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Capitolo 23 - In cui c'è una seconda parte e finiscono di succedere cose

Viola's POV - II PARTE

Il gruppo che si muoveva per i cunicoli che ci avrebbero portato fuori da quel rifugio era quanto di più disomogeneo l'umanità avesse visto fino a quel momento.

Una donna incazzata all'ennesima potenza che maneggiava un bazooka con estrema facilità, un uomo dolcissimo che sembrava il ritratto della gioia e dell'unione che non portava con sé alcuna arma, un altro che, invece, stava trascinando con sé almeno tre fucili da caccia e uno da assalto, un'altra donna, con espressione schiva ma decisa, brandiva una katana e aveva due pistole legate ai fianchi, un procione con due mitra e io.

Con due nunchaku.

Ero incredibilmente fuori luogo in quel gruppo di persone. Me ne rendevo conto anche io, che di solito non badavo troppo a quel tipo di cose.

Eppure mi sentivo anche protetta e amata. In uno stranissimo modo.

Non ero assolutamente pronta per vedere il mondo esterno, il solo pensiero di Whitechapel distrutta mi faceva mancare il respiro e mi faceva rendere conto che tutto quello che stavo vivendo era reale.

Fino a quel momento mi ero sempre fatta forte del mio scarso realismo, utilizzandolo per far finta di credere a tutti gli eventi assurdi che stavano capitando alla mia Bianca. La verità era che non ci credevo sul serio, ma era divertente pensare che lo fosse.

Nell'esatto istante in cui Spike aprì il grande portellone a tenuta stagna che ci manteneva al sicuro mi resi conto che non c'era più un cazzo da ridere.

La zona sembrava essere quella di Piccadilly Circus, ma di quel quartiere non c'era rimasto più niente. La grande piazza animata e sempre piena di gente era deserta e ridotta a un cumulo di detriti. Noi eravamo sbucati dall'uscita della metro, quindi ipotizzai che l'umanità avesse ripiegato sulle fognature quando il mondo esterno era stato spazzato via.

Bianca del futuro mi lanciò uno sguardo preoccupato, lo colsi, ma non lo ricambiai. Avevo bisogno del mio tempo. Ero una persona allegra, largamente frivola e senza buon senso, ma quella vista aveva colpito anche me.

«Direi che è il caso di muoverci in fretta. Qui è sempre pieno di Galb.» commentò il procione, afferrando uno dei due mitra.

«Galb?» chiesi, allargando gli occhi. Il panico mi stava divorando. Ero appena diventata una di quelle eroine dei fantasy che viene sbattuta improvvisamente sul campo di battaglia. Solo che loro riuscivano sempre a vincere contro i cattivi grazie al potere dell'amore e della gioia.

Io avevo solo due nunchaku inutili. Viola del passato hai assolutamente meritato di morire, pensai con astio, stringendo le due estremità dell'arma.

Bianca mi fu subito accanto, e mi lasciò una blanda carezza sul braccio. La avvertii appena.

«Stai tranquilla. Non ti perdo un'altra volta» disse, senza la minima incrinatura nella voce. Era così sicura di sé stessa che la invidiai sinceramente per qualche attimo.

«Da qui è circa un'ora di cammino. Dobbiamo correre, altrimenti gli Harab ci staranno subito addosso» sussurrò Spike, attirando l'attenzione di Bianca. Ci riusciva sempre, in qualche modo.

Galb, Harab... o stavano tutti parlando la lingua di Jesus per farsi capire anche da lui, oppure ero io che avevo perso la dote della comprensione del mio stesso linguaggio.

Propendevo per la seconda.

Mi accodai al procione e seguii in religioso silenzio il resto del gruppo.

La traversata proseguì senza particolari eventi, sentivo solo gli sbaciucchiamenti in sottofondo fra Rachel e Jesus. Non sapevo se piangere o vomitare.

A svariati metri anche Bianca e Spike confabulavano fitto fitto. Per evitare di morire di noia, mi affiancai al procione e gli rivolsi un sorriso amorevole. Lui mi trafisse con un'occhiata al vetriolo e continuò a ignorarmi.

«E così... tu sei un procione.»

Era davvero un approccio terribile, ma in quel momento non mi venne nulla di meglio.

«Sono un cane procione. E tu devi stare zitta.»

Non capivo davvero l'origine di quell'astio, quindi decisi di chiedere. Rischiavo che mi tranciasse una mano, ma il silenzio noioso mi faceva più paura.

«Perché mi odi?» chiesi, punta sul vivo.

«Perché la tua presenza qui è una minaccia alla vita del mio padrone.»

Il suo padrone? E chi diavolo era? Lo fissai con aria svampita e alquanto persa.

«Spike è il mio padrone. Lui mi ha liberato dalle mie catene. Non posso sdebitarmi in alcun modo se non uccidendo quanti più demoni possibili in suo nome.»

Lo trovai davvero leale. Per un attimo desiderai anche io un procione da compagnia. Beato Spike...

«Tu sei la variabile impazzita della storia. Lo eri in passato, e lo sei adesso.»

Incredibile, aveva ragione anche su questo. Un procione veggente.

«Se Bianca crolla a causa tua, Spike va giù insieme a lei. E mai come adesso mi serve che siano indistruttibili.»

Ora il suo odio aveva molto più senso.

«Che ruolo hanno Bianca e Spike in tutto questo?» chiesi, e mi sentii fiera di me stessa per aver fatto la domanda giusta nel momento più adeguato.

«La loro relazione ha fatto questo casino nel mondo. Il Comitato li ha aiutati a tornare indietro nel tempo per costringerli a impedirsi di mettersi insieme...»

Spalancai la bocca e mi bloccai a metà strada. Il procione mi fissò incredulo.

«Quindi anche Spike è tornato indietro nel tempo?»

«Certo. Entrambi hanno detto qualcosa ai loro sé stessi del passato che dovrebbe evitare l'accaduto.»

Ero esterrefatta. La mia Bianca sarebbe impazzita a quella notizia.

«Ma a quanto pare non sta funzionando un cazzo, visto che le cose stanno andando ancora uno schifo.»

L'ultimo borbottio del procione venne sovrastato da un urlo stridente proveniente da un essere alato enorme che ci svolazzava sopra le teste. Il procione bestemmiò e mi afferrò dalla caviglia. Mi trascinò dietro un cassonetto mezzo bruciato per permettermi di nascondermi dal pericolo.

«Harab dritto sopra di noi. Sparate a vista» comunicò Bianca, in un walkie-talkie che aveva incastrato sul petto della mimetica. La sentii, ma il mio corpo non riusciva a muoversi.

L'Harab sembrava un grosso corvo nero, con la carne rancida palesemente mangiucchiata. Le lunghe penne sembravano una colata di catrame su un corpo sproporzionato e lugubre. Gridai sommessamente, limitandomi a coprirmi gli occhi.

Era decisamente una mossa stupida, ma non importava. Io non ero l'eroina fantasy. Io ero il side character che si stava ancora chiedendo perché avesse dei capitoli tutti suoi.

Urlai più forte e avvertii il corpo di qualcuno pormisi davanti, per proteggermi. Lo riconobbi dal profumo.

Jesus. Mi stava salvando.

«Ora tu deve non urlare!»

Doveva ancora lavorare sulla costruzione del periodo, ma era la prima volta che lo sentivo pronunciare qualcosa di senso semi compiuto. Mi emozionai, nell'assoluto terrore.

«Sì, scusami. Sto zitta.»

Jesus mi rivolse un sorriso triste, poi tornò sul campo. Aveva tirato fuori un arco e delle frecce non avrei saputo dire da dove, e stava mirando all'uccello.

Il procione aveva già finito due caricatori, ma l'Harab non sembrava voler cedere.

Bianca imprecò nel microfono del walkie-talkie, e poi imbracciò il suo bazooka con disprezzo. Spike non la fermò.

Esplose il suo colpo facendo un rumore del diavolo. Mi stupii di non vedere altri cento mostri attirati da quel frastuono.

Fortunatamente il cadavere del corvo crollò a terra, schizzando sangue sulle tute di tutta la pattuglia 28. Che schifo.

Uscii dal mio nascondiglio con cautela. Bianca mi rivolse uno sguardo preoccupato, ma io le feci il segno della vittoria con le dita, e lei sembrò rilassarsi.

Il procione sbuffò, lanciando un calcio leggero alle membra disfatte del corvo. Sì caricò i mitra sulla spalla e guardò il suo padrone con astio.

«Dobbiamo tornare indietro. Ci portiamo dietro le ali di questo qui, Spike?»

Lui annuì, cercando Bianca con lo sguardo. Ma lei, per la prima volta, non stava ricambiando. Continuava a fissare me.

«Sicura di stare bene?» chiese, con un filo di voce.

Io annuii ancora, cercando di suonare più convincente. Bianca sembrò rilassarsi. Posò l'arma e tornò a prestare attenzione a Spike.

«Torniamo indietro. Non è sicuro.»

No, effettivamente non lo era. Annuii vigorosamente, anche se il mio parere contava meno di zero.

Di una cosa ero convinta, però. Ero riuscita a trovare una informazione utile per la mia Bianca. E non ero morta.

Due punti per il side character.

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