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Atto I

Il Team Sette in quel momento stava maledicendo il loro insegnante. Dovevano eseguire una missione brancolando completamente nel buio e non era affatto facile. Kakashi si era completamente volatilizzato mentre i suoi allievi rovistavano nella biblioteca di Konoha, alla ricerca di un libro che potesse aiutarli. Naruto spostò l’attenzione su un volume in particolare che aveva la spirale rossa sul dorso, non era un libro comune. “The History of Uzumaki Clan”  Da quando lui aveva un clan? E perché non ne sapeva nulla? Sospirò mettendolo in borsa, dopo avrebbe dato un'occhiata a quel volume ma ora aveva una missione da compiere. « Kakashi-sensei era ora!» esclamò Naruto venendo rimproverato a gran voce da  Sakura che prese un richiamo dalla bibliotecaria.

Non era da Shukaku sprecare l'ennesima occasione per ricordargli quanto poco contasse, per gli altri, lo sforzo che lui stava compiendo nel cambiare. Non avrebbe mai ignorato il comportamento di quel ninja, desideroso com'era di sangue, ogni occasione per completare una vendetta erano ben accette. Era da quando suo fratello aveva nominato le comete millenarie che Shukaku era strano. Per non dimenticare quel senso di terrore penetrato fin dentro le sue ossa che lo aveva profondamente scosso. « Shukaku » lo richiamò lasciando che la sua voce venisse trascinata via dalla calda brezza dello scirocco. Il demone non rispose e ciò insospettì maggiormente il ninja che, seduto sul precipizio, osservava il suo minuscolo villaggio.  Cosa doveva fare? Se solo lei fosse stata lì, sicuramente l'avrebbe potuto aiutare.

Temari sospirò. Alla fine non era riuscita a contenersi e aveva sbraitato contro il consiglio. Avevano escluso Gaara, a causa del demone che loro gli avevano imposto alla nascita, dal potenziale titolo di Kazekage e lei e Kankuro avevano rifiutato quel titolo. Non avrebbero più permesso che Gaara fosse escluso, era il loro fratellino e loro più di tutti stavano osservando i piccoli cambiamenti che Naruto aveva innescato. Non avevano il diritto di vanificare i suoi innumerevoli sforzi e lei non l'avrebbe permesso per nessuna ragione al mondo. « Gaara stasera non verrà, lo sai Temari? » chiese rassegnato il giovane guardando sua sorella maggiore sospirare sommessamente. «Lo so distrarlo è difficile. » ammise la ragazza con un sorriso triste.

Il sole era ormai tramontato quando il Team Sette si avventurò nel fitto bosco ai confini di Konoha. La densa vegetazione creava un'atmosfera di mistero e tensione mentre Naruto, Sakura e Sasuke procedevano cautamente, illuminati solo dalla fioca luce lunare filtrante tra gli alberi. Kakashi, sempre con il suo libro in mano, camminava tranquillamente davanti a loro come se conoscesse ogni singolo sentiero. Naruto, con la sua solita impazienza, decise di rompere il silenzio. « Kakashi-sensei, questa missione è davvero così importante? Non sa nulla di quello su cui stiamo indagando? » Kakashi si fermò di colpo, abbassando il libro per fissare il suo team con un sorriso enigmatico dietro la maschera. «È una missione delicata- disse Kakashi - e sì, so qualcosa. Ma a volte è meglio non dire troppo finché non siamo sicuri di ciò che stiamo affrontando.» In realtà per ora doveva solo assicurarsi che il loro obiettivo fosse seriamente passato da quella direzione. Sakura sollevò un sopracciglio, scambiando sguardi preoccupati con Naruto e Sasuke. « Ma come possiamo essere preparati se non sappiamo cosa aspettarci? » Kakashi fece un cenno verso un sentiero più stretto a sinistra. «Perché la sorpresa è spesso la nostra migliore alleata. Abbiamo fiducia l'uno nell'altro e nella nostra capacità di adattarci.» Naruto scrollò le spalle, non del tutto convinto, ma decise di non insistere. Sasuke, solitamente riservato, intervenne. « Il segreto che questa ragazza conosce dev'essere spaventoso,  inizio a chiedermi se dietro tutto ci sia lei. » lo provocò celatamente Sasuke mentre il maestro si fermò.
« Per stasera ci accampiamo qui e no, Sasuke,  all'epoca dei fatti lei aveva solo quattro anni.» spiegò Kakashi mentre iniziarono a prepararsi per l'accampamento. Era meglio non muoversi dato che Alpha e Omega interferivano con il chakra delle forze portanti.

Gaara si trovava seduto accanto al letto di Ako, fissando il volto sereno della giovane donna. I suoi occhi glaciali, solitamente così freddi e risoluti, ora esprimevano una profonda tristezza mescolata a una punta di rimorso. I capelli rossi della fanciulla gli ricordava il momento in cui lei, senza esitazione, si era interposta tra lui e un attacco nemico durante una missione pericolosa. Quel gesto aveva cambiato tutto. Lei aveva preso il colpo al posto suo, finendo in coma per ben tre  anni. Gaara, il cui cuore una volta non era arido come il deserto che controllava, si era ritrovato a desiderare ardentemente il risveglio della sua compagna mietendo molte anime. Sentiva il peso delle sue decisioni passate, del momento in cui aveva permesso ai suoi assassini di rimanere vivi e mettere in pericolo chiunque gli fosse stato vicino. La mano di Gaara si posò delicatamente sulla mano pallida della ragazza, nel tentativo inutile di dargli forza. La sua mente era tormentata dai "se" e dai "ma", chiedendosi se avrebbe potuto fare qualcosa di diverso per farla risvegliare. « Ti prego Ako, devi svegliarti. » sussurrò abbassando il capo sforzandosi di trattenere le lacrime. Anche se sapeva che nessuno sarebbe venuto lì, non riusciva a esprimere i propri sentimenti era più forte di lui.

Naruto aprì gli occhi uscendo dal sacco a pelo, era irrequieto e agitato. Si allontanò lentamente dall'accampamento e alzò gli occhi alla luna che risplendeva di un colore blu vivace intenso. Si stropicciò gli occhi più e più volte. « Naruto? » Era la voce di Sasuke ma il ragazzo  non rispose.
« C'è una volpe bianca nella Luna blu.» Il giovane Uchiha alzò lo sguardo ma lui non vide nulla e la luna aveva il suo candido chiarore.

Gaara alzo il viso abbagliato dalla luce bluastra che filtrava nella camera d'ospedale.  “Shukaku” il giovane dai capelli rossi strabuzzò gli occhi, qualcuno stava chiamando il suo demone. “Matatabi, Isobu, Son Goku, Kokuo, Saiken” le forze portanti si fermarono volgendo lo sguardo al cielo. “Gyuki, Kurama” aggiunse ancora la voce calda e profonda. “Ritornerò presto fra voi” Lentamente si alzò dal letto posando  i nudi piedi a terra, staccando tutti i fili che erano a lei collegati, faticava a reggersi in piedi ma quella luce bluastra le stava donando la forza necessaria. Passo dopo passo si avvicinò al ragazzo che continuava ad osservare il cielo assorto, attento alle parole che riecheggiavano nel cielo. Sorrise. « Gaara? » lo chiamò lentamente. Voleva vederlo. Voleva incontrare i suoi splendidi occhi. Il suo cuore martellava nel petto e i suoi polmoni annaspavano per la mancanza d'ossigeno. « Tu…» Iniziò lui con la voce rotta dall'emozione, le lacrime sgorgavano rapide  dai suoi occhi e le sue braccia tremavano. Fu rapido e inaspettato l'abbraccio in cui avvolse la giovane fanciulla ma aveva bisogno di sapere che fosse reale.

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