Sì, grazie–
La Bestia gli sorrise. Voleva davvero che tutto andasse per il meglio quel giorno. –Ti aspetto fuori– gli disse –Indossa qualcosa di caldo!– si raccomandò. Harry fece di sì con la testa sperando però che con quella frase Louis non intendesse che lo avrebbe portato fuori al gelo tra la neve. Stava meglio, ma per un po' non voleva averci nulla a che fare.
–Harry– lo chiamò Lottie –Ho una clsa per te– disse aprendo un cassetto e mostrando al suo interno il pettine che Harry aveva raccolto tra le foglie quando era andato alla ricerca di sua madre.
–Non ci credo!– esclamò afferrandolo velocemente –Pensavo di averlo perso!– disse stringendoselo al petto. –Grazie–
–Lo ha trovato Liam in una tasca del tuo mantello– gli rispose.
Harry lo osservò a lungo rigirandoselo tra le mani. Il cabochon di vetro su cui erano incisi i gigli era freddo, ma brillava della luce azzurrina che antrava dalle finestre. Senza pensarci due volte, lo u filò tra i capelli, liberando il viso dai ricci che lo coprivano. Non era un accessorio per uomini e sicuramente se lo avesse indossato in paese avrebbe riscosso polemiche, ma averlo lo faceva sentire come se stesse portando con sé una parte di sua madre e della vita che aveva perduto.
Louis lo portò in una parte del castello che Harry non aveva ancora avuto il piacere di visitare. Al contrario di quello che aveva visto fino a quel momento, da quelle parti si respirava un'atmosfera più intima. Le pareti erano di colori più tenui, quasi pastello, e i mobili sembravano più semplici. Una cosa che aveva sorpreso il ragazzo fin dal primo giorno era che, sebbene il castello sembrasse abbandonato, ed effettivamente non ci viveva nessun essere umano da anni, ogni angolo era tirato a lucido. Le tende profumavano, i divani anche e i pavimenti brillavano. Una volta per scrupolo aveva provato ad alzare lo sguardo verso uno dei lampadari sopra la sua testa, per scoprire che non c'era neanche una piccola ragnatela.
Camminando, ai lati di alcuni corridoi, Harry notò un altro paio di specchi rotti. Sotto ad alcuni, i vetri erano ancora sparsi a terra, come se fosse una cosa recente. Si chiese se in quel castello ne esistesse ancora uno intatto oppure no.
–Dove stiamo andando?– chiese alla fine di una rampa di scale. La Bestia camminava accanto a lui, leggermente più avanti, ma le loro braccia si sfioravano.
–È una sorpresa– rispose senza guardarlo, rapido e conciso. Non era più tanto sicuro che fosse una buona idea e cominciava ad agitarsi. Sperava che al ragazzo sarebbe piaciuto, altrimenti era pronto a chiudersi nelle sue stanze per il resto dei suoi giorni.
–Dai, dimmelo!– lo pregò il ragazzo.
–Lo vedrai tra poco–
–Ma io voglio sapere!– continuò Harry imperterrito.
–Sei troppo curioso per i miei gusti– gli disse fermandosi a guardarlo –Sai vero che potrei sbranarti in un minuto se lo volessi?– chiese chinandosi e guardandolo negli occhi. Harry impallidì leggermente irrigidendo le spalle. La Bestia riuscì a mantenere un cipiglio serio ancora per un paio di secondi, poi scoppiò in una leggera risata –Sto scherzando!–
Harry si rilassò e poi sorrise, mostrando leggermente le fossette –Non si sa mai ...–
Un paio di corridoi più tardi, arrivarono davanti a una gigantesca porta di legno scuro, su cui erano incisi per decorazione dei piccoli fiori. Era spessa e sembrava pesante. Harry si chiese cosa potesse esserci di così spettacolare dietro una porta dall'aspetto così importante.
Louis sfece un passo avanti, pronto ad aprire la porta, ma a metà strada sembrò cambiare idea e si girò verso di lui.
–Se ti chiedessi di coprire gli occhi e non sbirciare, mi potrei fidare?– chiese.
–Non hai intenzione di sbranarmi, vero? –
–Non questa volta– gli rispose con un sorrisino, incredulo di poter scherzare a quel modo con il ragazzo.
Harry chiuse gli occhi e la Bestia, per assicurarsi che fossero davvero chiusi, gli passò la mano davanti alla faccia. Quando il ragazzo non ebbe alcuna reazione, si avviò alla porta.
Harry sentì la porta serratura scattare e i cardini gracchiare sotto il peso della porta. Chissà per quanto tempo doveva essere rimasta chiusa, si chiese Harry quando la mano della Bestia si poggiò delicatamente alla base della schiena spingendolo in avanti.
Arrivanti al centro della stanza, si fermarono –Aspetta qui– disse Louis per poi correre, con un sorriso sulle labbra, ad aprire le tende. Quando la luce riempì la stanza, si guardò attorno soddisfatto. Era proprio come la ricordava e i domestici avevano fatto un ottimo lavoro a rimetterla in sesto. Doveva ricordarsi di passare da Liam a fargli i complimenti.
Harry percepiva la luce anche dietro le palpebre e non vedeva l'ora di aprire gli occhi per scoprire dove si trovasse.
–Puoi aprire gli occhi– gli disse Louis una volta tornato al suo fianco.
Harry aprì gli occhi delicatamente, sfarfallando le ciglia come la migliore delle principesse. Gli ci vollero un paio di secondi per abituarsi alla luce ma appena si rese conto di dove si trovava sentì il respiro bloccarsi. La stanza era gigantesca, un enorme tavolo di legno scuro e lucido era posizionato al centro, le pareti, che a stento si riuscivano a scorgere, erano blu, un piccolo divano sulla destra davanti a un camino, qualche poltrona. La luce che entrava dalle finestre illuminava tutto e rendeva quasi più maestosi gli enormi scaffali di legno bianco, decorati con venature dorate, che si innalzavano fino al soffitto. In quella stanza dovevano esserci centinaia, anzi migliaia di libri! Così tanta cultura, così tanti colori e pagine e storie, racconti di una vita, di vite! Pur sforzandosi non riusciva a immaginare quante storie diverse e protagonisti particolari avrebbe potuto incontrare anche solo sfogliando un paio di scaffali. Come una grande sciarpa, a collegare i vari piani delle librerie, c'era una grande scala che si snodava sinuosa lungo tutto il perimetro della stanza.
Non si era accorto di star piangendo finché non sentì le lacrime bagnargli le mani che teneva vicino al volto per coprire la bocca spalancata dallo stupore. Con gli occhi sgranati osservò la Bestia che lo guardava preoccupato. Fino a quel momento, nonostante avessero iniziato ad andare più d'accordo, era sempre stato convinto che fosse più un mostro che altro. Aveva un aspetto orribile dopotutto, doveva pur significare qualcosa! Per la prima volta invece, dentro quelle iridi blu che lo guardavano impensierite, nascosta tra le pagliuzze verdi e dorate vicino alla pupilla, vide un'anima buona, che aveva paura di venire fuori. Cosa gli era successo? Perché aveva quell'aspetto? Chi lo aveva ridotto in quel modo? Come si sarebbe sentito lui se si fosse ritrovato nel corpo di una Bestia? Distrutto, impotente, terrorizzato. Si rispose immediatamente sentendosi a disagio. Harry si chiese da quanto tempo Louis non uscisse da quelle mura, o non avesse a che fare con persone nuove. Prbabilmente anni di solitudine lo avevano fatto chiudere in sé stesso, pensò. Dopotutto, a chi non sarebbe successo.
Chissà quali terribili pensieri gli avevano tenuto compagnia in tutto quel tempo. Per questo si era comportato come un mostro la prima volta che si erano incontrati? Perché ormai pensava di essere tale?
–Io- iniziò con voce rotta. La Bestia si avvicinò a lui velocemente, posandogli le enormi zampe sulle braccia. –Che succede? –
–Io- Tu– non sapeva neanche lui cosa volesse dire –Non sei chi pensavo che fossi– riuscì a dire in un sussurro –Mi dispiace di aver pensato ... certe cose– disse tutto d'un fiato abbassando la testa e chiudendo gli occhi.
–Non fa niente– lo rassicurò ma Harry scosse la testa. No, non era vero. Lui non era una persona cattiva e Harry non ci aveva pensato due volte prima di giudicare dalle apparenze. E lui non si comportava mai così ... Vero? In quel momento cominciò a chiedersi se forse non avesse commesso quell'errore più di una volta, soffermandosi principalmente sull'immagine delle persone e non provando neanche a scoprire chi fossero in realtà –Mi dispiace– disse di nuovo.
–Questa stanza è per te– gli disse Louis, che non voleva più ascoltare le sue scuse –L'ho riaperta dopo anni solo perché volevo fartela vedere. Può diventare il tuo luogo del castello preferito o se preferisci posso chiuderla per sempre–
–No! È bellissima io- Grazie è stupenda!–
–Speravo davvero che ti sarebbe piaciuta– gli confidò Louis, il cuore più leggero e gli occhi un po' più lucidi.
L'episodio della libreria segnò un punto di svolta per il loro rapporto che aveva già iniziato a migliorare. Era straordinario come avesse cercato per tutta la vita qualcuno che lo capisse e ora si trovava improvvisamente a passare alcuni dei pomeriggi più sereni della sua vita. Neanche lui e sua madre avevano mai avuto quel tipo di intesa. I pomeriggi invernali, ora che la settimana di bufera era finalmente arrivata alla fine, passavano pigri nella libreria che, già dal primo giorno, era diventata il loro posto preferito. Passavano il tempo a passeggiare vicino agli scaffali prendendo ogni tanto qualche libro per aprirlo a una pagina a caso e leggerne un pezzo. Oppure preferivano sedersi davanti al fuoco, Harry leggeva e Louis lo ascoltava rapito.
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Nel frattempo, dall'altra parte del castello ...
–Non ho capito cosa vorresti dire con questo– esordì Zayn offeso continuando a camminare verso le cucine.
–Semplicemente che a te non sarebbe mai venuto in mente di conquistarmi con una libreria– gli rispose Liam.
–Non penso che avrebbe cambiato il risultato di molto– disse piccato –Mi sbavi dietro da quando eravamo piccoli. Ti ho conquistato con il mio fascino–
–Peccato che ora non funzionerebbe più– gli rispose Liam.
–Stai attento a quello che dici. Appena Harry spezzerà l'incantesimo potrei vendicarmi– lo minacciò fermandosi al centro del corridoio.
–Se spezzerà l'incantesimo, vuoi dire– gli rispose guardandolo con sfida.
–Cosa stai dicendo? –
–Preferisco non avere aspettative troppo alte–
–Ma cos- Cosa diavolo ti salta in mente? Qui non si tratta di avere aspettative– cominciò a urlare il suo ragazzo –Harry spezzerà l'incantesimo punto e basta–
–Hai perso la vista e la memoria tutt'assieme? Non lo vedi l'aspetto del padrone?–
–Louis– lo corresse Zayn per l'ennesima volta.
Liam sbuffò irritato –Come ti pare. Ma adesso dimmi, lo vedi o no com'è fatto?–
–Certo che lo vedo–
–Bene perché penso che lo veda anche Harry e non credo che a lui piacciano gli animali–
Zayn aprì la bocca scioccato –Non è che se lo deve portare a letto!–
Liam rise amareggiato –Beh se stai con qualcuno prima o poi dovresti volerlo fare–
–Lo faranno dopo!– disse –E anche tanto da quello che mi ricordo di Louis– aggiunse.
–Non ci spererei troppo–
Il candelabro alzò gli occhi al cielo e sospirò –Perché devi essere così negativo? Deve innamorarsi del suo cuore, non della sua faccia pelosa!–
–Se non avesse una faccia pelosa sarebbe più facile!–
–Se non avesse una faccia pelosa non si porrebbe il problema! – gli urlò in faccia Zayn, facendo accendere le fiamme sulla sua testa e sulle sue mani –Perché devi rendere tutto così complicato? –
–Perché devi rendere tutto così semplice? – gli urlò di rimando Liam a cui si appannò il vetro del quadrante.
Si voltarono di scatto alla loro destra quando sentirono dei rumori venire verso di loro.
–Mamma e papà stanno litigando?– scherzò Niall non appena li raggiunse –Vi si sente urlare dalle cucine! –
–Niall non ti ci mettere anche tu adesso– sbraitò Liam.
–Che succede?– chiese preoccupato la tazzina, arcuando le sopracciglia all'insù.
–Succede che ho i miei dubbi sul futuro roseo di Harry e il padrone–
–Il suo nome è Louis, dannazione – lo corresse ancora Zayn.
–Piantala con questa storia, Zayn! –
–Cosa vuoi dire? – chiese Niall.
–Voglio dire, che Louis assomiglia più a un cane che a un ragazzo. Non credo che a Harry piacciano queste cose–
–Ma Harry è così carino! – disse Niall.
–Appunto. Louis non lo è però–
–Finalmente ti sei ricordato come si chiama–
–Non è questo il punto, Zayn! – gli urlò in faccia Liam sbattendo un piede a terra. Perché diavolo quello scemo del suo ragazzo non la piantava con quella storia del nome? Louis, padrone ... cosa importava? Liam non riusciva più a vedere il suo amico di un tempo ormai.
–Per favore, smettetela di litigare! – disse Niall mettendosi tra loro due –Ci parlo io con Harry. Vedrete che tutto andrà per il meglio– li rassicurò –Se è qui ci sarà sicuramente un motivo. Sono sicuro che non si tratti di un caso–
**
Come aveva promesso ai suoi due migliori amici, quella sera andò in camera del ragazzo per parlare un po' con lui. Era una buona compagnia alla fine, e poi voleva sapere anche lui come procedeva tra Harry e Louis.
–Quindi– esordì la tazzina saltando sul letto –che ne pensi di Louis? – chiese sprofondando tra le coperte morbide.
–È un tipo a posto– rispose il ragazzo con un'alzata di spalle, salvando la tazzina dal soffocamento non appena lo vide dimenarsi sulle coperte. Erano talmente morbide che lo avevano risucchiato, impedendogli di respirare.
–Quindi ti piace? – chiese dopo averlo ringraziato ed essersi sistemato sulla mano di Harry, lanciando uno sguardo risentito al piumone.
–Niall!!– lo riprese Lottie lanciandogli uno sguardo assassino. Non sapeva cosa fare con Niall, diceva sempre le cose meno opportune. Perché diavolo avevano mandato lui a sondare il terreno? Si erano forse impazziti? Era lei che passava il resto delle giornate con Harry quando Louis non c'era, perché non avevano chiesto a lei? Era sempre stata la migliore nell'ottenere informazioni dopotutto.
La tazzina ridacchiò imbarazzato –Oops ... –
L'armadio sbuffò per poi guardare Harry –Niall ovviamente intendeva come amico. Ho viso che vi trovate bene assieme– disse sperando che il giovane non avesse fatto caso allo scambio di battute tra lei e Niall.
–Dici? – chiese Harry che, perso nei suoi pensieri, non si era accorto di nulla.
–Beh, tu che dici?– riprovò Lottie.
Il ragazzo tornò a guardarla e si strinse nelle spalle –Dico che è un tipo a posto. Mi piace parlare con lui e mi piace stare in sua compagnia– disse –Oggi abbiamo passato una bella giornata e ... sono contento di poterlo conoscere meglio– continuò con un sorriso. Lottie lo ascoltava, felice di sentire quelle parole.
–Mio fratello è una brava persona– disse.
–Sì, me ne sono accorto– le rispose. Tornò a guardare la finestra. Fuori era calata la notte e la neve cadeva pigra, posandosi delicatamente sul davanzale della finestra.
-Louis è sempre stato di ottima compagnia. Quando decide di fare il simpatico poi è ancora meglio! Dopotutto, con tre sorelle ... - concordò Niall.
-Tre sorelle? - chiese improvvisamente incuriosito, guardandolo.
Lottie fece un sorriso tirato. –Sì io e Louis abbiamo due sorelle gemelle– rispose.
Harryla osservò stranito. In tutti quei giorni che aveva passato al castello nessuno aveva mai accennato a una cosa del genere, e lui non le aveva mai viste! –Non ne avevo idea! – esclamò –Chi sono? – chiese. Magari le aveva già incontrare senza sapere chi fossero.
–Non penso tu le abbia conosciute– gli disse Lottie.
–Mi piacerebbe tanto–
–Oh, ne sono sicura!– lo rassicurò lei –Ora penso stiano dormendo. Sono passate qui oggi pomeriggio mentre non c'eri–
–Pensi che torneranno domani?– chiese speranzoso.
–Penso di sì. Vengono qui quasi tutti i giorni–
–Mentre stavo male non sono passate– osservò il ragazzo.
L'armadio sorrise imbarazzata –Beh ... ecco non so bene come dirtelo
In un certo senso loro hanno un po' paura di te– gli confidò.
–Paura? Perché? – chiese il ragazzo preoccupato e dispiaciuto. Non aveva intenzione di dare fastidio a nessuno, men che meno di fare paura!
–Semplicemente non sono abituate agli estranei. Dopo tanto tempo in realtà nessuno di noi lo è particolarmente, ma sai loro sono piccole ... –
–Mi piacerebbe davvero tanto conoscerle– disse sincero –Per lo meno per fargli capire che non sono terribile come immaginano– disse.
Lottie sorrise intenerita –Niall le convincerà a passare– disse. La tazzina infatti poteva non essere la scelta migliore quando si cercava di ottenere delle informazioni, ma non aveva rivali quando si voleva convincere qualcuno a fare qualcosa.
–Certo!– esclamò infatti –Ci penso io!– disse energicamente con un'espressione buffa che fece ridere gli altri due.
********
Svegliati!
Urlò la ragazza nella sua testa nel bel mezzo della notte. Harry si svegliò di soprassalto, il petto che si alzava e abbassava a ritmo del suo respiro. Aveva sognato di nuovo quella voce. Ogni notte era sempre più reale, non sapeva cosa fare. Passandosi una mano tra i riccioli scuri si alzò dal letto, afferrando la vestaglia posata ai piedi del letto. Non ce la faceva più a passare le notti praticamente in bianco. Devo assolutamente trovare una soluzione, si disse mentre usciva dalla stanza per fare due passi e andare a prendere un bicchiere d'acqua nelle cucine.
Harry
Si voltò di scatto, sicuro che qualcuno lo avesse chiamato, pronto a spiegare che questa volta non voleva sgattaiolare di nascosto da nessuna parte, ma quando si voltò non c'era nessuno dietro di lui. Cominciava davvero a preoccuparsi. Stava impazzendo!
Vieni qui.
Ancora? Non aveva alcuna intenzione di seguire quell'ordine, ma le sue gambe si mossero da sole. Ovviamente, pensò, la sua curiosità doveva avere sempre la meglio sul buon senso.
Seguendo la voce, si ritrovò ben presto in un'enorme sala illuminata solo dalla luce della luna che entrava dalla finestra. Era sicuro di non esserci mai stato perché davanti a lui si trovava un gigantesco specchio intatto. Il primo che vedeva intatto in tutti quei giorni.
La superficie liscia rifletteva solo il suo volto. Lunghi capelli scuri e ricci, occhi verdi e pelle chiara. Sorrise alla sua immagine. Era strano vedersi con indosso un abito così pregiato come la vestaglia di seta verde che portava in quel momento.
Harry si avvicinò allo specchio assottigliando lo sguardo. Era sicuro di aver visto un movimento dietro al suo riflesso. Gli era sembrata una figura più piccola, elegante. Guardando meglio però dietro di lui non c'era assolutamente niente. Era talmente stanco che iniziava ad immaginarsi le cose. Si sarà trattato di un gioco di luci, si disse abbassando la testa e ridacchiando per la sua stupidità.
–Che scemo che sono– si disse.
Qualcosa si mosse alle sue spalle, questa volta era sicuro. Aprì immediatamente gli occhi, puntandoli in quelli del suo riflesso. Emise un sospiro sorpreso e il suo fiato caldo creò un alone opaco sul vetro quando accanto al suo volto ne vide un altro, poco dietro di lui, più piccolo e delicato. Istintivamente portò una mano allo specchio, come se potesse toccarlo. Era bellissimo. Sicuramente si trattava del ragazzo più bello che avesse mai visto. Aveva il viso piccolo e squadrato, un nasino all'insù, piccole labbra rosse e due meravigliosi occhi blu dal taglio dolce. Erano splendenti, particolari, singolari eppure, allo stesso tempo, familiari. Era sicuro di averli già visti, ma non ricordava dove.
–Chi sei?– chiese Harry.
Il giovane accanto a lui non gli rispose, continuando a fissarlo. Ora che ci pensava, quel viso gli ricordava qualcuno. Non erano solo i suoi occhi, era proprio lui ... assottigliò lo sguardo per cercare di ricordare, ma non gli venne in mente niente. Sentiva che la figura riflessa nello specchio fosse alle sue spalle ma qualcosa dentro di lui gli diceva che forse sarebbe stato meglio non girarsi. Riusciva a sentire il suono del respiro calmo e regolare andare perfettamente a tempo con l'alzarsi e l'abbassarsi del petto del ragazzo di fronte a lui.
–Io sono Harry– disse in un sussurro, come se avesse paura che parlando ad alta voce tutto potesse dissolversi.
Il ragazzo sorrise come se già lo conoscesse, gli occhi luminosi.
–Io vorrei– cominciò incerto –Posso girarmi?– chiese.
La figura cominciò ad indietreggiare, scuotendo vigorosamente la testa.
–Ti prego! – chiese ancora.
Il permesso gli venne negato un'altra volta ma Harry era troppo curioso e non riuscì a trattenersi. Si girò di scatto ma tutto quello che trovò alle sue spalle quando si girò fu solo una stanza vuota e un rumore di passi che sparivano in lontananza.
Quando riportò nuovamente lo sguardo allo specchio il ragazzo era sparito.
🌸Angolo autrice🌸
Ciao a tutti! Sono finalmente tornata!
Ci ho messo davvero tantissimo a pubblicare e mi vergogno un sacco a dirvi che la prima stesura di questo capitolo era pronta ad Agosto.
Vi ringrazio tantissimo di essere arrivati fin qui. Davvero.
Spero che non ci siano errori grammaticali e che la storia scorra bene. Forse è un po' lenta? Fatemi sapere! Purtroppo non ho trovato una Beta reader che mi potesse aiutare.
Se la storia vi è piaciuta potete commentare utilizzando l'hashtag #HarryAndTheBeast e per qualsiasi cosa potete trovarmi sul mio Twitter Flamss_
A presto,
Blue xox
P.s. Ho finito la revisione di tutti i capitoli che ho scritto fin'ora!
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