Capitolo 5 - In cui Viola e Rachel mi infastidiscono
Uscii dall'ufficio con un diavolo per capello.
Ma come diavolo era possibile anche solo pensare, che mi sarei mai potuta sposare con quello là?
Un cavernicolo. Un troglodita.
Mossi passi pesanti verso la mia Mini turchese, e non appena toccai il sedile mi lasciai travolgere da un urlo liberatorio.
Da quando avevo rotto con Francis mi sentivo sulle montagne russe.
Afferrai il telefono di scatto, e rilessi la conversazione con Spike Tempest.
Presa da una furia omicida scrissi velocemente una risposta.
'calorosoabbraccio scrive: Lei è simpatico come mangiare il brodo con la forchetta'
Avevo chiesto a Rachel e Viola di incontrarci al Royal per un aperitivo, ma nessuna di loro mi aveva ancora risposto.
Nell'attesa decisi di passare a fare la spesa.
Era molto difficoltoso in quel momento riuscire a focalizzarmi sulle trivialità, come fare la spesa.
Mi vidi costretta dal momento in cui nel mio frigo, quella mattina per colazione, non avevo trovato nulla di edibile. Fatta eccezione per la mia maschera per capelli all'avocado, ma non avrei mai avuto il coraggio di mangiarla.
La conversazione con quel cretino di Tempest mi aveva aperto una voragine nello stomaco.
Entrai nel primo Tesco aperto.
Per comprare da Tesco, solitamente, dovevo aprire un mutuo, ma considerando che comprai solo un grosso ananas non spesi neanche tantissimo.
Diciamo che con la stessa cifra avrei potuto tranquillamente comprare uno shuttle.
Non seppi dire perché avessi comprato solo un ananas.
Avevo una fame del diavolo, un ananas, e nessun utensile per aprirlo.
Ovviamente in quel momento risposero entrambe le mie amiche, acconsentendo a vederci al Royal.
Io comunicai che mi sarei presentata con un ananas sottobraccio.
Avrei prevenuto le domande.
«Non puoi lasciarlo lì?» chiosò Rachel, statica.
Mai. Quella era la cena per i prossimi tre giorni, e ci avevo speso una fortuna.
Viola era stata più pragmatica.
«Fico. Gli mettiamo un cappellino a punta, e lo chiameremo Pinapparty».
Quindici minuti dopo, io e Pinapparty ci trovavamo davanti al locale.
Una ragazza truccata e vestita a festa, con un ananas sottobraccio.
Se quella non era una immagine in grado di descrivere la mia vita, non sapevo proprio cos'altro lo fosse.
Sospirai ed entrai. Jonas ebbe pietà di me, e non fece domande.
Rachel e Viola mi attendevano al solito tavolo. Avevano già ordinato tre mojito e un calice di prosecco.
«Per chi è il prosecco?» chiesi, incuriosita.
Visti gli ultimi avvenimenti chissà quale figura misteriosa si sarebbe potuta sedere con noi.
«È per l'ananas», spiegò Rachel, serissima.
Risi, ma dentro di me stavo urlando.
Raccontai velocemente a entrambe di Spike Tempest, e di quanto fosse stato uno stronzo di prima categoria. Loro, però, non sembravano recepire, limitandosi a fissarmi con occhi sognanti.
«Che sono queste facce?»
«Io vi shippo», spiegò Viola, con voce estatica.
«Ci shippi? Sei uscita da una fanfiction erotica del 2010?» sbraitai, irritata.
«Vi shippo anche io», ammise Rachel, candidamente.
Gesù... mi portai una mano sulla fronte. Ero stanca e debilitata, e le mie amiche erano due deviate mentali.
«Ma è un pezzo di merda. Davvero mi shippate con uno così? Che vi ho fatto di male?»
Loro fecero spallucce, evidentemente disinteressate.
«Quindi che dovrei fare?» chiesi, stancamente.
«Beh, se ci parli ancora rischi di far saltare il mondo in aria. Per quanto adorerei vedervi insieme, preferisco di gran lunga aver salvo il mio culo. Scusa la franchezza»
«Figurati, Rach. Ti adoro per questo».
Ovvero il modo candido in cui ti spiattellava la verità in faccia, come fosse stato un pancake.
«Io invece credo che se continui solo a parlarci per messaggi non succederà nulla di male. L'importante è tenerlo lontano dalla teiera»
«Ma hai sentito Bianca del futuro... è rischioso»
Non sapevo neanche dove volessi andare a parare o perché mi stessi scervellando così tanto per un perfetto sconosciuto.
In quel momento, però, il cellulare squillò violentemente nella mia tasca.
Il Royal era rumorosissimo a quell'ora, ma decisi comunque di rispondere alla chiamata.
Per un attimo ebbi il terrore che Bianca del futuro mi stesse richiamando per dirmi che avevo fallito.
Che ero stata capace di mandare a puttane il mondo DUE volte.
«PRONTO?» urlai, per sovrastare il casino che stava facendo 'Don't You Worry Child', in sottofondo.
«Già stai facendo festa? Sono le 18 e 15»
La voce dall'altra parte era maschile, roca e profonda. Mi diede i brividi.
Sentii molto poco di ciò che aveva detto, ma ero quasi certa che fosse lui.
Mi aveva chiamata. Nonostante i miei insulti.
«È un paese libero», commentai, cercando di mantenere un tono di voce normale.
Nel frattempo, mimai con il labiale alle mie amiche che proprio Spike Tempest era al telefono. Loro misero su una espressione da fangirl emozionate.
«Lei non è affatto calorosa, signorina Abbraccio».
Alzai gli occhi al cielo. Mi sentivo febbricitante. Cavolo, poteva avere una voce brutta, almeno?
Se avesse avuto la voce di Duffy Duck non avrei avuto tutti quei problemi.
«Sono calorosa con chi se lo merita, signor Tempesta».
«Wow, mi hai riconosciuto subito», rise lui, abbassando ancora di più il tono di voce.
Vibrai come un maledetto diapason, e mi maledissi mentalmente.
«Uno stronzo come te è inconfondibile»
Lui rise di cuore.
Proprio quando pensavo che non potesse andare peggio di così... la risata mi aveva devastata psicologicamente.
«Ti ricordo che sei stata tu la prima ad attaccarmi personalmente. Ci conosciamo già?»
Ecco. Ora cosa gli potevo rispondere per non sembrare una completa pazza?
«No. E mi auguro di non conoscerti mai».
Detto questo attaccai violentemente il telefono, e presi un respiro profondissimo.
Le mie amiche mi osservavano come se avessi appena avuto un orgasmo davanti a loro.
Beh... effettivamente.
«Tutto bene, Bianca?»
Una meraviglia.
Afferrai il mio ananas, e feci un cenno di saluto a entrambe. Non riuscivo neanche più a parlare, e mi sentivo le gambe molli.
Stupido Spike Tempest. Stupida Bianca del futuro. Stupida Bianca del presente.
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