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Capitolo 36

CAPITOLO 36: La vera forma di Erick.

Bianco, inodore, era questo il posto in cui mi trovavo. Però sentivo delle voci, anzi, una voce, più precisamente la voce di Yuno che mi chiamava. Sentivo che non era limpida come suo solito, anzi, rimbombava parecchio all'interno del luogo in cui mi trovavo, ma questo non mi disturbava nel sentire che era piuttosto preoccupata per me: "Kyle, ti prego, svegliati!". Aveva un tono triste e spaventato allo stesso tempo. Mi trovavo a terra, con le stesse ferite che avevo nel mondo reale, vestito con le stesse identiche cose che avevo, ovvero stracci, ma non avevo male, anzi, stavo benissimo, ero più in forma che mai.

Mi alzai e notai subito che mi sentivo molto più leggero rispetto alla realtà, infatti provai a saltare, per vedere l'atmosfera e mi ritrovai esattamente 3 o 4 metri più in altro rispetto al punto in cui mi trovavo, o almeno cosi mi sembrava. Quando caddi su quella specie di suolo bianco, venni preso e scaraventato via, all'interno di un bosco a una velocità paurosa. Non riuscivo a capire esattamente dove mi trovavo, vedevo solo alberi giganteschi, erba alta almeno mezzo metro, senza contare che c'era persino un'aria cupa, quasi oscura. Camminai in avanti, senza conoscere ne il luogo, ne cosa stessi cercando e notai un albero. Un albero già visto da qualche parte, ne ero sicuro, anzi, più che sicuro: "Sono sicuro di averlo già visto.. Dove però?". Dissi io mentre cercavo di capire dove l'avevo già visto, quando un urlo di qualcuno prese la mia più completa attenzione. Era un grido piuttosto acuto, quasi di un bambino in pericolo, cosi corsi immediatamente, verso la provenienza delle urla. Corsi più veloce che potevo, fino a quando iniziavo a intravedere delle ombre in lontananza. Le ombre, man mano che mi avvicinavo, si facevano sempre più piccole, erano esattamente 3, e tutte e tre sembravano dei bambini dalla loro statura, corporatura e altezza. Raggiunta una certa distanza tra me e loro iniziai ad avvicinarmi quatto quatto e iniziai a intravedere le persone vere e proprie: eravamo noi da bambini, e questo era lo stesso posto dell'ultimo ricordo che avevo fatto!

Eravamo io, Ale e Yuno pietrificati davanti a Erick, o almeno credevo che fosse lui. Dietro di loro notai la casetta di legno dove era avvenuto tutta la trasformazione di Erick. Ero esattamente nella continuazione del ricordo precendente. Mi trovavo esattamente al punto in cui mi ero fermato, ovvero alla grossa risata malvagia di Erick.

"Bene, adesso, dato che devo provare le mie nuove abilità, le proverò proprio su di voi!". Appena finì di parlare, dalla sua schiena uscirono due ali demoniache di un colore nero, la sua pelle cambiò improvvisamente colore, da rosa, divenne nero, le sue unghie crebbero fino a diventare dei grossi artigli, la sua voce si oscurò ancora di più rispetto a quella che aveva prima, e i suoi capelli diventarono grigi scuri e molto più lunghi rispetto a quelli che aveva. Rimasi a bocca aperta, non riuscivo a crederci che la vera forma di Erick era questo mostro, questo demonio. In più, successivamente, notai che lo circondava una specie di fiamma, una fiamma nera e molto fredda, quasi come la mia: "Sembra quasi la mia, la mia nera che ho usato contro il bruto ed Ener!" dissi io tra me e me a bassa voce, non riuscivo a credere. " Bene, ora ci divertiamo un po'!" disse Erick che, appena concluse la frase colpì l'io bambino in piena faccia. Venne catapultato all'interno della casa, più precisamente in pieno salotto dove si era compiuto quel rituale. Appena si fermò all'interno della casa, una luce bianca avvolse quest'ultima e illuminò tutto, il sigillo che aveva impresso Erick per terra si illuminò di nuovo, però questa volta di un giallo piuttosto intenso. Persino sopra il tetto, era spuntato di nuovo lo stesso simbolo di prima, ma questa volta, al posto di un colore rosso, il colore era sempre giallo, un giallo chiarissimo, quasi tendente al bianco.

I miei occhi non riuscivano a vedere bene, la luce era troppo forte, non riuscivo nemmeno a capire cosa gli stesse succedendo, provavo a tirare giù qualche soluzione logica, ma non mi veniva fuori niente, la mia mente era come bloccata. Quando un malore improvviso mi prese il cuore, mi accasciai per terra in ginocchio e l'io bambino usci dalla casa con una strana fiamma di un colore bianco, che illuminava qualsiasi cosa. Esattamente quando l'io bambino toccò con un piede il suolo al di fuori della casa, la luce si spense ed Erick inizio a parlare: "Non posso mica essere l'unico forte, voglio un degno avversario con cui confrontarmi, e tu, Kyle, sei il prescelto che ho scelto io.".

Io cosa? Prescelto di cosa?

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