capitolo 7
Nei giorni successivi il professore non si presentò a scuola, Eren era sempre pensieroso ed assorto come in un mondo apparte. Il comportamento del professore lo aveva impressionato, le domande lo avevano incuriosito e la vicinanza di Levi lo aveva fatto riprovare quella strana sensazione con cui ,ormai, ci stava facendo l'abitudine.
Era passata una settimana, Petra continuava a fare lezione al posto di Levi , del quale, gli alunni non ne sapevano piu nulla.
《E se fosse morto?》 Connie faceva sempre dell'ironia , 《 di morto c'é solo il tuo cervello》 mentre Ymir era acida e schietta come da copione.
La classe si divertiva a ipotizzare , a indagare, ad immaginare un perché.
Il professore ,nonostante avesse fatto poche lezioni, era rimasto impresso nella memoria di ogniuno di loro, in alcune più delle altre, come quella di Eren. Durante quella settimana lo aveva visto ogni giorno al Bar, ma solo da lontano. Marco si occupava dei tavoli , mente Eren si occupava sempre della cassa. Molte volte i sguardi dei due si erano incrociati, ogni volta che Eren alzava gli occhi dal monitor, i suoi occhi incontavano le due pupille argentate del maggiore, contatto che durava pochi instanti, troppo corti per contemplarsi a vicenda ma abbastanza lunghi da far arrossire Eren, sempre il primo a mettere fine ad esso.
《Lo conosci?》 Marco era un tipo sveglio, e stuzzicare Eren era diventa una piacevole routine , 《É il mio professore》 il castano era sempre stranamente a disagio quando si parlava del corvino, in classe si asteneva dal commentare, non aveva detto nulla del suo lavoro, o di chi vedeva a lavoro, aveveva risparmiato la classe dalle sue teorie , 《sono affari suoi》 rispondeva sempre alla insaziabile curiosità di Connie e Jean, 《ma che ne so io》 erano ormai le parole più frequentemente pronunciate da lui durante la ricreazione.
Mikasa, a differenza del fratellastro, si mostrava interessa e partecipava attivamente alle discussioni della classe , il gradevole aspetto fisico ed il portamento ,la rendevano simpatica e da tutti ben venuta. Per lei il " problema Levi" era solo una scusa in più per poter parlare con tutti.
- Sabato lavori?-
Chiese Miaka lungo la strada del ritorno verso casa
-no-
-emh...allora andimo alla festa?-
Mikasa stava facendo gli occhioni dolci
-vacci-
La ragazza era delusa, non voleva andarci da sola.
-e tu?-
-dimmi dov'è , se avrai bisogno di me verrò , se no , NO-
La convenzione finì in quel brusco modo , nessuno dei due non proferì più parola, Mikasa troppo concentrata a decidere cosa indossare , anche se la festa sarebbe stata fra un giorno, mentre Eren stava pensando a Levi.
Il giorno seguente Eren e Mikasa era arrivati a scuola , come sempre, prima di tutti. Mikasa si sedette sulla panchina dove fra poco sarebbero arrivare le sue amiche, mentre Eren era comodamente seduto sulla stessa panchina dove avenne quel strano incontro con Levi,ormai, tanto tempo fa. Quelle panchine erano diventate i loro posti abituali.
In poco tempo Mikasa venne circondata da amiche e amici, ragazze della classe e non , ragazzi che la guardavano con interesse e altri che non le deganava neanche di uno sguardo. 《mikasssa ci sarai alla festa vero?》 Jean la stava corteggiando da qualche giorno, la corvina ne era lusingata, ma non interessata. 《Certo!》 Le ragazze cominciarono a confrontarsi , a chiede consigli , a parlare di cosa indossare e come truccarsi. 《Tuo fratello ci sarà?》 Gli occhi blù di Annie si illuminarono nel fare quella domanda ,《no, mi dispiace》Mikasa aveva capito quello a cui la biondina alludeva , e stava già pensando di usarla come scusa per potersi portare anche Eren alla festa.
Le ore scolastiche passarono in fretta, le verifiche erano andate bene, per cui la festa se la sarebbero goduta tutti. Mikasa salutò la classe e corse per raggiungere Eren, ormai sulla via verso casa.
-dovresti socializzare un po di più-
-perché dovrei?-
Mikasa sospirò , faceva freddo, settembre stava terminando , ma Eren sembrava più freddo del vento che stava spazzando via le buste lungo la strada.
-daiiii, ti ho perfino trovato una ragazza-
Sorrise la corvina
-devo andare a lavoro-
Svoltò l'angolo e si diresse verso il Bar. Di solito, andava prima a casa a mangiare, ma non aveva fame, voleva vedere Levi, tutti quei giorni si era astenuto dal'affrontarlo , dal chiedergli "perché" di quelle domande, ma ora era deciso.
Entrò nel bar , brullicante di gente , e si diresse al bancone, dove il cameriere di turno lo guardó sorpreso.
-Eren cosa ci fai qui?-
-emh...sono in anticipo-
Il brontolio proveniente dallo stomaco di Eren fece arrossire il moro e ridere il collega.
-vai nello stanzino, ti porto qualcosa da mettere sotto i denti-
Eren gli sorrise e fece quello che gli era stato detto.
Dopo pochi instanti il giovane collega gli portò una grande fetta di torta al cioccolato, Eren ne fù entusiasta e , dopo aver ringraziato , si afretò a mangiarla. Quando le lancette dell'ororlogio scandirono l'inizio del suo turno, Eren era già pronto, lo sguardo deciso e la divisa perfettamente stirata gli conferivano un fascino particolare.
-Hey Marco!-
I due si salutarono con una stretta di mano accompagnata da un sorrido
-potrei chiederti un favore?-
-Dimmi tutto-
Eren si sentiva in imbarazzo
-potrei occuparmi io di...-
- del signor nano? Va bene...maaa...Solo se mi dici il perché-
Marco scoppiò a ridere nel vedere il viso rosso del collega, lo divertitava quel ragazzo dallo sguardo vivace e il rossore facile
-hehehe poi racconta-
Sherzarono un po, per poi rimettersi subito al lavoro. Eren, da dietro il bancone, analizzava ogni cliente, non voleva perderesi l'ingresso di Levi. Il castano fù attento e guardó ogni persona che entrava dalla porta, ma la sua attenzione e la sua pazienza durarono ben poco, tanto da non prestare più alcuna attenzione al campanellino che suonava sempre più frequentemente .
Quando giunse l'ora di scambiarsi i ruoili, Eren non era attento al cliente tanto aspettato, bensì stava lavando delle tazzine immerso dei suoi pensieri.
-Eren muoviti, é arrivato -
Fortunatamente Marco era stato più svelto, riportò Eren con i piedi per terra ed in un'attimo il piano del castano venne messo in atto. Con passo deciso e sguardo fisso, Eren raggiunse il professore, fremeva dall'agitazione, ma nonostante ciò, era convinto più che mai delle sue azioni.
Lo salutò , quando i loro occhi si incrociarono il più piccolo rabbrividì, le due pupille erano tanto belle quanto fredde, il color del ghiacci, che li caratterizzava, rispecchiava perfettamente il carattere di Levi.
-cosa le porto?-
Lo sguardo di Eren era tutto fuorché di un cucciolo bastonato, in essi era dipinta, su tela verde, la sue determinazione, forse, un po troppo ecessiva.
-il solito-
Il caffè senza zucchero arrivó in fretta, e dopo averlo delicatamente appoggiato sul tavolino, Eren rimase immobile davanti al maggiore.
-che cosa vuoi?-
Levi stava sorseggiando il suo caffè, mente da sotto le lunghe e sottili sopraciglie lanciava occhiatte minacciose al più giovane.
-vorrei sapere perché non é più venuto a scuola, tutta la classe se lo sta chiedendo-
Pronunciò queste parole tutte d'un fiato, quasi temendo di perdere il coraggio fra l'una e l'altra.
-per nulla di rilevante-
Eren si sorprese non solo della risposta ma anche della freddezza con cui vennero pronunciate.
D'instantinto si sedette sulla stessa poltroncina di Levi, le loro gambe erano ataccata l'una all'altra, i loro sguardi erano più intensi che mai ed il respiro di Levi si fece improvvisamente più pesante.
-ma cosa fai?-
Chiese Levi spostandosi leggermente
-vorrei sapere se é a causa mia-
Levi si sorprese
-perché dovrebbe essere colpa tu?-
Il ragazzo imbarazzato , perso io coraggio iniziale , abbassó la testa
-mi da l'impresione di essere colpa mia-
Levi si alzó, lasció degli spiccili sul tavolo e guardó Eren negli occhi
-la tua unica colpa é di essere così dannatamente carAAAHG , a domani -
Il corvino diete le spalle a Eren ed uscì.
Marco provò a chiedere i "dettagli piccanti" come lui stesso li definiva, ma Eren lo fermava e lo accontentava con descrizioni fin troppo enfatizzate del nulla che era sucesso fra lui e il professore. Forse quella particolare atmosfera e quel fugace, ma allo stesso tempo, intenso scambio di sguardi , come descritti a Marco per assecondarlo , era ciò che provava ma non accettava il giovane ed ingenuo Eren.
Angoletto ><
CHIEDO SCUSA PER IL RITARDO
PS: SONO LE 03:15 E L'HO APPENA FINITO♡♡♡♡
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