Capitolo 3: Il Passato
-cosa intendevi con ucciso tua moglie?-
Stavamo fermi davanti alla porta, la ragazza dentro dormiva profondamente, ed io con lei eravamo usciti per parlare
-stai dubitando di me, Annalisa?-
-capiscimi... Sono pur sempre una poliziotta-
Mi incamminai mentre lei mi teneva d'occhio, mi sedetti su una panchina poco distante. Appena la vidi sedersi accanto abbassai lo sguardo
-lavoravo in un laboratorio, una sera tornai a casa e la trovai a terra in mezzo alle lacrime e alle urla di disperazione... Si stringeva la testa tanto da infilare le unghie nel cuoio capelluto... Provai a tenerla mentre chiamavo l'ambulanza, ma appena arrivarono fu troppo tardi... Morì tra le urla di dolore...-
-era malata? Pazza?-
-no... Qualche sera prima, mentre mi toglievo la tuta protettiva, un collaboratore mi colpì con la sua tuta macchiata di un nuovo batterio creato artificialmente in laboratorio... Tornato a casa deve aver contagiato lei, e alla fine...-
-e perché ti incolpano se è stato un incidente?-
-perché nessuno mi ha mai creduto... La mattina stessa avevamo litigato perché lei voleva più attenzioni mentre era incinta... mentre il lavoro mi aveva aumentato i turni e gli orari... Ormai stavo solo sei ore a casa, e li passavo solo a dormire... Si aggrapparono a quel litigo confessato da lei alla madre come movente per l'omicidio...-
-era incinta... E quasi assurdo che abbiano avuto la ragione...-
-appena morì arrivò l'ambulanza e mi allontanò, poi mentre facevano la rianimazione arrivarono i parenti... La madre mi aveva accusato di averla uccisa e per non far finire quella lite in altro sangue uno zio mi trascinó con la forza in macchina e mi portò fuori città... Disse che dovevo sparire... Non dovevo farmi più vedere... E così sono fuggito...-
Mi alzai in piedi, mi stiracchiai le braccia
-nel mentre mi hanno attaccato legalmente in tutti i modi, e alla fine mi hanno tolto tutto...-
-ma il batterio? Nell'esame non l'hanno trovato?-
-era un esperimento andato male. Serviva per abbattere le cellule tumorali... Il problema era che dopo aver mangiato quelle passava direttamente a quelle vive... Uccideva l'organismo che lo ospitava in un paio di giorni, poi morto lui si autodistruggevano... Ma...
-... Ma essendo autodistruttive non era possibile usarle come prova d'innocenza...-
-esatto... Alla fine mi tolsero tutto, e io dovetti rifarmi una nuova vita fuori da questa città...-
-è crudele...-
Mi voltai verso di lei
-meglio andare a dormire, chissà che giro ci farà fare domani quella ragazza-
-hai ragione...-
Ci incamminammo nella camera, ed entrati prendemmo le nostre stanze.
-andiamo di là...-
-sicura? O è un ennesima strada sbagliata?-
-non è colpa... Mia... Da sdraiata e difficile... Orientarsi...-
-tranquilla... Ora Annalisa fa la brava e non ti sgrida più!-
Guardai Annalisa
-scusate... Deformazione professionale-
C'era un parco giochi aperto pieno di persone. Rallentai l'auto per guardarlo meglio
-e qui.... Sarebbe?
-ci lavora una persona, dobbiamo incontrarla...
-ma tu non puoi camminare
-c'è la faccio, posso camminare... Andiamo...
Parcheggiai la macchina, poi la misi sulla sedia a rotelle e appesi il macchinario alla spalla di Annalisa
-riesci a portarla?
-ci penso io a lei, tu inizia ad avviarti per prendere i biglietti
Le feci un sorriso, poi passai alla malata
-se non c'è la fai dillo... Ti riportiamo in macchina
-grazie... Ma voglio continuare...
-una testa durissima hai...
Risposi infine con un sorriso. Mi avviai al botteghino e presi tre biglietti. Appena videro la ragazza fecero spostare tutte le persone per farci passare
-mamma! Quella bambina è un robot!
-no tesoro... E solo malata...
Una madre spiegò al figlio le condizioni di Caterina omettendo i particolari
-signore, che malattia ha?
Il bambino si girò verso di me, io guardai la madre preoccupata per la risposta che stavo per dargli, io semplicemente gli accarezzai il capo con un sorriso
-i piccoli dovrebbero godersi la loro vita, non dovrebbero sapere certe cose...
-sei una brava persona...
La madre poi prese il piccolo e si allontanò. Entrammo nel vasto parco pieno di attrazioni
-dove dobbiamo andare?
-per ora giriamo... Non ricordo bene... Dove si trova l'attrazione...
-va bene
Mi avvicinai all'orecchio di Annalisa per bisbigliargli
-stiamo perdendo tempo, dovremmo portarla direttamente alla famiglia...
-sta per morire... Vuoi vietagli una sua richiesta?
Abbassai il viso colpevolizzato
-ecco... Dovrei andare in bagno...
-ti porto io piccola... Aspettaci qua tu
-va bene, faccia attenzione
Risposi mentre si allontanavano. Guardai le moltitudini attrazioni e le famiglie che passavano li in mezzo. Famiglie. Madri e padri con i figli. Guardarli mi dava un senso di solitudine e tristezza
"perché? Perché mi sento così? Perché mi sento triste?"
Aguzzai la vista. Lei. Avevo visto la mia amata. Inizia a camminare a piena velocità in quella direzione, raggiunsi le spalle della mia amata e la presi per il braccio facendola girare
-sei viva!
La donna si voltò
-come scusi?
-oh... Vi chiedo scusa, vi ho scambiati per un altra persona... Mi dispiace
-fa niente...
La donna si girò e si allontanò verso la sua famiglia. Avevo sbagliato. Era simile di spalle, ma non era lei. Rimasi fermo al suo ricordo
"
-Tesoro, mi prendi un orso?
-non sono bravo a sprare
-daiiiiii
-okay okay...
-ahahah... non hai fatto nemmeno un centro
-sono un disastro...
-ora ci provo io, se vinco mi compri due gelati!
-uffa... Non è giusto però, tu sei avantaggiata
-ho vinto! Ho vinto! Tredici centri su tredici!
-questo è imbrogliare...
-allora sono un imbrogliona?
-si... Hai anche imbrogliato me
-e come scusa?
-mi hai fatto credere di essere il migliore... Ma in verità sei tu la migliore
-ops, sei arrabbiato? Vuoi lasciarmi?
-non potrei mai farlo... Io e solo io voglio avere la migliore al mio fianco... Ne ho bisogno
-che romantico... Guarda! Zio Marco"
La mia mente tornò alla realtà quando un uomo si avvicinó a passo svelto verso di me. Un uomo anziano ma ancora fisicamente allenato, vestito da guardia del parco con un bastone e una pistola sulla cintola. Arrivò da me e con una mano mi prese il colletto
-bastardo! Ti ho riconosciuto! Mi avevano avvisato che eri in città! Cosa ci fai qui?! Ti avevamo avvisato che non dovevi venire! E tu menefreghista sei tornato
-lasciami Zio Marco...
Sentii un pugno in faccia, poi il pavimento
-non ti permettere più di chiamarmi così... Non sei più un familiare, sei solo un mostro!
La gente iniziò a rallentare il passo per guardare la scena, mi alzai con la testa bassa
-vattene via! Non farti mai più vedere... Se stai ancora in città ti farò passare le peggiori giornate della tua vita!
-non posso... Devo mantenere una promessa a una ragazza
-ah! Perciò hai trovato un'altra cavia della tua violenza? Appena torno nell'ufficio farò partire una ricerca a tappeto per trovare a te e salvare la ragazza che stai torturando come hai fatto con lei!
-non è così... Io non la sto torturando... Non hai prove per accusarmi...
-sei un assassino... Non ti crederò ne ora ne mai!
In lontananza Caterina stava guardando la scena. Era preoccupata, così come la poliziotta. Mi alzai e guardai il vecchio negli occhi
-io devo mantenere una promessa, perciò resterò qui! Non puoi obbligarmi ad uscire-
Mi prese per il colletto e mi spinse a terra, poi prese un braccio e iniziò a trascinarmi
-certo che posso! Ti caccio via da questo parco divertimenti! E NON PERMETTERTI A TORNARE MAI PIÙ!-
arrivammo all'entrata, lì con uno strattone mi lanciò fuori, in mezzo alla gente che attendeva il turno per entrare. Mi alzai dolorante, il bambino di prima davanti a me
-perché ti hanno fatto uscire? Sei stato cattivo?
Abbassai lo sguardo e mi alzai
-se almeno fosse vero...
Poi mi avviai. Attesi un ora vicino alla macchina, poi vidi Caterine e Annalisa arrivare
-siete tornate? Avete trovato ciò che serviva?-
Il viso di Annalisa era quasi traumatizzato, quello di Caterina triste
-si... Possiamo andare...-
-che vi succede?-
Annalisa mi fece spostare per aprire la portiera
-nulla tranquillo... Cose tra donne-.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro