LA BELLEZZA CRUDELE E DESIDERATA
Fai della tua vita un'opera d'arte, dice D'Annunzio, l'esteta per eccellenza.
D'Annunzio trasforma tutto in oro con la scrittura. Tutta la sua vita è orientata dall'estetica a partire dal matrimonio con una donna romana. A Roma costruisce il mito del seduttore e diventa un personaggio pubblico perché capisce che non è sufficiente ciò che scrive sulla pagina. Occorre diventare qualcuno di cui la gente parla. Anche i suoi cani, due levrieri, non sono una scelta casuale. Capisce che una cosa non ha valore in sé, ma ha valore in base alla narrazione che ci si costruisce intorno. Non solo sa vendere sé stesso, ma qualunque cosa.
Lo chiamano per dare nomi alle cose.
SAIWA, La Rinascente sono nomi inventati da lui. Anche la parola tramezzino l'ha inventata lui. Il personaggio di Maciste lo crea lui e anche il nome Ornella.
Piacere, rischio e debiti coesistono nella sua vita.
È la partenza per un viaggio l'incontro con la bellezza, un viaggio ignoto.
Scombussola, modifica la percezione spazio temporale. È come se ti promettesse di entrare in un mondo in cui il tempo non conta più.
C'è qualcosa che non torna: com'è possibile che la presenza di questa ragazza riesca a comprimere lo spazio fino a soffocarlo e al tempo stesso lo apra, lo faccia respirare come una festa?
Entra dagli occhi e arriva al cuore e ti fa provare qualcosa di dolce e violento.
In quell'istante sbadatamente, lui incrocia il suo sguardo, e subito tutto traballa, un'oscillazione sconosciuta in tutto il corpo: non avrebbe mai potuto credere e nemmeno immaginare che un giorno sarebbe stato dentro quel fiotto dolce e violento. Interdetto da quella faccia, i tratti duri, la fronte alta e larga, il naso lungo e curvo, che parte dall'alto della fronte come in una stanza greca, gli occhi dal taglio netto, una massa di capelli biondi e corti a sottolineare una mascella quadrata e focosa come il resto, brutta, bella, brutta, bella, brutta, bella non lo sa, concluderebbe piuttosto brutta se non ci fosse quello stupore che prova nel vederla - e nell'averla così vicina.
(Corniche Kennedy) Maylis de Kerangal.
Il volo dei ragazzi della Corniche, oltre a essere una prova di coraggio, è un'esperienza di bellezza. Opéra, incaricato di tenere sotto controllo la zona, quando sale sulla Piatta per acchiapparli, per un attimo prova le sensazioni dei ragazzi, I frega la morte, i vertiginosi, gl'incoscienti e quella sorta di tentazione del volo.
Non è la paura che lo frena, ma lo stordimento, lo spazio profuso intorno a lui, così aperto, saturo di miliardi di particelle microscopiche che planano e vibrano, che si spargono, diffrangendo dolcemente la luce. Opéra sente che il suo corpo si slega, il volto più largo, fronte e narici dilatate, torace bombato, improvvisamente teso, a fatica contiene lo slancio che lo solleva, il suo cuore accelera, oscilla, eccolo disertore, preso dall'entusiasmo, l'entusiasmo per una via bigger than life, innervato dalla testa ai piedi da un'emozione molto materiale, lui si scopre potente, audace, appassionato, e il mare tutto attorno è dolcemente increspato in superficie, stoffa serica che il sarto amorevole presenta alla sultana, la cosa dura per una manciata di secondi e poi, come una scossa - sensazione di un'ubriacatura adolescenziale in un corpo che non è più fatto per quello?-, Sylvestre vacilla, ansima con una stretta al cuore e atterra sul Just Do It, prendendo a ritroso la parete che struscia tutta col sedere impotente.
La bellezza è tentatrice.
La bellezza è comunicazione, movimento. Qualcosa che arriva dall'esterno, entra dentro di noi e arriva attraverso i sensi.
La vista è il primo senso che entra in contatto con la bellezza.
Si entra in un'altra dimensione e tutto il resto diventa sfocato.
E voleremo via...
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La bellezza è crudele, spesso ci chiede una scelta dolorosa
Carol deve scegliere tra Therese e la figlia, in Carol.
Carol, inizia con la scena di un treno, è la storia di un viaggio. La bellezza è un viaggio. Carol appoggia i guanti sul bancone, e questo atto sembra dire: lo vuoi fare o no questo viaggio? La bellezza è spostamento, movimento.
La bellezza è a tempo nonostante il nostro bisogno di fissarla. L'esperienza di una bellezza viva ha sempre una fine. È crudele anche per questo. Mentre si è in volo, ci si sta già dirigendo verso la fine.
La bellezza è temuta in quanto contrario di tranquillità. È tormento, è rabbia.
La prima cosa che facciamo quando c'innamoriamo è condividere e farci conoscere attraverso le nostre esperienze del bello.
E se il bello non è condiviso prendiamo atto dell'incompatibilità.
La bellezza è ciò che ci distingue profondamente l'uno dall'altro, è varietà.
La bellezza è un'esperienza individuale che viviamo in solitudine.
La bellezza è potente e pericolosa. Tutti i regimi totalitari hanno cercato di controllarla, sono spaventati dall'estetica.
Ne' Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood v'è un esempio. Le donne sono coperte da abiti tutti uguali, rossi per le ancelle, le donne fertili con funzioni riproduttive, verdi per le Marte, le domestiche. La bellezza nei regimi totalitari va nascosta.
La bellezza ci trasporta su un terreno sconosciuto, fuori controllo. Vorremmo privarlo di tutto ciò che della bellezza è minaccioso.
Distillare una bellezza rassicurante, ecco cosa vorremmo fare.
Molti provano ad amministrare la bellezza.
Virgil Oldman in La miglior offerta, il professore novantenne dell'ultimo romanzo di García Márquez, Reynold Woodcock il sarto de' Il filo nascosto, sono tre personaggi che hanno provato a controllare la bellezza, usando strategie diverse, ma seppur in tarda età vi hanno ceduto, perdendo il controllo e accettandone il tormento.
Ne' Il filo nascosto lei, il fenomeno (tutto ciò che io posso percepire attraverso i sensi) direbbe Kant, è la Vita, rappresenta la bellezza della vita, lui, il noúmenon (la realtà pensabile) cerca di ripulirla delle imperfezioni della vita, ma ne è attratto, e vi cede a un certo punto. Cede alla vita nella scena della sera di capodanno.
La bellezza spesso è caos. Bordello, festa, parata sono immagini che la rappresentano.
Tormentato dall'amore feci riparare i danni della burrasca, e ne approfittai per fare molte altre riparazioni che stavo rinviando da anni...
Mi ritrovai sull'orlo della rovina ma ben compensato dal miracolo di essere in vita alla mia età.
...
La casa rinasceva dalle sue ceneri e io navigavo nell'amore di Delgadina con un'intensità che non avevo mai conosciuto nella mia vita precedente.
... e lì presi coscienza che la forza invincibile che ha spinto il mondo non sono gli amori felici bensì quelli contrastati.
Avevo sempre creduto che morire d'amore non fosse altro che una licenza poetica. Quel pomeriggio, di nuovo, senza il gatto e senza lei, constatai che non solo era possibile morire, ma anche che io stesso, vecchio e senza nessuno, stavo morendo d'amore. Però mi resi pure conto che era valida la verità contraria: non avrei cambiato con nulla al mondo le delizie della mia sofferenza.
(Memoria delle mie puttane tristi) García Márquez.
La bellezza entra dalla finestra, passa dagli occhi come il tuono e tutto quello che trova dentro la torre lo sconvolge, dice Guido Cavalcanti.
Appena scatta il meccanismo capiamo immediatamente che siamo fottuti, lo subiamo, ci porta regali, ma ci sottrae qualcosa.
La bellezza è dopante. Quando ne assaporiamo il gusto, l'unico tempo che aspettiamo è quello in cui possiamo riassaporarlo. L'intermezzo spesso è tormento.
L'arte e la fotografia catturano la bellezza. Ci riescono, la fissano in un'immagine.
Tentare di fermare la bellezza di un essere vivente è impossibile, i tentativi sono fallimentari (le mummie per es.), gli esiti sono mostruosi.
Per i produttori di bellezza, questa è totalizzante, maniacale. Quando si ha la bellezza come rivale è difficilissima da vincere. Pochissimi creatori di bellezza sono riusciti a vivere anche la vita. Picasso ha avuto diverse donne sull'orlo del manicomio. La bellezza esercita su costoro un'attrazione potentissima.
La bellezza è attraente ed è un bisogno della vita.
Cogliere bellezza e produrla sono caratteristiche dell'essere umano.
Il MAC deve essere bello, dice Steve Jobs. La bellezza è ciò che lo fa funzionare meglio.
Circondarci di bellezza ci fa funzionare meglio.
La bellezza dà vita, la bruttezza la toglie.
N.d.A. Questa è una sintesi del workshop di lettura con Davide Longo, scrittore e docente della Scuola Holden, a Mombaruzzo.
Lo sguardo, sulle colline di Fenoglio e Pavese non poteva mancare.
Chiara, 15 ottobre 2018
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