Capitolo 2: Scoprire
Partimmo per il viaggio. La destinazione era una città che conoscevo bene. Una città che non avrei mai pensato di vedere dopo dieci anni. Uno scheletro nell'armadio che non pensavo di dover tirare fuori. Ci volevano due giorni di tragitto, intanto la ragazza attaccata a un respiratore portatile riposava sui sedili posteriori. La polizia dietro ci scortava senza fretta, dandoci però supporto quando il traffico non ci faceva muovere. Stavamo passando l'ennesimo ingorgo grazie alle sirene accese delle volanti, intanto la ragazza si svegliò
-siamo... Arrivati?
-Un altra mezza giornata e saremo arrivati... Appena raggiungiamo la città andiamo direttamente dai tuoi parenti
-no... Riposiamoci... Prima...
-sicura? Abbiamo perso già del tempo per il tragitto...
-c'è un hotel... Appena arrivati...
Era insistente
-d'accordo... Per essere debole sei molto insistente
Feci un sorriso, lei però si sdraió con una frase
-ho preso... Da mia madre...
-beh, non è un male... Significa che sei forte, ne sono felice... Mentre tuo padre come si chiama?
-non lo so... E andato via... Prima che nascevo... I miei nonni... Mi hanno raccontato... Di lui...
-... Capisco...
-era una... Persona colta... Forte... Ma appena mia madre morì lui scappò via... Tutti dicono che l'aveva uccisa lui... Ma io non gli credo...
-a volte la gente non vuole accettare la realtà, e così incolpano gente innocente per trovare un punto per sfogare la loro rabbia...
Lo sapevo bene
-...tua madre invece com'era?
-da come mi hanno detto i miei nonni era una donna forte, piena di energie e capace di muovere le montagne, l'unica in grado di fronteggiare mio padre e di superarlo...
-da come racconti, tu hai preso tutto da lei ahahah
-si... Anche se avrei voluto qualcosa di mio padre... Per ricordarmelo...
-uno che fugge senza combattere per il tuo bene non se lo meriterebbe...
-e fuggito perché lo hanno cacciato... Lo hanno accusato... Ha dovuto subire il doppio delle ferite...
Una volante ci fermò bloccando il discorso, un poliziotto scese dall'auto e ci venne vicino
-salve, mi perdoni ma da qui non riusciremo a passare tanto facilmente... E un incidente di macchina, potrebbero esserci feriti se non peggio... Ci vorranno delle ore...
Il poliziotto guardò la ragazza colpevolizzato
-fa niente, possiamo aspettare... Tu riesci a resistere?
-si... Posso farcela...
Il poliziotto si incamminó verso il suo collega, poi tornò preoccupato
-ascolta, qui hanno bisogno di supporto... Se torni indietro e prendi l'uscita prima di questa allunghi un po' ma non troverai traffico...
-capisco
-non vi potremo accompagnare con le volanti, ma una nostra collega può stare con voi durante il tragitto
Si presentò una donna di circa la mia età, apri la portella del passeggero ed entrò
-salve, io sono Annalisa... Verrò con voi per il tragitto
Le diedi la mano
-la ringrazio
Poi partimmo. Allungammo di un paio d'ore, in macchina il silenzio era quasi imbarazzante. La poliziotta aprì bocca per prima spezzando quel momento
-allora... Come ti chiami guerriera?
-Caterina...
-bel nome, e quanti anni hai?
-ne ho venti...
-sei una giovane ragazza, io ormai ho superato la cinquantina... E tu prode salvatore?
Era buffo il suo modo di parlare
-io ho quarantacinque anni, non sono poi così lontano da lei signora poliziotta
-chiamami solo Annalisa, le formalità lasciamole ai colleghi
Fece un sorriso
-d'accordo, Annalisa
-dimmi un po', hanno detto che sei uno scienziato...
-lavoravo nel reparto di sperimentazione di malattie infettive, ma poi ho iniziato a rompere sassi per fare muri
-e come mai questo drastico cambiamento? Problemi con il lavoro?
-in un certo senso...
-capisco... E tu principessa? Cosa fai?
-io studio... Scuola privata d'arte moderna...
-oh oh... Abbiamo un'artista qui, che bello
Presi un uscita, poi mi fermai
-siamo arrivati in città
-li...
Allungó un dito dai sedili posteriori
-in quella direzione c'è un hotel, conosco il proprietario e ci farà soggiornare gratis
-wow, sul serio?
-mi deve... Un favore...
Partii e seguii la direzione fino all'Hotel. Scesi dalla macchina, presi Caterina in braccio e la misi sulla sedia a rotelle
-Annalisa, puoi portarla nella sala d'attesa? Non voglio che prenda freddo
-certo, vai a prendere tu le chiavi?
-vado
Mi incamminai verso lo sportello, poi mi bloccai: occhiali all'insù e sguardo perso nella miopia, rughe profonde e miste, gobba e camicia a fiori: Il primo demone
-salve, mi dica nome e numero di persone... Lasci la carta d'identità e firmi qui
- A... A... Andrea Mariano...
Lo sguardo dell'uomo si concentrò improvvisamente sul mio volto, mentre la penna gli cadde tra le mani
-Andrea? Tu?? Perché sei qui!
-siamo in tre, una è malata... La prendiamo solo per stanotte, poi non mi vedrai più...
ritirò il foglio dove stavo per firmare
-io non ti voglio qui... Vattene subito, non meriti di vivere in una casa, dovresti morire sotto un ponte... Sei solo un mostro
-Credo che lei sia obbligato a darci una camera, o devo intervenire io?
Annalisa si avvicinò a noi
-sono una poliziotta... Devo far valere il mio grado contro di lei? Abbiamo una malata e lei è obbligato a darci una camera tripla per passare la notte
Il vecchio guardò la poliziotta
-come sempre fai il codardo... Sono sessanta a persona, la malata è gratis... Io non sono un mostro...
Gli misi i soldi sul tavolino, lui mi lanciò le chiavi provando a mirare la mano
-spero dormiate bene... E attenti, qui girano assassini... Soprattutto stasera
Non risposi, presi le chiavi e me ne andai. Annalisa mi fermò a metà tragitto
-tu lo conoscevi? lui sembrava conoscerti...
-e un parente della mia defunta moglie... Mi odia, così come mi odiano tutti gli altri familiari...
-e perché mai?
-... Perché ho ucciso mia moglie...
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