Atto VI
«Maestro, è possibile che lei abbia lasciato la foglia per scappare da quell'uomo che ha provato a ucciderla?» chiese Naruto mentre Kakashi si limitò a tacere, non sapeva proprio cosa rispondere. Forse il Sandaime aveva fatto la scelta giusta nell’ impedire che venisse divulgata l'identità del padre di Naruto. Erano in pochi i jonin a conoscenza di questa realtà, forse se fosse stato reso noto la vita di Naruto sarebbe stata diversa ma a quale prezzo? Minako era dovuta fuggire, che l'uomo ce l'avesse con lei perché il padre aveva impedito la distruzione del villaggio? Inoltre perché gli Uchiha erano collegati a quella brutta faccenda? Era normale che i suoi alunni facessero domande ma lui odiava non avere le risposte, chissà se anche Minato, il suo maestro, aveva sperimentato simili difficoltà. «Naruto, non possiamo saperlo! » esclamò Sakura mentre percorrevano l'ennesima foresta. Ormai erano partiti da due giorni e avevano avuto qualche informazione e…una nuova compagna di viaggio. Era una speziale, usava un arte medica basilare ma era ferrata nell'uso di veleni e antidoto inoltre aveva mostrato loro una scorciatoia.« Ragazzi questo è l'ultimo villaggio che troveremo, dobbiamo fare scorte e premunirci per il viaggio nel deserto. Per abbreviare useremo i cammelli! » esclamò la giovane mentre i Ninja annuirono.
« Scusate il ritardo! » proferì il ragazzo guardando le due giovani Kunoichi che sembravano aver fatto già amicizia. «Gaara!» «Maestro!» esclamarono le due in segno di saluto mentre il ragazzo sorrise leggermente. «Maestro che cosa le hanno detto gli anziani? » esclamò Matsuri. «Dobbiamo andare in missione, pare sia stato avvistato una strana creatura che genera illusioni. » esclamò il ragazzo mentre Ako sgranò gli occhi. Strana creatura e Illusioni? Collegare insieme erano decisamente una brutta notizia. Un corvo iniziò a gracchiare attirando la loro attenzione, la rossa stese il braccio con il cuore in gola. Sperava che fosse un corvo inviatole da Shisui e non da Itachi ma la calligrafia tradì le sue aspettative. « Gaara, il luogo della missione è il lago di Yura? Nel territorio della nazione dell'acqua? » chiese titubante la giovane mentre Gaara restò sorpreso. « Come lo sai? » esclamò Gaara mentre la ragazza sospirò sotto l'incredulo sguardo di Matsuri. « La strana creatura è Isobu, tornato libero dopo la morte del terzo Mizukage. Dobbiamo salvarlo dalle grinfie di Alba. » esclamò all'armata mentre Gaara sospirò.
« Ako forse è il caso che tu non venga. » iniziò timidamente l'allieva mentre Gaara sorrise, anche lui era dello stesso avviso ma conoscendola sarebbe venuta lo stesso. «Tranquilla, posso cavarmela e cercherò di non strafare. Ma lasciarvi affrontare un cercoterio da soli non mi piace, inoltre sono una ninja medica e, anche se Gaara non ne ha bisogno, ti copro le spalle. » esclamò la giovane. «Matsuri preparati, ti voglio qui fra 20 minuti.» esclamò l'insegnante mentre Gaara sospirò porgendo lo zaino verde alla ragazza che solo ora l'aveva notato. «Io ho la giara, Matsuri ha il suo dardo.» esclamò notando lo sguardo della ragazza illuminarsi. «Quindi la ragazza ha scelto l'arma di mia invenzione?» Rise la giovane mentre Gaara sorrise nervoso. «Non riusciva a pensare a un'arma in quanto traumatizzata dalla morte dei suoi genitori e dunque ho pensato che…» «Quindi tutti e tre abbiamo visto qualcuno morire, allora non credo ci saranno problemi con la missione. Isobu, ha la caratteristica di generare illusioni ma non funzionano su coloro che possiedono la consapevolezza della vita. » affermò la ragazza per poi guardarlo seriamente. «Lo so che ci sei rimasta male.»
«Apparteneva a mia madre, andava sempre in giro con quella anche nel villaggio sebbene non avesse mai avuto bisogno di usarla. Le sue mani erano più pesanti delle mie» esclamò con un sorriso triste guardando il cielo. « Posso parlarle e…» «No tranquillo, ora le appartiene sono certa che mia madre proteggerà anche lei. » esclamò la fanciulla con un sorriso. Era l'arma di sua madre, l'aveva inventata lei basandosi su quanto riportato nel libro The Uzumaki Clan, scritto nell'antica lingua parlata sull'isola. «Sei troppo altruista. » esclamò lui socchiudendo gli occhi. « E tu un fissato, non c'è un'arma che non sia in ottime condizioni» esclamò guardando l'equipaggio che aveva e che credeva ormai andato. «Volevo darti ancora una cosa in realtà. » esclamò il ragazzo guardando ancora la giovane che lo osservava con un sopracciglio innalzato.
« Quel giorno…mio padre ti promosse al rango di chunin, fra me e Matsuri sei quella con il rango più alto.» esclamò Gaara porgendole un copri fronte nero con lo stemma della sabbia. « È tuo! È quello che usavi quando proteggevamo la sabbia insieme, non posso accettarlo.» esclamò agitata. Gaara sorrise leggermente per poi alzare la manica rossa mostrando il copri fronte che portava di nascosto. « Ti porterà fortuna, come quello che mi hai dato.» esclamò lui cercando di convincerla ad accettare. La rossiccia tacque, quel copri fronte era di suo padre ed aveva tutt'altro significato che un semplice portafortuna ma il fatto che lo stesse indossando la rallegrò in qualche modo.
Naruto sogghignò guardando il bianco soffitto della camera assegnata loro dal capo villaggio. Erano state inutili le sue proteste per continuare il viaggio, c'era una tempesta di sabbia in arrivo e non potevano addentrarsi nel deserto, comprendeva il timore ma non riusciva a stare fermo con le mani in mano! Aveva voglia di urlare e di tirare qualsiasi oggetto gli capitasse a tiro, Sakura gli aveva detto che fosse un comportamento molto infantile da parte sua… ma cosa ne poteva sapere una come lei? Era cresciuta con un padre e con una madre che erano stati sempre presenti per lei, anche la gente di Konoha era gentile nei suoi confronti….per lui altro non c'era che lingue affilate e silenzi riempiti dal singhiozzo dei suoi pianti. Nessuno era lì per lui, nessuno avrebbe fatto parte volontariamente della sua famiglia. Era snervante sapere che sua sorella lo stesse aspettando e non poter andare da lei, certo gliene avrebbe dette di cotte e di crude ma voleva sapere la verità. Prese il libro tornando a leggere per evitare domande. « Naruto.. » «Sto leggendo idiota!» esclamò lasciando interdetto Sasuke. La porta si richiuse ma lui era ancora nella stanza e lo osserva inebetito. «Testa quadra quel libro già è scritto in arabo, se poi lo leggi al contrario…certo c'è la possibilità che tu stia guardando solo i disegni.» esclamò attirando tutta la sua attenzione.
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