27. Non mi lascerai, vero?
«I still wonder wonder beautiful story
Still wonder wonder best part»
Per la prima volta dopo tanto tempo il sole brillava alto nel cielo: la primavera si avvicinava sempre più e il giovane medico era stato colpito brutalmente dal trascorrere del tempo.
Gli sembrava che il primo incontro con Jungkook fosse accaduto solo qualche giorno prima e invece erano passati già sei mesi il che voleva dire che stava con Jungkook da quasi un mese.
Quando lo aveva realizzato era rimasto a fissare il vuoto per qualche secondo prima di sorridere ampiamente: era passato così tanto tempo eppure non gli sembrava affatto vero. Quei due si erano innamorati passo dopo passo, lentamente come i progressi che continuava a fare Jungkook e continuavano ad amarsi in segreto passando il tempo insieme nella stanza del più piccolo.
Le loro giornate erano piuttosto monotone –non che si potesse fare molto in un ospedale psichiatrico- e consistevano in coccole e chiacchiere riguardanti sciocchezze ma anche argomenti seri. Taehyung non aveva smesso di portare un fiore nuovo ogni due settimane a Jungkook approfittandone per esprimere il suo amore sconfinato per il ragazzo, Jungkook non aveva smesso di ritrarre Taehyung e di scattargli foto per poi ridere insieme.
Il rosso inoltre lo informava su ciò che succedeva lì fuori ogni lunedì dopo aver sentito il notiziario della domenica che dava un resoconto della settimana. Tuttavia era durato poco poiché alla fine del mese scorso finalmente il proprietario dell'ospedale si era deciso a comprare una radio per tenere aggiornati tutti. Certo, era sintonizzata sempre sulla stessa stazione ma era meglio di niente. Per lo meno si sarebbero sorbiti in minore quantità il jukebox con le solite canzoni strazianti.
Quella giornata però era diversa e a deciderlo era proprio quel sole splendente che illuminava quella giornata calda di marzo. Quel giorno avrebbe portato fuori in giardino Jungkook invece che nella sala ristoro. O almeno avrebbe provato a convincere il signor Jung.
Taehyung sudava freddo davanti all'ufficio del capo dell'ospedale ma la felicità e l'adrenalina stavano di gran lunga avendo la meglio su di lui. Si passò le mani sulle cosce e sobbalzò leggermente quando la porta si aprì mostrando la figura di Chaeyoung tutta sorridente. «Ciao Taehyung» lo salutò accostando la porta alle sue spalle.
Il rosso –quasi non più rosso- abbozzò un sorriso gentile inchinandosi di poco per ricambiare il saluto della più piccola. «Ciao Chae» mormorò schiarendosi la gola rendendosi conto che la voce era uscita più debole di un sussurro.
Chaeyoung gli rivolse un altro sorriso poi fece un passo avanti per superarlo ma si fermò improvvisamente ricordandosi qualcosa. «Oh Taehyung, potresti dire a tuo fratello, non appena lo incontri, che ha lasciato una maglietta a casa mia l'altro giorno? Può venirla a riprendere quando vuole» dopodiché se ne andò sorridendo.
Taehyung separò le labbra sbattendo più volte le palpebre non credendo a quello che aveva appena sentito. Quindi suo fratello e Chaeyoung facevano sesso... oh mio dio ti prego non voglio pensarci neanche! Schifato, scosse la testa arricciando il naso. Non che avesse qualche problema in particolare con Chaeyoung ma immaginarsi la vita sessuale di suo fratello non era esattamente ciò che più gli interessava fare.
Si sbarazzò di quel pensiero e picchiò le nocche contro la porta attirando l'attenzione del signor Jung. L'uomo alzò la testa da alcuni documenti e trattenne un sospiro infastidito riconoscendo Taehyung in mezzo alla porta. «Dottor Kim! Qual buon vento?» finse un sorriso invitandolo ad entrare.
Il giovane medico abbozzò un sorriso inchinandosi per poi entrare nell'ufficio chiudendosi dietro la porta. «Buon pomeriggio signor Jung. Non voglio rubarle tempo per cui cercherò di essere veloce. Vorrei portare Jungkook in giardino oggi» disse così velocemente che quasi incespicò tra le proprie parole.
Il proprietario del St George Hospital sbatté più volte le palpebre picchiettando un piede a terra. Quel ragazzo stava iniziando a fare un po' troppe richieste per i suoi gusti. Ma purtroppo per lui quella domanda gliela ponevano molto frequentemente dato che era nel regolamento per cui non poteva controbattere in alcun modo.
«Deduco dunque che le condizioni del paziente Jeon stiano migliorando» borbottò inarcando le labbra in un gelido sorriso.
Taehyung arricciò le dita nelle tasche del camice sentendo una vampata di soddisfazione ed orgoglio avvolgere la sua intera figura. Ora rosica pezzo di merda, ce la sto facendo. Alla faccia tua! «Sta andando alla grande, signore. Non soffre più di insonnia, gli incubi sono scomparsi, la sua schizofrenia si sta riducendo ad un granello di sabbia così come il suo bipolarismo. Prende le pillole solo per il suo disturbo schizofrenico: è il più tosto da sopprimere ma ce la stiamo facendo».
«E non dubito che ce la farete. Beh di questo passo il prossimo mese potrebbe considerarsi già fuori di qui» l'uomo di mezza età sorrise, falso come le avventure di una notte di cui i colleghi di Taehyung si ostentavano a vantarsi.
«Sono molto fiducioso su questo, signore. Jungkook ce la sta mettendo tutta e sono molto orgoglioso di lui» rispose educatamente Taehyung irrigidendosi per un istante quando notò un repentino cambio di sguardo nell'uomo.
«Tiene molto al suo paziente dottor Kim, sbaglio?» inarcò un sopracciglio e Taehyung sentì il sangue congelarsi nelle vene sotto quello sguardo inquisitore. Sembrava che volesse leggerlo dentro, denudarlo del suo segreto più profondo. Ma Taehyung non l'avrebbe permesso: aveva lavorato così duramente per tenere al sicuro Jungkook, non avrebbe lasciato che un lurido sadico facesse crollare ogni cosa.
«Certamente signore, come ho sempre tenuto ad ogni mio paziente. Devo prendermi cura di loro se voglio che escano da qui» rispose con eleganza riprendendo il controllo di sé riuscendo a non far trasparire alcuna emozione che fosse estranea alla tranquillità.
Ciò sembrò irritare il signor Jung il quale gli rivolse un altro dei suoi sorrisi irritanti. Probabilmente voleva trovare un qualsiasi segnale per farlo affondare. «Molto bene, dottor Kim. Direi che se il paziente è stabile può portarlo fuori».
E a Taehyung ribollì il sangue nelle vene nel sentire quel tono. Sembrava che si stesse riferendo ad un cane da portare a spasso. Jungkook non era un fottuto cane. «Grazie signor Jung» mormorò inchinandosi. Per una frazione di secondo il suo sguardo finì dietro la scrivania precisamente su un cassetto aperto dove intravide molte cartelle. Una lampadina si accese nella sua mente ricordandosi che lì il signor Jung aveva tutte le informazioni di tutti i pazienti.
Mancava un mese e poi finalmente Jungkook sarebbe stato libero ma per evitare eventuali ricadute e per farlo riprendere pienamente aveva bisogno di sapere cos'aveva scatenato tutti i problemi di Jungkook.
Taehyung scordatelo, violeresti la privacy di Jungkook. Ti parlerà di lui quando vorrà. Il rosso strinse le labbra e indietreggiò riportando l'attenzione sul proprietario. «Buona giornata» disse e dopodiché se ne andò con ancora quel pensiero fisso della cartella di Jungkook in testa.
No, non poteva fare una cosa del genere. Sapeva che Jungkook si sarebbe sentito pugnalato alle spalle. Avrebbe aspettato, sì. Poteva aspettare.
E se non mi raccontasse la sua storia e avesse una ricaduta? Si interrogò ma scacciò di nuovo quel pensiero. Non doveva pensarci. Doveva dimenticarsi dell'esistenza di quel cassetto. Senza rendersene conto si ritrovò davanti la stanza di Jungkook e come per magia quel pensiero sfumò per davvero dalla sua mente lasciando spazio alla felicità. Finalmente dopo tre anni Jungkook avrebbe potuto assaporare aria diversa da quella viziata di quelle quattro mura.
«Tae!» esclamò il corvino non appena il maggiore mise piede nella stanza. Neanche il tempo di realizzare che si ritrovò due braccia avvolgerlo e delle labbra premute sulla sua fronte.
«Oh hey piccolo. Ti sono mancato?» ridacchiò Taehyung ricambiando l'abbraccio e dandogli un delicato bacio sulla fronte.
Jungkook sporse il labbro inferiore posando la testa contro la sua spalla. «Lo so che non ci vediamo solo da poche ore ma mi sei mancato. E non provare a prendermi per il culo» brontolò poi facendo ridere l'altro.
«Oh amore mio, per quello c'è ancora tempo e fidati che ti piacerà» gli scoccò un occhiolino facendolo arrossire violentemente.
«Ti odio» sbuffò il minore dandogli uno schiaffo sul braccio facendo ridere di nuovo Taehyung il quale gli diede un bacio tra i capelli.
«Amo quando ti imbarazzi a causa mia» ammise accarezzandogli una guancia. «Comunque sono qui per portarti buone notizie!» esclamò prendendolo per mano intrecciando le loro dita.
Jungkook aggrottò la fronte inclinando la testa in un'espressione adorabile. «Che hai in mente medico ribelle?» lo sbeffeggiò ridacchiando.
«Prendi le ciabatte perché oggi si va in giardino» Taehyung sorrise ampiamente indicando con un cenno della testa la finestra.
Jungkook lo guardò incredulo chiedendosi se stesse scherzando o meno, ma Taehyung non aveva mai scherzato su quelle cose. Fece un piccolo saltello sul posto e avvolse le braccia intorno al collo del ragazzo tempestandogli il viso di baci sfiorando più di una volta l'angolo della bocca senza rendersene conto.
«Non ci posso credere, uscirò! Ed è tutto per merito tuo! Dio Taehyung quanto posso a-adorarti» si corresse in tempo. Il corvino non aveva idea se fosse il momento giusto per dire di amarlo, non sapeva se avrebbe ricevuto un altro ti amo indietro, ma sapeva per certo che non ancora se la sentiva di esprimere così liberamente il suo amore per l'altro.
Taehyung rise portando le braccia intorno alla sua vita dandogli un delicato bacio sul naso. «Anche io ti adoro, piccoletto. Ora però vai ad infilarti qualcosa ai piedi che dobbiamo andare, forza» ridacchiò dandogli una pacca sulla schiena spintonandolo verso il letto.
Jungkook non stava più nella pelle: sembrava un bambino nel giorno di Natale. Finalmente avrebbe scoperto cosa c'era al di là di quelle mura e ne era fin troppo felice. Taehyung sentì un forte bruciore allo stomaco nel vedere il suo Jungkook così felice ed era una sensazione a dir poco magnifica.
«Possiamo andare» sorrise il corvino fiondandosi verso la porta con la polaroid in mano. Taehyung separò le labbra stando per dire qualcosa ma Jungkook lo precedette. «Non m'importa, diremo che è tua e che me la stai facendo usare. Voglio usare le poche cartucce che mi sono rimaste» disse in fretta, l'impazienza trapelava da ogni poro.
Taehyung sorrise divertito scompigliandogli i capelli e gli diede un veloce bacio sulla guancia prima di aprire la porta guidando Jungkook in giardino. Quando aprì le porte sul retro dell'ospedale Jungkook si guardò attorno meravigliato, come se stesse guardando il mondo per la prima volta.
«Non temere, vai pure. Scatta qualsiasi foto vuoi e prova quel che vuoi provare. Ci sono anche altri pazienti in giro» lo rassicurò Taehyung non appena notò il leggero tentennamento che stava avendo il minore. Sembrava incantato e pieno di energie ma allo stesso tempo non trovava il coraggio per mettere piede fuori dalla struttura per addentrarsi nel piccolo giardino che sempre aveva osservato dalla sua finestra.
«Non mi lascerai, vero?» chiese timoroso voltandosi verso Taehyung.
Il rosso scosse la testa dedicandogli uno dei suoi migliori sorrisi. «Non ti perderò un attimo di vista. Sarò sempre con te Kook, ora vai a divertirti».
Il più piccolo sorrise ampiamente sporgendosi a dargli un veloce bacio sul mento senza essere visto da nessuno prima di farsi coraggio andando ad esplorare il giardino.
Taehyung sorrise leggermente rosso in viso per l'inaspettato bacio prima di seguirlo.
Ed era un bene che si stessero godendo quel momento di felicità perché quel che avvenne più tardi quello stesso giorno era tutto fuorché felice.
«I still wonder wonder next story
I want you make you mine»
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro