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10. Non so più cosa vuol dire amare

Hell raising, hair raising
I'm ready for the worst
So frightening, face whitening
Fear that you can't reverse

Finalmente era arrivata la domenica e Jungkook poteva dirsi sia sollevato che preoccupato: non sentire la continua parlantina del dottor Kim lo stava rilassando ma al contempo era preoccupato per quel che gli avrebbero fatto. Aveva stranamente notato che quando Taehyung era presente gli altri infermieri lo lasciavano in pace, per così dire, ma non appena se ne andava per Jungkook tornava l'inferno.

E non sapeva assolutamente come sentirsi. Taehyung sembrava davvero intenzionato a proteggerlo e salvarlo ma Jungkook lo trovava comunque irritante e non riusciva a fidarsi di lui.

Taehyung gli aveva anche lasciato nel cassetto le sue pillole quotidiane da prendere ma ovviamente non le avrebbe ingurgitate, piuttosto le avrebbe buttate nel cestino come aveva fatto nelle domeniche precedenti.

Le uniche due cose di cui faceva buon uso e che gli aveva lasciato Taehyung erano la lampada di emergenza, che ormai lo accompagnavano ogni notte, e una borraccia d'acqua che usava per cambiare l'acqua al fiore.

L'angolo della bocca si alzò impercettibilmente mentre osservava il fiore ancora in vita di cui Taehyung si prendeva cura tutti i giorni. A quel pensiero si infastidì visibilmente battendo un piede a terra.

Il fiore è mio, perché dovrebbe prendersene cura lui? Da oggi in poi lo annaffierò solo e soltanto io.

Avvicinò il viso ai petali e chiuse gli occhi ispirando profondamente il profumo che emanavano rilassandosi visibilmente. Gli piaceva quel fiore, gli piaceva molto. Ed inoltre aveva trovato incredibilmente rilassante il colore blu, cosa che non si sarebbe mai e poi mai aspettato.

Sobbalzò quando la porta si aprì di scatto e vide non più la solita infermiera robusta e bisbetica bensì una ragazza che poteva avere qualche anno in più di lui. Doveva ammettere che era molto carina.

Jungkook la guardò stranito non avendola mai vista e si appiattì contro la parete quando la vide entrare nella stanza. Quel sorriso dolce che aveva non lo rassicurava per niente.

«Tranquillo Jungkook, non voglio farti assolutamente niente» lo rassicurò fermandosi al centro della stanza, i lunghi capelli color pesca ondeggiarono dietro la sua schiena. «Sono qui per conto di Taehyung, mi ha chiesto di tenerti d'occhio ogni domenica visto che lui non potrà esserci. Credo voglia assicurarsi che tu prenda le tue medicine» spiegò continuando a sorridere. «Mi chiamo Chaeyoung» si presentò poi con un piccolo inchino.

Fantastico, ora ti controlla anche a distanza. Cos'è, un maniaco?

No, è solo fottutamente irritante. Com'è che non l'hai ancora ucciso Jungkook?

Credo faccia solo il suo lavoro...

Scassandoti il cazzo? Certo.

Ti controlla anche da casa sua per conto di un'altra persona! Non ti ritiene responsabile abbastanza, non si fida di te. Perché tu dovresti fidarti di lui?

E come ogni volta Jungkook fu succube delle parole taglienti delle sue voci lasciandosi facilmente influenzare. Fu proprio per quello che un forte senso di rabbia lo invase facendogli stringere i pungi e contrarre la mascella.

Quel bastardo.

Chaeyoung se ne rese conto e cercò di non andare nel panico mantenendo una posizione corretta e sicura. «Jungkook, Taehyung ci tiene molto a riuscire nell'intento di aiutarti quindi per favore collabora. So che adesso dovrai prendere le tue pillole prima di andare nella sala ristoro. Non me ne andrò da qui finché non farai quel che ti ho detto».

Jungkook non l'ascoltò e fece vagare velocemente lo sguardo per tutta la stanza cercando un oggetto che potesse ferirla.

No, non voglio farlo! Non voglio farle del male!

Devi Jungkook, non fare il debole del cazzo. Se non vuoi prendere quelle pillole allora devi ferirla.

«Jungkook non costringermi a chiamare rinforzi» lo avvertì Chaeyoung pronta a correre fuori dalla stanza per chiedere aiuto.

Visto? Chiamerà gli altri e sai cosa ti faranno se li chiamerà. Prendi quel maledetto vaso e spaccaglielo in testa.

Non voglio!

Il corvino strizzò gli occhi portandosi le mani nei capelli e tirandoli mentre il respiro diventava sempre più affannato. Chaeyoung spalancò gli occhi rimanendo immobile davanti al ragazzo non sapendo come comportarsi a quel punto. C'era un motivo se era infermiera e non dottoressa, maledizione!

Jungkook gemette dal dolore cercando di contrastare le voci nella sua testa. La mano si mosse da sola verso il vaso ma Jungkook la strinse in un pugno cercando di allontanarsi il prima possibile. Si gettò a terra contorcendosi dal dolore mentre gattonava verso il suo comodino.

Sei una cazzo di delusione Jungkook.

Sai che ti dico? Prenditi quelle pillole, prendile tutte e ucciditi.

Vi prego basta...basta!

Con una mano tremante aprì il cassetto e strinse nel pugno le due pillole ingoiandole velocemente senza acqua. Si lasciò cadere a terra di nuovo singhiozzando e guardando un punto indefinito nella stanza.

Sai solo piangere.

Chaeyoung era rimasta sconvolta da quella scena. Non sapeva come comportarsi per cui l'unica cosa che riuscì a fare fu inginocchiarsi a pochi passi da lui guardandolo preoccupata. «Jungkook stai bene? Vuoi rimanere qui da solo invece di andare da tutti gli altri?» chiese con voce che tremava leggermente.

Jungkook scosse la testa sentendo pian piano l'effetto delle pasticche farsi vivo. Le voci si fecero via via più deboli e lui si sentì più tranquillo e rilassato ogni minuto di più.

Chaeyoung sospirò di sollievo vedendolo calmarsi a poco a poco e si sedette a terra aspettando che le medicine facessero completamente effetto prima di portarlo nella sala ristoro.

[...]

Quando entrò nella grande sala la prima cosa che notò fu il comportamento di Yoongi nei confronti di Jimin: sorrideva, lo abbracciava e gli rubava piccoli baci sulla guancia mentre gli parlava. Jungkook si rilassò sapendo per certo che anche quel giorno con loro ci sarebbe stato Yoongi e nessun'altra personalità. Lanciò uno sguardo a Chaeyoung e la vide seduta in disparte a leggere una rivista.

Dunque si diresse verso i suoi due amici seduti al solito tavolo e si sedette insieme a loro. «Jungkookie!» esclamò Jimin agitando una mano. «Yoongi hyung mi stava raccontando una fiaba!» disse tutto elettrizzato guardando con gli occhi a cuoricino il ragazzo davanti a lui il quale arrossì leggermente ridacchiando.

«Quale fiaba?» chiese con voce piatta e calma il nuovo arrivato al tavolo.

«Peter Pan ovvio! Il mio preferito» sorrise raggiante l'eterno bambino battendo le mani.

«L'ho imparato a memoria ormai per quante volte gliel'ho dovuta raccontare» rise Yoongi scompigliandogli i capelli.

«Immagino» mormorò Jungkook guardandoli incapace di provare qualsiasi altra emozione se non la calma più assoluta mista ad un senso di vuoto. Era così che l'avrebbero fatto sentire per sempre quelle pillole?

«Succede qualcosa Kook?» domandò Yoongi leggermente preoccupato per l'amico mentre giocherellava con la mani piccole di Jimin.

«Ho preso le medicine» rispose Jungkook facendo spallucce tamburellando le dita sul tavolo con una cadenza monotona.

«Oh, è un bene! Sono fiero di te Jungkook. Taehyung ti sta davvero aiutando» Yoongi sorrise ampiamente sotto lo sguardo confuso di Jimin.

«Medicine?» chiese stranito quest'ultimo beandosi del delicato tocco di Yoongi. Gli era mancato tutto quell'amore che solo il suo ragazzo poteva dargli.

«Le caramelle Chim» gli rispose il più grande tra i tre accarezzandogli il dorso della mano.

«Beh sì, mi rompe le palle però» sbuffò Jungkook portandosi una mano sotto al mento.

«No! Cattivo TaeTae! Non deve toccarti le palline» si imbronciò Jimin pensando ovviamente che Jungkook si riferisse ai palloni.

Yoongi lo guardò imbarazzato soffocando una piccola risata. «No amore non sono quelle...sai cosa? Lascia stare» scosse la testa non volendo in alcun modo intaccare la purezza di Jimin nonostante fosse solo una maschera messa non di proposito.

«Come stanno andando a voi le...cure?» domandò Jungkook leggermente indeciso sul termine che avrebbe dovuto usare.

«Hey Jiminie, perché non vai a prendere un libro di racconti così te ne leggo uno? Scegli quello che ti piace di più» disse Yoongi volendo allontanare il ragazzo per intraprendere quel discorso con il suo amico. Jimin annuì entusiasta e diede un bacio sulla guancia di Yoongi prima di correre verso la libreria accanto al jukebox.

«A me non stanno andando alla grande. Continuano a darmi medicinali su medicinali, mandarmi all'elettroshock senza ottenere alcun risultato. Ti dirò, di questo passo mi friggeranno il cervello e sarò un completo vegetale. Le perdite di memoria sono più frequenti e sento di avere maggiori buchi di ricordi» ammise Yoongi portandosi le mani nei capelli.

Jungkook fece una smorfia dispiaciuta stringendo la mano attorno alla propria maglietta come per compensare la voglia di stringere in un abbraccio confortante il suo amico.

«E Jimin?» chiese di nuovo il più piccolo lanciando uno sguardo al ragazzo più grande di lui posto davanti alla libreria.

«Per quel che so hanno finalmente assunto uno psicologo e gli stanno facendo fare delle sedute diminuendo anche le dosi di medicine per la sua iperattività. Io...spero che almeno lui possa uscire da qui sano prima di noi e farsi una vita» mormorò Yoongi guardando dispiaciuto il suo ragazzo. «Lo amo così tanto... sai a volte sembra solo provare un profondo affetto per me e non vero e proprio amore, ma io continuerò ad amarlo nonostante tutto».

Jungkook annuì sospirando pesantemente mentre guardava Jimin tornare tutto sorridente. «Io non so più cosa vuol dire amare» sussurrò flebilmente sentendo improvvisamente la tristezza invaderlo facendolo ricadere in quel buco nero di cui non aveva mai visto l'uscita.

My phone has no signal
It's making my skin crawl
The silence is so loud

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