Io sono una fra i tanti.

Mi confondo perfettamente in quella moltitudine che, la mattina, sgorga dalle uscite della metro con in faccia stampata la sua giornata. Sono quella con cui a una cena intrattieni una conversazione piacevole, non memorabile. Il mio aspetto ricalca alla perfezione questa evidenza, in nessun modo degno di nota, né nell' avvenenza né nella bruttezza.

Io sono la comparsa, mai la protagonista.
Ed è bellissimo.

Condizione che mi è stata imposta per natura, nel tempo ho imparato ad abitarla piuttosto che combatterla. Ne godo come chi, osservando in disparte una situazione, può coglierne i contorni. Scelgo indisturbata solo il meglio con cui nutrire la mia anima, mentre al centro si accapigliano per avanzare il più possibile nel loro percorso verso il nulla.

Così negli anni, a fronte di un' apparenza mediocre, affinavo i miei gusti. Vivo di Bellezza, quella negata nella quotidianità e così sublime proprio perché tanto rara. La mia personale ribellione è stata sfuggire alla dittatura crudele del razionamento, attraverso la dissimulazione.

Quando mi trasferii non immaginavo fino a che punto in questo Milano fosse il Graal. Nemmeno Laila riuscì a mostramelo. Sebbene con lei fossi riuscita a superare la diffidenza iniziale, sono passati mesi prima che capissi che potevo immergermi fino alla gola nella beatitudine delle visioni di bellezza, che offre questa città.