Capitolo 39
CAPITOLO 39: Che lo scontro abbia inizio!
L'aria mi passava tra i capelli. Volavano ad una velocità innaudita, pronti per lo scontro finale. Oramai ero pronto, pronto per uccidere Erick e tutto il male che aveva creato." Perché ho iniziato a lavorare sul gene Z?" mi chiedevo mentre seguivo Erick, in attesa di sapere il luogo preciso in cui si sarebbe svolto il nostro scontro: "Ho eseguito gli ordini, volevo vedere... La mia curiosità da scienziato mi ha portato in questa situazione alla fine, la mia semplice curiosità da scienziato".
Erick si abbassò di quota in procinto di una città, una città che in lontananza era distrutta o quasi, con palazzi crollati, vetri in frantumi, strade deserte, o quasi, e in più trovavo raccapricciante l'odore di morto del luogo, un odore che mi saliva dal naso, fino al cervello, un odore talmente nauseante che la mia faccia divenne verde per colpa della colata di vomito che mi poteva salire da un momento all'altro.
Scesi con lui, fino a quando non toccai con la suola delle mie scarpe la terra, l'asfalto di una strada larga 8 corsie. Dall'alto, la città non semprava tanto grande, ma da sotto, sembrava davvero immensa, mi sembrava quasi di essere una formica all'interno di una casa. "Sai dove ci troviamo Kyle?" mi chiese Erick con un'aria da "so tutto io, te non sai niente". Io risposi in modo piuttosto ironico: "Bah, a vedere, in una città (?)" e mi misi a sghiniazzare tra me e me, Erick, si infuriò e mi disse con un tono di voce piuttosto alto: "No scemo, non intendevo quello... Intendevo dire che questo è un luogo molto importante per me e per te.. Prescelto mhmhmh". Forse avevo intuito dove voleva andare a parare, cosi gli dissi: "Non vorrai mica dirmi che..." "Esattamente Kyle, questo è il luogo dove tutto ebbe inizio, dove io divenni il signore oscuro e tu il mio prescelto!".
Era tutto così diverso, erano passati davvero tanti anni, ma sdrasicare una foresta e costruirci sopra una città mi sembrava tanto. "Cavolo... E quindi questo sarà il luogo dove tutto avrà finalmente una fine?" dissi io tra me e me,piuttosto contento in fondo, dopotutto, il luogo in cui tutto ebbe inizio, sarebbe stato perfino il luogo in cui ebbe avuto una fine, alzai lo sguardo a incrociare gli occhi di Erick, volevo fargli vedere la mia determinazione nello sconfiggerlo, volevo fargli vedere che io ero più forte di lui.
Stavo aspettando il momento più opportuno per partire all'attacco: sapevo perfettamente che sarebbe stata una battaglia piuttosto difficile, ardua, ma sentivo dentro che potevo avere delle possibilità dopotutto. Così, aspettai una manciata di secondi, e partì immediatamente all'attacco. Infuocai le mie braccia e cercai di colpire svariate volte la testa di Erick, ma purtroppo ogni colpo che feci era o troppo lento, oppure talmente debole che lui tirava fuori uno sorrisetto da presa in giro. Capì che dovevo fare sul serio già da subito, cosi mi allontanai facendo svariate capriole all'indietro e iniziai a far salire il mio potere, la mia potenza al pieno della sua forza con un enorme fiammata calda e altissima.
Parti subito per il secondo round, ma questa volta, Erick aveva deciso di contrattaccare, infatti appena provai a tirargli un colpo diretto allo stomaco, lui lo deviò con la gamba e con il braccio sinistro, mi colpì non tanto forte sul mio fianco sinistro che era scoperto. Non riuscivo a capire il perché non aveva tirato tutta la sua forza, fino a quando non mi allontanai per iniziare un nuovo attacco, il mio fianco si infuocò di una vampata nera come la pece. Un dolore atroce: "Aaaaah" gridavo io dal dolore, più provavo a spegnere e a toccare quella strana fiamma, più bruciava e faceva male: "Questo colpo lo chiama: vampata infernale". Appena detto questo, Erick aggiunse: "Mi stai deludendo Kyle... Non sai fare di meglio?". Purtroppo ero al pieno della mia potenza, avevo ancora una carta da giocare, ma non volevo sfruttarla ora. Avevo un attacco immenso, onnipotente, un attacco che lo avrebbe disintegrato per sempre.
Decisi che non era il momento di avere ripensamento, volevo distruggerlo adesso che non era alla sua piena potenza, così alzai le braccia al cielo e intensificai la mia fiamma rossa al massimo. La mia fiamma rossa toccava quasi il cielo, era davvero altissima e imponente. Sopra alla cima della fiamma si stava formando una sfera quasi minuscola. "Cosa? Tutto qui? " mi disse Erick, che, successivamente, scoppio in una risata malvagia. "Vedrai, vedrai" dissi io facendo scattare la curiosità del mio avversario e, successivamente, concentrai tutte le mie forze nella sfera.
Eramai era pronta, Erick, stolto di quello che gli stava per capitare, sghigniazzava e rideva, anche se era piuttosto curioso di vedere quello di cui era capace di fare il mio "asso nella manica". "Ok, è pronta!" dissi io. La sfera era poco più grande di una palla da biliardo, era di un colore rosso e sembrava quasi come se all'interno di essa ci fosse un vortice di fuoco, infatti la sfera, più la si osservava da vicino e più si notava come una tempesta di fuoco. Questo mio attacco, iniziò a scendere fino a raggiungere la mia mano. Era appena sollevata di qualche centimetro da essa ed emanava una luce piuttosto abbagliante, inoltre, data la sua potenza e la sua complessità, creava quasi delle scosse tutte intorno ad essa: "Preparati Erick!!!" grossi io, poi aggiunsi: "Questo è il mio colpo più forte.... VAI SFERA SOLARE!!!" e gliela scagliai più forte e veloce che potevo. Il mio braccio si era esteso tutto e proprio al momento della partenza, la mia mano creò una specie di "propulsore" pre la sfera, giusto per renderla più potente.
In quella sfera c'erano i sogni di tutti, la libertà, la speranza di ritornare alla normalità, un giorno. La sua potenza spaccava il terreno sotto di lei, anche se era alzata rispetto ad essa di 1 metro all'incirca. Era davvero tanto veloce, infatti lo colpì in pieno. Erick purtroppo, ebbe la velocità e la forza di pararsi con le mani davanti al corpo. "Che potenza!" gridò Erick, poi aggiunse: "Bene, penso sia arrivato il momento di mostrarti tutta la mia potenza..." e con un ghigno, dal suo corpo scoppiò una fiamma nera e fredda, ricoperta di scosse di un colore viola. Appena ebbe questa trasformazione, prese il mio attacco e lo schiacciò tra le sue mani: ci fu un'immensa onda d'urto, infatti venni spazzato via per vari metri, fino a scontrarmi con un palazzo dietro di me: "Com'è possibile che abbia tutta questa forza?" mi girai davanti, per individuare il mio nemico, ma era sparito: "Bene Kyle, utilizzerò solo il 10% della mia forza... Che ne dici? E ogni colpo, la avanzero di un 1%, giusto per farti soffrire ogni volta sempre un po' di più" disse Erick, che era praticamente sopra di me, appeso a testa in giù che mi guardava con un sorriso maligno sulla faccia, ma era diverso, aveva subito una trasformazione: aveva una sguardo diverso, oscuro, due occhi rossi, colmi di odio, la sua pelle di un colore nero, vestiti che non gli stavano più addosso, talmente si era "pompato" di energia e dalla sua schiena si erano formate due ali demoniache, grandi e nere.
"Tsk, era proprio questo che volevo evitare" dissi tra me e me, infuocai le braccia e le gambe al massimo, giusto per avere più protezione e più potenza nei miei colpi e partì all'attacco. Provai con un attacco dritto per dritto, un pugno in piena pancia, ma questo venne deviato facilmente, e venni scaraventato sul soffitto di questo edificio e venni scaraventato su, su per tutto l'edificio. Arrivato al termine del palazzo, ero sospeso in aria che sputavo saliva dalla bocca. Erick, con uno scatto si teletrasportò esattamente sopra di me, mi prese per il collo con quelle sue mani e mi trascinò fino al piano terreno.
Ci fu un botto devastante, ma qualcuno mi aveva afferrato prima del botto, infatti mi sentivo volare non più in verticale, ma in orizzontale e la presa che avevo sul collo, si era completamente tolta. I miei occhi non riuscivano ancora a mettere a fuoco, forse per l'aria e la polvere che si era infilata nei miei occhi.
Venni posato vicino ad un altro palazzo, dall'altra parte della città, dove da un tubo rotto sgorgava continuamente l'acqua. Quella persona prese la mia testa gentilmente e la mise proprio sotto l'acqua. Sono sicuro di aver sentito una voce, ma purtroppo il mio udito doveva ancora riprendersi dagli ultrasuoni che si erano formati poco prima, quando Erick mi stava per scaraventare al suolo. L'acqua sembrava una benedizione divina, un po' di fresco e dolcezza finalmente. Per una volta, sentivo freddo, ma freddo buono, un freddo che mi mancava da così tanto tempo. Tolsi la testa dall'acqua e iniziai a intravedere prima un'ombra, successivamente un corpo, una testa, due braccia e un seno... "Un seno?!" pensai io, tempo 1 secondo, misi a fuoco perfino la faccia: "Yuno!?".
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