Il primo ragazzo entra di nuovo nel caffè e scuote i capelli. Sta piovendo forte e il suo cappotto è inzuppato dal temporale. Se lo sfila lentamente e cammina verso il bancone, ordinando il suo Yorkshire tea.

Si riscalda le mani prima di afferrare la tazza perché è calda e le sue dita sono intorpidite. Non è mai piacevole toccare qualcosa di caldo quando si sta congelando. Fa male.

Si dirige al suo posto e guarda le gocce di pioggia scorrere sulla vetrina. Si sente un po' un bambino quando sceglie due di esse e le guarda gareggiare. E' piacevole essere all'asciutto quando il mondo riceve la sua doccia settimanale.

La campanella sopra la porta suona ancora e il ragazzo sa chi è. Può sentire parlare al bancone e in seguito la sedia di fronte a lui viene spostata e qualcuno si siede su di essa.

"Odio la pioggia" mormora il secondo ragazzo e il primo ragazzo si gira verso di lui.

"Perché?" chiede curiosamente. La maggior parte delle persone direbbe che la ama. Parlerebbe di come adorano guardarla scendere, raggomitolata in una coperta con un buon libro.

"E' malinconica. Io amo il sole. Amo le notti serene in cui le stelle cercano di oscurare le luci della città. A chi piace essere tutto bagnato o essere bloccato in casa?" chiede il secondo ragazzo e il primo alza le spalle.

"Un sacco di gente" risponde e il secondo ragazzo scuote la testa e sorseggia il suo tè. Il profumo di cioccolato del locale è molto forte.

"Bugiardi. Lo sai che non la amano realmente" dice il secondo ragazzo e il primo sorride e annuisce.

"Suppongo di no. Io personalmente adoro la neve" gli racconta mentre l'altro ragazzo borbotta.

"Amo la neve. Giocare a palle di neve e tutto il resto" afferma sorridendo.

"Si davvero. Fare pupazzi di neve più alti di te."

"Mangiare ghiaccioli."

Il primo ragazzo arriccia il naso ma non dice nulla.

"Natale" afferma e gli occhi del secondo ragazzo si illuminano. I suoi occhi sono verdi e le sue sopracciglia  spesse.

"Quello non ha niente a che fare con la neve, ma amo il Natale" gli dice. Il primo ragazzo beve il suo tè e annuisce.

"Anch'io. La mia vacanza preferita è ancora lontana" afferma con un cenno del capo.

"Amo fare regali. L'anno scorso ho comprato al mio fidanzato due biglietti per andare a vedere il concerto di Ed Sheeran al Madison Square Garden a New York" dice il secondo ragazzo.

La parola fidanzato risuona nella testa del primo ragazzo. Così questo ragazzo è gay. Non è un problema per il primo ragazzo, è gay anche lui. Solo non si aspettava che lo fosse anche l'altro.

"Deve averlo apprezzato molto" afferma con un sorriso sincero e il ragazzo annuisce, ma il suo sorriso sembra forzato adesso.

"Lo fece. In realtà, gli piacque così tanto New York che decise di non ritornare a casa con me. Mi chiedo come stia adesso" afferma il ragazzo trasognato, guardando fuori dalla vetrina. Il primo ragazzo lo guarda preoccupato.

"Non sei sconvolto? Lui ti ha lasciato" gli chiede. Sa che se fosse successo a lui, sarebbe ancora furioso.

"Sono stato sconvolto. L'ho maledetto e gli ho augurato tutto il male possibile, ma adesso non mi interessa. Ho conosciuto altre persone e fatto nuove esperienze" afferma noncurante con un'alzata di spalle.

"Sei migliore di me allora. Io starei ancora maledicendo il suo nome" dice il primo ragazzo. Afferra di nuovo il suo tè, sempre stando attento a non scottarsi con la tazza bollente.

"Se sei sempre impegnato a maledire il nome di qualcuno non potrai mai essere in grado di amare qualcun altro" puntualizza il secondo ragazzo.

"Profondo" sogghigna il primo ragazzo e il secondo alza gli occhi al cielo.

"Parlo per esperienza. Qual' è la tua storia?" chiede il ragazzo. Il primo ragazzo si lecca le labbra, assaporando il suo tè e ripensando al passato.

"Stavo dimenticando il mio fidanzato, o qualcosa del genere. Suppongo fossimo amici con benefici, ma provavo molto di più per lui di quanto lui non provasse per me" spiega il primo ragazzo. Il secondo ragazzo lecca un po' di panna montata e annuisce capendo perfettamente.

"Suona brutale. Come finì?" chiede e il primo ragazzo fa una risatina.

"Si trovò una ragazza ed era sua cugina di terzo grado" dice e il secondo ragazzo ride ancora con la sua chiassosa risata.

"Davvero?" chiede e il primo ragazzo annuisce velocemente, sorridendo nonostante tutto.

"Davvero davvero. Quant'è incasinata questa storia?" chiede e il secondo guarda fuori dalla vetrina sorridendo soltanto.

"Direi più incasinata che rimanere semplicemente a New York, questo è certo" replica e il primo ragazzo gli tira un calcio da sotto il tavolo.