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- Disappared -

Genere - Thriller

Kate
(Due settimane dopo la scomparsa)

«Dove sei finita Bethany?»
Sussurrò tra le lacrime Kate.

Sua figlia Bethany, era sparita da più di due settimane, e nessuno ne sapeva nulla. Come era possibile che nessuno le sapesse dire qualcosa sulla sua amata figlia? Nemmeno le sue migliori amiche? Frottole.

Bethany, non aveva mai parlato espressamente con sua madre, di niente e di nessuno. Forse solo raramente.
Non le diceva nulla. Non sapeva come stava, cosa provava, se era felice, se qualcosa la turbava. Nulla. Mai.

Bethany, aveva iniziato a comportarsi stranamente da parecchio tempo, prima di sparire nel nulla, senza lasciare tracce.

"Che avesse qualche problema?" Si chiese Kate disperata. Perché non gliene aveva parlato? Sarebbe stato molto meglio che andarsene così.
Ma che stava dicendo?
Lei non avrebbe mai creduto all'idea che sua figlia si fosse allontanata volontariamente. Lei la conosceva.

O forse no?

Forse la conosceva solo esteriormente ma non interiormente, ma perché, lasciare casa senza dire nulla a nessuno? Non aveva senso. Almeno non per lei.

Kate avrebbe tanto voluto avere qualcosa tra le mani, che potesse aiutarla a conoscere meglio sua figlia. Ma che lei sapesse, Bethany non teneva un diario. O almeno, quello che teneva, era solo un quadernetto dove annotava, le sue normali e splendide giornate a scuola.

"Caro diario,
Devo dire che oggi, pensavo sarebbe andata peggio. Mi sono alzata con la luna storta, ma tutto si è sistemato con un bel nove di francese! Ma ti rendi, conto? Io? Un nove? Di francese poi? Davvero, sono felicissima, non so spiegarlo. La mamma sarà fiera di me."

Per essere una diciassettenne, scriveva cose da ragazzi più piccoli. Kate credeva che scrivesse così, perché era la pura verità. Nient'altro che la verità. D'altronde è normale che una madre dalla figlia quasi impeccabile la pensi così. Se Bethany non le ha mai dato motivo di preoccuparsi, perché avrebbe dovuto pensare diversamente?

Però adesso era preoccupata. Tutto era diverso.
E quindi, - nonostante la sua incredulità e scetticismo, - poteva essere possibile, che sua figlia nascondesse qualcosa che a lei sfuggiva.

Ma come scoprirlo?
Da dove iniziare?
Troppe domande, una sola risposta.
La stanza di Bethany.

Kate vi si precipitò, di corsa.
Aprì la porta della stanza di Bethany al piano superiore di fronte alla sua camera e di suo suo marito, ed entrò cauta, come se stesse disturbando la figlia studiosa dietro la scivania.
Il problema era che la figlia studiosa dietro la scrivania, non c'era.

All'interno della stanza c'era, profumo di chiuso. Certo le finestre non venivano aperte da settimane. Nulla, veniva toccato da settimane, a dire la verità.

Il letto era disfatto, e il coprimaterasso, presentava le pieghe che la ragazza aveva lasciato prima di scendere. La coperta era rimasta allo stesso modo. Sembrava che Bethany si fosse appena alzata. Ma la realtà era un'altra: quel letto era freddo, congelato, nessuno vi dormiva da tempo. Tutto sembrava così buio e freddo, grigio, polveroso, perverso. Immobile come lo spazio. Si perché, lo spazio è immobile, sono le stelle che vi si muovono. O forse è il contrario? Chi poteva dirlo?

Ma nonostante lo Spazio di Bethany, fosse freddo e desolato, quello era il Suo Spazio, era da lì, che doveva partire per scoprire qualcosa in più, su sua figlia.

Kate non aveva perso la speranza ancora. Non l'avrebbe mai persa, forse. Quella era l'unica cosa che la reggeva ancora in piedi. Lei era diventata in pochi giorni, un cadavere vivente, dalle occhiaie sporgenti e violacee, i capelli sporchi ed opachi e la pelle bianca come un cencio. Figurarsi dopo due settimane!

Entrò nella stanza della sua prole, esaminando tutto con molta attenzione, come un detector, alla ricerca di indizi.
In effetti era questo il suo obiettivo: cercare indizi, trovare sua figlia.

Passò nella stanza di Bethany circa tutto il pomeriggio. Aveva cercato da tutte le parti, rovistato tutti i cassetti e controllato l'armadio, ma nulla, sé non qualche foto o appunto. Si sentiva scoraggiata.

Si avvicinò all'armadio.
Voleva sentirvi ancora una volta il profumo di lei.
Immerse la testa, fino a quando da fuori non si vedeva solo la parte più estrema della schiena, - vale a dire la parte più bassa, - e le gambe.
Aveva tutta la schiena all'interno dell'armadio. Alzò la testa, ma la sbatté violentemente contro una lastra di legno che formava una specie di mensola verso l'alto: come un sottile contenitore.

Kate non lo aveva mai notato prima di allora.
Si massaggiò la testa e la alzò, affinché potesse vedere cosa si nascondeva dietro a quel cumulo infinito di vestiti.
Immerse una mano nel contenitore di legno e vi trovò un quaderno rilegato in pelle rosa antico.

Un diario.
Kate aveva trovato il vero diario di Bethany.

* Angolo Me *

OS decisamente avvolta nel mistero, che ho scritto quando ero ancora una studentessa delle scuole medie ed influenzata dai romanzi di Carrisi, (brrr, che ricordi orrendi! Non di Carrisi, ma delle scuole medie!) e si vede dal modo di scrivere abbastanza infantile(?) direi. Vabbè basta me ne vado, non ho nient'altro da aggiungere.
Passo e chiudo.

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