Capitolo 40 - In cui speravo di creare meno scompiglio
Ero incredibilmente riuscita a rallentare il battito cardiaco. Le gambe mi tremavano in modo incontrollabile e riuscivo a stento a tenermi in piedi.
Rivedere Viola mi aveva gettato in un turbine di emozioni contrastanti. Lei sembrava non avermi ancora notato, in realtà, presa com'era dalle interazioni tra Miles e Yemon.
Era anche vero che lei doveva aver sentito molto meno la mia mancanza, in fondo aveva avuto il mio doppio adulto sempre davanti gli occhi.
«Dovete cercare di calmarvi... Miles che ti sta succedendo?» chiese Spike, cercando di frapporsi fra Yemon e il fratello. Io mi strinsi le braccia e cercai Yemon con lo sguardo. Era sdraiato a terra, rannicchiato. Respirava, ma non mi sarei rilassata finché non mi fossi accertata che stava bene.
«Stanne fuori, Spike. E' una questione fra me e questo coso.»
Strinsi i pugni, sentendomi improvvisamente piena di una rabbia incontrollabile. Ero stufa marcia di tutta quella storia e l'unica cosa che davvero desideravo era uscirne.
Magari tutti insieme. Io, Yemon, Viola, Jesus e Rachel... e forse anche Spike.
«Esci da casa mia, psicopatico!» urlai, sull'orlo dell'isteria. Spike si volse subito verso di me, preoccupato che potessi fare del male a suo fratello. Cavolo, ero io quella che stava subendo quell'invasione... avrebbe dovuto essere preoccupato per me.
«Non sono uno psicopatico, Bianca. Non lo capisci che è colpa di quell'affare se ci troviamo in questa situazione? Staremmo tutti meglio se solo ce ne liberassimo... non credi?» sussurrò Miles, muovendo alcuni passi verso di me. Io indietreggiai subito, terrorizzata che potesse toccarmi.
«Non te ne importa niente di stare meglio... tu vuoi solo la chiave.»
Non appena nominai la chiave tutto il corpo di Miles sembrò venire percorso da un tremito di eccitazione, che vidi riflessa anche nei suoi occhi febbrili.
«Improvvisamente sei diventata intelligente?» biascicò Miles, sfidandomi con uno sguardo al vetriolo.
«Stai zitto, demente. Non osare rivolgerti in questo modo alla mia migliore amica» scattò Viola, trascinando Miles più lontano possibile da me e rifilandogli un cazzotto sulla guancia.
Lui non sembrò risentirne moltissimo, lasciandosi sfuggire una risatina isterica.
«DOVETE CALMARVI TUTTI QUANTI. Sono sicuro che possiamo uscirne senza che nessuno si faccia male» urlò Spike, afferrando il fratello per la giacca e tirandoselo vicino.
«E' arrivato quello diplomatico, adesso...» sussurrai, gelida. Mi resi subito conto che non stavo aiutando a sistemare la situazione, quindi mi scrollai di dosso quel senso di fastidio che mi stava provocando il fatto che Spike stesse preferendo difendere suo fratello, e mi diressi in salotto.
«Ora ci sediamo tutti quanti e parliamo. Va bene?» chiesi, tirando su Yemon. Lo presi in braccio e lo tenni stretto. Dalla vischiosità che mi inumidì subito le mani, ero sicura che stesse perdendo sangue. Rabbrividii, ma cercai di mantenere la calma. Prima ne uscivamo, prima avrei potuto salvarlo.
Mi accomodai sulla poltrona, facendo attenzione a non schiacciare Yemon. Lui teneva gli occhietti chiusi, ma lo sentivo respirare ancora.
Viola si sedette sul bracciolo, più vicino possibile a me. Spike e Miles, invece, presero posto sul divano. Li vidi fare attenzione a cercare di sporcarmi il divano di sangue il meno possibile. La cosa mi avrebbe fatto sorridere in qualsiasi altra situazione.
Viola avvicinò il viso al mio e sussurrò al mio orecchio che Yemon non doveva morire senza aver designato un successore. Le sue parole arrivarono ovattate, mi sentivo sul punto di svenire. Non volevo che Yemon morisse.
«Tu e Viola dovete starne fuori» proclamò Miles, sfidandomi con lo sguardo impietrito. La persona che avevo conosciuto era nascosta da qualche parte, schiacciata dalla ingombrante presenza di Minato. Si stava rivolgendo a suo fratello, il quale esalò un sospiro lungo e intenso.
«Non voglio che tu faccia altre sciocchezze, fratello.»
«Come devo fartelo capire che non sono affari tuoi? E' una faccenda fra me e Bianca.»
Spike mi lanciò uno sguardo preoccupato. Era la prima volta che lo vedevo in quello stato. Finalmente la sua corazza di granito sembrava starsi sgretolando.
«Cosa vuoi fare, Miles? Che intenzioni hai?»
Io non li ascoltavo, ero troppo presa a cercare il battito del cuore di Yemon che si faceva sempre più flebile. Viola sembrava condividere la mia stessa ansia, e muoveva nervosamente la mano sul pelo folto del procione.
Conoscevo molto bene le intenzioni di Miles, forse perché in qualche strano modo e tempo avevo già vissuto le conseguente delle sue azioni.
«Mi libererò di quel procione. E se per farlo dovrò uccidere anche lei... così sia. Lo faccio per un bene più grande.»
«Non posso lasciartelo fare, Miles» disse Spike, in un tono che mi fece riempire di brividi.
«E come pensi di fermarmi?»
Miles si alzò in piedi, facendo risplendere la lama del coltello che ancora teneva serrato nella mano destra. D'istinto, strinsi il polso di Viola.
Era quella la resa dei conti? Stavamo davvero vivendo il momento che ci avrebbe portato alla fine del mondo? Non ero pronta, mi sentivo ancora troppo debole per diventare la me del futuro. Lei era disillusa e sempre pronta alla battaglia... io mi sentivo un peso da trascinare sulle spalle dei miei amici.
«Stai tranquilla...» sussurrò Viola, stiracchiando un sorriso forzato. Anche lei sembrava molto preoccupata, ma stava facendo il possibile per darsi un tono combattivo.
Spike imitò Miles e si posizionò davanti a lui, in piedi. Non possedeva alcuna arma, ma ero sicura che volesse fare affidamento sul fatto che suo fratello non avrebbe mai potuto fargli alcun male.
Se solo lui fosse stato davvero suo fratello. Rimpiansi di non avergli detto di Minato e della storia che non faceva altro che ripetersi. Yemon emise dei deboli lamenti che mi distrassero.
«Ehi, come stai?» chiesi subito, preoccupatissima.
Yemon non rispose, ma si limitò a stringere la zampa attorno al mio anulare sinistro.
«Andrà tutto bene...» sussurrò lui, facendomi sciogliere in un pianto sommesso che vide solo Viola. «La prossima custode della chiave sei tu, Bianca Sterling.»
Viola sbiancò, lanciando subito uno sguardo verso Miles. Non sembrava aver percepito quello che era appena successo.
Dopo le parole di Yemon il mio corpo venne percorso da una scarica elettrica, che mi scaldò completamente. Mi sentii piena. Riuscivo a percepire tutte le emozioni in modo amplificato e acceso. Peccato che, in quel momento, vinceva a mani basse la paura.
Mi riscossi giusto in tempo per vedere Miles che correva contro Spike, minacciandolo con il coltello.
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