3.2
Mi trovavo nell'Infertorio, le solite partite a carte, il solito vino, la solita ventina di anime esiliate.
Ero diventato abbastanza noioso, ma dovevo farci l'abitudine.
"Poker."
Dissi, abbassando tutte le regine.
Dovevo cercare di uscire da questo cavolo di limbo, trovare la mia famiglia, chiedergli scusa.
L'infertorio era un semplice corridoio che supera i dieci chilometri, e alla fine c'era una costruzione di tre piani dove si trovavano le camere da letto.
Erano tutti nel loro letto, perciò mi alzai e cominciai a scendere dall'ultimo piano, per andare nel corridoio.
Cominciai a camminare nel corridoio fino ad arrivare al grande cancello.
Era come l'avevo lasciato cinque anni fa: nero, un catenaccio senza serratura e dei cartelli che indicavano i luoghi.
Guardai attentamente tutto il cancello, ma non sembrava esserci niente dopo di esso.
Guardai attentamente giù, ma c'era un buio assurdo. Era inutile provare a guardare oltre. Però sapevo per certo che il buio nascondesse qualcosa.
Mi arrampicai nel cancello, arrivando in cima velocemente.
"Però...i cento anni insieme a Baby Killer sono serviti a qualcosa."
Controllai che nessuno mi stesse guardando, e mi buttai.
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