Due anni dopo
Le urla riecheggiarono nella sala d'attesa del villaggio di Sunagakure, Naruto era seduto sulle sedie scomode della sala d'attesa, la gamba non faceva altro che muoversi in un leggero tic. Temari andava avanti e dietro per il corridoio e Matsuri tentava di calmare Kankuro. «Perchè siete così agitati? » l'occhiataccia che Naruto scoccò all'infermiera la fece andare via. Sua madre era morta a causa della rottura del sigillo della volpe e la madre dei tre in seguito al patto.
Gaara non riuscì a fare a meno di guardare il viso sofferente di Ako completamente arrossato a causa dello sforzo che stava compiendo.
Il travaglio era iniziato da ore, l'ansia saliva all'interno del petto del giovane ragazzo. Aveva perso sua madre, non voleva perdere la anche la madre dei suoi figli. Ako insisteva che fossero due, un maschio ed una femminuccia, eppure aveva delle rimostranze.
"Saranno shinobi fortissimi come te. Lo so perché sono la loro madre."
Gaara tirò un sospiro di sollievo quando il pianto di un neonato echeggiò nella stanza. Aveva la mano rotta a giudicare dal dolore che provava ma non gli importava. Si era gonfiata ma non si sarebbe allontanato da lei, il chakra di Shukaku avrebbe accelerato il processo di guarigione.
Gaara rimase immobile, trattenendo il respiro mentre ascoltava il pianto che riempiva la stanza, il cuore che martellava nel petto. Il tempo sembrò fermarsi. Poi, un secondo pianto si unì al primo, confermando le parole di Ako: erano davvero due. La tensione che lo aveva attanagliato per ore iniziò a sciogliersi, lasciando spazio a un'ondata di sollievo e gratitudine.
«Gaara...» La voce affaticata di Ako lo riportò alla realtà. I suoi occhi smeraldo si fissarono su quelli di lei, che, nonostante la fatica, brillavano di una felicità intensa. «Guarda... sono qui.»
Gaara si avvicinò con cautela al letto, osservando i due piccoli corpi avvolti in coperte. La sua mano, ancora dolorante, tremava leggermente mentre accarezzava delicatamente la testa di uno dei neonati. Il piccolo smise di piangere per un attimo, socchiudendo gli occhi per guardare Gaara con uno sguardo curioso e innocente.
«Benvenuti al mondo, Karma e Ai» sussurrò Gaara, la voce rotta dall'emozione. «Vi prometto... che sarò sempre al vostro fianco. Proteggerò voi e vostra madre con tutta la mia forza.»
Ako sorrise, osservando Gaara mentre si perdeva nell'ammirazione dei loro figli. «Saranno forti, Gaara» ripeté lei, la stanchezza evidente nel tono, ma con una certezza incrollabile. «Ma non dovranno mai portare il peso che hai portato tu.»
Gaara annuì, sentendo il significato profondo delle sue parole. Si piegò e depositò un bacio lieve sulla fronte di Ako, riconoscente per quella nuova vita che avevano creato insieme, per quella famiglia che adesso era tutta la sua ragione di essere.
La porta si aprì piano, e Naruto, Temari e Kankuro sbucarono con cautela nella stanza, i volti tirati dall’ansia trasformati in espressioni di gioia e sollievo. Naruto fu il primo ad avvicinarsi, con un sorriso che sembrava voler esplodere da un momento all’altro.
«Congratulazioni, Gaara!» esclamò, cercando di contenere l’emozione. «Non ci posso credere, sei diventato papà!»
Kankuro, finalmente più rilassato, si avvicinò anch'egli, osservando i neonati con un misto di incredulità e tenerezza. «Sono bellissimi, fratello» disse a bassa voce, quasi temendo di disturbare quella serenità che si era finalmente posata su di loro.
Temari si avvicinò per ultima, lo sguardo fiero e dolce. «Hai fatto un buon lavoro, Gaara» mormorò, abbracciandolo brevemente. «Saranno amati e protetti. Sempre.» quelle parole e quel calore che mai avrebbe pensato di avvertire nel petto. Ora era veramente felice.
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