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17. Un'altra notte insieme

So they dug your grave
And the masquerade
Will come calling out
At the mess you made

«Mi ha chiamato Taehyung!» erano le parole che urlò il medico non appena mise piede in casa ritrovandosi i suoi due fratelli ed un ospite in cucina a guardarlo straniti ma anche divertiti.

«Ciao Tae» rise Hoseok, il loro ospite di quel giorno, sedendosi compostamente intorno al tavolo.

«Ciao Hoseok, scusami. Bentornato a casa nostra» rispose in imbarazzo il ragazzo dai capelli biondi raggiungendo i tre ragazzi intorno al tavolo sul quale vi erano già delle pietanze calde cucinate come sempre dal maggiore dei Kim.

«Chi è che ti ha chiamato col tuo nome?» lo interrogò in tono divertito Namjoon guardando con la coda dell'occhio Seokjin che iniziava a mangiare.

«Jungkook!» esclamò euforico Taehyung prendendo un boccone di riso cotto al vapore. «Cioè non mi ha chiamato chiamato, però ha scritto il mio nome!» continuò con la bocca piena.

«Bene, ora sappiamo che non ha problemi a ricordare il nome di chi gli sta intorno» parlò Seokjin inarcando un sopracciglio soffocando una risata.

«Pensa se ti avesse chiamato con un altro nome, scandaloso» scherzò di nuovo Namjoon battendo il cinque a suo fratello.

Taehyung alzò gli occhi al cielo linciando con lo sguardo i suoi due fratelli maggiori borbottando piccoli insulti nei loro confronti.

«Non li ascoltare Tae, sono sicuro che c'è un motivo se sei così felice per una cosa così piccola» Hoseok gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla facendolo sentire più confortato.

Il biondo gli sorrise a sua volta ringraziandolo con uno sguardo. «Non hai affatto torto Hobi. Sono felice perché è un altro grande passo avanti da parte sua. Prima mi chiamava dottore, anzi la maggior parte delle volte per lui non avevo affatto un nome. Sono veramente fiero dei suoi progressi».

A quel punto Seokjin e Namjoon smisero di ridere e prendersi gioco del più piccolo guardandolo, invece, con un gran sorriso. «Ed io non smetterò mai di dire quanto sia fiero di te. Sei un ragazzo talentuoso Tae e stai dimostrando quanto vali» il maggiore gli regalò un sorriso smielato per poi tornare a mangiare.

«Concordo con Jin. Siamo molto fieri del ragazzo- no, dell'uomo che sei e che stai diventando» continuò Namjoon mandando giù un boccone di bacon. «E, rivolgendomi a tutti e due, vi ammiro un sacco: ci vuole coraggio, pazienza e tanta passione per fare quel che fate voi» disse portando le mani a circondare le spalle dei suoi fratelli facendoli ridere.

«Mi sembra di star guardando una scena cinematografica commovente» mormorò Hoseok con gli occhi lucidi, ché la sensibilità aveva sempre fatto parte del suo carattere portandolo a commuoversi con poco.

«Oh Hobi» sorrise Taehyung aprendo le braccia per poi stringerle intorno al suo amico che borbottò qualcosa contro la sua spalla per poi venir soffocato dagli altri due i quali si unirono all'abbraccio.

«Ora però torniamo a mangiare che la pausa pranzo non dura per sempre» disse poco dopo il biondino ridacchiando e sciogliendo l'abbraccio.

«Per voi» disse Namjoon in tono altezzoso tornando a mangiare. «Io ho il giorno di riposo oggi» sospirò rilassato.

«Beato te» parlarono all'unisono gli altri tre con tre toni differenti che fecero ridere tutti.

«Quindi questo pomeriggio vieni in ospedale?» chiese a bocca piena Taehyung voltandosi verso il fratello dai capelli lilla.

«Sì, vado da Jimin. Non è ancora lunedì» spiegò Namjoon annuendo e leccandosi le labbra sporche.

«Ne sarà felicissimo» sorrise Seokjin ricordandosi quanto Jimin adorasse suo fratello minore. «Ti adora quasi quanto adora Yoongi, quando è in sé ovvio» ridacchiò.

«Quasi. Credo non esista nessun altro che possa essere paragonato a Yoongi per Jimin. Lo adora veramente tanto» continuò Taehyung concordando con il fratello maggiore. I tre si lanciarono uno sguardo complice avendo ovviamente capito cosa potesse esserci sotto. Nonostante conoscessero Hoseok da molto tempo non si erano mai pronunciati con lui sull'argomento omosessualità non sapendo bene come avrebbe potuto reagire. Anche se sapendo che era tutto il contrario del padre avrebbero potuto capire subito da che parte stava. Ciononostante Taehyung aveva sempre avuto il timore di confessare ciò che era realmente.

«Oh è vero! E la cosa sembra alquanto reciproca da quel che ho potuto notare. Sono adorabili» commentò Hoseok strizzando gli occhi e facendo un'espressione che, per quanto potesse essere dolce, era piuttosto buffa.

Taehyung scoppiò a ridere strizzandogli le guance facendolo lamentare subito dopo per il leggero dolore. «Quando ti ci metti sai essere anche tu adorabile hyung» rise il biondino allontanandosi poco dopo.

Hoseok lo guardò male massaggiandosi le guance dolenti e borbottando: «Potresti anche evitare di trasformarti in mia nonna» e coinvolse tutti in una fragorosa risata.

«Scusami Hobi» si scusò Taehyung ancora ridendo. «Comunque, verrai anche tu oggi?» domandò poi tornando a mangiare in silenzio.

«Questa sera penso. Poi tornerò il mese prossimo credo, oltre al fatto che deve arrivarmi altro materiale non posso continuare a regalare fiori in continuazione poiché tutte le tasse da pagare per il negozio dovrò rimetterle di tasca mia e non con i guadagni» rispose tristemente il ragazzo dai capelli castani.

«Non essere triste Hobi. È già tanto quello che fai per quei pazienti, non hai torto e purtroppo si vede che nell'inventario manca materiale una volta che devi andare a pagare le tasse. Sta' tranquillo» cercò di consolarlo Seokjin regalandogli un dolce sorriso contagiando Hoseok di poco.

«Grazie Jin. Però verrò comunque in ospedale per vedere come se la cavano gli altri. Non posso stare lontano da voi» fece gli occhi dolce allargandosi in un ampio sorriso luminoso.

Namjoon soffocò una risata mentre Seokjin e Taehyung inarcavano un sopracciglio ridacchiando. «Da noi o dalle patatine che teniamo nella dispensa della sala dipendenti?» lo interrogò Taehyung facendolo rimanere a bocca aperta.

«Non so di cosa voi stiate parlando. Dubitate così del mio affetto?» Hoseok si portò una mano al petto fingendosi indignato.

«Non abbiamo i roditori nella sala dipendenti» precisò Seokjin con un tono divertito ricevendo in risposta un forte sbuffo.

«Non è colpa mia se quelle patatine sono di una bontà unica!» protestò bevendo un sorso d'acqua mettendo successivamente su un broncio.

«Alla fine non ti biasimo hyung, sono veramente buone» ridacchiò Taehyung dando una leggera spinta alla spalla di Hoseok facendolo così sbilanciare di poco.

«Grazie Taehyung, sembri essere l'unico a capirmi» brontolò il maggiore lanciando un'occhiataccia agli altri due Kim che se la ridevano sotto ai baffi.

«Sembri essere l'unico a capirmi» gli rifece il verso Namjoon facendo scoppiare a ridere Seokjin così tanto che iniziò a colpirsi la coscia.

«Ma guardali, due bambini poco cresciuti. E poi io dovrei essere il più piccolo» alzò gli occhi al cielo Taehyung guardandoli con un'espressione divertita.

Hoseok gli diede ragione accennando una risata scuotendo la testa. «E pensare che a volte li vedo come due genitori nei tuoi confronti».

«A proposito di genitori!» esclamò improvvisamente Namjoon smettendo di ridere. Si alzò di scatto facendo comparire un'espressione confusa sui visi degli altri tre mentre si dirigeva verso il tavolino all'ingresso della casa. «Mamma e papà hanno inviato questa oggi. L'avevo messa da parte per farla leggere anche a voi due» disse una volta tornato in cucina posando sul tavolo una cartolina colorata.

«Okinawa» lesse Hoseok sporgendosi leggermente in avanti. «Però» ridacchiò pulendosi la bocca con un tovagliolo.

«Okinawa? Scherziamo?» Taehyung spalancò la bocca puntando gli occhi sulla cartolina che raffigurava la splendida spiaggia di quell'isola giapponese.

Seokjin prese la cartolina e la girò per leggere le poche parole che avevano scritto i loro genitori. «Ciao figlioli, come avete potuto vedere da questa cartolina ci troviamo sulle spiagge stupende di Okinawa! Vostro padre ed io ci stiamo divertendo molto, non preoccupatevi per noi. Qui è tutto stupendo! Abbiamo scattato alcune foto che speriamo di mostrarvi la prossima settimana appena torniamo a casa. A presto tesori della mamma!» lesse Seokjin terminando con uno sbuffo divertito.

«Continuo a pensare che ci mandino queste cose per farci rosicare» commentò Namjoon alzando gli occhi al cielo.

«Almeno sono stati carini» tentò Hoseok guardando Seokjin che metteva via quella cartolina. «Tornerete a trovarli?» domandò curioso.

«La prossima domenica se saranno già qui, altrimenti quella dopo ancora» fece spallucce il più grande tra tutti finendo di mangiare il suo piatto.

«Non fraintendere Hobi, teniamo molto ai nostri genitori ma non c'è un legame strettissimo tra noi» cercò di spiegare Taehyung alzandosi per mettere il suo piatto nel lavandino.

«Oh tranquillo non devi darmi alcuna spiegazione, sono cose private. E poi ti ricordo che stai parlando con uno che detesta suo padre e che vede raramente sua madre» ridacchiò Hoseok indicandosi strappando una piccola risata ai tre fratelli.

«Hai ragione amico, scusami» rise Taehyung tornando poi al suo posto.

[...]

Le tenebre erano calate da poco anche quel giorno: il tramonto era passato da un pezzo ed ormai era arrivata la notte. Le uniche fonti di luce erano la luna, i lampioni sulla strada e la piccola lampada di emergenza di Taehyung in quella stanza.

Neanche quella notte Jungkook era rimasto da solo ma quella volta era stata una sua richiesta. Con le gote di un rosso scarlatto aveva richiesto, ovviamente tramite il taccuino, a Taehyung di rimanere con lui. Non capiva di cos'avesse paura tutto d'un tratto o cosa l'avesse spinto ad aver bisogno del medico quella notte, l'unica cosa che sapeva era che Taehyung era un bravo ragazzo e aveva un buon potenziale per diventare pian piano suo amico.

Inutile stare a precisare che Taehyung aveva accettato senza alcuna esitazione. Aveva notato come Jungkook stava iniziando a fidarsi di lui e ciò non poteva che fargli piacere. Non avevano smesso un attimo di parlare, o meglio Taehyung parlava e Jungkook gli rispondeva scrivendo. Avevano dovuto avvicinare la lampada e tenerla in mano per far luce sulle pagine altrimenti non avrebbero concluso un bel niente.

Appena il medico era entrato nella stanza quel pomeriggio aveva esclamato: «Cavolo Jungkook! Un'ora che sto via e profumi di vaniglia e cambi taglio di capelli!» facendo scappare una lieve risata al diretto interessato.

Il ragazzo successivamente gli aveva spiegato che gli avevano fatto fare la doccia in quel lasso di tempo –cosa che accadeva una volta a settimana purtroppo- ed era finalmente arrivato il barbiere.

«Ora non ti montare la testa mi raccomando ma sei molto carino con questo taglio» aveva continuato il medico sorridendogli. Poi, come si avvicinò a lui e disse: «Ti svelo un segreto» sussurrò come se gli stesse per svelare uno dei suoi più grandi segreti. «In realtà stai bene con qualsiasi taglio. Tranne il rasato ovviamente, nessuno sta bene con la pelata per l'amor di Dio» e a quel punto Taehyung aveva avuto lo splendido onore di vedere il meraviglioso sorriso di Jungkook accompagnato dalla sua risata cristallina che aveva sentito solamente una volta e fin troppo tempo addietro.

Taehyung aveva sorriso così tanto che gli avevano fatto male le guance.

In quel momento il biondo stava parlando al minore di uno dei suoi libri preferiti che aveva a casa e che sicuramente l'indomani avrebbe portato a Jungkook dato che aveva finito il dizionario dei fiori. Il corvino aveva provato a restituirglielo ma Taehyung aveva insistito dicendo che un regalo non si ridava indietro, era maleducazione. Per cui Jungkook aveva dovuto nasconderlo sotto al materasso ché tanto era già un miracolo se le infermiere cambiavano le lenzuola.

«Ha una trama lunghissima e complessa l'arcobaleno della gravità, ma a me è piaciuto molto. Domani- cioè questo pomeriggio quando sarò tornato a casa proverò a cercarlo e te lo porto. Non fa niente se non ti piace, posso capirlo. In fin dei conti è abbastanza pesante come romanzo ma puoi sempre darci un'occhiata. Nel caso provvederò a cercare qualcos'altro che possa pi-» si bloccò sentendo un leggero russare alla sua sinistra. Aggrottò la fronte e distolse lo guardo dalla finestra per portarlo accanto a lui.

Un dolce sorriso fece capolino sulle sue labbra quando si rese conto che Jungkook si era bellamente addormentato mentre lui stava parlando. «Ah ragazzino» ridacchiò allungandosi per prendere il taccuino ancora aperto sulle sue gambe. Stette attento a non svegliarlo e lo richiuse ponendolo sotto al cuscino.

Quando notò che Jungkook stava leggermente tremando si affrettò ad uscire dalla stanza, facendo il minimo rumore, e andò nel suo ufficio per cercare la coperta con la quale si copriva sempre quando dormiva. Sorrise quando la trovò ripiegata accuratamente nel cassetto della sua scrivania.

Tornò da Jungkook e adagiò la coperta calda sul suo corpo sperando che potesse riscaldarsi nel corso della notte. Purtroppo non cambiavano mai i camici ai pazienti lasciandoli con quei pezzi di stoffa primaverili e tantomeno cambiavano le lenzuola leggere come piume! Era sicuro che prima dell'arrivo dell'inverno qualcuno lì sarebbe morto di freddo.

Rabbrividì al pensiero che era già successo diverse volte e il signor Jung l'aveva sempre fatto passare per morte causata dalla malattia che aveva il paziente. Ma non ci voleva l'arte per capire che era una menzogna.

Sospirò pesantemente sedendosi sulla sedia e guardando dolcemente Jungkook, fiero di se stesso per essere riuscito a farlo dormire per la prima volta con la sua voce e non con delle pillole. A qualcosa serviva, però, la sua parlantina.

«Buonanotte Jungkook» sussurrò prima che la stanchezza prendesse il sopravvento anche su di lui. Aveva fatto in tempo a dare uno sguardo solamente all'orologio prima di addormentarsi come un ghiro. Si erano fatte di nuovo le tre.

Don't want to let you down
But I am hell bound
Though this is all for you
Don't want to hide the truth

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